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Intervista con Massimiliano Cremona

9 min read
 
Massimiliano Cremona – L’Inverno è passato – in CD e tutti gli store digitali dal 16 dicembre 2016 da New Model Label
“L’Inverno è passato” è il secondo lavoro in studio di Massimiliano Cremona, registrato con la collaborazione di Giuliano Dottori. Un album all’insegna della canzone d’autore più intimista, nato come spontanea e naturale azione di auto-terapia, in una dimensione elettro-acustica. “Note, molte. Ma anche parole” afferma il cantautore di Verbania ed il suo approccio alla materia mantiene centrale l’aspetto musicale. Non è un caso che il background di Massimiliano Cremona sia prevalentemente rock degli anni ’70 (Led Zeppelin e Black Sabbath su tutti) per arrivare al grunge (più Pearl Jam ed Alice In Chains che Nirvana) e il primo grande amore in lingua italiana: gli Afterhours, e prima dell’esordio solista abbia suonato come chitarrista in diverse formazioni del lago Maggiore: Semadama (rock alternativo), Il Vile (stoner rock), Los Borrachos (rock’n’roll). “L’Inverno è passato” è il seguito del disco di debutto “Canzoni dalla nebbia”, autoprodotto del 2015, un lavoro con una veste principalmente acustica, mentre nel nuovo album emergono diversi colori e strumenti e una nuova consapevolezza. L’album è stato in parte registrato a Milano presso lo Jacuzi Studio di Giuliano Dottori, prodotto e arrangiato da Marco Kiri Chierichetti e masterizzato a Nashville da Steve Corrao. A fianco degli episodi acustici nel disco troviamo anche basso, batteria, chitarre elettriche, oltre che flauti, armoniche, banjo, in qualche momento può apparire un ritorno al rock. “È un disco in cui rendo omaggio ad alcune persone importanti della mia vita, e in cui elaboro anche alcune perdite.” Racconta il cantautore di Verbania, “Secondo alcuni questo ha a che fare con la tristezza. Secondo me no, significa entrare in profondità. E la musica è lo strumento che mi consente di accedere a delle parti di me alle quali, in altro modo, non saprei dar voce.”
La band con cui ha registrato l’album e con cui si esibirà nelle date di presentazione del nuovo lavoro comprende i musicisti Marco Kiri Chierichetti (flauto traverso, armoniche, effetti), Enrico Sempavor Gerosa (cori), Alberto Fabbris (chitarra elettrica, banjo), Andrea Polidoro (basso elettrico) e Sergio Polidoro (batteria).
Il cantautore di Verbania è impegnato anche in progetti extra musicali e, appassionato camminatore, ha curato la realizzazione del libro “Camminare guarisce” scritto dall’amico Fabrizio Pepini. Il libro merita una citazione poiché è legato in qualche modo alle vicende e alle canzoni dell’album. Racconta la storia straordinaria di Fabrizio che, dopo aver scoperto di avere una malattia considerata incurabile, ha deciso di lottare, sottoponendosi alle cure mediche, ma, soprattutto, camminando, arrivando a compiere 17.000 kilometri in 4 anni.
Massimiliano Cremona e Fabrizio Pepini stanno per intraprendere un tour italiano di presentazioni del libro e del disco.
Tracklist : 1. Aria e acqua / 2. La spiegazione / 3. Canzone per un amico / 4. Con incanto ed ossessione / 5. L’inverno è Passato. A Sissi / 6. Vuoto / 7. Disincanto / 8. Sospetti / 9. Veloce (feat. Giuliano Dottori) / 10. Ninna nanna per Massi e i suoi amici
 
 
Discografia:
L’Inverno è passato (New Model Label – 2016) / Canzoni dalla nebbia (autoprodotto – 2015)
Come chitarrista: Semadama – Semadama / Il Vile – Insonne / Los Borrachos – Ubriachezza molesta (live) / Los Borrachos – Verso Est
 
 
Intervista
 
 
Davide
Ciao Massimiliano. Come nasce e cresce negli anni la tua passione per la musica e come ti sei scoperto autore?
 
