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Perse in partenza (vedi alla voce battaglie) – Herzog

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I campi delle battaglie che Herzog ci porta a visitare nel corso delle ottantotto pagine di questo libro, sono quelli che vedono tutti i comuni mortali battersi loro malgrado ogni sacrosanto giorno, con esiti non sempre brillanti.
L’ autore di “Perse in partenza (vedi alla voce battaglie)”, figura ammantata da debito mistero (proveniendo dal web), si rivela osservatore attento e meticoloso dei vizi di forma della realtà, delle molteplici e sgraziate vicissitudini che quotidianamente mettono alla prova le nostre improbabili virtù. L’ironia tagliente è l’arma fondamentale che colpisce in modo infallibile, con esiti certo divertenti per i lettori e questo anche grazie all’abilità dello scrittore nel rilevare aspetti ludici ed insoliti, pure da quelle situazioni che genericamente trascorrono inosservate, ci paiono banali ed insulse, sfumando nel grigiore dell’indifferenza.
Vi siete mai chiesti ad esempio cosa pensi del proprio lavoro l’impiegato di una ditta di onoranze funebri? Oppure avete mai colto il fulgore belluino negli occhi dei fedeli che la domenica, accesi di devozione, accorrono alla Funzione religiosa? Herzog sì e sa riderne, raccontando tutto questo con un tono serioso, una lingua ricercata ed aulica a tratti – che accentua ancor più la frugalità della materia narrata -, non scadendo mai in moralismi.
Leggendo questi racconti ci si potrà rispecchiare in spaccati di vita tanto ordinaria quanto assurda e paradossale – micidiale come lo sono certi dialoghi distratti e farciti di luoghi comuni ed ipocrisia. Quelli dei salotti addobbati a festa, riuniti in nome del buonismo e della convenienza; o ancora quelli stridenti tra vicini d’ombrellone.
L’umanità di cui Herzog ci racconta ha espressioni surreali, vive vicende sospese nell’onirismo, quasi che fossero il gioco mentale di un Dio infantile ed annoiato (magari proprio quello che nel brano “Dio offresi a Natale” vediamo candidarsi a nuova divinità per atei). In questo, dunque, lo stile della narrazione rievoca quello delle “Favole al telefono” di Gianni Rodari, per la leggerezza con cui vengono trattate tematiche pure grevi ed importanti. La visione giocosa è forse ciò che maggiormente li accomuna. Entrambi hanno un rapporto divertito con i lettori, senza tralasciare comunque una certa profondità d’analisi e riflessione, che non può mancare d’altro canto ad un’ironia intelligente ed acuta.
“Perse in partenza (vedi alla voce battaglie)” sarà una lettura piacevole, veloce, rilassante. L’invito a ridere di una vita che nel suo essere tanto tragicomica non può che diventare almeno fonte di ludibrio. Poiché riderne è forse l’atto di sfida più ardito – duro e difficoltoso, a volte – che ci possiamo permettere.

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