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Intervista con Beltrami

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“PUNTI DI VISTA”
È uscito “Punti di vista” (Suonivisioni/Audioglobe), il nuovo progetto discografico della band BELTRAMI.
 
Un disco dalle matrici profondamente legate alla musica leggera italiana e al cantautorato, contaminato da sonorità pop e rock che caratterizzano l’identità della band. Un album che parla di rapporti e, soprattutto, d’interazioni, siano esse quelle tra esseri umani o quelle con il contesto nel quale tutti noi, ognuno a modo suo, siamo immersi. L’amore è spesso il pretesto dal quale partire per arrivare a riflettere su tutto ciò che ci circonda, che fa parte della nostra vita. Si parla di tristezza e di felicità, di differenze e di uguaglianze, di ora e di qui, di singolare e plurale, di bugie e verità. Il tutto senza la pretesa di un parere oggettivo, bensì quella di uno spunto di riflessione su cui discutere, confrontarsi, immedesimarsi o scontrarsi. Una raccolta di undici “punti di vista”, declinati in altrettante canzoni, per un disco che vuole farsi ascoltare e sentire.
 
DESCRIZIONE BRANI
 
Piangi: il brano che apre il disco è un motivetto allegro che racconta una storia triste. Allora è triste o allegro? Questione di punti di vista, appunto.
 Un rapporto e la fine di esso o, almeno, uno dei suoi finali come pretesto per ricordarci che bisogna sempre considerare che tutti noi siamo diversi e che diverso è il modo in cui le cose ci arrivano. Anche con la malinconia addosso è fondamentale spostarsi da noi stessi e andare a scoprire la diversità, sempre.
Prospetti di Marzo: le stagioni, i mesi, i giorni della settimana, sono unità di misura del tempo strutturate per essere cicliche, per tornare. Eppure, uniche a ogni ritorno. In questa canzone c’è la reazione all’incontrollabile variante del tempo, spesso uguale a quella dei sentimenti. Allo stesso modo c’è la gioia della rassicurazione e la speranza, soprattutto, per quello che verrà, per il futuro e il presente immediato. Sperando, in un rapporto, come nella vita, che sia sempre bello tornare alla stagione con un carico di novità.
La Verità: parte da una riflessione rispetto al modo di interagire tra persone. È curioso pensare che a volte ci poniamo agli altri in equilibrio tra quelli che siamo e quelli che vorremmo essere finendo, inevitabilmente, per mentire. Spesso si mente più del necessario, in maniera molto leggera, superficiale e, soprattutto, inutile. Essere se stessi, in fondo, dovrebbe farci essere più sereni, meglio predisposti ai rapporti e più stimolati ad avere qualcosa in cui credere, in questi tempi di certezze labili.

Sophie: non è dedicata a nessuno. O, almeno, a nessuna persona in particolare. Il brano raccoglie riflessioni ed emozioni e disegna un personaggio a cui guardare con una delicatezza quasi fraterna ma, allo stesso tempo, con tanta passione. Un po’ amica, un po’ amante, un po’ sorella, su Sophie convergono i pensieri buoni, i punti di vista positivi e i sentimenti puri.

