KULT Underground

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Intervista con i Thomas

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Prodotto e registrato dal cantante del gruppo, Massimiliano Zaccone, negli studi Audiomokette tra Acqui Terme e Torino, “Fin” si presenta come un album più psichedelico e riflessivo ma che non sacrifica il caratteristico sound della band votato al funk e al groove.
Undici brani che si intrecciano in una produzione ricercata nel suono e nella composizione, senza dimenticare l’immediatezza pop che contraddistingue i Thomas sin dagli esordi. Non mancano incursioni di strumenti e musicisti grazie alla partecipazione di Alex Leonte al violino, Matteo Cerboncini alla chitarra solista e la sezione dei fiati della Bandarotta Fraudolenta. Il cantante della Tom Ton Band, Andrea Canobbio, regala ai Thomas il testo della toccante “April Fool”, primo singolo e videoclip, realizzando così un nuovo esperimento acustico della band. 
Fin” vuole presentarsi come una riconferma delle capacità dei Thomas di essere musicalmente poliedrici mantenendo ben chiara l’impronta del loro sound. L’album è disponibile su tutte le principali piattaforme di distribuzione digitale (iTunes, Spotify…) e in cd distribuito da Audioglobe. Dopo le oltre 60 date che hanno seguito l’uscita del primo album, tra cui Asti Musica con Goran Bregovic e Collisioni a Barolo, i Thomas sono pronti a calcare nuovamente i palchi d’Italia e d’Europa per proporre un live set ulteriormente rifinito e ballerino. “Siamo convinti che il nuovo lavoro ci rappresenti a pieno, e non vediamo l’ora di proporlo dal vivo, una dimensione che abbiamo sempre amato e dove diamo il massimo” dichiara la band.
A proposito del primo singolo, “April Fool”: “è una toccante ballad acustica dal gusto folk, con le armonie vocali che riempono lo spazio tra le casse. Il testo è di Andrea Canobbio, cantante della Tom Ton Band.”. Della canzone è stato realizzato anche il videoclip, per la regia del cantante del gruppo Massimiliano Zaccone.
 
Tracklist
Universe Is Me
Lowland Boletus
Masturbation
Tether
Miracolo Italiano
A New Ending
U Turn Me Up
Nine O’ Clock
April Fool
The Fastest Singer In The World
When Mr Thomas Met Santhe
 
 
I Thomas nascono durante una serata in quella che sarebbe diventata la loro sala prove nel marzo 2001. Nel corso degli anni la band si è modellata fino all’attuale formazione che vede Giordano Menegazzi alle tastiere, Enrico Di Marzio alla chitarra elettrica, Nicolò Gallo al basso, Sergio Sciammacca alla batteria e Massimiliano Zaccone a synth, voci e percussioni. Per i primi anni il gruppo si occupa esclusivamente della dimensione live, con show basati prevalentemente sull’improvvisazione, ed è solo nel 2010 che decidono finalmente di chiudersi in studio e riassumere le idee in pezzi fatti e finiti: ne viene fuori il loro primo album “Mr. Thomas’ Travelogue Fantastic” (Automatic/Goodfellas) con conseguente tour italiano ed europeo con più di 60 date in un anno. Nel dicembre 2010 danno alle stampe uno split single su vinile a 45 giri con il poliedrico dj genovese Tarick1. L’approccio dei Thomas alla musica è radicale, senza selezione tra generi o stili, ma solo tra musica bella o brutta, se possibile sottolineando il tutto con un pò di ironia; quindi il compito che si sono dati è quello di riportare il buonumore nella musica indipendente italiana, generalmente molto “seriosa”. Gianrico Bezzato, autore chitarrista e cantante degli Knot Toulouse, definì la band “una sachertorte allucinata per palati fini predisposti al divertimento intelligente”. Ora i Thomas continuano la loro corsa in fuga da generi e catalogazioni pubblicando per Seahorse Recordings il loro secondo lavoro intitolato “Fin”. Anche questo è prodotto e registrato dal cantante del gruppo, Massimiliano Zaccone, negli studi Audiomokette e si presenta come un album più psichedelico e riflessivo ma che non sacrifica il caratteristico sound della band votato al funk e al groove. Undici brani che si intrecciano in una produzione ricercata nel suono e nella composizione, senza dimenticare l’immediatezza pop che contraddistingue i Thomas sin dagli esordi.
 
Intervista
 
Davide
Ciao Thomas. Una volta in famiglia, negli anni ’70, avevamo un organo Thomas (è la prima cosa che mi è venuta in mente). Anzitutto perché Thomas? In omaggio a un qualche Thomas in particolare?
 
Thomas
Bello l’organo Thomas! Poi degli anni ’70, perfetto! In realtà la storia dietro al nome non è granché… Inizialmente, nel 2001, lo spirito era prevalentemente goliardico, quindi cercammo il più ridicolo nome che si potesse dare ad una band, ad esempio un nome proprio… Poi nel tempo è rimasto perché in realtà ci rappresenta come persona unica, noi che siamo in 5.
 
Davide
Nella copertina avete messo due traduzioni alla parola FIN: in francese, fine; in inglese, pinna… Che correlazione c’è o a quale altro FIN vi riferite nel titolo?
 
