KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Ekat Bork

7 min read
 
 
Nella terra in cui è nata Ekat Bork (43 ° 48’N 131 ° 58’E) tigri, leopardi delle nevi e orsi vivono nei boschi. Nei giorni più freddi vagavano nei sobborghi, rovistando per trovare cibo. Gli insediamenti vicini erano i gulag dello zio Joe o gli avamposti della macchina militare russa. Ekat era troppo giovane per ricordare l’Unione Sovietica.
“Because you make me weird.”*
La gente che Ekat conosceva fabbricava scarpe, sapone e zucchero e riparava locomotive. Il cinema più antico della città si chiamava la Grande Illusione. A volte, se c’era qualche soldo in più, sua madre poteva fare spese in Cina, 35 miglia a ovest, oppure avventurarsi alla stessa distanza ad est a guardare l’oceano verso il Giappone. Sua madre faceva fatica…. Viveva con sua nonna. Non conosceva suo padre.
“My mind is falling. I am falling. I might fall down.”*
Come nella maggior parte della Russia, il circo e il teatro erano integrati nella cultura. La sua città aveva un teatro militare, a 6000 miglia di distanza da Mosca. Aveva anche un circo. Ekat aveva imparato il trapezio e la ginnastica. Cantava canzoni tradizionali del lontano oriente russo. Ballava selvaggiamente. Studiava all’università. Osservava le band metal, ma non le capiva. Imballò tutto quello che aveva, rubò dei soldini dalla borsa di sua madre e prese la Transiberiana verso San Pietroburgo. Ci vollero nove giorni.
“Run away. Swim in the emptiness.”*
Si è accampata in sporchi tuguri abusivi con band senza nome, ha cantato nella metropolitana per procurarsi soldi per mangiare. Ha lavorato ed è stata licenziata perché cantava, invece di vendere. Poi è fuggita di nuovo, questa volta in Svizzera.
Ha studiato “canto, scrittura e produzione contemporanea” e si è creata contatti nel mondo musicale della Svizzera e dell’Italia. Ekat si esprime scrivendo musica, testi e arrangiamenti.
Nel giugno del 2013 ha pubblicato il suo primo album “Veramellious”, prodotto dall’etichetta indipendente GinkhoBox con il suo manager Silvio Cattaneo e i produttori musicali Francesco Fabris e Sandro Mussida. L’album ha undici canzoni scritte da lei e registrate in 10 diverse località in tutta l’UE, da quelle semplici come la sua camera da letto, agli studi più importanti, come le Officine Meccaniche di Milano.
A fine 2013 si è esibita con Eric Martin e Jannifer Batten in spettacoli acustici ed elettrici in un lungo tour europeo cantando in Italia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Olanda e Inghilterra.
Nel 2014 ha calcato i palcoscenici più importanti della Svizzera, come il Gurten Festival, M4music, Label Suisse.
Dal 2015 ha lavorato al suo nuovo album, “yasДyes” ( in russo “sono qui adesso”), registrato in diverse sedi in Italia, Svizzera, Russia, Polonia e Germania.
A gennaio 2016 album mastering presso gli studi Calyx a Berlino.
“I`m a fire, I`m a fire, burning with the sky.”*
Ekat ha trovato l’amore. Ha trovato la musica. Ha trovato uno sbocco per la sua rabbia, la sua passione, la sua unicità, il suo amore per la gente, la sua disperazione, la sua sensualità esplosiva. Ha trovato collaboratori che hanno compreso le sue esigenze. Ha trovato un pubblico che aveva bisogno di lei. Ha scritto e registrato un album notevole, “Veramellious” e usato il suo raro talento per farne uno ancora migliore, quello che ha espresso pienamente la sua visione obliqua sul mondo, “yasДyes” … “Sono qui adesso”.
Non è di facile ascolto e non lo vuole essere. It is OUT NOW. CHECK OUT her TOUR DATES.
Ekat Bork è ancora in fuga …
“You`re trying to gag me. You never will.”*
*dall`album “yasДyes, Ekat Bork
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Ekat. Non ascoltavo un cd così bello da molto tempo, più o meno quello che per me passa tra un’uscita di un nuovo lavoro e l’altro di artiste tra le mie preferite nel cantaurorato elettronico o avant garde rock. Con la sorpresa in più che questo è il tuo secondo lavoro e non meno notevole e maturo è stato il tuo esordio con “Veramellious”. Convenevoli di apertura a parte… (però meritati come il tuo crescente successo internazionale) Cominciamo dalla tua storia decisamente avventurosa. Perché hai deciso di lasciare la Russia?
 
Ekat
Grazie Davide per le tue bellissime parole. Lasciare la Russia non è stata una mia scelta, è stato il destino a portarmi via da lì..
 
Davide
Di cosa parla “yasДyes”, c’è un fil rouge che attraversa i testi accomunandoli a un “macrotema”?
 
