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Detenuti in attesa di giudizio

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Gianluca Morozzi, Fabio Izzo, Blue Angy e Carlo Tortarolo si sono messi insieme per comporre “Detenuti in attesa di giudizio”, prima di tutto; ma anche, addirittura, redigere un vero e proprio “manifesto letterario”.

I quattro “detenuti” hanno messo insieme quindi un racconto a più voci che unisce diario biografico, esperienza personale e cronaca, ma anche musicoterapia, vita sentimentale, divagazione su società e salute pubblica. Un tentativo d’evasione, che aspetta un editore coraggioso. Un editore e basta, anzi. Dato il talento di scrittura di queste firme e la qualità della ben congegnata idea.

“La nostra generazione di 40-50enni ha vissuto diversi eventi epocali, la guerra fredda, la caduta del muro Berlino, l’11 settembre e infine il Lock down. Siamo anche l’ultima generazione che ha vissuto consapevolmente il secolo breve. A noi non è mancata né l’ipotesi perché abbiamo maturato una buona esperienza personale né l’analisi perché siamo quasi tutti laureati. Quello che ancora manca è la sintesi in campo artistico e culturale.

Il nostro gruppo si è formato durante il lock down, alcuni di noi si conoscevano e dopo qualche scambio di idee ci siamo messi a lavorare ad un manifesto che potesse servire a fare qualcosa di utile per migliorare il mondo. Per noi la letteratura è uno strumento di salvezza che consente di uscire dal delirio in cui il mondo si è impantanato. Per poter ripartire dalle basi e ricostruire tutto, un Ordine e un Metodo.

La letteratura per noi diventa uno strumento che sfida il regresso e può permettere l’Evoluzione dell’Uomo come Specie. Con questi intenti durante l’isolamento abbiamo deciso di scrivere un diario ciascuno per tre settimane, diventando ‘detenuti in attesa di giudizio universale’. I temi per ciascun autore erano liberi e dipendevano dalle riflessioni e dall’ispirazione di ciascuno durante l’’otium’ forzato.

Ci siamo dati comunque queste linee guida:

1- Essere e dare il meglio di sé stessi;

2- Cercare sempre di migliorare sé stessi e il mondo.

Il risultato è un tentativo di fare questa sintesi che manca, se ci siamo riusciti, se ci riusciamo o se ci riusciremo ora è difficile da prevedere perché in queste cose è decisivo il giudizio dei posteri che manca in quanto siamo ancora tutti vivi”.

E’ nuovamente il tempo della letteratura sostenuta dai grandi intenti? Si vedrà. Se, tanto per cominciare, una casa editrice farà partire l’esperimento.

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