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Intervista con Bastian

9 min read
 
Influenzato dall’estro di Malmsteen, dalla creatività di Ritchie Blackmore, dalla classe di Jimmy Page, dal tocco di Steve Vai, dalla grinta di Zack Wilde, dal carisma di Slash e dal genio di Jason Becker, Bastian all’anagrafe Sebastiano Conti, è stato indicato come uno dei chitarristi italiani di maggiore prospettiva. Orgogliosamente siciliano d’origine, Bastian ha recentemente dato alle stampe il proprio primo lavoro solista completamente autoprodotto intitolato “Among My Giants”. In un mix di hard rock ed heavy metal, la nuova fatica discografica del chitarrista siculo vanta la presenza in veste di guest di un folto numero di musicisti di spessore, tra i quali spiccano le presenze dei cantanti Michael Vescera e Mark Boals, nonché dei batteristi John Macaluso, Vinny Appice e Thomas Lang. Il mixaggio di “Among My Giants” è stato effettuato presso il Metropolis Studio di Siracusa del maestro di batteria (Lizard) Giuseppe Leggio, mentre il mastering è stato ad opera della Fonoprint (Vasco Rossi, Zucchero, Lucio Dalla) di Bologna. 

Contacts:
www.facebook.com/bastianband

Press Office:
www.mazzarellamaurizio.blogspot.com

Davide
Ciao Sebastian. Anzi tutto complimenti per questo lavoro di qualità e di respiro internazionali, a cominciare dalle voci di Michael Vescera e Mark Boals, e poi opsiti John Macaluso, Vinny Appice e Thomas Lang.
Tradotto, musicisti e cantanti che hanno militato o militano nelle band hard rock e heavy metal più importanti: Obsession, Dio, Ted Nugent, Black Sabbath, Yngwie J. Malmsteen, Vanilla Fudge, Loudness, Ring of Fire, Ronnie James Trio, Riot, TNT, Steve Hackett e tanto altro. È per questo che lo hai intitolato “Among my Giants”, “Tra i miei giganti”?
 
Sebastiano
Esatto. Ho intitolato quest’album “Among my Giants” proprio perchè personalmente mi trovo a suonare in un album con i miei miti dell’heavy metal, i miei “Giganti” per l’appunto. Musicisti che hanno contribuito, ascoltandoli, nella mia formazione musicale. Musicisti che hanno sempre ispirato la mia passione. Figure immaginarie che si sono poi trasformate in realtà nell’album Bastian “Among my giants”.
 
Davide
Come hai incontrato questi musicisti e com’è nata e si è svolta una così preziosa collaborazione?
 
Sebastiano
Ho contattato questi grandi musicisti quasi per gioco, non pensando mai che avrebbero risposto al mio invito. Ma quando Mark Boals mi ha scritto che potevo contare su di lui nel progetto, è stato come un fulmine a ciel sereno. Mi ha acceso il motore. Sulla scia dell’entusiasmo e convinto che non si deve mai smettere di sognare, ho contattato il resto della squadra……..ed ecco nascere “Tra i miei giganti”!
 
Davide
Ma non ci sono solo loro a suonare nel tuo disco. Due parole anche su Corrado Giardina e Giuseppe Leggio, non meno bravi… Sono loro la band che ti accompagna dal vivo?
 
Sebastiano
Al momento non abbiamo una band dal vivo. Questo lavoro è nato in studio. Quasi tutti i musicisti che hanno partecipato vivono a Los Angeles, tranne Michael Vescera che vive a Nashville e John Macaluso che vive in Italia. Quindi è abbastanza difficile riproporsi con gli stessi membri. Ma ci stiamo lavorando. Naturalmente per un possibile tour, verrà scelto un solo batterista ed un solo cantante. Spero quindi di poter contare anche dal vivo su qualcuno di loro. Corrado Giardina e Giuseppe Leggio sono due grandissimi musicisti di Siracusa. Corrado è un bassista versatilissimo che può suonare dal pop al rock più estremo. Giuseppe Leggio è un grande professionista e docente Lizard alla Drum School di Siracusa oltre che titolare del Metropolis studio dove ho appunto registrato e mixato l’intero album.
 
Davide
Di cosa parli nei tuoi testi, ovviamente cantati in inglese? C’è un filo rosso che lega i tuoi brani?
 
