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Intervista con Luminal

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LUMINAL – “Io Non Credo” – il secondo album dal 13 Maggio 2011 per Black Fading Records/ Action Directe – distribuzione Audioglobe


A due anni di distanza dall’esordio di “Canzoni di Tattica e Disciplina” e dopo una lunga serie di concerti in tutta Italia, i Luminal tornano con un nuovo album. Nove brani di rock italiano imbevuti di poesia, vita, morte e rivoluzione. Nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, “Io Non Credo” è un album contemporaneo, che racconta la frammentazione di questo paese e dell’individuo, della sua ricerca, dei suoi fallimenti, del suo tentativo di “essere uno” con sè stesso, e poi con il mondo.
“Io Non Credo” è un’opera di smascheramento nei confronti di una società, un percorso rivoluzionario nel senso più puro del termine, perché nell’Italia del compromesso, della mediocrità, del culto dell’infantilismo, della secessione politica e culturale, si occupa dell’individuo, della morte dell’arte, della vita autentica, della sconfitta; è un album fuori da questo mondo e dalle sue regole. Fin dall’artwork realizzato da Marco Filippetti è chiara la dichiarazione d’intenti: Garibaldi, simbolo più fisico del Risorgimento, ritratto in copertina come un fantasma bianco su un mucchio di giacche nere, mentre all’interno del booklet viene frammentato e le giacche con i pezzi del suo volto indossate dai Luminal. L’ideale distrutto, la morte dell’idea, il presente irreale in quanto non pensato che viviamo, viene evocato con la forza delle immagini e dei suoni per essere riportato alla realtà.

Post-punk, indie rock, canzone d’autore e tradizione italiana si fondono in un unico universo sonoro per nove episodi dalla fortissima emotività giocata sull’equilibrio delle due voci narranti, una maschile ed una femminile, nove canzoni incatenate l’una all’altra che vedono come ospiti Nicola Manzan (viola e violino su “Io non credo” e “Niente di speciale”) e Andrea “Fish” Pesce (piano su “Si può vivere” e “Tutti gridano è finita”).

I Luminal hanno dedicato due anni di lavoro alla nascita di queste canzoni, registrate e mixate da Cristiano Santini nell’Ottobre 2010 presso il Morphing studio di Bologna.

 
Un grazie a Govind Khurana – New Model Label
 
 
 
INTERVISTA
 
 
Davide
Ciao Alessandra, ciao Carlo. Anzitutto complimenti per questo ottimo disco. Qual è la storia dei Luminal?
 
Luminal
Ciao Davide, grazie. La storia dei Luminal inizia e si intreccia con quella di persone che hanno deciso che la musica sarebbe stata non solo la loro ragione di vita, ma un modo di viverla. Abbiamo messo per la prima volta piede su un palco nel 2006, qualche cambio fisiologico di formazione, due dischi, tanti concerti in giro per l’Italia, tante persone splendide incontrate nel corso degli anni.
 
Davide
Perché vi siete dati il nome di un barbiturico da tempo ormai caduto in disuso?
 
Luminal
Perché i Luminal sono la nostra medicina contro questo mondo. Sono il mio ricordo di un pomeriggio passato in una clinica psichiatrica a parlare con chi si sentiva più ospite di me in questa società. Sono la nostra malattia e la cura, come un veleno e il suo antidoto.
È ciò che ci calma, in parte ci protegge. E ci aiuta ad essere persone migliori.
 
Davide
I Luminal sono in realtà un duo (quindi voi due) che si avvale di ospiti? Ci presentate gli ospiti del vostro disco? Chi vi sta accompagnando dal vivo?
 
Luminal
Nel disco oltre i componenti della formazione precedente hanno suonato Nicola Manzan e Andrea Pesce, rispettivamente viola e violino in “Io non credo” e “Niente di speciale” e pianoforte su  Si può vivere e Tutti gridano è finita. Grandi musicisti, magnifiche persone.
I Luminal dal vivo oggi sono un trio composto da me (Alessandra al basso) Carlo alla chitarra e Alessandro Commisso alla batteria.
 
Davide
In copertina c’è il volto di Garibaldi e nel booklet indossate giacche su cui è ritratto il simbolo per eccellenza del Risorgimento. 150 anni di Unità d’Italia: cosa avete più apprezzato e cosa più detestato finora dei festeggiamenti di quest’anno?
 
