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Intervista a Giuseppe Agnoletti

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Ciao Giuseppe1 e complimenti per il tuo posizionamento in questa settima edizione del concorso per letteratura minimale, indetto dalla nostra rivista. Cosa puoi dire di te ai lettori, per raccontare chi è Giuseppe Agnoletti e cosa fa nella vita?

 

Ho ben poco da raccontare. Sono un perfetto nessuno. Il classico uomo comune, impiegato, con moglie e figlio, mi manca il cane. Quello che forse può rendermi diverso è che da sempre ho avuto un certo sbuzzo per le cose “artistiche”; così scrivo, suono la chitarra (acustica) e fotografo. Insomma cerco di esprimermi e di tirare fuori la creatività che ritengo di possedere in una qual certa misura. Semplicemente, si tratta di una cosa di cui non posso fare a meno.

 

Come e quando sei venuto a conoscenza della nuova edizione del concorso? Cosa ti ha spinto a partecipare?

 

Nel sito: La Tela Nera, la solerte Melisandra ci tiene informati su gran parte dei concorsi che ci sono in giro.

Partecipo a tutti i concorsi che posso. Il che equivale a dire a tutti i concorsi gratuiti (soprattutto di genere) per i quali riesco a scrivere un racconto, o per i quali trovo nel classico cassetto uno che possa andare. Mi è capitato spesso di scrivere racconti appositamente per un concorsi, storie che non avrei mai prodotto, altrimenti. E questo è un lato positivo. A volte le costrizioni, i paletti, sono davvero utili per stimolare la creatività.

 

Cosa hai pensato del nuovo tema proposto? Visto il buon andamento di ReWritten – per la seconda volta abbiamo deciso di fare due categorie distinte (con due classifiche separate) tra Horror e SciFi/Fantasy e abbiamo cercato di scegliere qualcosa di ampio respiro che costituisse però ugualmente una sfida. Ma il tema era comunque in qualche modo “vincolante”.

 

Un bel tema, anche se spesso l’elasticità delle giurie permette ampie variazioni e, davvero, è giusto così.

 

Come è nato L’idiota? l’horror che hai scelto non è soprannaturale ma estremamente plausibile e reale – e forse anche per questo ha dato brividi alla giuria…

 

Ebbene sì. Il racconto l’Idiota l’ho tirato fuori dal cassetto. L’ho accorciato e ho utilizzato questo nuovo titolo che, rispetto al vecchio, mi sembrava più consono, oltre che capace di titillare l’orecchio dei giurati col richiamo a un altro ben più famoso testo.

Quando scrissi a suo tempo questa storia non riuscivo a togliermi dalla mente l’immagine del gigantesco indiano nel film “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Ce n’è una piccola eco. Una storia carceraria, quindi, ma allora, cosa ci fa qui? Ecco, credo di scrivere spesso storie trasversali, tanto per utilizzare un vocabolo alla moda, dove il confine fra un genere e l’altro è piuttosto labile. Conta soprattutto la storia, magari una buona storia.

 

Il fatto di scegliere il tema su cui ti sei cimentato – e di organizzare il finale in quel modo poteva forse fare storcere il naso ai “puristi” dell’horror tout-court. Avevi tenuto conto di questo rischio – durante la scelta di proporti con “L’idiota” – cioè avevi valutato il fattore giuria nella fase di creazione del testo?

 

Ogni caso ogni giuria fa storia a sé, metto sempre nel conto che il racconto possa non piacere, per rifarmi, magari, al concorso successivo. L’importante è cercare sempre di impegnarsi al massimo.

 

Se ne hai avuta, quanta difficoltà ti ha dato il limite di 8192 caratteri? E’ stato più complicato quello o trovare un’idea che stesse nei binari imposti dal concorso?

 

Ho dovuto accorciare il racconto, ma è una fase che mi piace e che spesso devo fare, data la mia assidua frequentazione di concorsi per racconti brevi, a volte anche brevissimi: 666 parole, 300 parole e anche, ebbene sì, 100 parole. Trovo che scrivere con margini così ristretti porti a una pulizia di scrittura notevole. Si è costretti per forza di cose a sfrondare gli eccessi, togliere tutto quello che è superfluo, un po’ come un pugile che debba rientrare nel peso. Alla fine la storia è snella e liscia che è un piacere leggerla.

S.K. usa la formula: 2^ revisione = 1^ revisione – 10%, ma lui è diarroico per natura, ovvio che  debba restringere, io sono più vasocostrittore, e a volte devo ampliare, più che ridurre.

 

Conosci qualcuno degli altri partecipanti o hai già letto qualcosa di qualcuno di loro?

 

Certo! Giuseppe Pastore, Giovanni Buzi e sono solo i primi due nomi che mi vengono alla mente, in certi siti siamo come una grande famiglia! E virtualmente ci conosciamo in tanti.

Di persona, purtroppo, non ho avuto questo piacere.

 

Hai dato una scorsa alle altre opere e se sì quali ti hanno colpito in qualche modo? Hai letto qualcosa anche dell’altra sezione (quella dedicata alla fantascienza)?

 

A suo tempo ho scaricato l’e-book, ma a distanza di mesi faccio un po’ fatica a ricordare.

 

Domanda: tu cosa leggi normalmente? quali sono gli autori che ti piacciono di più – citando magari sia qualche autore “classico” sia qualche autore “contemporaneo”. Tu segui il panorama letterario italiano – magari fuori dal circuito della grande distribuzione? Compri e leggi autori di genere non (ancora) famosi? Se sì, quali e di che case editrici?

 

Leggo in prevalenza romanzi di genere, horror, noir, gialli, fantascienza, anche se di quest’ultima ho fatto indigestione durante l’adolescenza macinando Urania a tutto spiano. Poi amo la storia, e quindi testi che ne trattano, ma anche antropologia e archeologia.

