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Chansons Satie – Donella Del Monaco

12 min read
 
Pubblicato il nuovo album di Donella Del Monaco, la straordinaria vocalist degli Opus Avantra; si intitola “Chansons Satie“. Donella canta Erik Satie, l’antiaccademico e eccentrico compositore e pianista francese (1866-1925).
Satie, considerato una figura chiave, un brillante innovatore nel panorama artistico di fine ‘800 ed inizio del ‘900, è oggi rivisto come il precursore di molti movimenti di avanguardia, quali il simbolismo, il surrealismo ma anche di movimenti contemporanei dalla new age al minimalismo. Chi ama il genere progressive amerà questo autore che riesce ad anticipare i nostri tempi e forse a condurci oltre.
Canzoni cantate, sussurrate, ritmate, chiacchierate e delicati brani pianistici, rendono l’ascolto di Donella Del Monaco facile e fluido, pur nell’impegno di ritrarre la complessità di Erik Satie.
 
Donella Del Monaco  soprano
Massimiliano Damerini  piano solo
Attilio Bergamelli pianista accompagnatore
 
 
Dal booklet di “Chansons Satie”
 
Parlando di Erik Satie, si sa già che questo autore ha bisogno di interpreti un po’ speciali, interpreti che sappiano avvicinarsi alla musica con uno spirito non solo “classico”, ma aperto a differenti generi musicali e che comunque abbiano percorso l’esperienza dell’avanguardia. Per quanto riguarda il canto, vocaliste innovative quali Cathy Barberian e Meredith Monk ne sono rimaste affascinate e per me Satie è quasi il leit motiv della mia vita musicale avendogli dedicato moltissimi concerti soprattutto al Cabaret o al Caffè letterario. Credo che la forza del suo coinvolgimento stia nel fatto che Satie è un precursore  e ti obbliga a seguirlo in un percorso ove procede lanciando degli stimoli ma tralasciando di sistematizzare le intuizioni, quasi a intendere che la musica è una storia infinita e gli stili musicali gradini di un procedere che va lontano, sui quali non vale la pena soffermarsi o affezionarsi troppo, pena l’arrestarsi del cammino.
Satie apre dei piccoli squarci, degli spiragli nell’espressione musicale, anticipando modi e forme e poi va oltre, lasciando il compito di definire e teorizzare agli altri. Così stili ed atmosfere si fondono e fluiscono l’uno sull’altra, dall’ironia sensuale e sussurrata dei Trois Poèmes d’amour, al ritmo sincopato quasi jazzistico di Sylvie, alla soave e mistica Èlegie, a Premier menuet per pianoforte, ultimo lavoro da lui composto, lieve ed aereo ove sembra lanciare un ponte verso gli stati più sottili dell’essere.
Satie riesce così a sfuggire ad ogni definizione a scuola, secondo la sua natura anticonvenzionale: il suo messaggio risulta aforistico, quasi impalpabile, forse perché gli spiriti superiori passano così, inafferrabili come un battito d’ala. Il suo magnetismo personale, la sua incisività dovevano essere straordinari dato che molti degli artisti più significativi del primo ‘900 hanno incrociato la sua strada: Picasso, Cocteau, Diaghilev, Debussy, Massine, Picabia, Stravinskij hanno in diversa misura interagito col suo indomabile ésprit. Ma lui è già oltre: appassionato di esoterismo, appartenente al movimento della Rose-Croix, quanto brillante animatore  dei Cabarets di Montmartre, la sua vita sembra vissuta come un viaggio verso l’inesprimibile…
 
Donella Del Monaco
1. LES OISEAUX – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
2. TENDREMENT – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
3. SYLVIE – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
4. LA DIVA DE L’EMPIRE – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
5. POUDRE D’OR – pianoforte M. Damerini
6. JE TE VEUX – pianoforte M. Damerini
7. ELÉGIE – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
8. LES TROIS POÈMES D’AMOUR poesie di E. Satie – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
9. AIR DU RAT – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
10. LE CHAPELIER – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
11. GUILLERET (DANSE) OP. 96 – pianoforte M. Damerini
12. DAPHÉNÉO – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
13. CHANSON DU CHAT – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
14. LA STATUE DE BRONZE – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
15. LES TROIS VALSES DISTINGUÈES DU PRÈCIEUX DÈGOUTÉ – pianoforte M. Damerini
16. DANSEUSE – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
17. CHANSON – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
18. ADIEU – pianoforte A. Bergamelli, voce D. Del Monaco
19. PREMIER MENUET – pianoforte M. Damerini
 
 
Davide
Buongiorno Donella. Che bell’opera “Chansons Satie”! Molto hai già scritto nelle note del booklet, che ho qui riportato, sul perché hai scelto di interpretare Erik Satie. Quando hai scoperto la musica di Satie e come hai coltivato questo progetto?
 