Massimiliano
Ciao Davide, innanzitutto ti ringrazio per questa intervista.
Dopo un anno di pianoforte da bambino, ho poi scoperto la chitarra abbastanza “tardi”, verso i 18 anni, e da subito è diventata una compagna che non ho più abbandonato.
Ho cominciato abbastanza in fretta a comporre le prime canzoni e a scriverne i testi, materiale che ha costituito parte del repertorio dei Semadama, il mio primo gruppo rock.
Poi, con le successivi formazioni (Il Vile, Los Borrachos) mi sono concentrato di più sulla chitarra elettrica, pur continuando a scrivere in privato, più per necessità personale che non in vista di qualcos’altro.
Ma quel “qualcos’altro” ha cominciato a bussare sempre più forte, così come il desiderio di seguire lezioni di canto, necessarie per prendere confidenza con lo strumento voce, che non avevo mai utilizzato pubblicamente.
E così, dal 2014, ho coltivato sempre di più due progetti: da un lato il mio percorso solista, dall’altro gli Animali Acustici, con cui eseguiamo principalmente cover.
 
Davide
Per chi non conoscesse il tuo esordio, come descrivi le differenze ma anche le affinità e la continuità tra il primo e il tuo nuovo lavoro?
 
Massimiliano
Il primo disco, “Canzoni dalla nebbia”, è un lavoro interamente acustico, la cui ossatura principale è costituita dal binomio chitarra acustica-voce, a cui di volta in volta si aggiungono flauto traverso, banjo, effetti lievemente psichedelici, una percussione, un piano elettrico, dei cori.
È un lavoro tendenzialmente malinconico e intimista, se pur contenente anche la più movimentata “Sputerai”.
Così come esplicitato dalle due copertine, con il secondo lavoro si passa dal “grigio” al “colore”, dalla nebbia al superamento dell’inverno, inteso come stagione dell’animo ovviamente.
Quindi, tanto per cominciare, ci sono molti più musicisti e strumenti: la sezione ritmica dei fratelli Andrea e Sergio Polidoro, i cori di Enrico Gerosa, il banjo di Alberto Fabbris, i flauti e le armoniche di Kiri, le chitarre elettriche (mie e di Giuliano Dottori). Musicalmente è un album più variegato, con cambi di atmosfere, velocità diverse, momenti anche allegri (“La spiegazione”), aperture rock (“Sospetti”) e sonorità anni Settanta (“Disincanto”).
L’elemento di continuità con il primo album sono forse i tre brani acustici.
Ma lo è anche l’intenzione generale di ciascuno dei due dischi, i cui titoli vogliono riassumere differenti fasi personali e musicali: il primo un voler portar fuori, all’ascoltatore, una manciata di canzoni che avevo sì coltivato, ma occultato nella nebbia; il secondo un manifestare apertamente quali sono stati i passaggi, e gli incontri, che mi hanno condotto fuori dall’Inverno.
 
Davide
Come riassumeresti l’apporto al tuo lavoro da parte di Giuliano Dottori così come da Marco Kiri Chierichetti?
 
Massimiliano
Marco Kiri Chierichetti, oltre che amico, ha curato la produzione artistica, le registrazioni e il missaggio dell’album. In particolare, voglio sottolineare il grande lavoro che ha fatto sugli arrangiamenti, per cui il cambio di sonorità e l’incremento in vivacità rispetto al mio primo disco, si devono in gran parte alle sue intuizioni musicali, così come è stato determinante anche nel creare una coesione tra tutti i musicisti coinvolti.
L’esperienza con Giuliano è stata per me molto emozionante.
Innanzitutto andare nel suo studio ha significato in qualche modo confrontarmi con un artista che stimo, oltre che uscire dalla nicchia verbanese.
Poi il suo desiderio di partecipare attivamente (cantando, suonando chitarre e basso, suggerendo modifiche ad alcuni arrangiamenti) alla creazione artistica di alcuni brani mi ha inorgoglito e in qualche caso commosso, soprattutto quando si è preso cura del brano “Veloce”, che a mio avviso è, grazie ai suoi interventi, uno degli episodi meglio riusciti dell’album.
Consiglio a tutti di contattarlo per registrare nel suo Jacuzi Studio a Milano: disponibilità, serietà, competenza e simpatia sono assicurate!
 
Davide
Perché ha scelto di fare masterizzare il disco da Steve Corrao nel cuore del Countrypolitan e del Nashville Sound?
 
Massimiliano
La scelta è stata di Kiri che, essendo un patito del country, non ha saputo resistere alla prospettiva di far masterizzare il lavoro a Nashville!
Io l’ho assecondato e credo che il risultato sia ottimo!
 
Davide
Come descriveresti l’azione di auto-terapia del fare musica e canzoni, e di queste in particolare che compongono “L’inverno è passato”?
 