Thomas
Un po’ a entrambi. Pinna, in inglese, perché il mare ha funto da ispirazione, ma non volevamo ridurci a termini scontati come “Sea” o “Wave”. Fine, in francese, perchè la realizzazione dell’album è stata piuttosto travagliata, ne venivamo da un lungo tour di promozione del primo album che non ha portato i risultati sperati, e abbiamo rischiato di sciogliere la band. Invece ne è venuto fuori un lavoro del quale siamo enormemente soddisfatti, e ne siamo usciti più compatti di prima.
 
Davide
Di cosa parlano i testi in inglese di FIN e quale è un suo tema conduttore, e cosa maggiormente vorreste comunicare, con questo lavoro, all’ascoltatore?
 
Thomas
Il tema di Fin è la musica. Non è un concept album, non c’è un filo conduttore, non è nei testi il messaggio da cercare nei Thomas. È nella commistione tra i testi e la musica, le melodie e le metriche. Ogni brano è un piccolo pianeta a sé, incluso il testo, quindi se nel caso di “The Fastest Singer In The World” testo e musica sono leggeri e poco impegnati, lo stesso non si può dire ad esempio di “Tether” o di “A New Ending”. Certo, “Masturbation” merita un discorso a parte…
 
Davide
Quattro anni dal vostro disco d’esordio… Cosa avete fatto nel frattempo e come pensate sia evoluta la vostra musica dal primo disco e dai vostri stessi esordi come band nel 2001?
 
Thomas
Abbiamo suonato tantissimo in giro, poi ci siam fermati e abbiamo suonato un bel po’ in studio, a fasi alterne, spesso non tutti e quasi mai tutti assieme. Poi, chissà come, ha ricominciato tutto a funzionare come una volta, se non meglio. La nostra musica si è evoluta con noi, quindi è in continua evoluzione. Gli arrangiamenti sono più curati, c’è meno attenzione al prodotto “inscatolato e inscatolabile”, c’è più cura nei dettagli. C’è sempre di tutto, ma c’è più coerenza.
 
Davide
Cosa vuol dire per voi dare il massimo dal vivo?
 
Thomas
Significa scendere dal palco e non averne proprio più. Dare tutto vuol proprio dire dare tutto, dare tutta l’energia che hai. È esercizio fisico, musica, adrenalina, concentrazione, empatia… È un bel delirio.
 
Davide
La copertina mostra alcune donne e un uomo forse d’epoca liberty con i piedi nell’acqua di un mare o di un fiume. Cosa volevate rappresentare con questa immagine d’antan?
 
Thomas
La copertina è stata realizzata da Veronica Viotti, e ne siamo molto soddisfatti. La cartolina da cui provengono i personaggi è francese, dei primi del ‘900, quindi c’era il collegamento col mare e con la Francia di Fin. Il modo poi un po’ surrealista di porla si sposa molto bene con i Thomas e ricorda alcune grafiche kraut anni ’70, altre realtà che amiamo.
 
Davide
Avete sonorità e un approccio all’arrangiamento e alla melodia che riportano alla musica degli anni ’70. È questa una decade che ha un particolare significato per voi?
 
Thomas
Sicuramente a cavallo tra i ’70 i gli ’80 è stata prodotta alcuna tra la musica che ci ha segnati maggiormente, a livello di sound e di approccio al groove. Nel nostro songwriting c’è anche tanto dai decenni precedenti, dai ’60 beatlesiani e zappaniani, ai ’50 del R’n’R, tanta Motown…
 
Davide
La musica, la migliore religione al mondo in cui non ci sono minacce o promesse, scrisse la poetessa francese Minou Drouet. Cos’è per voi?
 
Thomas
Una maledizione! Una volta dentro non ne esci più!
 
Davide
Allora, avete sentito la proposta di riforma delle regioni… Siete pronti a non sentire più dire Piemonte ma Regione Alpina? Scherzi a parte (ma non troppo), io credo ci siano sempre dei legami geografici con quella che può essere una proposta o una personalità artistica, creativa. Cosa significa per voi – in questo senso – il vostro territorio, dall’alto Monferrato a Torino?
 
Thomas
Mi permetto di ridurre l’area interessata. Acqui Terme ha, negli ultimi 30 anni, prodotto talmente tante realtà musicali (Yo-Yo Mundi, Knot Toulose, Nonostanteclizia…) da far sì che si producesse addirittura un docufilm (Indagini in 5/4, di Mario Morbelli). Non so spiegarlo, nessuno lo sa, ma per farla facile noi acquesi diamo la colpa all’acqua calda dal sottosuolo.
 
Davide
Cosa è per voi musica bella, cosa musica brutta? Quali parametri, più o meno ragionati, più o meno istitntivi, adottate in questo senso?
 
Thomas
La musica bella è ragionata, tecnicamente ben realizzata, arrangiata a dovere. Una canzone è bella quando tutti gli step che attraversa prima di arrivare all’ascoltatore sono realizzati con coscienza e gusto. Poi, essendo la musica arte, non posso davvero dirti cosa rende una musica bella e una no. Quello che posso dirti è che un ascoltatore non ignorante, un ascoltatore preparato, se ne accorge senza bisogno che qualcuno glielo spieghi. Devi avere la capacità di capire cosa sta succedendo al di là della puntina.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Thomas
Viviamo alla giornata quindi chissà, ma di sicuro tante date per promuovere il disco, quindi seguite sito e pagina Fb per rimanere aggiornati! Grazie per l’ospitalità!
 
Davide
Grazie e à suivre…
 

 

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