KULT Underground

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Intervista con Emanuele Chirco

14 min read
DIVENTO MONDO
Il nuovo disco di Emanuele Chirco 
 
 
Un nuovo disco e un nuovo concerto che raccontano del mondo e del grande progetto di Unità e di Uguaglianza fra tutti i popoli che lo costituiscono… senza distinzioni di razza, cultura, religione o colore della pelle. Un desiderio ed impegno costante al fine di concretizzare il più grande dei progetti: la realizzazione di un mondo “Unito e Unico”… al di là di ogni retorica… nei piccoli gesti del quotidiano, nel modo di pensare, nella disponibilità all’incontro con tutto ciò che ci sembra diverso, che ci rende diversi. Una rivoluzione del pensiero “possibile e dovuta”.
L’istinto dei Popoli di tutte le Terre a muoversi per raggiungere condizioni di vita migliori senza per questo vedere strappare le proprie radici e, a volte, la dignità di essere umano. Un mondo che sia luogo d’incontro nel rispetto della cultura e i valori dell’altro. Un “insieme” di città, nazioni e continenti che pur mantenendo la propria identità non chiudano le porte ai grandi vantaggi di una nuova integrità. Perché la scelta di spostarsi dalla propria terra diventi un diritto libero e “legale” e non una costrizione per sfuggire alla fame, alle guerre, alla morte…
Emigrazione – Immigrazione – Integrazione
…il Mondo diventerà Unito ed Unico solo quando sapremo suonare e cantare insieme la Musica che ci ha insegnato. Saremo l’orchestra dei bambini più grandi del mondo (E. Chirco)
 
Em Dabliu Em presenta DIVENTOMONDO, il nuovo disco di Emanuele Chirco in vendita dal 20 ottobre 2014 su tutti i digital stores e sul sito ufficiale www.emanuelechirco.it
13 nuovi brani in un nuovo album orchestrale e innovativo, dove l’elettronica si fonde con la scrittura e il rigore compositivo. Una sezione ritmica composta di batteria e basso insieme a tanti tipi di percussioni provenienti da terre diverse che si fondono con i loop e le accurate programmazioni elettroniche. Un dialogo continuo tra gli archi e i fiati, i flauti e i lead synth analogici. La ricerca di un suono compatto e moderno che inizia dalla prima idea di composizione e arrangiamento continuando fino al mix e al mastering. Il pianoforte di Emanuele, con le sue melodie intime e incisive, si muove libero da ogni schema ed etichetta di genere, esprimendosi in modo evocativo ed emozionale come non mai. Musica da ascoltare ma anche da vedere, ricca di immagini, ricordi, colori e odori antichi e nuovi, carica di nostalgia del passato e gioia dell’attimo presente. Un giro intorno a noi stessi, alle nostre vite, ai nostri desideri e progetti nel proposito di crescere ogni giorno diventando uomini e donne più forti e migliori di ieri. 13 nuovi brani strumentali ricchi di “diversità felicemente coesistenti” in un disco pieno di sorprese sonore e di forti contaminazioni che non tradisce il solido sound Mediterraneo World di Emanuele Chirco.
Con dario Li Voti alla batteria, Giacomo Buffa al basso elettrico e fretless, Carlo Cattano ai sax e flauti, Aldo Bertolino alla tromba e flicorno, Chiara Grillo alla voce strumentale, Natale Montalto alla fisarmonica ed Emanuele Chirco al pianoforte, tastiere e percussioni. Con la partecipazione di Violet Zeidan, cantante siriana che interpreta il brano “Ya immi I bil sama”, una preghiera di pace in lingua araba per il suo Popolo e i Popoli tutti della Terra con un nuovo arrangiamento di Emanuele Chirco. Con la partecipazione dell’attore Lorenzo degl’Innocenti che interpreta “Più foglie possibili”, un testo autobiografico scritto da Emanuele con una illustrazione originale del fumettista Claudio Stassi. Registrato da Gregorio Caimi e Manlio Di Bella presso Tartaruga records di Marsala e da Emanuele Chirco presso Em Dabliu Em Studio in Incisa Valdarno, con l’accordatura e l’assistenza tecnica di Franco Giacalone. Il progetto grafico e il packaging è stato curato da Marco Marsala con le foto di: Martina Wankaba, Gabriele Penati, Ross La Ciura, Paolo Cerino, Piero Lazzari, Bartolo Chichi, Naor Ben Yehoyada, Gianni Nuzzi. Promotion abroad Eric Mwangi Irungu. Prodotto da Emanuele Chirco per Em Dabliu Em con la partecipazione della Compagnia Aquero.
 
