KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Paolo Spaccamonti

10 min read
 
Dopo il successo unanime da parte della criticaspecializzata e la sonorizzazione dal vivo di un classico del film muto “Rotaie“(sold out) commissionata dal Museo Nazionale del Cinema, il Guitar Herotorinese torna con un nuovo album. Registrato da Marco Milanesio presso l’O.F.F. Studio diTorinoBuoneNotizie” è il seguito del fortunato esordio “Undici Pezzi Faciliper il quale il chitarrista che “alterna rumore e momenti ipnotici adaperture visionarie e malinconicamente melodiche” è stato paragonato adartisti del calibro di Fennesz, Michael Brook e Dirty Three.

Featuring:
Julia Kent(Antony and the Johnson)
Fabrizio ModonesePalumbo (Larsen, Blind Cave Salamander)
Daniele Brusaschetto
Ezra (CasinoRoyale, No.Mad)
Davide Compagnoni(Stearica, Namb)
Marco Piccirillo(Jazz Accident)
Dario Bruna e RamonMoro (3Quietmen)

Da maggio in tutti inegozi, distribuito da Audioglobe

“Molto più che un chitarrista contemporaneo. Conil secondo disco, il torinese Paolo Spaccamonti mette in mostra la sua crescitaesponenziale di compositore, con arrangiamenti e accorgimenti da grandenarratore strumentale. Tra avant-rock e neo folk, armonici urbani e sincopijazz, disturbi e certezze, le 12 tracce suonano perfettamente sintonizzatesulle frequenze della nuova Europa apolide e della New York piùanticonvenzionale. All’altezza il parterre di ospiti: sono della partita JuliaKent, Fabrizio Modonese Palumbo, Daniele Brusaschetto, Ezra, Davide Compagnoni,Marco Piccirillo, Dario Bruna e Ramon Moro. “Buone notizie” per ilsuono italiano in cerca di identità.” Paolo Ferrari (LA STAMPA)
PAOLO SPACCAMONTI: What a satisfying name topronounce. Goahead, say it out loud a few times! Nice drones, too.” TEMPORARYRESIDENCE LIMITED
 
 
Davide
Ciao Paolo. Ho letto che tu sei stato inizialmente un”metallaro”, poi un cantautore… Oggi, invece, sei un solista di musicastrumentale “minimale” per chitarra elettroacustica. Anzitutto vorremmo sapernedi più di te, della storia che ti ha portato fin qui a fare musica… esoprattutto a questo tuo personalissimo modo.
 
Paolo
CiaoDavide. In realtà l’intervista a cui ti riferisci diceva che sono statoconsiderato “erroneamente” un cantautore, per via di alcune mie ospitate.  Nonho mai cantato nonostante adori i songwriter. Comunque sì .. ho passato l’adolescenzaad ascoltare metal. Come ogni metallaro che si rispetti ho impugnato lostrumento da giovanissimo, militando in alcune band, ma il terrore del palco miha sempre frenato spingendomi ad abbandonare appena la prospettiva del live sifaceva reale. La scoperta successiva di altri generi musicali mi ha spinto asperimentarmi in diverse direzioni. Ho suonato poi con i Cletus che facevanomusica elettronica suonata, con Ezra, che all’epoca suonava trip hop econ altre formazioni (ricordo con piacere un duo chitarra + batteria, moltodoom, molto stoner). Il mio primo live con i Chomski a Torino mi haconvinto ad andare avanti e l’aver successivamente affiancato alcuni amicicantautori mi ha spinto a cercare una mia identità. Ho sempre invidiato la loroindipendenza, la possibilità di muoversi sia con band che in solitaria,  oltrealla sfrontatezza del mettersi in gioco con il proprio nome e cognome.
 
Davide
La tua tecnica chitarristica e il tuo modo di comporremusica con la chitarra elettrica è cominciato da quali influenze? Per quantinomi si possano fare, Wimborne Minster, in arte Robert Fripp, è erimane a capo di tutto, praticamente un “patriarca”?
 
