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A futura memoria – Leonardo Sciascia

3 min read
(se la memoria haun futuro)
Introduzionedell’autore
Bompiani Editore
Saggistica
Pagg. 190
ISBN 9788845245329
Prezzo € 7,00 

 

Ungiornalismo scomodo 

 

Questolibro raccoglie quel che negli ultimi dieci anni io ho scritto su certidelitti, certa amministrazione della giustizia e sulla mafia. Spero venga lettocon serenità.”

LeonardoSciascia 

 

Questo libro è costituito da una raccoltadi articoli che sono stati pubblicati in un periodo che va dal 1979 al 1988 sudiversi settimanali e quotidiani nazionali.
Letti acriticamente possono sembrareautonomi, non legati da un filo conduttore, ma se si presta la massima attenzione,soprattutto ove si consideri che Sciascia in tutta la sua attività letterariasi è sempre attenuto a un atteggiamento di aperto contrasto con l’ufficialitàdei fatti, troppo incline a celare verità spesso in antitesi con l’evento, èpossibile comprendere la rilevante importanza che hanno per conoscere la storiaitaliana, cosi travagliata, degli anni ’80.
Lo scrittore parte da fatti di cronaca,spesso eclatanti, per una riflessione sul ruolo dello Stato e su una certaincontrovertibile specularità della sua struttura e dei suoi sistemi con quellidel fenomeno mafioso, due entità contrapposte che vivono in osmosi.
Se in origine per primo aveva evidenziatoche una certa delinquenza non era un fenomeno comune, a se stante, ma bensì erauna struttura radicata nel territorio siciliano e pronta a espandersi a macchiad’olio ovunque, passando poi a rilevare connivenze con lo stato, negli ultimianni di vita aveva saputo cogliere la confusione esistente fra l’ordinecostituito e quello mafioso.
Sono articoli anche con affermazionibrucianti, come quello con cui afferma che il generale Dalla Chiesa fu uccisoperché non aveva capito la mafia nella sua trasformazione in multinazionale delcrimine, il che aveva provocato nel figlio dello scomparso una querelle,sostenuta su giornali con toni aspri e piuttosto accesi, con Sciascia cheribadiva il suo concetto, pur nel rispetto del caduto, e con l’altro che nefaceva una questione personale, anzi familiare, ma senza riuscire a contestarein modo logico il pensiero dell’autore siciliano.
L’analisi stringente di Sciascia si rivelapoi profetica nel caso del presentatore Enzo Tortora, accusato da un pentito eingiustamente costretto in carcere. Nell’occasione fu uno dei pochi a prenderele sue difese con argomentazioni incontrovertibili e non per un semplice motodi simpatia e alla fine si è potuto vedere che aveva ragione.
Così come illuminanti sono i suoi giudizisulla morte di Calvi, su personaggi mafiosi come Buscetta, Sindona e MicheleGreco.
Non aveva peli sulla lingua e analizzava,sviscerava arrivando poi a conclusioni che provocavano risentimenti vari, dandoluogo a polemiche, a scontri giornalistici.
Con questi articoli è probabile che si siafatta, almeno all’epoca, una vasta rete di nemici, in una battaglia da DonChisciotte contro non tanto dei mulini a vento, ma dei poteri immensamentegrandi.
Forse qualche volta non ci ha azzeccato, maquasi sempre è riuscito a vedere oltre l’apparenza, al di là dell’ufficialità,comportamenti che poi, sovente diversi anni dopo, sono venuti alla luce delsole.
A futura memoria  è quindi un librosempre attuale ed è quindi ovvio che la sua lettura è più che raccomandabile.
 
 
Leonardo Sciascia (Racalmuto,8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989). E’ stato autore di saggi eromanzi, fra cui: Le parrocchie di Regalpietra (Laterza, 1956),  Ilgiorno della civetta (Einaudi, 1961), Il consiglio d’Egitto(Einaudi, 1963), A ciascuno il suo (Einaudi, 1966), Il contesto(Einaudi, 1971), Atti relativi alla morte di Raymond Roussel (EsseEditrice, 1971), Todomodo (Einaudi, 1974), La scomparsa di Majorana (Einaudi,1975), I pugnalatori (Einaudi, 1976), Candido, ovvero Un sogno fattoin Sicilia (Einaudi, 1977), L’affaire Moro (Sellerio, 1978), Ilteatro della memoria (Einaudi, 1981), La sentenza memorabile(Sellerio, 1982),  Il cavaliere e la morte (Adelphi, 1988), Una storiasemplice (Adelphi, 1989).

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