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Intervista con Aléxein Mégas

10 min read
THE WHITE BIRD
è il nuovo album in bilico fra elettronica e musica orchestrale
 
 
Aléxein Mégas è lo pseudonimo dietro cui si cela il compositore elettronico Antonio Alessandro Pinto, originario di Casal Velino (Salerno). Ispirato da artisti quali Bonobo, Nicolas Jaar, Jan Blomqvist, Yanni e Safri Duo, il musicista Aléxein Mégas rilascia il suo primo album da solista: “The White Bird”. “The White Bird” si contraddistingue come un mix di sonorità elettroniche ed orchestrali che vanno a formare un lavoro in qualche modo vicino a quella che è la forma del concept album. La trama che sottostà a “The White Bird” si snoda attraverso un percorso che prende forma, passo dopo passo, di brano in brano.
L’album non vuole essere un vero e proprio concept: ciò che però accomuna i vari episodi presenti è l’imperterrita ricerca del proprio posto nell’universo da parte dell’uccello protagonista“.
Il percorso che Aléxein Mégas intraprende in “The White Bird” si snoda attraverso tre leitmotiv:
Get rid (liberarsi): sentire il bisogno di liberarsi da una scomoda condizione obbligata dalle norme sociali che opprimono il nostro essere nella sua completa autenticità. La società ci fa credere che per avere un posto nel mondo, siamo obbligati a dover lavorare come dei robot, incastrandoci in meccanismi che uccidono la nostra fantasia o ogni tipo di espressione d’arte. Fondamentalmente, allo Stato non interessa cosa la tua mente o la tua anima abbia di meraviglioso da condividere; l’importante è che tu faccia parte del sistema, come una minuscola rondella di un immenso ingranaggio.
Fly (volare): cucire l’abito più adatto in modo da vestirlo con naturalezza, realizzando se stessi; un po’ come quando ci si prepara per il primo appuntamento.
Escape (fuggire via): una volta capito qual è il proprio posto nell’universo, il nostro compito è quello di condividere la nostra idea artistica con gli altri, influenzando e continuando a lasciarci influenzare nel nostro percorso, perché l’arte fatta con passione è il fine ultimo che ci rende liberi.
 
Sono felicissimo di aver sfornato questo disco, che rappresenta in sostanza il vissuto dei miei ultimi anni. È stato come espellere una bomba ad orologeria che continuava a ticchettarmi in testa senza sosta. Credo che la manifestazione delle proprie emozioni attraverso l’arte sia una cosa estremamente intima e, personalmente, con “The White Bird” mi sono spogliato d’abito, denudando la mia anima per condividere i miei pensieri e le mie emozioni. Quest’album non è solo una lista di brani musicali perché, con un po’ di empatia, l’ascoltatore viene in contatto con emozioni vere nelle quali ci si può ritrovare catapultandosi in quei precisi stati emotivi che mi hanno portato a comporlo. Solo l’amore verso se stessi e verso gli altri permette ai sentimenti di venir fuori, condividendo la propria arte col mondo al fine di renderlo un posto migliore. “The White Bird” rappresenta uno stato mentale appartenente all’essere umano, rapportato e immerso nella società odierna. Tutti che si affannano, tutti che corrono per raggiungere i propri obiettivi perdendo, in realtà, di vista il vero scopo di ogni singolo respiro, di ogni singolo attimo condiviso con gli altri“.
 
L’album è stato anticipato dall’uscita dell’omonimo videoclip “The White Bird”.
 
 
I am a shadow / Midnight lullaby / Vector Space / Bring me to the life / Disconnected / An electric love / I just wanna feel good / The white bird / Life in a box / Rays of a warm sunset
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Intanto perché lo pseudonimo di “Alexéin Mégas”. Dal greco antico Aλεξις (Álexis), parola che ha il significato di “difensore”, e “megas”, “grande”, potremmo tradurlo com “grande difensore”? Se sì, da cosa? E in ogni caso, da cosa ci difendono l’arte, la musica?
 
Aléxein Mégas
Ho voluto dare un’anima al mio progetto, ed ho pensato che il miglior modo per farlo, fosse partire dal nome. Sento un forte legame tra le ragioni per cui compongo musica ed Alessandro Magno, il conquistatore dell’impero persiano. Non tanto per la sua intelligenza militare e diplomatica, ma per la passione, il coraggio ed il carisma dai quali era motivato. Il modo di spronare i propri soldati essendo egli stesso parte della battaglia, il modo per cui ha lottato per amalgamare diverse etnie facendole convivere sotto lo stesso tetto. Innumerevoli conquiste che diedero al suo impero un sapore universale.
Questo è ciò che attraverso la mia musica vorrei trasmettere: un messaggio universale che possa motivare ogni persona a cercare il proprio posto nella realtà, sentendosi libera di vivere secondo le proprie emozioni, condividendole attraverso l’arte che gli appartiene.
 
