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E-Gov: la sfida

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La rivoluzione digitale è una conquista e un dovere per le amministrazioni pubbliche di tutto il mondo.

Progetti e programmi di  governo digitale hanno scopi molteplici: rendere più agevole la fruizione dei servizi, incrementarne l’efficienza, allargare la base dei destinatari di programmi particolari, dare continuità ed accessibilità alla diffusione di formazione e cultura, garantire  trasparenza ed equità, oltre che sicurezza e controllo.

A seconda dell’ambiente nel quale vivono i programmi si pongono livelli di obiettivi differenti.

Il successo di questi programmi dipende da diverse variabili; sicuramente quella tecnologica, ma altrettanto fondamentale è il collegamento tra i seguenti fattori:

 

sviluppo di servizi on-line da parte della pubblica amministrazione (e-government)

  • richiesta di certificazioni, informazioni, servizi urbani, pagamento tributi e tasse, compilazione di forms on-line per bandi ed attività specifiche;

integrazione tra organismi e poteri pubblici differenti (e-governance)

  • sviluppo di programmi che utilizzano in modo trasversale le tecnologie e le informazioni da parte delle amministrazioni pubbliche: accesso a dati legali, amministrativi, scambio di esperienze e best practices, formazione e cultura, ricerca;

ambiente sociale ed economico di destinazione

  • analisi del tessuto sociale ed economico e identificazione di leve immateriali che ne favoriscono lo sviluppo: inclusione sociale, formazione, partecipazione, gradimento ed utilità;

piano di manutenzione ed evoluzione

  • pianificare l’evoluzione del sistema sia in termini di dispositivi tecnologici che di contenuti e pubblico destinatario, insieme a formazione degli operatori ed indicatori di performance;

 

Con il RIGHT TO INFORMATION ACT 2000 l’India ha sancito il diritto di ogni cittadino all’informazione pubblica, da qui sono partiti progetti di e-governance a più livelli.

Il programma e-Seva è partito operativamente nel 2001 con una decina scarsa di servizi ed oggi ne  conta una cinquantina: dalla richiesta di certificati al pagamento di bollette, dalla richiesta di licenze commerciali alle pratiche auto.

Nato come servizio per due distretti Hyderabad e Secunderabad, nel 2003  ne copriva 23; oggi è in 46 centri.

Le parole chiave che vengono usate nella presentazione dei servizi sono Efficienza, Affidabilità, Trasparenza, Scalabilità.  

Oggi si parla di arrivare a 120 distretti. Arcana Nagvekar del National Information Centre nella città di Goa afferma che il successo di un progetto di e-government dipende soprattutto dal modo in cui viene comunicato e diffuso tra il pubblico.

Aggiungerei dal modo in cui viene progettato, tenendo conto dell’ambiente e dell’organizzazione sociale, economica, culturale del pubblico.

 

Shidhulai Swanirvar Sangstha, un’ organizzazione del Bangladesh è divenuta nota per l’idea straordinaria di portare le nuove tecnologie agli abitanti di sperdute zone rurali attraverso dei barconi dotati di generatori e pannelli solari.

Il programma ha come obiettivo la scolarizzazione di studenti che non possono raggiungere le scuole a causa dell’allagamento delle strade a causa dei monsoni ed il settanta per cento degli studenti è di sesso femminile.

 

Il sito firstgov.gov elenca per i cittadini statunitensi più di cento servizi, dal cambio di indirizzo alla ricerca del codice postale, passando per il controllo dello stato della richiesta di rimborso tasse oppure dei  prezzi del gas nella propria zona.

Il portale è un network globale cittadini-enti-informazioni  e prevede anche la versione in lingua spagnola.

Con il Government Paperwork Elimination Act (GPEA) gli Stati Uniti hanno definito nel 1996 il piano per arrivare alla completa gestione elettronica del rapporto dipartimenti-cittadini-aziende entro il 2003. A tale data  il 74% degli utenti utilizzava  la rete per reperire informazioni ed il 33% di essi effettuava serenamente transazioni.

Oggi la PKI (Public Key Infrastructure) è una realtà consolidata, un sistema informatico utilizzato su larghissima scala che permette il dialogo elettronico utilizzando una doppia chiave pubblica e privata.

Un certificato individuale per Servizi Elettronici (ACES) è acquistabile a partire da circa 39 dollari, e permette la ricerca e l’aggiornamento dei dati personali, l’invio di dati ad agenzie governative, lo svolgimento di pratiche verso enti pubblici, la possibilità di effettuare transazioni economiche, il pagamento di tasse e così via.

 

E in Europa quali sono i progetti di e-Government più recenti?

 

Gli Inglesi stanno sperimentando dal Giugno 2005 presso l’aeroporto di Heatrow il programma IRIS – Iris Recognition Immigration System –  che permette ai passeggeri registrati di entrare nel paese senza dover fare le solite lunghe code presso gli uffici dell’immigrazione, ma semplicemente passando attraverso una barriera fornita di speciale telecamera nella quale guardare ed essere riconosciuti.

Basato su tecnologia biometrica, il sistema identifica i passeggeri in entrata attraverso il riconoscimento dell’iride.

 

Gli Spagnoli hanno lanciato il programma “Identify Yourself”, che prevede l’adozione della carta d’identità elettronica, chiamata DNIe.

Primo centro pilota è  la città di Burgos.

Una massiccia campagna informativa sostiene l’iniziativa: sito web, info-line telefonica gratuita, una campagna da 50 milioni di Euro da parte del Dipartimento di Polizia, l’ente deputato all’erogazione delle carte d’identità.

 

Sempre in Spagna la provincia di Cuenca sarà la prima provincia spagnola ad avere il registro elettronico dei cittadini al quale questi potranno accedere tramite personale firma digitale senza dover affrontare scomodi trasferimenti, dal momento che ci troviamo in una vasta zona rurale.

Punti pubblici di accesso alla rete a banda larga (Telecentres programme) saranno istituiti anche nelle zone più isolate, in modo  da  garantire l’inclusione sociale.

 

In Macedonia da gennaio le richieste di assunzione presso enti pubblici possono esser fatte elettronicamente grazie al sistema “Apply Online System for State Employment”

Le procedure sono semplici ed il software è stato sviluppato in modo da permettere che le richieste on-line possano essere fatte partire da qualsiasi internet-cafè. La scarsa diffusione nelle case di PC in rete avrebbe comportato l’esclusione di una significativa fetta di pubblico.

Oggi il 74% delle richieste viene effettuato elettronicamente.

 

Non sono però tutte rose e fiori.

Parecchie spine accompagnano i programmi di e-Government.

E-Seva in India è stato criticato per la mancanza di un preciso budget ed il programma inglese IRIS preoccupa l’EDPS (European Data Protection Supervisor) Peter Hustinx  per il rischio di scambio di questa preziosa e personalissima informazione, la mappa dell’iride, tra più organismi/paesi, in nome dell’interoperabilità tra gli stati europei.

La strada è  tutta in salita, ma – tenendo sempre ben presente il beneficio da arrecare a cittadini ed  organizzazioni – sicuramente da percorrere.

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