Massimiliano
La musica (comprensiva del testo) può essere usata in molti modi.
Può, ad esempio, essere uno strumento di analisi e denuncia sociale, così come può costituire un momento di introspezione.
Io, per inclinazione personale, la utilizzo nella seconda delle due accezioni.
La magia della musica, a mio avviso, sta principalmente nel fatto che sa colpirti nelle emozioni superando qualsiasi forma di difesa.
Io quando scrivo mi ritrovo a far uscire nodi irrisolti, emozioni celate, momenti di bellezza che credevo di aver dimenticato. A volte mi stupisco di quanto scrivo, perché si tratta di contenuti che non sono presenti in maniera chiara nella mia coscienza.
Si può quasi dire che sia una forma di analisi in musica.
A me fa stare bene, mi permette di conoscermi meglio, a un livello più profondo.
Certo, a volte mi chiedo che senso abbia per un fruitore ascoltare dei contenuti talora così personali.
Ma la risposta mi sembra abbastanza semplice: se io, ad esempio, canto di una mancanza nella mia vita, un ascoltatore empatico avvertirà sì il mio stato d’animo, ma questo farà risuonare anche il suo, magari portandolo a rivivere un vissuto analogo. E quindi quella canzone riguarderà anche lui, lo farà vibrare.
In “L’Inverno è passato” ho cantato le mie emozioni legate a diverse persone importanti: amori, amici, alcuni familiari. Figure di luce e figure di ombra.
In parte, è stata l’elaborazione di alcune perdite. Ma anche il dire a qualcuno: ti voglio bene.
 
Davide
In che modo la musica aiuta a compenetrare l’anima dell’uomo, anzi l’animo, la sua coscienza?
 
Massimiliano
Io non vivo la musica in maniera mentale, bensì istintiva.
Non la uso per pensare, ma per sentire.
La musica fa piangere, fa sognare, fa sorridere, ballare.
La musica ci rende più sensibili.
 
Davide
Ogni arte è in fondo anche (se non prima di tutto) una costruzione, quindi una finzione. Qual è il tuo rapporto di autore tra finzione e verità?
 
Massimiliano
Io cerco di essere il più autentico possibile, di parlare di contenuti emotivi reali, non inventati.
Una ragazza, dopo un concerto, mi ha detto: “Si sente che quello che canti è vero”.
Per me è stato un grande complimento.
Solo in rari casi nascondo nel testo alcune cose, per proteggermi.
 
Davide
Leggo che sei un appassionato camminatore, che hai curato la realizzazione del libro “Camminare guarisce” scritto dall’amico Fabrizio Pepini. In che modo le tue canzoni de “L’Inverno è passato”  sono legate a questo racconto?
 
Massimiliano
C’è di fatto una coincidenza cronologica: gran parte delle canzoni dell’album sono state scritte dopo l’estate del 2014, cioè dopo che sono andato a camminare in Sardegna, conoscendo Fabrizio e molti altri amici veramente speciali.
Lavorare sul libro di Fabrizio, su una testimonianza così autentica e profonda, dedicarmi al camminare da solo o in compagnia, arrivando a un benessere e a una serenità che prima non conoscevo… questo mi ha consentito di affrontare i temi dell’album e poterne racchiudere il senso nel titolo, in cui dichiaro di essermi lasciato alle spalle una stagione invernale ed essere pronto ad accogliere altre esperienze nella mia vita, altri colori.
 
Davide
Hermann Hesse ritrovava la quintessenza di ogni poesia e di ogni espressione artistica nella musica e nell’actus tragicus della Passione secondo Matteo di Bach.Qual è il disco, l’opera, la canzone tua personale “quintessenza”?
 
Massimiliano
Che domanda difficile…
Beh, rimanendo in un contesto musicale che conosco meglio, continuo ad adorare “Hai paura del buio?” degli Afterhours.
È uno di quegli album che, oltre ad essere molto intensi, hanno una caratteristica che ritengo importante: avere un mood, un umore/colore generale dall’inizio alla fine. Ascoltarlo significa entrare, calarsi in un mondo diverso ed uscirne solo a disco finito.
E se dovessi scegliere un solo brano… “21st Century Schizoid Man” dei King Crimson… spaventoso! Ancora oggi.
 
Davide
Cosa seguirà ora?
 
Massimiliano
Dopo alcune anteprime in acustico (Carrara, Lerici, Ascoli Piceno, Torino) e la presentazione ufficiale del 16 dicembre a Verbania, proseguiremo a portare “L’Inverno è passato” in tour, cominciando da Perugia a fine gennaio e poi tornando sul Lago Maggiore.
E poi, naturalmente, cominceremo a lavorare su nuovi brani.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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