Donella Del Monaco
Satie mi ha affascinato fin dall’inizio della mia carriera; ricordo di aver interpretato la Diva e Tendrement per un festival della metà degli anni Settanta, ma l’idea di dedicargli un intero concerto e un CD è parecchio posteriore, quando ho avuto l’idea di dedicare un concerto ai cabaret letterari del primo Novecento tra cui anche l’Überbrettl Kabarett di Arnold Schönberg.
 
Davide
Quali tue affinità hai scoperto nel tempo con Satie e la sua musica?
 
Donella Del Monaco
Come cantante amo Satie perché permette all’interprete un’ampia apertura interpretativa, perché si passa dalla canzone al morceau da cabaret, all’impalpabilità di alcuni brani mistici. Come autrice, mi ritrovo a mio agio nell’impossibilità di definire i suoi brani in un genere: Satie è sempre al confine tra l’impegno e il sarcasmo, la struttura e la decostruttività, il suggerire senza definire.
 
Davide
Due grandi pianisti, Damerini e Bergamelli… State portando Chansons Satie anche al pubblico dei concerti?
 
Donella Del Monaco
Ma certo, è un autore amatissimo dal pubblico.
 
Davide
"It's not a question of Satie’s relevance. He’s indispensable" disse di lui John Cage. I modernisti del passato in realtà oggi suonano spesso in modo molto datato, ma non Satie nel corso dei vari periodi musicali che sono seguiti fino a oggi. Cosa lo rende sempre realmente moderno, attuale?
 
Donella Del Monaco
La musica di Erik Satie è fortemente connotata da stilemi che affondano in archetipi musicali i quali illuminano tutte le epoche a dispetto dell'oscillazione delle coscienze artistiche e antropologiche.
 
Davide
Satie entrò nel 1879 in conservatorio, ma i suoi professori lo screditarono presto, rimproverandogli lo scarso talento… Dire Erik Satie è come dire “contro l’Accademismo”. Questo mi fa riflettere anche sulla tua produzione fin dai tempi di Opus Avantra, che non fu solo un gruppo musicale, ma un vero e proprio movimento estetico sperimentale, se non anti-accademico, sicuramente non accademico. Negli ultimi decenni però qualcosa sembra essere cambiato, c’è molta contaminazione tra le musiche, o la “musica dotta”, l’Accademismo nella rigida accezione di un tempo, esiste ancora e in che forma?
 
Donella Del Monaco
A mio parere, al giorno d'oggi non ha più senso differenziare le produzioni musicali in senso accademico. Le moderne possibilità di riproduzione sonora aprono paesaggi musicali sconfinati, l'atteggiamento nella produzione musicale tende sempre di più a privilegiare il gusto artistico individuale, determinando percorsi efficaci e soddisfacenti, che comprendono i riferimenti accademici ma non si esauriscono in essi.
 
Davide
Oggi, la musica è dappertutto, in qualunque momento… è diventata un po’ tutta "musique de tapisserie"…
 
Donella Del Monaco
Anche in questo, la sensibilità di Satie si è dimostrata profetica. Un vero prodigio di intelligenza, profondità e indipendenza di pensiero e azione.
 
Davide
A quali esecuzioni avete fatto maggiore riferimento? Quali interpretazioni migliori indicheresti della musica di Satie?
 
Donella Del Monaco
Volontariamente abbiamo evitato di ascoltare altre esecuzioni discografiche di Satie per non lasciarci influenzare. Infatti molto spesso un interprete può lasciare la sua impronta e poi è difficile liberarsene per dare spazio a una propria lettura.
La nostra rivisitazione non è mediata da nessun riferimento alternativo, ma solo dal confronto diretto con l'opera del grande compositore.
 
Davide
Dal palcoscenico al salotto: canzoni e melodie della "Belle Epoque" (“Schönberg Kabarett” e "Chansons grises" di Reynaldo Hahn su testi di Paul Verlaine)… Cosa ami di più della Belle Epoque da tornare di quando in quando a rivisitarla?
 
Donella Del Monaco
Mi affascinano soprattutto quei luoghi intriganti, free e freack come i cabaret letterari dove stravaganti, bizzarri e artisti potevano liberare la loro creatività.
 
Davide
Satie è stato suonato in molti modi… La vostra esecuzione, per sensazioni che mi ha trasmesso, mi pare discostarsi da una lettura classica da auditorio (alla Pascal Rogè, per intenderci) ed è più vicina per atmosfera ai cabaret e alla Montmartre dove suonava Satie. In cosa, in che modo vi siete voluti differenziare dalle registrazioni e versioni varie già esistenti?
 
