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Intervista con Umberto Ti.

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Umberto Ti. torna con il suo secondo lavoro, “Alaska” il primo album che vede nuovamente la produzione artistica di Giuliano Dottori.
Il disco esce a due anni dal suo primo EP, “Cielo Incerto”, e mostra da subito un’evoluzione e nuove sonorità rock e alternative, con l’inserimento di chitarre elettriche e batteria, un suono diretto.
I riff sono corposi quasi a graffiare i testi di Umberto Ti.
“Alaska” non è un luogo geografico ma parte da una situazione sentimentale che questa volta si fa più carnale, di pelle, termine che ricorre spesso, così come l’atto di fare l’amore, in cui il corpo che si fa strumento di sacrificio (“Ho sanguinato davanti al tuo riflesso” – “Domenica”)
Soltanto il freddo è l’unico elemento comune con l’Alaska, un freddo che ognuno di noi in qualche angolo si porta dentro.
Storie di amanti dentro motel dismessi (“Motel”), ragazzi che si amano dentro una roulotte (“Kids”) o su un divano nuovo (“Solo un Uomo”).
La ricerca sui testi di Umberto Ti. guarda sia alla tradizione della canzone d’autore, sia al rock, al pop e all’indie, con un approccio personale sia alla metrica sia alla lingua italiana.
 
Portami a fare un giro sulla Luna, la notte è finita ma sono ancora in forma” – “Principianti”
Non è il sole che mi fa male ma sono tutte le bugie che mi racconti” – “Bugie”
Adesso sono solo un uomo davanti allo specchio” – “Solo un Uomo”
Siamo come coriandoli bagnati per terra dopo una festa”– “Alaska”
Adesso che, proprio come una ladra, rubi tutto quello che puoi” – “Non importa”
Fuori dal Motel resta una piscina vuota,delle sedie per terra, la macchina del ghiaccio rotta”
– “Motel”
Mi tenevi in ostaggio il cuore, con le tue parole d’ amore”– “Kids”
 
 
Kids / Bugie / Principianti / Non importa / Domenica / Alaska / Isolati / Solo un uomo / Motel 
 
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Intervista con Umberto Tramonte
 
Davide
Ciao Umberto e ben ritrovato su Kult Underground. Hai esordito nel 2016 con “Cielo incerto”. Come è nato e maturato il tuo seguito raccolto oggi sotto il titolo di “Alaska”?
 
Umberto
Ciao Davide! È un piacere anche per me ritrovarti! Quando ho esordito con “Cielo Incerto”, stavo già lavorando ad alcune canzoni che poi sono entrate a far parte del mio nuovo album “Alaska”.
Per il suono mi sono ispirato ad alcune cose anni Novanta, batterie molto compresse, chitarre aggressive, ma anche qualcosa di noise, voci doppiate e distorte che dovevano ben rappresentare l’immaginario che volevo descrivere fatto di piscine desolate, stanze di motel e coriandoli per terra.
 
Davide
Chi ha suonato con te in questo tuo lavoro?
 
Umberto
Anche questo album, come il precedente, è stato prodotto e arrangiato da Giuliano Dottori.Alla batteria abbiamo assoldato Mauro Sansone, cercavo un suono di batteria compresso, diretto.
Alexya Salari invece ha prestato la sua bellissima voce nei cori di “Kids”, “Alaska”, “Non Importa” e “Solo un Uomo”.
 
Davide
Quali temi hai trattato nei testi di “Alaska” e per farvi quale tipo di ricerca, di percorso sia artistico, sia più tuo personale?
 
Umberto
Il titolo “Alaska” non ha molto a che vedere con il luogo geografico, forse l’unica cosa che c’è in comune è che su alcune canzoni racconto di relazioni che possono aver che fare con il freddo dell’anima. Sono partito da questo nome perché avevo visto un film italiano dal titolo “Alaska”, un nome di un club, e che racconta una storia sentimentale molto forte e carnale. I temi che tratto sono relazioni personali passionali, sogni intimi, che ognuno di noi porta con sé.
 
Davide
Sentimenti e stati di animo… Qual è lo stato d’animo prevalente che ha pervaso, ha accompagnato questo tuo lavoro? Quale quello che ti induce idealmente a scrivere canzoni?
 
Umberto
Le storie che racconto in questo album, ma che poi è il mio modo di approcciarmi alle canzoni, partono da relazioni sentimentali che poi diventano metafora di sogni, ricordi, immagini che nella vita riaffiorano in noi. “Alaska” è accompagnato da uno stato d’animo che oscilla tra il sognante e il carnale.
 
Davide
La canzone è per te una via alla tua interiorità o al rapporto con gli altri? O, se entrambe le cose, quale dialogo intraprendi per quale terza via?
 
Umberto 
La canzone per me è sì la via alla mia interiorità ma per approdare al rapporto con gli altri, come dicevo i miei testi partono da rapporti umani, ma poi sfociano in situazioni più complesse che vanno al di là della singola storia.
 
Davide
Come ti senti, da cantautore italiano, rispetto al proprio paese ieri, oggi e nel futuro che ne immagini?
 
Umberto
Oggi più che mai c’è molta attenzione sul mondo del cantautorato italiano. Ma il detto che “il troppo storpia” può rivelarsi vero, in quanto c’è tanto in giro ma ho come l’impressione che si stia perdendo l’eleganza.
 
Davide
Tra svariate forme di espressione, perché hai scelto quella sonora (musica, voce umana, parola)?
 
Umberto
Ho scelto la musica perché folgorato dalla possibilità di accompagnare al suono di una chitarra le parole, i miei pensieri. Ero partito con lo scrivere poesie, un’altra grande forma di espressione, ma poi ho conosciuto la chitarra e da qui la perfetta accoppiata!
 
Davide
Di cosa è metafora l’Alaska? Quali sono i territori o le terre estreme, desolate o desolanti, su cui l’arte può portare più luce e calore?
 
Umberto:
“Alaska” è metafora del ritrovarsi dentro luoghi abbandonati. Se ci pensi bene i personaggi delle mie storie si amano dentro luoghi desolati come motel, roulotte, vecchie stanze ma anche dentro sogni lontani. L’arte ha il potere di portare luce e calore al territorio più importente che ci sia, che è la nostra anima.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Umberto
Sicuramente ora ho in programma di portare live questo mio nuovo lavoro,di condividerlo con gli altri il più possibile.
Magari più avanti girare il videoclip per una di queste nuove canzoni.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Umberto
Grazie mille Davide per questa bella intervista; è sempre un piacere essere ospite qui a  KultUnderground!
 

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