 
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Intervista
 
Precedenti interviste
 
Davide
Ciao Emanuele e ben ritrovato con questo bellissimo “Divento Mondo”. Avevamo conversato in tre precedenti interviste, anche con Chiara Grillo, nel 2005, 2007 (Morelando) e 2009 (L’anno delle ciliegie). Cos’hai fatto in questi ultimi cinque anni prima di “Divento Mondo”?
 
Emanuele
Ciao Davide, nel 2010, esattamente l’anno dopo la pubblicazione del disco “L’Anno delle ciliegie” è stato pubblicato il dvd “Live at Archaeological Park in Selinunte” sempre per l’etichetta Egea. Un concerto in trio (piano, basso e batteria) che ho tenuto all’interno del parco archeologico di Selinunte con alle spalle il Tempio di Hera a far da scenografia. Un luogo molto suggestivo ed un’ambientazione unica anche per il suo significato di culto e spirituale. Il tutto si presentava come una grande occasione per riprendere quel concerto di cui avrei voluto lasciare traccia. Sempre nello stesso anno ho fatto un altro disco in duo con la cantautrice Chiara Grillo dal titolo “Colori a Quadri”, il secondo della nostra collaborazione. E poi vari concerti come quello al Teatro la Fenice di Venezia il 31 luglio del 2009, o all’European Jazz Expò di Cagliari o per la fiera del libro a Sestriere. Ho arrangiato e diretto tanti dischi di diversi artisti, ho curato la direzione musicale di molti eventi dal vivo e partecipato ad alcune trasmissioni per la Rai e Tv2000.
 
Davide
C’è una sottolineatura nei colori del titolo che fa leggere il titolo in due modi diversi: Divento Mondo, ma anche Di Vento Mondo. Perché?
 
Emanuele
È vero, il titolo lascia spazio a più modi di lettura ed interpretazione. Il “divenire Mondo” resta comunque alla base del concetto che voglio esprimere. Il mio punto di osservazione è quello di chi ha conosciuto luoghi diversi, ha vissuto culture diverse e si è misurato con tutto ciò che a primo approccio è sempre sembrato lontano. Ho capito che il mio punto di vista esiste solo se esiste anche quello dell’Altro e che niente è assolutamente giusto o sbagliato se non il bene in ugual misura di Tutti gli Uomini e le Donne del Mondo. Ho provato a camminare con le scarpe degli altri, preferibilmente più scomode delle mie, ho provato ad indossare i suoi occhiali, ho provato a diventare un po’ Lui o Lei e da li capisci che “Divento Mondo” significa “Divento l’Altro”. Provare a fare del Mondo “un luogo” a misura delle esigenze e  i fabbisogni di tutti.  Il gioco con la parola “Vento” vuole intendere “quell’Aria Fresca e Nuova” che tiri forte e ci scombini del tutto per riordinare d’accapo le cose in un altro modo, per mettere a fuoco il fatto che la terra produce benessere per tutti ma non tutti vi hanno accesso. Il risultato è che in alcune zone del mondo si convive con il superfluo e in altre zone si muore per mancanza dell’ essenziale… e non mi riferisco solo al cibo o all’acqua ma anche ai diritti, alla libertà, alla dignità di esseri umani, ecc . . .
 