Donella Del Monaco
Come ho già detto, abbiamo scelto di immergerci in Satie senza ascoltare altre versioni e questo, soprattutto, da parte mia. È per questo che probabilmente ne è uscita un’interpretazione libera, ironica e svincolata da ogni lettura “classica” che mi sembra non adatta a un autore così anticonvenzionale.
 
Davide
In uno dei suoi slanci mistici il Satie “esoterik” creò la sua chiesa, di cui però fu il solo e unico membro, la Église métropolitaine d’art de Jésus-Conducteur… Detta in breve, egli, lanciando anatemi contro i «malfattori che speculano sulla corruzione umana», celebrava le virtù del sacrificio artistico e della povertà. Non si assapora mai come si deve lo stato di povertà, disse. E infatti egli visse in austera povertà e in una quasi claustrale solitudine… Quali sacrifici ti ha richiesto intraprendere e mantenere una peculiare cifra artistica e quali maggiori soddisfazioni ti ha dato?
 
Donella Del Monaco
In effetti un artista si trova spesso di fronte a delle scelte: o proporre ciò che  sente proprio o lasciarsi condurre per mano da richieste di organizzatori e pubblico. Infatti, non sempre le due cose vanno d’accordo. Spesso gli organizzatori ti vorrebbero “specializzato” in un determinato repertorio, stile o genere perché così sanno esattamente come proporti e a quale fascia di pubblico, insomma risulti aderente a un certo marketing. All’epoca di Satie non si ragionava ancora in termini di “fasce di mercato”, ma egli intuiva il pericolo della cristallizzazione del messaggio artistico in un meccanismo di mercato che finisce col togliere ogni autenticità. Ecco uno dei perché delle sue continue trasgressioni e della sua austera povertà.
“Quali sono stati i miei sacrifici e le mie soddisfazioni?” Mi sono trovata più volte a chiudere delle pagine per riaprirne delle altre, diverse, per non rimanere impigliata in un ortus conclusus: sono passata dal progressive alla contemporanea, alla ricerca delle radici della veneticità, all’opera, alla canzone, passando attraverso l’esperienza di autrice di testi e di musiche e di produzioni discografiche, ecc. Il sacrificio è stato lasciare delle vie già tracciate per seguirne delle altre più incerte; la soddisfazione è stata una continua rinascita, infatti ognuno di questi diversi aspetti della musica mi ha arricchito e rimane sempre compresente nella mia sensibilità come un vitale nutrimento.
 
Davide
La casa di Satie era da lui chiamata "l'Armadio", un appartamento composto da due stanze, di cui solo una utilizzata, mentre l'altra era chiusa a chiave; il contenuto di questa venne scoperto solo alla morte dell'artista: conteneva una collezione di ombrelli di vari generi a cui lui teneva così tanto che non li usava.
Via Cortot 6 a Montmartre, Le Chat Noir, il misero sobborgo parigino di Arcueil-Chacan… Hai visitato i luoghi dove suonò e visse Satie? Cosa più ti ha colpito della sua vita?
 
Donella Del Monaco
Sì, li ho visitati accompagnata da Ornella Volta che era direttrice del Museo Satie e sua biografa. L’impressione che ho avuto è stata quella di un ambiente piccolo, stravagante, molto familiare e alla mano, senza ufficialità eppure vi sono passate le personalità artistiche più rappresentative del primo Novecento.
Mi hanno colpito la sua riservatezza e semplicità di vita, ma il suo messaggio, a volte criptico, nel tempo si è espanso sempre di più, come i cerchi generati da un sassolino gettato nell’acqua.
 
Davide
Detto da Satie: “Se devo essere discepolo di qualcuno, credo di poter dire che lo sono esclusivamente di me stesso”.
Non vi sono scuole alla Satie. Il satismo non saprebbe come esistere, mi troverebbe ostile. Nell'arte non deve esservi alcuna schiavitù”.
Oppure: “Un vero musicista deve sottomettersi alla sua Arte; … deve porsi al disopra delle miserie umane;… deve trovarne il coraggio in se stesso,… solo in se stesso”.
Da “Introspezione” a “Chansons Satie” si potrebbe dire lo stesso del tuo stile?
 
Donella Del Monaco
Non ho certo l’ardire e la presunzione di paragonarmi a Erik Satie. Sono d’accordo però con la sua posizione: ritengo che la massima realizzazione per un artista sia arrivare ad essere se stesso.
 
Davide
Chansons Satie segue Em/Pyre di Elliott Sharp, opera della quale hai scritto i testi insieme a Steve Piccolo… Un’esperienza un po’ diversa dalle altre pur nella poliedricità che ti ha sempre contraddistinto e che ti ha visto autrice di testi… Com’è nata?
 
