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Intervista con gli Hyperion

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La band heavy metal italiana Hyperion pubblica a novembre del 2017 il debut album, intitolato “Dangerous Days” per Fighter Records. Il disco contiene otto brani che rimandano agli anni ’80 e a band come Judas Priest, Annihilator, Iron Maiden, Metallica e Megadeth. La band è composta dal cantante Michelangelo Carano, Davide Cotti e Luke Fortini alle chitarre e voce, Giacomo Ritucci al basso, Marco “Jason” Beghelli alla batteria.
1. Ultimatum
2. Dangerous Days
3. Incognitus
4. Ground and Pound
5. Forbidden Pages
6. The Killing Hope
7. The Grave of Time
8. Hyperion
 
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Quando e come si formano gli Hyperion, con quali obiettivi?
 
Hyperion
Jason: ho concepito l’idea alla base della band nell’estate 2014, quando, dopo aver suonato per tanti anni in innumerevoli formazioni, ho deciso che dovevo suonare qualcosa che mi rappresentasse al 100%. Sono sempre stato in bilico tra Classic Heavy Metal e Thrash/Speed Metal, i due generi che amo di più, così ho deciso di cercare musicisti che condividessero la mia visione di unificare queste due espressioni del Metal – impresa che potrà sembrare banale, ma in questi anni in cui le contaminazioni musicali e i crossover la fanno da padrone (tra nu metal, deathcore e altri stili simili), non era così scontato trovare persone che la pensassero allo stesso modo. Alla fine però le cose hanno cominciato ad ingranare e siamo già all’attivo del primo album.
 
Davide
Perché Iperione o… “che si muove al di sopra”?
 
Hyperion
Jason: il nome ha richiesto un certo brainstorming, idealmente mi sarebbe piaciuto usare come nome il titolo di un’altra canzone di una nostra band di riferimento (come fecero i Sepultura e gli Overkill con i pezzi dei Motörhead), ma alla fine siamo approdati in ambito letterario. Siamo tutti amanti della letteratura fantascientifica, e il nome si rifà alla saga omonima di Dan Simmons, uno scrittore che apprezzo particolarmente. Abbiamo pensato che un nome del genere potesse rappresentare appieno l’idea che abbiamo della band.
 
Davide
“Hyperion” è appunto un noto romanzo di fantascienza di Dan Simmons. Un immaginario fantascientifico, com’è ormai tradizione in molto heavy metal, è presente anche nel disegno di copertina. Cosa rappresenta per voi il binomio frequente sci-fi fantasy e metal sancito fin dalle origini da William Burroughs, che coniò il termine heavy metal (anche se la fantascienza di Burroughs si muoveva dentro la psiche umana) e poi dal film di Gerald Potterton?
 
Hyperion
Jason: come detto precedentemente, la saga di Simmons è stata un’importante fonte di ispirazione in quanto, come band, ci sentiamo molto legati anche al mondo della sci-fi. Il fatto di accostare queste due passioni (Heavy Metal e sci-fi), è un modo per poter caratterizzare a nostro gusto l’Heavy Metal. Questo ci consente di esprimerci non solo rispetto al genere, ma anche rispetto alle sensazioni e alle atmosfere che cerchiamo di infondere nei nostri pezzi, e credo che il risultato finale si possa avvertire ascoltando l’album.
 
Davide
Debut album, come siete arrivati a “Dangerous Days”, lavorando su quali idee e riferimenti?
 
Hyperion
Jason: se parliamo del nome dell’album, e quindi della title track, è ispirato al famoso capolavoro di fantascienza Blade Runner. Dangerous Days è il titolo che provvisoriamente aveva il film durante la lavorazione, poi è stato utilizzato per dare il nome ad uno splendido documentario che narra la realizzazione del film. Facendo un collegamento anche alle domande precedenti, è stato stimolante prendere come spunto una tale opera. Il genere fantascientifico è spesso un tramite per tematiche e spunti di riflessione sociologici, psicologici e spesso anche intimisti, fino ad arrivare a ciò che ci definisce come esseri viventi e senzienti, e quindi il reale senso della vita. Sono argomenti che un film come Blade Runner pone allo spettatore, e per noi è stato molto gratificante lavorare per offrire all’ascoltatore la nostra personale interpretazione e il nostro omaggio ad un’opera così fondamentale.
Parlando invece della composizione prettamente musicale, i nostri riferimenti rimangono i grandi capisaldi della storia del metal, quindi potremmo citare gruppi come Iron Maiden, Judas Priest, Metallica (dei primi tempi), Megadeth, e l’elenco potrebbe sicuramente continuare!
 