Davide
La musica è un canale universale di comunicazione e di integrazione, che supera ogni barriera culturale e linguistica? Il tuo progetto musicale ha questo obiettivo? In che modo secondo te la musica può diventare strumento di integrazione interculturale?
 
Emanuele
La Musica da sempre è stata cura per l’anima, quindi se è vero che noi siamo la nostra anima, e non solo il nostro corpo, è chiaro che la Musica è la nostra più grande risorsa in termini di linguaggio e comunicazione universale e costruzione di ponti con gli Altri. Un mondo senza musica è inimmaginabile, ne abbiamo bisogno come l’aria perché ci fa stare bene e può nutrire le nostre vite. Ma la musica non è soltanto un linguaggio ma è fatta di tanti linguaggi diversi che possono integrarsi fra loro creando a sua volta nuovi linguaggi, come una “mega Torre di Babele non verbale” che fa da crossroads e da cui non si esce uguali a prima di entrarci. Suoni e strumenti così lontani tra loro che insieme si scoprono meravigliosamente compatibili e nuovi, destinati a creare nuovi generi musicali, quindi nuove forme e linguaggi, che fino a prima di incontrarsi erano impensabili. Ecco… io penso che se questo succede con i suoni e tra gli strumenti che gli uomini hanno creato perché mai non possa succedere tra gli uomini stessi, cioè tra coloro che suonano quegli stessi strumenti e hanno generato quegli stessi suoni? Quante volte ci sarà capitato che non ci piace il gusto di un frutto ma di andare matti per un frullato all’interno del quale quel frutto, che non ci è mai piaciuto da solo, ci piace tantissimo bevuto insieme agli altri. Anzi senza quel frutto il nostro frullato non saprebbe di nulla. L’idea dell’insieme ha sempre superato quella dell’individuo ed è l’unica chance che abbiamo per il nostro futuro.
 
Davide
Perché, tra le tue composizioni, hai inserito in particolare un riarrangiamento di un brano arabo di Joseph Khalifa (Ya immi I bil Sama)?
 
Emanuele
“Ya immi l bil Sama” è l’unico brano non mio che fa parte di questo nuovo album e ha una storia ben precisa che voglio raccontarvi. Violet Zeidan è una cantante siriana che da poco vive in Italia con la sua famiglia, oltre ad essere una cara amica. In realtà il suo grande desiderio è quello di ritornare a vivere nella sua terra dove abitano tutti gli altri suoi parenti. Potete immaginare con quale dolore sta seguendo a distanza le grandi difficoltà e pericoli che la sua terra e i suoi familiari stanno affrontando soprattutto in questi ultimi due anni. Violet venne in studio da me a Firenze per incidere a cappella (voce libera) 10 brani che fanno parte della cultura araba e quindi anche del suo paese. Quando cantò questo pezzo io feci un salto dalla sedia mentre lo registravo e capii che non poteva non far parte del nuovo disco che stavo già missando. Le chiesi la traduzione ed il significato e quella fu la conferma che avrebbe fatto parte del disco. Una preghiera di pace e libertà per il suo popolo ma anche per i Popoli Tutti della Terra, per altro in lingua araba ma cristiana quindi che esprime una minoranza fortemente perseguitata, tutto il resto purtroppo è la cronaca di questi giorni. Quindi registrai le tastiere successivamente alla incisione della voce che, anche se a cappella, aveva mantenuto perfettamente la sua tonalità dall’inizio alla fine. Inserire questo brano è stato come dare forma “al tutto” contestualizzando il progetto “Divento Mondo” all’attimo presente di un mondo ammalato come quello in cui viviamo. Mi sembrava impossibile che non potesse far parte di questo disco e per me è stato un dono grande!     
 
