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La Freccia di Cupido – Robert J. Sternberg

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A partire dall’analisi del mito greco di Cupido, dio dell’amore, figlio di Venere, incaricato dalla madre di punire la bella Psiche, di cui lui stesso si innamora, e a partire dall’immagine delle frecce di Cupido, che provocavano le “ferite dell’amore” di cui lo stesso dio rimane vittima, il libro “La freccia di Cupido” di Robert J Stenberg, famoso psicologo americano, fra i pionieri della psicologia cognitiva, vuole cercare di descrivere l’esperienza dell’amore nella sua complessità e nella sua interezza.
Da una parte l’idea della freccia richiama l’amore come qualcosa che “scocca” di improvviso, spesso da una sorgente sconosciuta e misteriosa, dall’altra la traiettoria che segue richiama l’idea di un percorso preciso che si possa descrivere con precisione, che ha un inizio e una fine identificabili e descrivibili con formulazioni di tipo fisico e geometrico.
In effetti se è vero che l’amore è uno di quei sentimenti dell’animo umano così profondi che  difficilmente può essere incasellato in un’unica teoria psicologica e sui cui si sono cimentati i più grandi psicologi, filosofi  e mistici della storia dell’umanità, è altrettanto vero che questo interessante manuale ha la pretesa di provare a descrivere una teoria dell’amore che permetta di conoscerlo e descriverlo nella sua globalità a partire da tre componenti fondamentali che sono sempre state comuni in tutte le culture e in tutte le teorie più importanti sull’amore.
L’autore, infatti, descrive l’amore proprio usando la metafora geometrica del “triangolo” in cui bisogna tenere in equilibrio tre aspetti fondamentali, cioè l’intimità, intesa come la capacità di vicinanza e di confidenza che si instaura fra due persone, la passione, intesa come il coinvolgimento emozionale della relazione amorosa come appagamento dei propri bisogni e desideri (non solo sessuali) e l’impegno, inteso come decisione di coltivare e di fare durare la relazione con l’altro.
La prima parte del libro, in questo senso, è dedicata proprio a descrivere la teoria dei “triangoli dell’amore” in cui l’autore combinando appunto questi tre elementi (intimità, passione e impegno) formula diversi tipi di amore di cui facciamo esperienza: per esempio la simpatia è un aspetto dell’amore che presenta solo la dimensione della vicinanza, l’infatuazione si nutre solo della passione, l’amore vuoto, quello che manda avanti volontaristicamente  tanti matrimoni in crisi, è quel tipo di amore in cui prevale solo la dimensione dell’impegno e della volontà. Può fare sorridere il fatto che l’autore sembra volere incasellare l’amore in una serie di grafici geometrici, fatti di lati, di vertici e di aree di diverse forme. In realtà, superata questa prima considerazione che farebbe rivoltare il più struggente poeta, la prospettiva di Sternberg è interessante perché più siamo precisi a capire cosa intendiamo con la parola “amore” più sgombriamo il campo da una serie di equivoci e fraintendimenti che provocano crisi e fallimenti in tante relazioni amorose. Quante volte si confonde l’infatuazione momentanea con l’amore per la persona con cui vorremmo condividere tutta la nostra vita; oppure quante volte quello che uno dei due partner intende per passione copre o dimentica un bisogno di intimità che non sia solo un mero aspetto sessuale da parte dell’altro partner. La prospettiva del libro, inoltre, non è “geometrica” in senso assoluto, nel senso che l’autore comprende benissimo e sottolinea come l’equilibrio fra le tre componenti non è mai qualcosa di “disegnato” una volta per tutte, ma richiede sempre un gioco di  attenzioni e di cure che coinvolgono tutto il cammino della vita di coppia.
Il libro prosegue con altre quattro parti che, dopo questa prima dedicata alla descrizione della “freccia di Cupido”, proseguono con la prospettiva dinamica del percorso che la freccia stessa segue: la freccia, infatti, richiama l’idea del movimento, di un percorso che come dicevamo ha un inizio, uno sviluppo e una fine.
La seconda parte sviluppa questa prospettiva dinamica dal punto di vista storico: l’autore infatti presenta la storia del concetto di amore dal punto di vista della evoluzione della cultura e della letteratura, con interessanti spunti per farsi un’idea di come l’immagine dell’amore sia profondamente cambiata nel corso dei secoli e abbia segnato diversi temi e diverse interpretazioni anche nelle più belle pagine della letteratura.
La terza, la quarta e la quinta parte del libro, invece, approfondiscono il percorso dell’amore nell’evoluzione dell’individuo: anche questi capitoli sono interessanti perché testimoniano come il concetto di amore varia non solo nel corso della storia dell’umanità, ma anche nel corso di quella (forse ben più importante per ciascuno di noi) dell’esistenza di ogni individuo, segnata da un’infanzia, da una fase intermedia e anche, in tanti casi, da una fase terminale dell’amore in cui la fine di alcune relazioni si può aprire a nuovi percorsi e nuove strade, a volte inaspettati.
In generale il libro “La freccia di Cupido” si presenta come un manuale di agile lettura (circa 230 pagine con capitoli brevi e ricchi di episodi esemplificativi presi dalla vita reale), completo e ricco di spunti per la riflessione e l’approfondimento personale che offre a un pubblico vasto di adulti, genitori, coppie, giovani, educatori ed insegnanti un quadro completo per comprendere questo sentimento così importante per la vita di ciascuno di noi.

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