Palo Alto: esistono posti che frequentiamo spesso e che in quanto a sensazioni ci lasciano poco o niente. Esistono, invece, altri posti in cui non siamo stati mai e che ci ispirano, ci toccano nei giusti punti. A Noi è successo con questa cittadina della California, in cui sono nate o si sono sviluppatetante idee passate alla storia, soprattutto a quella più contemporanea. Abbiamo provato a immaginare come si muovesse un “micromondo”, un rapporto tra due persone, in un “macromondo”, quello della città, così pieno di energia. E abbiamo scoperto che le cose possono avere spazi e tempi diversi, a seconda dei punti di vista.
Questa Notte: il tempo è un concetto relativo. Ci abbiamo riflettuto e abbiamo capito che questa grandezza, mischiata alle sensazioni, è capace di allargarsi o restringersi senza alcuna misura. E uno spazio relativamente piccolo come una notte può arrivare a contenere un bel carico di sensazioni positive. Sensazioni legate alla voglia di non arrendersi alle difficoltà, approfittando delle giuste pause per prendere il meglio dai buoni momenti e ripartire ancora più forte. Così, una notte diventa “questa notte”.
Finché ancora resteranno le parole: le parole sono importanti? Una domanda rivolta a un gruppo come noi che ha sempre dato molta importanza al messaggio contenuto nelle parole e che lo ha spesso rafforzato con la musica. Le parole sono fondamentali per lo sviluppo di qualsiasi forma di rapporto, dal più superficiale al più profondo. Determinano azioni e decisioni, riflessioni ed emozioni. Fanno camminare. Che siano scritte, parlate o anche espresse attraverso forme non verbali sono “un motivo”. E, allora, lunga vita alle parole.
Ora: un disco che prende spunto dalla realtà circostante non può fare a meno di badare alle coordinate che, più di tutto, la caratterizzano. Il concetto di “ora” raffigura il tempo e, nel caso specifico, fa riferimento a quella parte di tempo a cui non badiamo mai, troppo presi dal guardare avanti all’incerto futuro e indietro al nostalgico passato. Noi ci siamo fermati e abbiamo fissato su questo pezzo, i punti di vista di quell’”ora”.
Cosa riusciranno mai a inventarsi?: un disco fatto a quasi 30 anni è un disco in cui si guarda, nonostante la nostra poca voglia di farlo, alla società che ci circonda, che in alcuni casi ci governa e che, comunque, ci direziona. A quasi 30 anni la nostra paura, e quella dei nostri coetanei, è che le cattive decisioni prese da qualcuno possano ricadere su di noi e rubarci tempo ed energie per fare ciò che è nelle nostre. E se questo qualcuno fosse davvero colpevole, cosa riuscirà ad inventarsi per restituirci tutto?
Qui: viaggiare è bello o, per alcuni, necessario. Ma non c’è viaggio, non c’è partenza e non c’è esplorazione senza un ritorno. E quale miglior posto per tornare, se non quello in cui affondano le nostre radici? Il nostro concetto di “qui” richiama a quel posto e alla sua capacità di ridare linfe vitali per affrontare il quotidiano. Un concetto che ci piaceva così tanto che ci ha costretti a chiederci se fosse vero.
Giace nascosto nel profondo: la chiusura del disco affronta, forse per la prima volta, i rapporti nella loro essenza e non come pretesto per parlare di qualcosa d’altro. Una ballata morbidissima che esprime il fascino, la riverenza ma anche il timore e, soprattutto, il dubbio. Ancora una volta il discorso è relativo a rapporti di qualsiasi natura, con una vena di “contaminazione amorosa” a cui proprio non sappiamo resistere.
“Un lungo discorso sui ‘momenti’, sugli stati d’animo, narrati quando tutto sembra lasciare l’urgenza di guardarsi dentro e raccontare storie, prima osservando da vicino e un attimo dopo guardando il mondo fuori. In musica e parole”.

 

Giampiero Jum Troianello, voce e chitarra.
Pasquale Omar Caldarelli, chitarre, lapsteel.
Carmine Franzese, chitarre, pianoforte, Rhodes.
Francesco Varchetta, batteria, drum machine.
Pasquale Pezzullo, basso.
 
 

Davide
Ciao Beltrami. Si dice che il secondo disco sia quello più difficile, è stato così anche per voi? 

Beltrami
Dipende dai “punti di vista”, appunto. È stato più facile per consapevolezza, nel senso che è stato più ragionato e cosciente, nato proprio con l’intento di fare un disco e non con la necessità di raccogliere tutte le canzoni fatte fino a quel momento, come per il primo. È stato più difficile, di conseguenza, per lo stesso motivo. Partivamo da dove c’eravamo fermati con “Intorno” e sentivamo la necessità di fare un passo in più, di camminare in avanti. 

Davide
Come vi siete conosciuti e com’è nato il progetto musicale che vi unisce?
 
Beltrami
Ci siamo conosciuti, almeno per quanto riguarda il nucleo fondatore del gruppo, al liceo, come le band serie. Poi i concerti, le amicizie e le strade ci hanno portato a dividere il palco e il progetto con altri musicisti, fino ad arrivare alla formazione completa di oggi.
 
Davide
Nessuno di voi si chiama Beltrami. Perché dunque Beltrami?
 
Beltrami
Perché durante la scelta del nome riflettevamo sul fatto che tanti artisti rinunciano al cognome per un nome d’arte. Abbiamo deciso, al contrario, di prendere il nome d’arte da un cognome e ne abbiamo scelto uno, casualissimo, per la sua musicalità. Ci ha portato bene.
 
Davide
Una musica pop cantautorale ben fatta e arrangiata, ottima compagna di strada e ottima anche a sera per rilassarsi tra spunti di riflessione che s’insinuano senza imporsi. A volte ho avuto l’impressione che vi sia un po’ della nuova scuola romana dei Federico Zampaglione e Riccardo Sinigallia. Quali sono i vostri riferimenti e quali gli ascolti musicali preferiti?
 
Beltrami
Grazie, innanzitutto, della descrizione. Abbiamo riferimenti molto diversi che cerchiamo di far convergere sempre al meglio nella nostra produzione. Inutile dire che i cantautori e soprattutto i cantautori italiani, da quelli passati a quelli contemporanei, ci piacciono e ci ispirano un po’ tutti. Ma crediamo davvero che uno dei nostri punti forti sia l’incontro, in fase di creazione, di vari generi e ascolti diversi.
 