Donella Del Monaco
Elliott Sharp è un autore appartenente all’attuale Scuola di New York come John Zorn, suona una chitarra da lui rielaborata e collegata al computer con la quale riesce a ricavare sonorità incredibili e inusitate. Ho pensato di invitarlo al convegno (2006) per la Biennale di Venezia di Musica e Filosofia e di creare un lavoro assieme a lui e a un gruppo di strumentisti formato per l’occasione. L’esecuzione live è raccolta in un CD editato dalla mia etichetta OpusAvantra studium. Sono molto orgogliosa di questo lavoro perché Elliott Sharp è uno dei compositori più affermati a livello mondiale e lavorare con lui ha premesso a me e a tutti gli altri musicisti di ampliare la nostra visione della musica.
 
Davide
A cosa stai lavorando ora?
 
Donella Del Monaco
Assieme ad Alfredo Tisocco sto lavorando al prossimo disco Opus Avantra il cui titolo sarà Loukos (luogo magico), una raccolta di brani di nuova concezione senza deragliare dai cardini fondanti Opus Avantra; vi saranno brani di improvvisazione e brani elettronici, ma anche canzoni che personalmente trovo emozionanti. C’è anche uno struggente brano elettronico di mio marito Giorgio Bisotto, che è riuscito a portare a termine pochi giorni prima della sua morte.
 
Davide
Grazie e… à suivre.
 
 
Invito alla mostra personale dell'artista Silvio Gagno che sarà inaugurata a Treviso sabato 17 marzo 2012.
 
Tra le altre opere saranno presentati anche un ritratto di DONELLA DEL MONACO e uno di GIUSTO PIO.
 
 
 
SPAZIO BEVACQUA PANIGAI
 
Con il Patrocinio della Provincia di Treviso e della Città di Treviso
 
è lieta di presentare
la mostra d’arte contemporanea
 
CODICI E MEMORIALI
Di Silvio Gagno
A cura di Carlo Sala
 
OPENING: SABATO 17 MARZO 2012
DALLE ORE 18:00
 
SPAZIO BEVACQUA PANIGAI
Vicolo S. Pancrazio 3
TREVISO
 
Opere in esposizione fino al 14 Aprile 2012
 
Spazio Bevacqua Panigai, la galleria d’arte contemporanea di Treviso, il 17 Marzo dalle ore 18:00 aprirà le porte ad un artista considerato da molto tempo l’ ”ambasciatore artistico” di  Treviso nel mondo grazie alle sue mostre e alle sue opere.
Dal Portogallo alla Svezia passando per la Francia e la Germania sino oltre oceano, negli States e in Australia, queste alcune nazioni che hanno ospitato a partire dal 1974 le esposizioni del maestro Silvio Gagno.
L’artista oggi decide di “tornare a casa” con un’importante mostra personale intitolata “Codici e Memoriali”, un excursus nell’ultimo decennio di produzione fino ai recentissimi lavori con la presentazione di opere inedite.
Una serie di dipinti che denotano il rapporto empatico e al tempo stesso di abbandono della natura da parte di Gagno, verso un’astrazione che non è mai negazione assoluta, giocando in bilico tra emotività e razionalizzazione.
“Alcuni lavori presentano, incastonate nelle maglie cromatiche, fotografie che rimandano ad un tempo passato: volti di una società che ha subìto profonde mutazioni e che conservano il potere di rievocare le nostre radici. Se in altre opere i codici totalmente astratti mostravano un senso quasi cosmico del nostro essere, queste, dal sapore memoriale, dischiudono un tempo trascorso che ancor oggi è vivido nel nostro immaginario”, descrive il curatore della mostra Carlo Sala. Il riferimento va ad opere che faranno emergere volti di persone amiche dell’artista o legate a lui da un rapporto intellettuale: musicisti, artisti, scrittori e critici, colti nelle loro accezione di persona.
L’allestimento in galleria segue dei criteri che conferiscono grande valenza allo spazio. Le opere alle pareti sono “modulate” in modo da creare un unico moto cromatico e tonale; nella parte centrale della stanza troveranno posto le sculture recenti di Silvio Gagno.
Una mostra completa, che parla attraverso dipinti e sculture, del vissuto e delle esperienze di un artista Trevigiano che dopo molti anni passati a raccontare la sua città finalmente torna a casa.  
 
 
Codici e Memoriali
Mostra Personale di Silvio Gagno
a cura di Carlo Sala
 
SPAZIO BEVACQUA PANIGAI
Vicolo San Pancrazio 3
31100 TREVISO

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