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Agenzia letteraria Contrappunto

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Agenzia Letteraria Contrappunto

Lo Studio “Contrappunto” nasce nel 2002. L’idea di fondo era inizialmente quella di proporre un servizio di intermediazione editoriale completo ed efficace, rivolto soprattutto ad opere d’esordio esordienti.

Una breve storia della Vostra Agenzia Letteraria e della sua collocazione sul mercato italiano.

Oggi Contrappunto, grazie all’apporto di un organico volutamente ridotto ma di eccellente e documentata professionalità, ha ampliato (e continua ad ampliare) lo spettro di attività: affianco ai servizi per gli esordienti, che occupano tutt’oggi un importante segmento di attività, Contrappunto gestisce infatti scrittori noti, ha un settore che si occupa di gestione dei diritti con l’estero e di traduzione, e ha allo studio alcuni rilevanti progetti editoriali, uno dei quali inerente la formazione d’impresa.

Quali sono al momento i Vostri punti di forza?

In un mercato, come quello delle intermediazioni editoriali, nel quale l’offerta è in continua crescita (di agenzie letterarie ne nascono in continuazione) e dove i risultati, in termini di pubblicazioni effettivamente raggiunte, sono fortemente determinati dalle difficoltà di ricezione dei cataloghi editoriali, il primo requisito che il cliente richiede è, naturalmente, un elevatissimo profilo di competenze. Questo vuol dire consulenti che abbiano praticato sullo spettro più ampio possibile di casistiche e che, pertanto, siano in grado di offire soluzioni ad hoc credibili, ragionevoli, ed efficaci, riuscendo così ad accompagnare il cliente in tutte le fasi della pubblicazione, senza mai perdere di mira ciò che viene dopo la pubblicazione.

Parlateci di una iniziativa cui volete dare il massimo risalto, e alla quale tenete molto.

Ne esistono diverse in corso ma, nella maniera più assoluta, il progetto editoriale più rilevante è, attualmente, quello relativo alle letterature straniere.

I Vostri servizi per gli autori esordienti?

Ognuno dei servizi offerti dal ns. Studio risponde ad una domanda ben individuabile.

L’autore esordiente, anzitutto, vuole sapere se (e come) il suo inedito può incontrare il favore del mercato editoriale – detta altrimenti: quanto ‘vale’ il testo che ha scritto: a questa prima, elementare domanda, Contrappunto risponde con il servizio di “Lettura e valutazione inediti”, che ha precisamente lo scopo di effettuare una prima diagnosi esterna e generale, ma nondimeno effettivamente critica.

Spesso, poi, gli inediti presentano imperfezioni e lacune evidenti e tali da essere preventivabili come fattori negativi di decisione da parte degli editori. Al cliente può venire allora proposta una accurata revisione, ora stilistica, ora contenutistica – in ogni caso, qualcosa di molto diverso (e più coinvolgente per l’autore stesso) dell’editing.

Si procede quindi a rappresentare l’inedito (o l’autore) presso le Case editrici, servizio che espletiamo rigorosamente a livello nazionale.

Per i libri editi, infine, ci occupiamo di organizzare eventi e presentazioni.

Un esordiente come deve presentarVi un manoscritto?

Semplicemente inviandolo in formato cartaceo. Attenzione però a prendere preventivamente visione del nostro sito internet e, in particolare, della pagina “Invio testi” per reperire le necessarie informazioni procedurali.

Come può orientarsi un esordiente nella selezione delle agenzie letterarie a cui inviare il proprio lavoro?

Sicuramente, dati essenziali e discriminanti sono la competenza e la professionalità dei consulenti. In genere, per fare un esempio, difficilmente un consulente affidabile è troppo prodigo di elogi; sicuramente mai un consulente affidabile afferma di poter fare più di quanto il mercato effettivamente consenta.

Vi sentite di indicare qualcosa di particolare a un emergente circa la revisione dei suoi testi?