Paolo
Mi spiace deluderti ma conosco poco Robert Fripp, anchese la sua influenza su certo “chitarrismo”  è innegabile… capita spessissimo diimbattersi nel suo nome. Credo che la mia “tecnica” derivi da unmiscuglio disordinato di generi che negli anni ho assorbito. Ho passato anni adascoltare un sacco di musica in cameretta,  strimpellandoci sopra.  Sonofondamentalmente un autodidatta.
 
Davide
Il tuo disco d’esordio precedente si intitolava “Undicipezzi facili“… Cos’è un pezzo facile? Voglio dire, la facilità, anched’ascolto, dipende molto dai gusti e dalle abitudini dell’ascoltatore… Ostico oaccessibile sono due giudizi molto relativi. Come ti poni di fronte allacomposizione di un brano ricercando e/o conseguendo la semplicità e cosasignifica anzitutto per te “semplicità” o “facilità”? O si può anche dire chericercare la facilità-semplicità sia anch’essa una forma di ricercatezza (che èsinonimo di laboriosità, di complessità)…?
 
Paolo
Potrebbe essere inteso come facile un branodalla struttura armonica semplice, basilare, dall’esecuzione a portata ditutti. I famosi tre accordi.  Amo la musica semplice, senza troppiorpelli, e con un numero di passaggi e note limitato.  Che non  vuol dire perforza impreparazione tecnica, anzi… è più un discorso di gusto.
Detto questo, nella composizione di un brano non mipongo limiti o ristrettezze, cercando di  seguire questa o quell’altradirezione.  Quando una nuova bozza viene fuori cerco semplicemente di levigarlafino a darle un senso.  A volte ci vuole un sacco di tempo, altre volte sitratta di ore.
 
Davide
Come ti poni di fronte all’elaborazione elettronica delsuono della chitarra e ai “limiti” del suo suono originario?
 
Paolo
Cercodi non esagerare mai nell’elaborazione mantenendo il più possibile ilsuono originario. Suonare pulito mi piace, non forzo quasi mai la manosugli effetti. Certo, in concerto come su disco è interessante oltre chenecessario variare un pò,  per dare più colore e completezza al risultatocomplessivo. In ogni caso durante la lavorazione del disco si è deciso conMarco (Milanesio) di non utilizzare “effetti” sulla chitarra o di limitarli algiusto necessario, con tutti i rischi che ne derivano. Il fatto che sul discosiano presenti altri elementi ha reso il tutto meno suicida.

Davide
Nel disco suoni però anche altri strumenti, come ilbasso, l’ukulele e varie tastiere… Altro invece è stato affidato a ospiti dirilievo dell’attuale scena torinese underground. Ci parli di loro?
 
Paolo
Certo, sono sostanzialmente tutti amici, con cui neltempo ho avuto la fortuna di collaborare. Inizierei dall’unica non torinese :
Julia Kent: che dire? Noncredo abbia bisogno di presentazioni. Per me è stato un sogno averla nel disco…amo il suo lavoro. E dal vivo mi commuove sempre. Un’artista immensa.
Fabrizio Modonese Palumbo: unfratello maggiore oltre che una delle persone più positive e vitali checonosca. Da anni promuove eventi di altissimo livello sia come promoter che inprima persona  con i suoi molteplici progetti: Larsen, Blind Cave Salamander, Almagest ed (r) il suo progetto solista, che prediligo.  Per me un esempio daseguire.
Daniele Brusaschetto: artista raffinato e misantropo. Da anni produce nell’ombra dischimeravigliosi. Il mio primo lavoro è nato per ¾ a casa sua, oltre ad essereuscito per la sua Bosco Rec.  come il successivo.  Mi è sembrato naturalecoinvolgerlo. 
Ezra :produttore, musicista , dj.  Da tempo collaboriamo scambiandoci i featuring nei rispettivi lavori (il suo ultimo SOLO è una piccola gemma) e condividendodal vivo il progetto Dub Pigeon.
Davide Compagnoni:batterista di Stearica e Namb, oltre che session man di Baustelle ed Ln Ripleytra gli altri. Davide è un musicista raro e suonare dal vivo con lui èun’esperienza devastante. Chi ha avuto modo di vederlo dal vivo sa dicosa parlo.
Marco Piccirillo: contrabbassista, compositore, factotum. Su palco (e in studio) è in grado direndere credibile qualsiasi cosa.  Gli auguro una carriera lunga e brillante,se la merita tutta.
Dario Bruna e Ramon Moro: altri due”mostri”. Con Dario ho collaborato diverse volte nel suo progetto ClgEnsemble.  Poi, la sonorizzazione di un vecchio film (Rotaie) è statal’occasione per entrare a stretto contatto con Ramon, trombettista più unicoche raro (Magma). Il loro gruppo di provenienza 3QuietMen è un perfettoesempio di come certo jazz possa evolversi sino a diventare qualcosa dicompletamente nuovo e interessante. A mio parere un progetto “altissimo”. 
 