Luminal
Vescovi che festeggiano la breccia di Porta Pia cercando di svuotare di significato la storia, incontri che diventano passerelle, nessun senso di nazione, patria, appartenenza, cultura condivisa. Eppure abbiamo iniziato nel migliore dei modi, e di quell’inizio dovremmo ricordarci, perché degli inizi ricolmi di promesse dovrebbero ricordarsi tutti, è lì che sta la verità. Qui si fa l’Italia o si muore! Eppure l’Italia veramente unita oggi non c’è, e nessuno sembra troppo intenzionato a morire o anche solo spendersi troppo per quest’idea.
 
Davide
“Abbiamo fatto l’Italia ora dobbiamo fare gli italiani” disse D’Azeglio. A che punto siamo secondo voi?
 
Luminal
Produci, consuma, crepa.  Una casa in periferia e un bel weekend scontato per due in un agriturismo in Umbria. Un cane e un gatto. Misere soddisfazione e bugie. Per tutti gli altri, solitudine, disperazione e libertà. Non bisogna fare gli italiani. Bisogna rifare gli esseri umani.
 
Davide
C’è un brano intitolato Non è ancora finita, Babyblue… Ha a che fare in qualche e quale modo con It’s all over now Baby Blue?
 
Luminal
Carlo: sì e no, mi sono appropriato di quella frase perchè mi piaceva l’idea di metterla in bocca ad un pazzo maniaco nel cuore del suo monologo.. e dopo di che tutti ascoltandola credono che sia una versione ottimistica del pezzo di Bob Dylan, quando in realtà quel “non è ancora finita” è tutt’altro che rassicurante. Il pezzo parla di un uomo che tortura la propria compagna, una storia tragicamente banale e comune.
 
Davide
“Io non credo”… Qualcuno disse che a tutti piace di più credere perchè è più facile che pensare. L’affermazione “Io non credo” è dunque anche un modo di dire “io penso”?
 
Luminal
In parte sì.  Capire cosa non si deve fare significa avviarsi verso la direzione giusta. Io penso. Io ragiono. E soprattutto, io scelgo.
 
Davide
Che tipo di responsabilità o di opportunità è per voi  scrivere il testo di una canzone?
 
Luminal
È l’opportunità di raccontare la nostra storia, o dire la nostra opinione, e la responsabilità di doverlo fare nella maniera più chiara e onesta possibile.
 
Davide
Val meglio di meritare il suffragio di un sol uomo di gusto, che di suscitare, con mezzi indegni dell’arte, gli applausi di una sala piena di spettatori volgari.” Così disse Shakespeare. Che tipo di successo e che tipo di pubblico ricercate e coltivate? 
 
Luminal
I Luminal non hanno mai cercato l’approvazione del pubblico, ma hanno sempre cercato di sollecitarlo su quegli argomenti che gli stanno più a cuore. Quando saremo la band più famosa d’Italia ne riparliamo.
 
Davide
Qual è il disco che avete ascoltato più volte?
 
Luminal
Recentemente “Thank God for Mental Illness” dei Brian Jonestown Massacre, “Boxer” dei The National.
In assoluto credo “In utero” dei Nirvana. Un buon posto in classifica ce l’ha anche “Hai paura del buio”.

Davide
E quello messo su una volta e poi mai più?
 
Luminal
Troppi! In linea di massima tranne qualche episodio diciamo che non andiamo pazzi per la “nuova leva cantautorale italiana” o in qualsiasi modo ami definirli la stampa.
 
Davide
Invece un disco o un artista che una volta non vi piacevano, ma che poi avete rivalutato?
 
Luminal
Di solito prima di giudicare qualcosa proviamo ad ascoltare bene, ci sono stati degli episodi in cui magari ci siamo lasciati influenzare da quello che si diceva del gruppo o dall’ambiente in cui si trovavano, ma per fortuna alla fine ascoltiamo sempre con le nostre orecchie e pensiamo con la nostra testa.
 
Davide
Ci fate un aggiornamento del vostro tour?
 
Luminal
Trovate tutte le nuove date del tour su www.luminalband.it Dal primo giugno saremo in Campania, poi a settembre ce ne andiamo in Europa!
 
Davide
Il futuro? 
 
Luminal
Tutto da scoprire. Chi l’avrebbe mai detto. Non è meraviglioso?
 

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