KULT Underground

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Intervista con Hyris Corp. Ltd

9 min read
 
HYRIS CORP. LTD.
L’album di debutto
14 strumentali tra progressive, post-rock, math-rock e soundtrack music
Dal 1 luglio 2016 in CD e digitale da Seahorse Recordings
Distribuzione Audioglobe
 
Hyris Corp. Ltd. è fondato su emozioni e matematiche. Perché se non si è abituati, la matematica delle emozioni può risultare disturbante. Perché anche la matematica può generare un’emozione, se ti lasci prendere la mano. Il debutto del polistrumentista italiano Bljak Randalis (pseudonimo di Dario Stoppa), è un lavoro complesso e stratificato, concepito in solitudine e poi sviluppato con la produzione artistica di Paolo Messere (Seahorse Recordings, Blessed Child Opera) e con la partecipazione di Matteo Anelli alla batteria. I brani sono nati in oltre dieci anni a Venezia e non si tratta di un concept album, ma di una serie di brani legati da un lavoro di ricerca che parte da una matrice prog/rock e prog/metal, che procede per sottrazione, per creare strutture che si avvicinino maggiormente alla forma canzone.
I riferimenti musicali, filosofici e artistici sono molteplici, e sono così spiegati dall’autore. “Il mio legame con la matematica ha a che fare con una matematica personale (concetto che potrebbe suonare assurdo). Come in ogni sistema chiuso che obbedisce alle proprie regole, il mio sistema è costituito da una matematica che ovviamente si deve per forza basare su quella ufficiale, ma che si è sviluppata e ha sviluppato un insieme di regole del tutto personali, attribuendo ai numeri e alle funzioni delle valenze quasi esoteriche e spirituali”.
I brani assumono poi colori e toni da soundtrack music, episodi come negli archi di “American Tears” in cui rivivono le immagini dell’assassinio di Kennedy filmate da Zapruder o ancora in “Towers Farther” dove, citando l’autore, “ogni strumento musicale si trovava una certa frequenza e velocità di scorrimento rispetto a un altro, generando fra di essi livelli di parallasse. E ogni micro-struttura, veloce, è incorporata da una macro-struttura suonata da un altro strumento, che con uno scorrimento più lento richiama comunque il mood della prima, e viceversa“.
Non mancano poi riferimenti al Progressive nella sua accezione più evoluta e tecnologica, da King crimson a Dream Theater, passando per il background metal da musicista italiano, in quella che è una ricerca musicale (ed estetica) che cerca di staccarsi dalle influenze dei media. “Ho lanciato la tv dalla finestra giù nella calle nel 2002, e anche in questo caso ho chiuso i ponti con i media ordinari. Ne consegue che l’influenza della città in cui vivo, Venezia, è notevole in questo album, essendo che la vita vera era vissuta lì, sul campo, anzi, in campo”.
 
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Dario. Raccontaci innanzi tutto qualcosa della tua formazione musicale e di come sei arrivato al desiderio di creare musica.
 
Dario
La mia formazione musicale è completamente autodidatta, perché la scuola costava e già c’erano il Liceo e l’Università, cose per le mamme ed i papà insomma. Posso dire che da piccolo sapevo i testi delle canzoni dei Beatles (che rimarranno sempre il top per me) e poi, attraversando a 12 anni la fase Pink Floyd, sono giunto al death metal progressive ascoltando band come Death, Pestilence, Cynic, Nocturnus… poi ok crescendo mi sono appassionato un po’ a tanti tipi di musica, perché secondo me se un pezzo è bello lo è indipendentemente da qualsiasi genere musicale o concept.
Suono la chitarra elettrica da oltre 20 anni, e il basso da un bel po’ di tempo, ho iniziato appunto nel modo più estremo e meccanico possibile, studiando scale e sweep e tapping da nerd dello strumento. Ammetto che c’è stata la consueta fase John Petrucci / Dream Theater, ma alla fine mi sono appassionato a quasi tutti, ultimamente ho scoperto il chitarrista dei Doors, è pazzesco. Se mi piace, ascolto tutto, e mi sforzo di suonare un po’ di tutto, ma sempre a modo mio, quindi con tutti i rovesci della medaglia che la cosa si tira dietro. Ma alla fine la cosa che temo di più è la noia, quindi faccio il possibile per suonare diverso ogni volta, and che se la matrice del mio modo di suonare è piuttosto manifesta ed egocentrica, forse troppo.
 
