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Intervista con Shy of a Spark

6 min read
ESCAPE 
 
“Escape” è l’esordio degli Shy of a Spark, band pescarese, ma pugliese per adozione, in distribuzione Internazionale su oltre 30 store musicali dell’Europa, America, Nord Africa, Est Europa e Asia grazie alla label Joe Black Production. Ma oltre alla distribuzione digitale l’etichetta discografica, che segue la band in tutto dalla produzione, la promozione, il Social Media Marketing e la distribuzione, ha pensato di stampare alcune copie limitatissime su “Cd” con una bonus track molto speciale presente esclusivamente su questo formato fisico. Gli Shy of a Spark hanno anche girato un videoclip (sempre prodotto dalla label Joe Black Production) che prende spunto dalla traccia n° 2 del cd intitolata “The Gardener of Eden”.
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Cominciamo dal nome della band: Shy of a spark letteralmente vorrebbe dire “timoroso di un bagliore”, ma “shy of” è un modo di dire piuttosto desueto per dire che manca poco a un qualcosa… Cosa significa insomma e perché vi siete chiamati in questo modo?
 
Shy of a Spark
Abbiamo utilizzato questa perifrasi più per il fatto che fosse esistente in uno dei testi degli Arctic Monkeys, una band che ci ha influenzato parecchio nel nostro stile. Per quanto riguarda il significato del nome, l’abbiamo scelto per accentuare il fatto che, vuoi per mancanza di esperienza o semplicemente per la nostra età, le nostre canzoni erano come incomplete, mancava la scintilla che le facesse diventare davvero cazzute. E da qui Shy Of a Spark, ovvero “mancante di un bagliore”
 
Davide
Ci presentate la band? Qual è la vostra storia, da quali precedenti esperienze provenite e come vi siete incontrati e formati, all’insegna di quali principali obiettivi artistici?
 
Shy of a Spark
Ognuno di noi ha influenze totalmente diverse dall’altro. Ma quando ci siamo trovati tutti insieme nell’attuale formazione, abbiamo subito raggiunto un’intesa tale da riuscire a lavorare in modo rapido ed efficace. Ci siamo formati e completati con il classico lavoro di squadra, ognuno dei 4 ha imparato qualcosa a livello artistico o personale grazie agli altri e questa è stata la vera forza della band finora. Ci siamo incontrati in 3 periodi distinti visto che abbiamo avuto modo di lavorare con parecchie formazioni diverse prima di trovare l’equilibrio con quella attuale, con cui già eravamo a conoscenza del lavoro che ci avrebbe visti protagonisti insieme alla Joe Black Production per il primo album Escape. Il nostro obiettivo è sempre stato dare e avere il massimo da ogni situazione, indipendentemente dagli ostacoli e dalle difficoltà. 
 
Davide
Cosa vi accomuna e cosa più vi differenzia? In che modo arrivate a essere tutti d’accordo intorno a un pezzo, dalla sua fattura compositiva al suo arrangiamento fino alla sua registrazione e masterizzazione?
 
Shy of a Spark
Siamo tutti accomunati dalla voglia di spaccare e di dare una scossa alla monotonia del panorama artistico in Italia (e non solo), non ci poniamo limiti. Cerchiamo il compromesso tra il trend e la potenza del rock anni ’90. Nei brani ognuno mette del suo, solitamente l’idea parte dal singolo membro e la si completa assieme, non abbiamo mai avuto problemi a confrontare le nostre idee e ad utilizzarle al fine di comporre. Come ho detto prima ci differenziano le varie influenze artistiche che ognuno di noi si porta da anni, che unite hanno portato a questo progetto inedito comune.
 
Davide
“Escape”… Fuga da cosa?
 
Shy of a Spark  
Fuga dall’omologazione, dal pensiero comune, dalle imposizioni nascoste che la società inietta prepotentemente ad ognuno di noi. Fuga dalla convinzione che giusto e sbagliato siano concetti ben definiti e regolamentati, e quindi fuga dall’idea di fare una qualsiasi cosa perché “qualcuno” ha detto che è giusto così, e soprattutto di accantonarne altre perché per “qualcuno” è sbagliato ed immorale. Ognuno di noi ha la sua unica e forte personalità e originalità, quindi che la gente non rompesse i coglioni
 
Davide
Di cosa parlano i testi in inglese di questo vostro lavoro esordio e cosa li accomuna?
 
Shy of a Spark
I testi parlano prevalentemente proprio di quanto sia malsana la realtà di oggi per molti aspetti, in un mondo che sempre più abbandona l’individuo a sé stesso per gli scopi bellici e megalomani di una élite ben ristretta. Gli altri testi sono storie d’amore nate o finite, per far vedere che anche noi possiamo essere romanticoni e banali come il 90% del panorama musicale internazionale odierno.
 
Davide
La musica è un linguaggio universale. Una affermazione che è stata verificata da uno studio sperimentale pubblicato su “Current Biology” da Samuel Mehr della Harvard University e colleghi. I risultati della ricerca infatti dimostrano che esistono alcune strutture musicali intrinsecamente correlate alle emozioni che possono essere percepite da persone di culture e lingue molto diverse. Qual è il vostro rapporto con le emozioni attraverso la musica? Cosa cercate di provare e trasmettere in particolare da questo punto di vista?
 
Shy of a Spark
Ogni brano ha la sua storia. Proprio per la nostra mentalità a noi non è mai piaciuto identificarci in un unico genere o in un unico mood. Quando qualcuno ascolta l’album Escape deve provare amore, rabbia, tristezza, felicità, nostalgia, deve andare in confusione. I Queen hanno creato una discografia spaventosamente bella e unica in base a questo principio, ci sono brani che ti fanno venire voglia di spaccare tutto quello che hai davanti, e altri con cui vorresti metterti sotto le coperte e piangere. Noi non saremo mai come loro, ma ci piace parecchio provare e far provare emozioni decisamente contrastanti in questo senso
 
Davide
Oltre ai vostri brani v’è una riproposizione di “Can’t help falling in love” di George Weiss, Hugo Peretti e Luigi Creatore, brano che era basato sulla melodia ottocentesca “Plaisir d’amour” di Jean-Paul-Égide Martini e famoso nell’interpretazione di Elvis Presley. Perché avete scelto questa canzone, usata per altro da Elvis in chiusura di ogni suo spettacolo tra gli anni ’60 e ’70?
 
Shy of a Spark
È stata una grande scommessa, il brano è un capolavoro ed aveva un gran potenziale anche riarrangiato in una chiave totalmente diversa dall’originale. La scelta è stata una decisione puramente artistica, e non legata a un particolare significato del brano o altro. Ci piaceva così e così l’abbiamo registrata
 
Davide
Quali link ci suggerite per seguirvi?
 
Shy of a Spark   
www.shyofaspark.com è il nostro sito ufficiale! Dopodiché ci potete trovare ovunque: Facebook, Instagram, Youtube Music, Spotify, Reverbnation… basta digitare Shy Of a Spark! E lasciare un po’ di like ovviamente!
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Shy of a Spark 
Siamo sempre al lavoro! In questo momento stiamo lavorando a nuove composizioni, preannuncio solo che saremo più aggressivi e incazzati di prima. Faremo di tutto in prima persona per fare in modo che i lavori a seguire siano di qualità sempre più alta, abbiamo i mezzi e la voglia per costruirci il nostro cammino senza l’aiuto di nessuno, e ce la metteremo tutta per raggiungere i nostri obiettivi
 
Davide
Grazie e à suivre…

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