Sebastiano
I miei testi non seguono un genere o stile ben preciso. Scrivo solo cosa m’ispira in quel momento, oppure scrivo ciò che fa parte dei miei ricordi facendoli rivere di nuovo. I miei testi spaziano tra esperienze fantastiche e temi attuali, tra religione e misticismo, tra bene e male! Non ho un tema ben preciso. Non voglio chiudermi dentro degli schemi ed imbrigliare la mia creatività. Infatti il brano Justify Blues ne è la testimonianza!
 
Davide
Cos’hai fatto prima di questo disco e quali sono stati i tuoi studi musicali. Quali chitarristi ti hanno fatto appassionare alla chitarra e al genere?
 
Sebastiano
Prima di questo disco, credo come un po’ tutti, ho iniziato suonando in diverse cover band proponendo un repertorio generalmente ispirato al rock anni ’70 (Deep Purple, Rainbow, Led Zeppelin). Anni irripetibili per il rock con la “R” maiuscola! Poi ho avuto alcune esperienze in studio. Nel dicembre del 1999 è uscito appunto l’album “Before this century is out” firmato Immrama. Un rock malinconico a tratti psichedelico di pura matrice anni ’70. Un album dall’ascolto difficile ma ricco di atmosfere e sound. Mai scontato!!! Registrato alla vecchia maniera. Come si faceva appunto in quegli anni. Poi ho registrato alcuni lavori che presagivano il sound dell’album Bastian, ma non abbandonando mai le performance live, nonostante le innumerevoli difficoltà nel riuscire a suonare dal vivo nei locali. Parlando dei chitarristi che mi hanno ispirato di più possiamo elencare per ordine cronologico il grande Jimy Page e Ritchie Blackmore per sonorità più romantiche ed espressive. Malmsteen e Zakk Wylde per un sound più tecnico ed aggressivo. Ma possiamo anche nominare Steve Morse e Jake e Lee. O anche i bluesman come Steve Ray Vaughan (vedi la mia Fender) o Johnny Winter. Diciamo che non mi vincolo mai nell’ascolto di un solo genere, ma di ogni genere che ha contribuito a creare il mio!
 
Davide
Come sei approdato alla Fonoprint di Bologna per registrare e masterizzare questo lavoro?
 
Sebastiano
Semplicemente volevo dare il meglio al mio album in qualità di mastering! Quando parli di Fonoprint parli di leggende italiane come Vasco Rossi, Lucio Dalla, Zucchero…..cos’altro aggiungere. Dei grandi!!!! Maurizio Biancani un fenomeno!!!
 
Davide
Quali dischi sono la summa dell’hard rock e dell’heavy metal secondo Sebastian?
 
Sebastiano
Come Hard Rock a me piace tantissimo il primo album dei Guns and Roses “Appetite for distruction”!!! Alla faccia dello studio o di ore passate a studiare tecnica!!!! Quell’album è suonato tutto d’istinto, senza nessun virtuosismo o strane tecniche chitarristiche! Oggi spesso si tende a stupire con virtuosismi per poi travisare la qualità e la bellezza del brano. “Appetite for distruction” ne è l’esempio (parlando per l’hard street rock USA). Se parliamo poi di metal, senza persarci troppo, mi viene subito in mente l’album dal vivo di Ozzy Osbourne “Randy Rhoads Tribute”. Quando ho ascoltato quell’album ne sono rimasto scioccato. Fulminato!!! La chitarra di Randy è a dir poco micidiale!!! Peccato sia scomparso prematuramente! Non voglio però tralasciare l’album “Long Live Rock’n’roll” dei Rainbow!! Dopo aver ascoltato Gates of Babylon, non ho dormito per tre notti. Continuavo ad ascoltarla ed ascoltarla. Poi si è sfilacciata la musicassetta. Cazzo!!!!
 
Davide
Qual è stata la tua prima chitarra e quale il primo amplificatore; quali quelle usate in questo disco?
 