Davide
Come sei arrivato a questo debutto, da quale formazione musicale e da quali precedenti esperienze?
 
Aléxein Mégas
Prima di esordire, ho lavorato a lungo a quest’album solista, seguendo un processo molto naturale di maturazione personale che è durata 5 anni. Ho avuto diverse esperienze in diverse band, in particolare quella dei Members of God (band metal sinfonica) che mi ha permesso di prendere consapevolezza delle mie capacità musicali avvicinandomi alla soundtrack, e di come esprimere me stesso al meglio, attraverso la musica.
Nasco come chitarrista rock ed adorando generi come quello del progressive, gente capace come i Dream Theater, i Pain of Salvation ed i System of a Down mi hanno guidato lungo un percorso formativo importante, che sento tutt’oggi vivere nel mio modo di comporre.
Tuttavia, 6 anni fa mi sono innamorato della musica elettronica che non ha fatto fatica ad entrare a far parte di me. Trovo naturale l’approccio che ho nel mostrare ciò che ho dentro attraverso questo genere musicale, attraverso suoni ed atmosfere molto emozionali. Artisti come Bonobo, Yanni, Nicolas Jaar, Jan Blomqvist, Safri Duo ed altri, mi hanno affascinato fin da subito per l’estrema semplicità con cui sono riusciti a fare breccia nella mia anima musicale, contagiandomi dal profondo.
 
Davide
Cosa rappresenta per te l’uccello bianco e perché bianco o non piuttosto nero o altrimenti colorato?
 
Aléxein Mégas
Il bianco è un po’ il colore della purezza. Ognuno di noi ha in sé un uccello bianco che può sporcare d’ogni colore preferisce. In principio, non si ha consapevolezza di ciò che si ha dentro e di ciò di cui si desidera per essere felici. L’uccello bianco, come lo intendo, non rappresenta unicamente l’istinto creativo di ogni artista, bensì il fuoco ardente di passione che dimora in ogni persona. Ho voluto condividere ciò che mi è accaduto, allo stesso tempo suggerendo ad ognuno di cercare dentro di sé per trovare il proprio “The White Bird”, liberandolo dalla prigionia delle angoscie legate alle futilità; godersi i semplici momenti mai prendendoli per scontati, assaporandoli a fondo è il modo speciale di vivere felici, mantenendo regimi di rispetto e condivisione.
Il processo che percorre questa lunga strada, può richiedere anni e a volte se non ci si guarda davvero dentro, può non arrivare mai a compimento.
 
Davide
E, comunque, sia in copertina, sia nel video, la gabbia è vuota…
 
Aléxein Mégas
La gabbia che accompagna l’uomo protagonista del video “The White Bird”, è il simbolo della sua angoscia e il disagio che sta vivendo e che lo stressa, non permettendogli di godere di ciò che la vita gli sta offrendo. L’uccello che dovrebbe fisicamente riempire la gabbia è metaforicamente rappresentato dall’anima dell’uomo che la trasporta. La routine gli offusca la vista facendogli credere che tutto stia procedendo come deve. Un sottile velo di tristezza perenne ricopre la sua anima privandola di luce. Tutto ciò in attesa che egli possa ritrovare sé stesso e lasciare che la sua anima voli via, in cerca di un posto più confortevole.
 
Davide
I tre leitmotiv dei testi, liberarsi, volare, fuggire… L’escapismo, sembrerebbe. Molti sociologi, filosofi e scrittori (fin dai distopici H.G. Wells e Ray Bradbury) attribuiscono alla fuga dalla realtà una connotazione negativa, sottolineandone la pericolosità in una società in cui il governo o i vertici del potere si impegnano a fornire mezzi “svaganti” e di fuga di fronte ai sintomi di disagio sociale,  con il solo scopo di illudere e controllare il popolo distogliendolo dal presente insoddisfacente e da, aggiungerei, eventuali “rivoluzioni”. Quindi fino a che punto per te liberarsi, volare, fuggire?
 
Aléxein Mégas
Il tipo di fuga che intendo è una vera e propria prova di forza che l’individuo dovrebbe affrontare considerandosi comunque parte attiva della società nella quale si trova. Trovo che fuggire dalla realtà possa giovare al proprio spirito, evadendo anche se per pochi attimi le reali angosce; ma il messaggio che vive in “The White Bird” è quello di impegnarsi ad affrontare la propria realtà diversamente, rincorrendo senza paure ciò che ci renderebbe veramente felici.
Nel mio caso, questo funziona condividendo le mie emozioni attraverso la musica, che credo sia il modo più naturale di esprimermi. Non si tratta di adattare la propria natura alla realtà, bensì fare in modo che sia la propria natura a cambiare la realtà nella quale si sta vivendo.
 