Davide
Perché questo gioco di scatole cinesi di pseudonimi che va da Hyris Corp. ltd. a Bljak Randalls a Dario Stoppa? E perché Hyris Corp. Ltd. che rievoca cose come la IRIS Corporate Solutions Private Limited (IRISCorp), con tutto quel carico di ineffabili e inquietanti lavori di oggi come l’empowering human resources?
 
Dario
Perché come fa intuire Stephen King nella serie “La Torre Nera”, ci sono vari nomi, e più nomi possono essere riferiti allo stesso carattere, a seconda della dimensione in cui compare. E comunque tengo questo personaggio separato dalla vita reale, come se fosse un attore di questo film, Hyris Corp. appunto è il film. È una società virtuale che ho fondato, ma non ha a che fare con l’empowering human resources vai tranquillo ahahha, è semplicemente che suona inglese e mi fa pensare a qualcosa di segreto… Hyris fu coniato da John Gordio nel 2008, il mio ex bassista, io poi ci ho aggiunto Corp. Ltd.
Direi poi che il mio vero nome e cognome non suonano proprio bene, ma sono le mie orecchie. Preferisco come suona Bljak Randalls, ci sono tutti i suoni dell’alfabeto dentro : )
 
Davide
Scriveva Hermann Hesse ne “Il gioco delle perle di vetro”: “La musica perfetta ha una sua causa. Essa nasce dall’equilibrio. L’equilibrio nasce dal giusto, il giusto dal senso del mondo”. Può essere una musica perfetta? Quando una tua composizione ti appaga e termina?
 
Dario
Qui tocchiamo una questione spinosa, la risposta giusta alla domanda è: indipendentemente dal fatto che il risultato finale mi soddisfi o meno, questo è ciò che sono, e questo valga solo per me. Non c’è niente che sia perfetto, e questi sono concetti lontani dal mio approccio alle cose. Non esiste per me giusto senso del mondo, esiste sempre GUSTO = senso del mondo. Dopo, che io mi “gasi” (da “gasarsi”)  a dismisura quando riascolto i miei pezzi, è un altro discorso, non è certamente segnale di equilibrio della musica, ma piuttosto di ego dell’autore ahaha. Ma veramente sono proprio io quando sento la mia musica, con tutti i pro ed i contro, e sono felice. Poi se vogliamo porre un’equivalenza tra questo stato ed il concetto di Perfezione, ne possiamo anche parlare. Se uno è Felice, è anche Perfetto?
 
Davide
Davvero hai lanciato il televisore dalla finestra giù nella calle? In fondo anche il PC è diventato un media ordinario, a volte penso anche peggiore, babelico e capace di assorbire la quasi totalità dell’attività di una persona nella sua quotidianità, dal lavoro in ufficio al tempo libero a strumento creativo (per fare musica per esempio). Cos’è per te un media ordinario, cosa straordinario o fuori dall’ordinario?
 
Dario
Noo ci mancherebbe, se lo facessi sul serio puoi scommetterci che ci resta secco qualcuno che passa, non sono ancora giunto a questo, ma diciamo che non manca molto pure col PC, che si godrà una bellissima, ultimissima panoramica volante prima di morire! Condivido perfettamente la tua opinione a riguardo dell’abominio della rete e dell’uso smodato di computer. Il media ordinario per me è la vita giorno per giorno, il lavoro, suonare, stare con la mia donna, gli amici. Ed è tutto straordinario ma anche no, è comunque tutto molto semplice e lineare, tant’è che passare molto tempo a casa a comunicare con internet spesso risulta pesante, perché ritengo sia un qualcosa di complesso, innaturale, e questo è un media straordinario, ma anche no. Come la mia musica magari per alcuni, complessa ed innaturale, ma lì posso garantire che mi esce proprio così. È un mio problema, di certo non mi ammazzo per complicarla a tutti i costi!
 