Davide
Di cosa parlano i testi di “Dangerous days”? C’è un tema o una vostra ricerca in particolare che li unisce?
 
Hyperion
Jason: questo album nasce da idee musicali e tematiche che si sono sviluppate nell’arco di più di un anno, quindi le atmosfere tendono ad essere molto varie. Nonostante ogni canzone contenga una storia a sé, si potrebbe dire che i “giorni pericolosi” del titolo rappresentino anche una sorta di filo conduttore che lega tra loro i diversi brani: dalle battaglie in trincea descritte in “The Killing Hope” ai combattimenti di arti marziali di “Ground and Pound”, su questo disco non c’è di sicuro un momento in cui rilassarsi!
 
Davide
Scrive Christopher Knowles ne “La storia segreta del rock – Le misteriose origini della musica moderna” che per poter capire fino in fondo il rock’n’roll dobbiamo risalire alle origini della civiltà umana, ai rituali, ai tamburi e alle musiche martellanti di antichi culti. Potrebbe essere addirittura la più antica forma di espressione culturale della storia dell’uomo. Il rock non è quindi spuntato dal nulla negli anni Cinquanta come una specie di mutante dell’Era Atomica, si è semplicemente scrollato di dosso la polvere di secoli di repressione, si è incarnato in un’altra forma e ha proseguito dal punto in cui si era interrotto. Gli antichi culti si organizzavano intorno ad archetipi specifici che sarebbero poi riemersi nell’era del rock… Cosa rappresenta per voi il rock, specialmente quando si fa più aggressivo e veloce?
 
Hyperion
Jason: quando componiamo, quando proviamo e, soprattutto, quando suoniamo live, cerchiamo di infondere nei nostri pezzi ciò che per noi il Metal rappresenta: una liberazione. Spesso, nella vita di tutti i giorni si scende a compromessi: sul lavoro, nei rapporti con gli altri e anche verso sé stessi. Ecco, secondo noi il Metal è quanto di più lontano esista da tutto questo. Vogliamo essere liberi di fare ciò che ci piace e ci rappresenta di più, come in un viaggio verso le nostre radici, o un grido che urla con assoluta fermezza: noi siamo questo!
 
Davide
Questo vostro lavoro sembra più teso a recuperare la scrittura e le strutture tradizionali della canzone e dell’estetica hard rock piuttosto che intorno a un mero ma ancora frequente assemblaggio di riff e ipervirtuosismi solistici. Come nasce e si condivide una canzone degli Hyperion e con quali regole o non-regole?
 
Hyperion
Jason: il nostro intento con gli HyperioN è quello di rivisitare secondo il nostro gusto l’Heavy Metal più classico. Gli ingredienti che cerchiamo di infondere nelle nostre canzoni non saranno certo i più  originali o all’ultima moda, ma crediamo che funzionino perfettamente ancora oggi. Non abbiamo mai aspirato ad essere un gruppo particolarmente tecnico o innovativo, oltretutto ci sono in giro band di ottimi musicisti che sanno fare molto bene il loro mestiere; noi cerchiamo semplicemente di proporre il nostro Heavy Metal nel modo più sincero e diretto possibile.
 
Davide
Gigs, links, video da segnalarci per seguirvi e approfondire?
 
Hyperion
Jason: dunque, potete seguirci sulla nostra pagina facebook, nella quale troverete sempre informazioni aggiornate per i concerti e per tutto quello che riguarda gli HyperioN: https://www.facebook.com/hyperionbandheavy/
Inoltre potete gustare i due estratti dell’album, “Dangerous Days” e “Ground And Pound” sempre sulla nostra pagina ma anche su youtube:
Infine potete acquistare la copia fisica del nostro CD presso il sito della nostra etichetta, la Fighter Records:
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Hyperion
Jason: dedicheremo buona parte del 2018 alla promozione di “Dangerous Days” cercando di proporlo in versione live su più palchi possibili. Siamo consci di essere ancora all’inizio del nostro cammino come band, ma crediamo che continuando a lavorare duro riusciremo a ritagliare il nostro spazio in mezzo a tante altre validissime band del panorama underground. E di sicuro, prima o poi, arriverà anche un secondo disco…
 
Davide
Grazie e à suivre…

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