Autori? Be’, per quanto riguarda i classici posso metterci Dino Buzzati? Riguardo ai contemporanei ecco, i soliti: King, Eco, Arturo Perez reverte. Ultimamente ho scoperto la brava Ben Pastor, autrice italiana trapiantata in America. Apprezzo molto anche il mio quasi-conterraneo Eraldo Baldini.

La frequentazione in rete mi ha introdotto alla conoscenza di vari scrittori poco famosi e tuttavia bravi. E qui voglio citare Alfonso Dazzi, ancora ricordo il suo bellissimo racconto U-BOOT. Così come cerco magari di comprare qualche libro di autore poco noto edito da case editrici minori, ma in genere preferisco rivolgermi alla biblioteca della mia città.

 

Cosa ne pensi del metodo di votazione che abbiamo usato – e del fatto che i giurati diano un giudizio “a parole” per ognuno dei testi in gara?

 

Mi è parso efficace e ho gradito molto il commento, che permette di capire il giudizio altrui assai meglio di un semplice voto.

 

Cosa ne pensi dei giudizi dei giurati e del loro “stile” assolutamente variegato? E cosa ne pensi del fatto che essi abbiano ricevuto tutti i racconti insieme e SENZA nessuna indicazione sugli autori?

 

Be’, tolti due o tre, il resto erano indirizzati nella stessa medesima direzione. Mi hanno fatto capire che il racconto, seppur migliorabile, era tuttavia abbastanza buono.

Che i giurati non abbiano indicazioni sugli autori è la migliore condizione per una serenità di giudizio. Alcune volte ho fatto il giurato e ho visto come sia estremamente difficile non lasciarsi condizionare affatto.

 

C’è qualche commento sul tuo racconto che ti è piaciuto particolarmente?

 

Sì, questo: …si vede che l’autore si diverte mentre lo scrive, è elegante, sofisticato e tuttavia semplice…

Ecco, è importante sentirsi in un certo modo, quando si scrive. Anche se non sempre accade, anzi, molte volte si deve scrivere anche se non se ne avrebbe voglia. Ma lo si deve fare.

Anche il passaggio che sottolinea uno stile semplice e tuttavia non sciatto, credo che colga i miei sforzi in tal senso.

 

E ce n’è uno che invece ti ha messo in difficoltà?

 

Ecco, quello che dice:

Buffo! (con tanto di punto esclamativo), non è scritto male (bontà sua), ma andrebbe riscritto altre dieci volte prima di renderlo minimamente sufficiente.

Ho il massimo rispetto per le opinioni e i giudizi altrui ed è chiaro che l’Idiota non è un capolavoro della letteratura, ma qui c’è una contraddizione nei termini: prima dice che non è scritto male, poi che dovevo scriverlo dieci volte… no comment.

 

Anche per questa edizione abbiamo avuto un numero di partecipanti che ci ha soddisfatto (quasi troppi – per il lavoro dei giurati) – ma il numero di testi in gara non possono essere considerati comunque “tanti” tenendo conto delle medie di altre iniziative del genere. Hai qualche consiglio su come potremmo migliorare l’organizzazione della prossima edizione del nostro concorso? O su un tema diverso da affrontare sempre nel limite delle 8192 battute?

 

No, nessun consiglio. Credo abbiate maturato sufficiente esperienza. Per quanto riguarda i temi, qualsiasi cosa abbia attinenza col fantastico, l’immaginifico o comunque su tutto ciò che “va oltre”, può servire a stuzzicare la fantasia degli scrittori.

 

Hai critiche per come abbiamo proposto la cosa – o per l’organizzazione? al di là dei ritardi di questa intervista 🙂

 

Nessuna critica, anzi ho avuto la sensazione che la “cosa” sia stata preparata tutto sommato bene.

 

Che tema vorresti fosse trattato in una prossima edizione del concorso – per convincerti a partecipare ancora?

 

Vale quanto ho detto prima. Ho scritto di horror e di fantascienza, toccando il grottesco e il comico, il giallo e il noir. Penso che ci sarò ancora, anche se il punto dolente è sempre quello: il tempo. La sua mancanza, e/o scarsità, che potrebbe impedire la mia partecipazione.

 

Cosa ne pensi dell’editoria elettronica e delle produzioni come quella di KULT Underground/KULT Virtual Press?

 

Un canale davvero importante. Come si possano sviluppare in futuro le cose è difficile dirlo, ma per me il mondo di Internet è stato importantissimo. Prima ero uno che scribacchiava piuttosto in solitudine. Poi sono entrato in contatto con altri come me e con siti che permettevano un continuo confronto, ma anche la lettura e il reciproco consiglio.

È stato come entrare in un altro mondo, soprattutto ora non mi sento più così isolato e lontano da quello che è il mondo editoriale.

Ora non voglio certo dire che l’editoria elettronica possa risolvere i mali di quella italiana, ma può servire senz’altro a smuovere acque parecchio intorbidate.

 

Hai un sito web (culturale, di intrattenimento) o collabori a siti web che si occupano di arte, letteratura o cultura?

 

Nessun sito. Qualche volta ci ho pensato, ma non credo che avrei il tempo di seguirlo nel giusto modo. Magari più avanti. Per adesso mi “spalmo” sui siti che frequento maggiormente. Una sorta di collaborazioni free-lance.

 

Grazie per il tempo che ci hai dedicato… e speriamo di rivederti anche il prossimo anno.

Grazie a voi e soprattutto ai pochi disperati che avranno la voglia e il coraggio di leggere questa intervista.


1 Giuseppe Agnoletti, autore del racconto L’Idiota, classificatosi TERZO nella sezione HORROR del concorso Unveiled – 8KO-

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