Ekat
Mi piace vedere che hai usato la «D» cirillica, si vede che ti sei dato da fare 😉 YASDYES è una specie di diario che non sempre ha voglia di dare un messaggio preciso o dire qualcosa d’importante. Prendo una penna in mano e riempio il foglio bianco con quello che dalla penna esce in quel momento, senza pensare a niente, quasi per sfogo. Tratta per lo più di stati d’animo raccontati in un preciso momento.
 
Davide
In che modo “yasДyes” segue il tuo lavoro d’esordio: in cosa si assomiglia, in cosa si discosta e qual è di base il tuo progetto artistico ideale, il primo e ultimo fine a cui aspiri?
 
Ekat
L’album d’esordio, Veramellious, è una raccolta di miei brani scelti e presi da un cassetto pieno di vecchie e nuove composizioni; YASDYES, che in italiano sarebbe “io sono qui adesso”, l’ho scritto tutto di botto nell’arco di pochi mesi un po’ a casa, un po’ in viaggio e sicuramente rappresenta meglio l’Ekat di adesso. È un progetto molto personale e a volte intimo, mi piace essere me stessa e sentirmi libera di esprimermi senza troppi compromessi. Non faccio solo la mia musica ma anche i miei video, l’abito del mio show, l’artwork e così via. Attraverso i media e il web cerco di essere sincera  e coerente con me stessa e con la mia immagine. Spero tanto di essere ascoltata.
 
Davide
Ci parli dei musicisti presenti in questo tuo lavoro?
 
Ekat
La mia non è una vera band in senso stretto, ho 3 musicisti bravissimi di Bassano: Daniele Fabris (sinth), Sebastian Soso (sinth+guitar) e Alberto Paolini (electronic pads) sono tutti polistrumentisti, fonici e studenti universitari di musica. Si palleggiano Ableton, così finalmente posso dedicarmi ad altre cose e grazie a loro durante i concerti vado tranquilla. A differenza del mio primo disco, dove dovevo occuparmi di tutti gli aspetti prima e dopo lo show.
 
Davide
Gli antichi ritenevano che l’ispirazione fosse l’azione di uno spirito divino o soprannaturale nell’uomo che si manifestava con rivelazioni di verità e realtà non vedute da molti. Da cosa nasce in genere il tuo comporre una musica, una canzone? Cosa più di tutto ti predispone alla creazione artistica.
 
Ekat
Dal collegamento con il cosmo. Aliens. Magic. 🙂 dicono che sono un pò strana, forse sarà per quello…, scherzo, non lo so proprio, avviene tutto in modo molto spontaneo. Sono pigra, lo faccio solo quando ho voglia 😉
 
Davide
La tua voce è bellissima, notevolmente cangiante e capace di espressività. Cos’è per te la voce?
Cosa il canto?
 
Ekat
Non mi reputo una cantante, mi vedo più come un’artista che si esprime anche cantando, sono fortunata perchè dicono che la voce c’è e per me è il mezzo perfetto per esprimere la mia musica.
 
Davide
Quali interpreti vocali hanno avuto più influenza su di te, sulla tua voglia di cantare così come sull’esplorazione della tua vocalità?
 
Ekat
Da piccola non ho avuto la possibilità di ascoltare musica e oggi non l’ascolto molto.
 
Davide
In questi anni hai stretto legami anche con l’Italia. Cosa ti è piaciuto di più finora del nostro paese, ma anche eventualmente dispiaciuto?
 
Ekat
L’ Italia ha tanta storia, cultura, tanta bella gente simpatica che molto spesso sbuffa. Ho tanti amici. Mi piace molto. Cosa non mi piace? Ti stupirai, il cibo. Sempre la stessa pasta e a me piace la minestra 
 
Davide
Che ruolo ha per te la musica in questo preciso momento della tua vita? In che modo secondo te la musica ci aiuta a crescere e a vivere?
 
Ekat
La musica..mi fa soffrire molto. Un po’ come un compagno con il quale sei in continua guerra e pace. Un litigio continuo, la odi e la perdoni, la vuoi lasciare ma nel stesso tempo non riesci a vivere senza. Comunicazione. Lotta. Libertà. Sfogo. Soddisfazione. Estasi.
 
Davide
Il filosofo David Hume sosteneva che la bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla ed ogni mente percepisce una diversa bellezza. Cos’è per te bellezza, cosa non lo è, in termini musicali?
 
Ekat Bork
Giustisssimo David, ma con tutto il rispetto mi sembra che hai scoperto l’acqua calda. Ovviamente ognuno ha i suoi gusti, non è bello quel che è bello ma è bello quel che piace. Siamo tutti diversi, ascoltiamo cose diverse e le sentiamo in modo diverso. Non è mai bella o brutta, o piace o non piace.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Ekat Bork
In questi giorni sto facendo a sorpresa il video del brano “When I Was “ , uscirà prossimamente.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Ekat Bork
Grazie a te per la bella intervista.
 
 
 

Commenta