Davide
Ogni compositore ha un modo personale di creare musica, l’ispirazione può sopraggiungere in diversi modi. Come nasce una tua composizione e come sono nate in particolare le musiche di “DiventoMondo”?
 
Emanuele
In realtà il metodo infallibile per gestire la propria creatività e destinarla ai propri usi e consumi non esiste (per fortuna)! L’idea iniziale, quell’elemento da cui tutto parte e a cui tutto si relazione per tutta la durata della creazione di un brano, è qualcosa di molto misterioso e inspiegabile. D’altronde la nostra essenza va molto più aldilà di ciò che noi pensiamo quindi, probabilmente, è qualcosa che viene da molto lontano ed elevato. I brani di questo nuovo disco DIVENTO MONDO, come tutti i brani del passato e del futuro, a volte vivono e vivranno tempi lunghissimi prima di venire alla luce e diventare di tutti. Ciò che per me invece fa la differenza è il momento esatto in cui comprendo che è arrivato “il tempo” di tirarlo fuori, ed è solo allora che occorrerà completarlo, orchestrarlo e produrlo. D’improvviso sento che il tempo è maturo, a volte il mio, a volte quello della società che mi circonda, sento che è in linea con il tipo di sonorità che desidero in quel disco, sento che è il brano giusto rispetto al periodo di vita e all’umore che sto vivendo in quel momento. In altre parole la mia creatività è come un forno pieno di pizze di vari gusti, a volte simili tra loro, a volte molto diversi, a volte che non piacciono neanche a me… ma il mio intervento sta soprattutto nell’azzeccare quale sia il momento giusto per tirarle fuori e servirle.
 
Davide
Il pianoforte è, senza dubbio, lo strumento più completo dal punto di vista espressivo e acustico nel campo degli strumenti tradizionali. Ciò nonostante Harry Partch, che costruiva strumenti musicali microtonali (fino a 43 intervalli di tono) definiva il pianoforte «dodici sbarre bianche e nere davanti alla libertà musicale». Cos’è per te il pianoforte, che rapporto hai col tuo strumento?
 
Emanuele
In realtà ad essere 12 sono le note ma i suoni del pianoforte sono fisicamente 88 mentre le sue sonorità, come quelle di ogni strumento, sono infinite ed incalcolabili. Immaginiamo quante saranno le sonorità possibili provenienti a sua volta da miscele di suoni e sonorità tra strumenti diversi. Alla luce di ciò pensate a quanto possa essere limitante un solo pianoforte pur essendo uno degli strumenti più completi, sia sotto il profilo della grande quantità di note e tasti che ha rispetto ad altri sia per il grande quadro sonoro che in termini di frequenze riesce a riprodurre. In realtà tutto è un compromesso, la stessa parola “strumento” ci fa intendere come esso sia un mezzo tramite il quale riusciremo a portare su questo mondo ciò che di questo mondo probabilmente non è (o almeno in parte). Ed è in questo gioco di tara e netto che da un incipit nella nostra mente i creativi riescono a trasformare l’energia creativa in energia creata che non è mai finita e definita perché a sua volta continuerà a generare energia sotto forma di emozione nella mente e nel cuore di chi la ascolterà.
 
Davide
Stai già portando “Divento Mondo” in concerto? Dove andrai e chi ti accompagnerà dal vivo?
 