È stato pazzesco come ognuno di loro sia entrato inpunta di piedi nel disco, centrando in pieno l’obiettivo. Mi sono bastatepochissime indicazioni. A volte neanche quelle.
 
Davide
Come delineeresti un legame, un rapporto tra le tuesonorità e la città di Torino, che sta per altro vivendo una sorta diautentico”Rinascimento” musicale?
 
Paolo
Credo sia inevitabile un legame tra la propria musica ela città in cui si vive. Dalla finestra di casa mia non vedo altro che macchinee palazzi… Probabilmente se vivessi in campagna o al mare il disco suonerebbediversissimo o non esisterebbe neppure.  Per quanto riguarda Torino, è vero,c’è molto fermento e le occasioni per suonare ed ascoltare buona musica sonoinnumerevoli… una gran fortuna. Detto questo, sono convinto che ogni luogo abbiale sue perle nascoste. 
 
Davide
Rotaie, di MarioCamerini, Italia, 1929…  Il grande confessore della piccolaborghesia italiana dolcemente addormentata sotto il ventennio“, comelo definì Carlo Lizzani. Un regista importante… Soprattutto dopol’avvento del sonoro. Rotaie, che tipo di esperienza è stata per te?
 
Paolo
La metto tra le esperienze più importanti, se non lapiù importante. Quando mi è stato commissionato il lavoro dal Museo del Cinemanon ero sicuro di esserne in grado. Scrivere le musiche per un intero film èfaticoso e può richiedere mesi di lavoro.  Ad oggi però posso dire che ne èvalsa la pena e la riuscita della serata mi ha spronato a perseguirne lastrada.
 
Davide
Torniamo a Robert Fripp, che disse: «La musica èil calice che contiene il vino del silenzio, il suono è quel calice, ma vuoto;Il rumore è quel calice, ma rotto». Cos’è la musicaper te in una definizione tua personale?
 
Paolo
Perme la musica è  vita. Esuonarla è il solo modo di giustificare la mia esistenza.

Davide
Perché “Buone notizie” per titolo e perchéprevale poi invece il nero della copertina e dell’etichetta? In occidente è ilcolore della sofferenza, usato con una connotazione negativa e potrebberiferirsi semmai a un giorno triste o a una notizia tragica…
 
Paolo
Mi piace giocare con i contrasti e reputo questo discoil fratello cattivo di Undici Pezzi Facili. Le Buone Notiziepotrebbero riferirsi alle stesse dell’omonimo e scurissimo film di Petri.Da qui la scelta della copertina nera. Ma possono sottintendere anche altro. Per me ad es. è stata un’ottima notizia chiudere il disco, non lo sopportavopiù.
 
Davide
Ad oggi qual è stato il miglior apprezzamento e qual èstata invece la peggior critica che ti hanno l’uno appagato e l’altrasollecitato a un cambiamento?
 
