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Tom Clancy’s Rainbow Six: Lockdown – Recensione XBOX

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La serie Rainbow Six, la prima serie di videogiochi apparsa sul PC ideata da Tom Clancy torna su Xbox con
 
Tom Clancy’s Rainbow Six: Lockdown
 
Sempre caratterizzata da un elevato impianto strategico, la serie fu resa un po’ più facile per permettere la sua traslazione sul territorio delle console (dalla prima Playstation in avanti). Ora con questo nuovo impianto, la serie sfocia su un livello che di strategico ha veramente poco, divenendo quasi un titolo arcade, ma sempre di ottima fattura.
 
Nei panni dell’agente Domingo “Ding” Chavez, comanderete una piccola squadriglia di uomini altamente specializzati pronti a rischiare la propria vita in missioni segrete. A farvi da supporto troverete alcuni dei vostri compagni di sempre della serie come Eddie Price, Dieter Weber (di professione cecchino) e Louis Loiselle. Il gioco inizia con il furto di un micidiale virus che, se diffuso, potrebbe cancellare intere popolazioni del pianeta in pochi minuti. Attraverso le missioni di cui è composto questo gioco dovrete risolvere questa situazione. Inutile dire che il piatto forte del gioco sarà l’eliminazione di un sacco di cattivi.
 
Alla base del gioco rimane sempre la famosa “pulizia della stanza”, ovvero quella procedura nella quale dovrete entrare in una stanza chiusa e “pulirla” eliminando qualsiasi pericolo possa celarsi all’interno di essa. Con il giusto equipaggiamento potrete svolgere questo compito in maniera egregia e senza mettere in pericolo la vostra squadra – in genere granate, tossine e esplosive si renderanno utili anche questa volta.
Nella maggior parte del gioco, l’intelligenza artificiale dei vostri commilitoni svolgerà egregiamente il proprio compito proteggendovi da rischi che potrebbero nascondersi nelle aree più aperte, anche se in alcuni momenti di gioco abbiamo osservato tempi notevolmente dilatati per la sola eliminazione di un paio di nemici. Nemici che questa volta godono anch’essi di un intelligenza più raffinata, essendo capaci di subodorare il pericolo che potrebbe nascondersi in una stanza e decidere di abbandonarla, mettendosi in punti più protetti dai quale attaccarvi.
 
Tramite raffinati gadget potrete anche vedere la posizione dei vostri nemici dietro i muri – questa visione comunque sarà limitata dalla durata delle batterie che si consumano in fretta, ma altrettanto in fretta si ricaricano… il risultato comunque si traduce in una diminuita sensazione di tensione e rende le cose un po’ più facili di quanto ci poteva aspettare da questo gioco, rendendolo tutto una versione appena poco più strategica di un qualsiasi Quake.
 
In alcune missioni, dovrete anche coprire, tramite azione di cecchinaggio, l’infiltrazione del vostro team per liberare facilmente la zona della missione da pericolosi nemici. La riuscita o no di questo compito influenzerà la riuscita dell’intera missione e quindi attenti a quello che fate.
 
L’interfaccia di gioco offre una visuale in prima persona, come se si indossassero delle maschere tattiche – le gocce di pioggia scivolano su esse e ogni volta che verrete colpiti la vostra vista si offuscherà – un bell’effetto, anche se ormai già usato.
 
Nel gioco multiplayer Lockdown diventa molto più realistico: sono presenti la modalità cooperativa tramite split screen (per due giocatori) o tramite Xbox Live (per quattro giocatori). Ci sono poi le modalità basate su squadre e competitive fino a un massimo di sedici giocatori.
Ci sono due modalità a squadre deathmatch, di conquista e di recupero.
Inoltre sempre tramite Live potrete crearvi il vostro avatar scelto tra una delle quattro classi messe a disposizione del gioco (assaltatore, infiltratore, medico o geniere), ciascuna con le proprie capacità e caratteristiche salienti (il medico può curare le ferite della squadra, gli assaltatori invece sono esperti di armature pesante, e così via…) Questi avatar crescono di esperienza durante il gioco online e con i crediti guadagnati potranno aumentare di livello aumentando nel tempo stesso le competenze che li contraddistinguono o altre competenze. Ci vorrà un po’ di tempo speso online per aumentare sensibilmente di livello, ma l’impersonificazione che questo comporta con il proprio alter ego è un elemento che fa aumentare il fattore divertimento del gioco stesso. È comunque sempre possibile giocare online non curandosi di questi aspetti, se non apprezzate questi elementi prettamente RPG.
 
Come tutti gli episodi della serie Rainbow Six, anche questo fa del motore grafico e del comparto audio la sua punta di diamante. Innanzitutto, ciascuna missione è introdotta tramite una serie di slide animate e narrate che forniscono i dettagli dell’operazione da intraprendere. Dopodichè sarete chiamati a decidere il vostro armamento per affrontare la missione. La grafica del gioco è veramente ben fatta, ma in alcuni frangenti abbiamo notato piccoli rallentamenti che non inficiano l’andamento del gioco. Rimane la possibilità, anche in questo titolo, durante il gioco single-player di dare, tramite la cuffia di Xbox Live, i comandi alla propria truppa tramite la voce. Basterà impartire i singoli comandi (in inglese) per vederli eseguire dai propri commilitoni – è sempre una cosa che lascia basiti e fa aumentare il fattore divertimento. Anche il comparto audio ricrea come sempre le ambientazioni in modo dettagliato e spingeranno i vostri genitori o chi vive con voi ad urlarvi “ABBASSAAAAAA!!!”, soprattutto se giocate con un bel impianto Dolby Digital connesso.
 
Agli amanti della serie Rainbow Six dico attenti, il gioco è un po’ meno tattico del solito e un po’ più facile, ma questo potrebbe avvicinare nuove schiere di giocatori a un titolo che comunque rimane consigliato per chi ama i libri di Clancy, le spy story e a chi cerca un titolo da giocare online con Xbox Live.
 
Giovanni Strammiello

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