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Forte e Kiaro

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Forte e Kiaro

(Fabrizio Vignali  – AndreaOppureEditore)

 

 

            Fabrizio Vignali è nato e vive a Roma. A Roma ambienta il suo romanzo. Racconta la storia di una generazione alle prese con il mondo. Una realtà fatta di “disadattati” che cercano di crearsi il loro spazio. Il protagonista può essere chiunque  di noi. Per questo motivo non ha neppure un nome. E’ semplicemente “il nostro”.

           

            “Il suo grande sbaglio è stato di aver vissuto infantilmente da uomo, da ragazzo ke si comporta da adulto senza provare il gusto di sentirsi giovane; troppo occupato a cercare quello ke volevano gli altri da lui per accorgersi veramente di quello ke voleva da se stesso compiendo l’errore di credersi arrivato al traguardo. Ora sa ke la gara è appena iniziata.”

           

            Anche nella scelta linguistica delle kappa si esprime il modus vivendi di una generazione in continuo movimento. Costretta a correre dietro alle mode del momento ad ogni costo, con qualsiasi mezzo. Tutto è lecito pur di emergere dalla piattezza di una società il cui unico scopo è mettere in vetrina se stessa. Allora cerca di mettersi alle spalle il passato perchè lo ha lasciato svuotato. Guarda  ad un domani che gli appare ancora più incerto. Finisce per vivere, o meglio sopravvivere, nel quotidiano.

            Fa da cornice ad una esistenza bruciata fra amori e viaggi, la musica. Simbolo stesso della generazione. Dove i testi delle canzoni sono eletti a vademecum ed i cantanti diventano nuovi profeti da seguire. E’ il crollo degli ideali, il nascere di contraddizioni interiori ed esteriori. Si cercano gli status symbol per poi ripudiarli come causa ed effetto di una società da rifiutare.

            Rimane solo vivere il più intensamente possibile.

 

            E’ un racconto giovane, scritto da un giovane, pensando ai giovani. Una denuncia alla società moderna. Un invito a Vivere e non al lasciarsi vivere. Diventare protagonisti delle proprie scelte senza la paura di fare sbagli. E’ come guardare al passato per imparare a capire il presente e creare le basi per il futuro.

  

Giuseppe Portuesi

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