Paolo
Sonocontento quando ho l’impressione che il disco sia stato ascoltato davvero.Fortunatamente l’accoglienza riservata ad Undici Pezzi..  è stata moltopositiva e  incoraggiante. Su un blog mi è stato rimproverato di essere atratti derivativo e di perdermi sul lungo ma nel complesso non ho ricevuto bruttecritiche. In ogni caso cerco di fare il meglio possibile, senza farmi influenzare dall’esterno. Ovviamente non è sempre facile ma ci provo.
 
Davide
Spesso sei ospite nei dischi o nei live di moltiartisti torinesi… Vittorio Cane, Daniele Brusaschetto, Deian, Lorsoglabro,Stefano Amen, Ezra… Sono in corso altre cose e con chi? Rispetto alle collaborazioni,a chi dici sì, a chi no e perché?
 
Paolo
Disolito collaboro con amici. Certo il progetto deve piacermi, altrimentipreferisco rinunciare. Di recente ad es. ho collaborato con il giornalistaMaurizio Blatto, affiancandolo (insieme a Fabrizio Modonese Palumbo) in alcunireading musicati relativi al suo bellissimo libro “l’ultimo disco deiMohicani”. Il trio è stato battezzato “Trio Mohicano”.. unospasso. Mi piacerebbe che avvenissero più spesso, meglio ancora se in ambitidistanti dal mio…l’hiphop ad es. è un genere che adoro  e che vorrei esplorar... o il dub…  chi lo sa… Sonosempre aperto alle collaborazioni, quando non sono fatte tanto per farle.
 
Davide
L’album è strumentale… il solo titolo in questo casodiviene un suggerimento a un significato forse altrettanto impegnativo di untesto… forse perfino di più…?
 
Paolo
Nonsaprei. Il titolo è fondamentale per fissare un brano e differenziarlo daglialtri. Di solito mi affido alle sensazioni/immagini che mi comunica l’embrione.E il titolo provvisiorio  nove volte su dieci finisce per diventare definitivo.
 
Davide
La voce dell’uomo è l’apologia della musica, scrisseNietsche. Mah, sarà vero? Perché hai scelto di fare solo musica strumentale?
 
Paolo
Perchè mi viene naturale.
 
Davide
Prossimamente live… Da solo o accompagnato?
 
Paolo
Sia solo che accompagnato… dipende. Per l’imminentepresentazione del disco (Blah Blah di Torino) sarò affiancato da una vera epropria band formata da Marco Piccirillo al contrabbasso, Ramon Moro allatromba e flicorno e Dario Bruna alla batteria. Per le altre non so ancora… doveposso cerco di suonare almeno in duo (con Ramon e/o Marco) ma non è semprepossibile. Quando sarò ricco e famoso suonerò con tutti loro più l’orchestra.
 
Davide
Te lo auguro. A proposito di concerti… Spesso capita disuonare in certi locali dove si fanno molte cose mentre c’è musica… Si mangia,si beve, si va e si viene, si parla… La musica a cena è un insulto sia peril cuoco che per il violinista, diceva Chesterton Oggi ascoltiamomusica facendo ogni altra cosa e sempre più raro è dedicare del tempo al soloascolto… Cosa ne pensi? È una forma di decadenza o è il trionfo di Satie? Tucome te la vivi?
 
Paolo
Non credo sia un buon periodo per la musica e ilrischio che venga declassata (da alcuni) a puro intrattenimento è reale. È anchevero che il vinile sta tornando prepotentemente sul mercato. Personalmentecontinuo ad ascoltarne moltissima.
 
Davide
Varie ed eventuali al momento e a seguire?
 
Paolo
Prima di tutto la promozione di Buone Notizie cheuscirà “ufficialmente” nei negozi a giorni. Poi… mi piacerebbe lavorare ad undisco a quattro mani con Ezra, ne parliamo da tempo. Stessa cosa con DanieleBrusaschetto. E poi ci sono i Dub Pigeon… e il Paper Tiger Trio… Oltre a loro,un po’ di proposte interessanti da valutare… vedremo.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Paolo
Grazie a te Davide
 

Commenta