Davide
Da Pitagora a Bach, da Tartini a Xenakis, da Darmstadt al math rock le geometrie musicali hanno sempre avuto una stretta o imprescindibile relazione con la matematica. Nell’universo cristallino della matematica vengono tese alla ragione le stesse trappole che nel mondo reale, scriveva Simone Weil. È per questo che hai sviluppato un insieme del tutto personale di regole, attribuendo ai numeri e alle funzioni delle valenze quasi esoteriche e spirituali?
 
Dario
Diciamo che no, non sono partito da questa altezza di pensiero, da questa frustata di Weil, che è talmente bella da far male, ma sono partito da un criterio per canalizzare le mie conoscenze nel modo più personale possibile. Ci sono piccoli patterns che sono i frattali di un macro-organismo sonico che si rifà agli stessi, da queste micro-unità costruisco il mio universo, con le sue leggi che forse nemmeno io ho compreso bene, ma escono così. Le valenze esoteriche vengono determinate ogni qual volta per esempio mi accorgo che quel tipo di feeling sonoro mi viene dato spesso da un 13/8 piuttosto che da un 7/8. Oppure da un accordo diminuito piuttosto che da un altro. Si formano dei micro-cliché, matrice del modo di suonare, che poi si nascondono nelle macro-strutture. Tutti i miei brani si assomigliano a modo loro, nel profondo,ma non volevo fare un concept album, mi è uscita invece un’antologia come debutto, e la cosa è alquanto simpatica e buffa.
 
Davide
Quali sono i tuoi compositori e musicisti preferiti?
 
Dario
The Beatles, King Crimson, Dream Theater, Gordian Knot, Cynic, Death, Pestilence, Yes, Genesis, Pink Floyd, McCartney, Weather Report, Nocturnus, Carcass, Morbid Angel, ELP, Mahavishnu Orchestra, ELO, Camel, Caravan, Hatfield And The North, Evil Wings, PFM, Lennon, Deep Purple, Led Zeppelin, John Coltrane, Miles Davis, Django, Hendrix, Frank Zappa, John Zorn, Brahms, Prokofiev, e tanti tanti altri.
 
Davide
Tutto ciò che ci circonda emette segnali della sua presenza e tutto ciò che vive è stato attrezzato dalla natura a percepire questi segnali in diversa forma. Così anche per i suoni. Chiunque faccia musica mette anche la propria presenza là dove il suo lavoro verrà ascoltato, percepito da qualcuno. Come descriveresti questa tua presenza nella tua musica?
 
Dario
La mia presenza nella mia musica è totale. Non c’è nulla in funzione dell’ascoltatore, sto gioco è così. È molto difficile fare musica al passo con le attuali tendenze per me, infatti non credo di essere in grado di farlo. Però chissà, magari più avanti potrebbe accadere spontaneamente. Si vedrà.
 
Davide
Il cd è titolato con una suddivisione tra lato A e lato B. Qual è il senso, non trattandosi di un microsolco?
 
Dario
Il senso era che mi piace moltissimo il retro della copertina di Ummagumma dei Pink Floyd, e se guardi il carattere grafico così semplice e il fatto del “side”, pure io lo volevo avere nel cd, lo trovo misterioso, emblematico, ma non saprei dire per quale remoto motivo.
 
Davide
Negli anni mi sono fatto un’idea personale sul significato della ghost-track: scoprire se qualcuno ha veramente ascoltato fino in fondo un disco. Qual è stata la tua idea nell’aggiungere una traccia fantasma?
 
Dario
La ghost track è il “negativo” dell’album, come con le foto di una volta. È il mio concetto di bilanciamento per l’album, neanche il becco di una croma da una voce in 14 canzoni, però questa qui alla fine fine.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Dario
Non lo so. Veramente non ho idea, so che lo chiamerò “Sonda Lambda”, in onore di un pezzo di macchina che mi è costato una cifra all’ultima revisione, non ti dico il valore dei fumi. Intorno al 9, quando doveva stare a 0.3.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Dario
Grazie a te Davide per queste belle domande, è stato un piacere rispondere. Ciao!

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