Davide
Perché per te la musica è un linguaggio speciale, prescelto rispetto ad altri linguaggi artistici? Cos’è per ta la sua potenziale universalità, tuttavia limitata nella realtà dai gusti di ogni singolo o di popoli diversi?
 
Aléxein Mégas
La musica è sicuramente un linguaggio universale e la sua bellezza sta nel fatto che può essere percepita indistintamente da ogni individuo, a prescindere dalla sua origine od educazione sociale. È come una regola naturale che non ha bisogno di leggi per essere compresa, perché è essa stessa una legge che regola la condivisione di emozioni tra le persone.
 
Davide
“La musica esprime la pura vita interiore”, scrisse il musicologo Boris Schlözer, ma è impotente a nominare. Anche se nel tuo lavoro vi è prevalenza di brani strumentali, come nascono e si incontrano musica e parole nelle tue canzoni?
 
Aléxein Mégas
Prima di iniziare a comporre “The White Bird”, ad eccezione di 3 dei 10 brani del disco (Vector Space, Rays in a warm sunset e Life in a box) ho avuto un lungo periodo di silenzio, molto utile per ascoltare ciò che realmente avevo dentro. Con esso sono riuscito a denudare qualcosa di molto personale ed intimo, che per uno scopo importante ho deciso di condividere nel modo che mi riesce meglio. L’arte è amore, ed entrambe vanno condivise.
Non ho un modo standard per comporre. Lascio solo che le mie emozioni escano fuori naturalmente, e ciò può accadare avendo un pensiero che si trasforma in testo o in una sensazione che prende forma in note musicali.
Quest’album è un percorso interiore senza regole ben precise. È nato da una introspezione che ha preso forma man mano nella mia testa dando vita a “The White Bird”.
 
Davide
Se uno strumento acustico ha solo il suo suono originario da offrire e non altri, come avviene invece la scelta tra le possibilità potenzialmente infinite dei suoni elettronici? Qual è il tuo immaginario elettronico?
 
Aléxein Mégas
Sono rimasto affascinato dal genere elettronico proprio per via dell’infinità di combinazioni che si possono ottenere ed ognuna trasmette una diversa vibrazione. Un po’ come quando scegli una casa nella quale vivere, che debba offrire il massimo del comfort per farti sentire bene.
Nel mondo elettronico ho trovato un’ambiente consono ai miei bisogni nel quale mi sento totalmente a mio agio e nel quale riesco ad esprimermi quando compongo e percepire nuove emozioni quando ascolto opere di altri artisti.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Aléxein Mégas
Oltre che la musica, amo l’arte visiva come foto e video che combinati insieme danno vita ad un meraviglioso gioco comunicativo. Cortometraggi muti accompagnati semplicemente da musica possono dire molto più di una regia standard come anche un brano senza testo può fare.
La mia missione è quella di raccontare il mio pensiero attraverso tutto questo, sperando che quanti più possibile catturino un suggerimento o ispirazione al fine di dirigere la propria vita verso ciò che desiderano realmente e che li renderebbe veramente felici. Svestire l’abito del bravo cittadino modello per essere naturali, così come mamma ci ha fatto: senza pregiudizi, senza egocentrismo, senza paura di condividere con il mondo la propria fragilità emotiva nonostante le paure verso un mondo severo. Spesso la soluzione è semplice. Uscire da sé per ascoltare le vibrazioni altrui ed amarle nella loro imperfezione.
 
Davide
“Ciò che però accomuna i vari episodi presenti è l’imperterrita ricerca del proprio posto nell’universo da parte dell’uccello protagonista”. Qual è infine il suo posto nell’universo alla fine di questo suo e tuo primo viaggio musicale?
 
Aléxein Mégas
Il suo posto è una gabbia. Una gabbia che sia confortevole. Un posto nel quale si possa essere naturali senza maschere o costruzioni fasulle, pronte a crollare alla minima folata di vento.
L’essero umano è di base insoddisfatto e continua a desiderare più e più.
Un po’ come citavi precedentemente, la fuga da un disagio può essere considerata negativa a volte, perché si sa da cosa si scappa ma non si sa dove si potrebbe giungere e se si tratta veramente di ciò che si desiderava.
È un rischio che vale la pena prendersi, perché se fatto con amore è l’unico motivo valido per cui non si debba mai avere dubbi a riguardo.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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