Sebastiano
La mia prima chitarra elettrica è stata una Ibanez Rx nera usata, acquistata dal mio insegnante di chitarra. Con i pickups che provenivano da una Ibanez Frank Gambale. Come primo ampli ho avuto un Peavey bandit 112 a transistor. Devo dire che suonava davvero bene!!! In questo disco ho usato tante chitarre. Una Gibson les paul custom shop 1959, una PRS Santana, una Fender Stratocaster “Freak”, ed una Ibanez Frank Gambale con pickups EMG attivi! Ampli Marshall Head jcm800 ZW, ed un Fender Supersonic da 22 watt. Quasi tutti i brani sono stati registrati con il plettro che Mr. Steve Vai mi regalò durante una Jam Session fatta insieme “on stage” a Catania. C’è anche un video su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=DilSW3aveLI&hd=1
 
Davide
Di chi ti piacerebbe avere una chitarra e quale in particolare? Una chitarra appartenuta, che so, a Dave Murray, a Tommi Iommi, a Jimmy Page, a Ritchie Blackmore o chi?
 
Sebastiano
Tutte!!!! hahahahahahaha!!!! Non saprei scegliere!!!! Se mi facessero la proposta mi metterei a piangere oppure impazzirei!!!!! Per me sono tutti dei miti!!! Quindi l’una vale l’altra!!!!
 
Davide
“Formò dunque Dio l’uomo dal fango della terra, e gli inspirò in faccia lo spirito della vita, e l’uomo divenne persona vivente”. Chi ha fatto la copertina e cosa rappresenta quella forma, sorta di Clayface, che emerge antropomorfa e angosciosa o smarrita quasi come un Urlo di Munch dalla terra spaccata e arida di una terra desertificata? Munch, a proposito della genesi del suo capolavoro, scrisse:  …e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura…
 
Sebastiano
Quella copertina rappresenta “I miei giganti musicisti”, che si fondono in una cosa sola e che affiorano dal deserto dinnanzi a me!!! Come un Golem!!! Quella creature fantastica fatta di fango, evocata dagli antichi alchimisti ebraici per essere impiegato come difensore del popolo dalle persecuzioni!!! Il deserto rappresenta il momento privo di emozioni e di ideali in cui viviamo!!!
 
Davide
Sto cercando un angelo con un’ala spezzata, disse Jimmy Page… Tu cosa stai cercando?
 
Sebastiano
Io sto cercando solo la mia musica!!!! Voglio solo scrivere e musicare le mie emozioni ed i miei ricordi e racchiuderli per sempre in quel diario che nel nostro linguaggio musicale chiamiamo “album”!!!! Così quando sentirò la loro mancanza, potrò sempre ascoltarli per riviverli attimo dopo attimo….nota dopo nota…..emozione dopo emozione!!!!
 
Davide
Capire la Sicilia significa per un siciliano capire se stesso, assolversi o condannarsi. Ma significa, insieme, definire il dissidio fondamentale che ci travaglia, l’oscillazione fra claustrofobia e claustrofilia, fra odio e amor di clausura, secondo che ci tenti l’espatrio o ci lusinghi l’intimità di una tana, la seduzione di vivere la vita con un vizio solitario. L’insularità, voglio dire, non è una segregazione solo geografica, ma se ne porta dietro altre: della provincia, della famiglia, della stanza, del proprio cuore. Da qui il nostro orgoglio, la diffidenza, il pudore; e il senso di essere diversi”. Sono parole di Gesualdo Bufalino. Cos’è per te la Sicilia?
 
Sebastiano
La Sicilia è la mia casa!!! È dove sono nato e dove voglio morire, perché ogni siciliano ama la sua terra, con tutti i suoi difetti e condanne! È una terra di miti e leggende! Di giganti come Polifemo, di mostri come Scilla e Cariddi. Una terra stupenda, baciata dalla natura, ma che purtroppo oggi grazie al nostro mal governare non offre niente ai suoi figli, costretti ad emigrare come negli anni ’40, e a rendere così migliori i paesi che li ospitano……C’è un vecchio detto in Sicilia che voglio tradurre in italiano: “Chi esce… riesce”!!! Chissà perchè??!!
 
Davide
Ti vedremo dal vivo? Cosa succederà ora?
 
Sebastiano
Sto intanto aspettando e valutando ogni proposta discografica!!! Per adesso solo estere!!! Vorrei partire prima con la distribuzione dell’album a livello internazionale per far conoscere meglio i brani!!! Poi una volta fatto questo si potrà parlare per eventuali esibizioni dal vivo o meglio ancora…per qualche piccolo tour!!!
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Sebastiano
Grazie a te Davide e Long Live Rock’n’Roll

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