Davide
Come nasce una canzone dei Beltrami, sotto quale spinta e verso quale meta?
 
Beltrami
Una canzone dei Beltrami nasce per caso, perché ci piace guardarci intorno per scrivere, cercare tra le cose e le sensazioni di tutti i giorni. La meta è sempre comunicare cose che possono essere trasformate da chi le ascolta e rese personali, magari anche con una diversa interpretazione. Del resto, è questo il bello della musica, no?
 
Davide
Presentateci gli ospiti che hanno collaborato a questo disco.
 
Beltrami
Ci è sempre piaciuto condividere i nostri lavori discografici con artisti che stimiamo, soprattutto per la loro sensibilità musicale. In “Punti di vista”, ad esempio, questa cosa è successa con Fabio Renzullo, che ha scritto e suonato la maggior parte dei fiati presenti nel disco (aiutato al trombone da Giuseppe Casanova) con una naturalezza che ci ha sorpreso, confermando tutto quello che pensavamo di lui dal nostro primo incontro. Abbiamo avuto la piacevole conferma di Giovanna Moro che ha curato gli archi (così come per “Intorno”) con la collaborazione di Arcangelo Michele Caso al violoncello e abbiamo ospitato le percussioni di Adriano Maria Poledro. Musicisti dalla grande sensibilità, appunto, oltre al gran talento, che hanno prima di tutto interpretato il pezzo, regalandoci un po’ della loro arte.
 
Davide
In copertina il disegno di una ragazzina o di una donna coniglietta dentro la sagoma di un buco della serratura. Non una serratura qualunque, ma quella dei passe-partout. Che significato ha?
 
Beltrami
La copertina è un lavoro di Louis Muhe, già autore dell’artwork del primo disco. Abbiamo con Louis un rapporto particolare, con una dinamica di creazione ben precisa: noi gli raccontiamo le nostre sensazioni rispetto al disco, quello che volevamo raccontare e comunicare. Lui le interpreta e le realizza come mai le avremmo immaginate e per due volte su due il risultato ci è piaciuto un sacco. Il senso è lì, i suoi “Punti di vista” trasformati in artwork.
 
Davide
Per un dizionario il significato di musica è: l’arte di combinare insieme i suoni secondo determinate leggi e convenzioni, servendosi di strumenti musicali o della voce umana per l’esecuzione. Qual è il significato di musica dai vostri punti di vista?
 
Beltrami
Grazie per la bella definizione, ogni tanto è giusto ricordarselo. Noi, chi più chi meno, abbiamo sempre pensato che la musica abbia qualcosa di magico e molto legato alle sensazioni e alle emozioni di chi la fa e, soprattutto, di chi l’ascolta. Il significato della parola musica sta proprio nella connessione tra chi la fa e chi l’ascolta. Magica, appunto, non calcolabile per cause né per effetti.
 
Davide
Potreste indicarci qualche link per approfondire Beltrami e Punti di Vista?
 
Beltrami
Certo! Sulla nostra pagina Facebook troverete tutte le news e gli approfondimenti che vi andrà di fare sui Beltrami, al link www.facebook.com/beltramiband. Per ascoltare, invece, “Punti di vista”  e “Intorno” basta andare su Spotify a questo link https://open.spotify.com/artist/6QMPCTaJ7osRViwYsvsseb. Nel caso in cui vi piaccia, potete scegliere di acquistarlo in tutti gli store digitali e in quelli fisici, con l’intento di sostenere la musica indipendente e, nello specifico, il nostro progetto. Così magari ne facciamo un altro .
 
Davide
Dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli, scriveva Luciano De Crescenzo. Cos’è per voi Napoli?
 
Beltrami
Napoli è croce e delizia. Un cantiere vivo e sempre attivo di creatività e di ispirazione che molto spesso, però, è incastrato in ingranaggi troppo vecchi e poco oliati. È inevitabile subirne l’influenza, in positivo e in negativo, anche per progetti come il nostro che musicalmente non hanno particolari legami con le radici artistiche del posto. Ma, a pensarci bene, il modo di fare arte da queste parti ha influenzato il mondo intero, da sempre. E quindi Napoli è un po’ amante e un po’ nemica, di quelli a cui non sai comunque smettere di volere bene.
 
Davide
A seguire?
 
Beltrami
A seguire ancora live, ancora canzoni e, speriamo, ancora dischi e gente che abbia voglia di ascoltarli.
 
Davide
Grazie e… à suivre
 
Beltrami 
Grazie a te per la piacevole chiacchierata.

 

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