Emanuele
Si Davide, “Divento Mondo” sarà un progetto anche live in due diverse forme: in quintetto e per solo piano. Del quintetto fanno parte il batterista Dario Li Voti, il bassista Giacomo Buffa, il fisarmonicista Natale Montalto, il trombettista e flicornista Aldo Bertolino ed io alle tastiere e pianoforte. In questa versione mi servirò anche di alcune sequenze come ad esempio parti ritmiche elettroniche o sezioni orchestrali che si misceleranno con le parti suonate sul palco, mentre per il concerto per pianoforte solo sarò soltanto io e il mio strumento. Chiaramente il mio desiderio è quello di poter coinvolgere anche tutti gli altri musicisti che hanno suonato nel disco ma, come tutti sappiamo, dipende dai budget che ormai per i concerti, così come per tutto ciò che è cultura e arte in Italia, stanno sempre più riducendosi, per non dire scomparendo. E qui si potrebbe aprire un nuovo argomento che è meglio tralasciare, quanto meno in questa sede, ma vi assicuro che di cose da dire ne avrei tante. A tal proposito ci tengo a citare anche gli altri cari amici musici che hanno lavorato per il disco che sono il sassofonista e flautista Carlo Cattano, Chiara Grillo alla voce strumentale e la stessa Violet Zeidan che ha cantato “Ya Immi l bil Sama”. L’attore Lorenzo Degl’Innocenti ha invece recitato un mio testo su una base strumentale dando vita al brano “Più Foglie Possibili” ed il fumettista Claudio Stassi lo ha illustrato con un suo disegno originale che riporto nel booklet accanto al testo del brano. La sezione ritmica è stata registrata da Gregorio Caimi con Manlio Di Bella ed il progetto grafico è stato curato da Marco Marsala. Le foto di copertina sono di Martina Wankaba, la parte manageriale per l’estero è gestita da Eric Mwangi ed il mix e il mastering  sono stati fatti dal sottoscritto. Ne approfitto per un grazie speciale a tutti!!!  
 
Davide
La musica è semplicemente là per parlare di ciò di cui la parola non può parlare. In questo senso, la musica non è del tutto umana, ha detto lo scrittore e saggista Pascal Quignard. Cosa ne pensi?
 
Emanuele
Penso sia proprio così, la Musica, in parte, probabilmente in buona parte, umana non è, ed è anche quanto detto prima. Ciò significa però che una parte umana c’è ed è soprattutto la parte relativa alla nostra volontà, all’impegno che mettiamo per far bene il nostro mestiere, al sacrificio a cui ci sottoponiamo nello studio ed il miglioramento delle nostre tecniche e capacità. Ma anche nella disponibilità a migliorare noi stessi come persone, a fare ogni giorno quel gradino in più verso la nostra crescita interiore e nel rapporto con gli altri, con la natura e con la nostra spiritualità. In altre parole, tutto ciò che riguarda il nostro input creativo, i nostri slanci più positivi, quelle idee che all’improvviso si formano nella nostra mente così complete e nitide al punto che ci fanno esclamare: “ma come non c’avevo pensato prima!!!”  … ecco tutto questo credo abbia a che fare con la dimensione verticale, l’istinto di ogni uomo a tendere verso il cielo, all’eterno, a Dio… Mentre tutto ciò che riguarda il nostro atto di volontà nel realizzare e concretizzare quella idea con impegno e lavoro ha a che fare con la dimensione orizzontale, terrena, ed implica la nostra libera scelta di girare a destra o a sinistra a quell’incrocio. 
 
Davide
Quali altri progetti seguiranno?
 
Emanuele
Sicuramente promuovere il nuovo DIVENTO MONDO è il primo impegno di questi mesi immediatamente dopo l’uscita discografica. Il mio lavoro come arrangiatore e compositore nel mio studio di registrazione grazie a Dio va avanti ed il 2015 inizierà con tanti nuovi impegni soprattutto in studio ma anche dal vivo.
Il mio primo commitment è fare bene il mio lavoro, tutto, nella sua interezza e nelle diverse specificità. Un lavoro che mi chiede di essere arrangiatore, compositore, pianista, tastierista, fonico, polistrumentista all’occorrenza, ecc… ma tentando sempre di misurarmi con il gradino superiore, ogni giorno come fosse il primo, con lo stesso entusiasmo di quel momento che ricordo benissimo quando iniziavo a giocare con una tastierina che i miei mi regalavano per il mio 5° compleanno.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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