Non ci sono indicazioni che vadano bene per tutti. Ogni caso è a sé. In linea di massima, consigliamo però di evitare accuratamente ogni sovradeterminazione del valore effettivo del proprio testo.

Quando è il momento per un autore esordiente di spedire la sua opera alle agenzie letterarie o agli editori?

Quando ritenga di aver raggiunto, nel testo concreto, una solida definizione letteraria e culturale.

Ritenete che sia fondata l’utilità dei corsi di scrittura?

Non nascondiamo un certo scetticismo al proposito: un corso di scrittura può, al limite, incidere positivamente sulle abilità tecniche, ma è molto raro che riesca a vantare risultati più sostanziali. Ad ogni modo, va rimarcato – almeno in linea generale – che lo spirito del corso di scrittura, spesso, non è di natura eminentemente formativa, configurandosi piuttosto come un momento più o meno ludico o, comunque, di svago costruttivo.

E il ruolo delle Agenzie Letterarie nel panorama editoriale italiano quale è? Quali sono i servizi che offrite e in che maniera vengono espletati, c’è da firmare un contratto, da consultare un tariffario, vengono garantiti dei risultati?

Il ruolo delle agenzie è essenziale già solo in riferimento alla disarmante frammentazione con la quale il mercato editoriale si presenta agli autori, soprattutto se esordienti: indirizzare alle case editrici sulla base di una progettualità esplicita, scegliere fra alternative editoriali diverse, gestire con competenza ed esperienza la materia contrattuale, sono alcune delle più immediate risposte che un’agenzia fornisce quotidianamente ai suoi clienti. Di nuovo, però, essenziale è il profilo professionale dei consulenti, altrimenti il tutto si riduce ad un semplice “passamano”.

Ovviamente , essendo costutuiti quale Studio professionale, prevediamo per ogni fase la stipula di contratto formale, prima del quale vanno determinati con ogni singolo cliente i risultati effettivamente proponibili.

Cosa consigliereste di leggere a un autore esordiente per migliorare la sua formazione?

Questo è difficilissimo a dirsi, dipendendo infatti dalle inclinazioni soggettive di ciascuno. Ad ogni modo, il consiglio generico ma sempre valido è di leggere i grandi maestri.

Domanda cruciale: Scrittori si nasce o si diventa? In breve quanto conta il talento di base rispetto a quanto si può eventualmente acquisire in seguito a livello di tecnica?

La domanda può apparire meno cruciale se solo si considera che lo scrittore lavora su di una ‘materia’ che altro non è che il linguaggio ordinario e quotidiano; il quale poi, naturalmente, viene, per un verso, elevato a veicolo di un’universalità di contenuto che rarissimamente è raggiunta nelle situazioni linguistiche quotidiane e, per l’altro verso, plasmato e raffinato in un’opera letteraria, ossia in un universo conchiuso di senso estetico. Se, dunque, non serve fingere che lo scrittore viva di sue specifiche capacità innate (come, ad esempio, deve avvenire nel musicista che ha a che fare con un universo linguistico del tutto alieno alla quotidianità espressiva), non si può neanche pensare che il solo, per quanto assiduo, perfezionamento tecnico possa elevare una persona al rango, appunto, di scrittore. E questo, se non altro, perché ‘scrittore’ designa una categoria di rilevanza culturale e sociale, oltreché estetica e letteraria; vale a dire, una categoria di senso, di riflessione e di confronto col mondo.

Si dice che l’aver vinto dei concorsi letterari a volte sia un’arma a doppio taglio nei confronti delle case editrici. E’ vero? Insomma, giova o gioca a sfavore?

Dipende dalle situazioni concrete e dall’autorevolezza dei concorsi: in genere, quando si intende di concorsi di medio livello, la questione è perlopiù indifferente.

Tra centinaia di manoscritti che una casa editrice esamina, quali sono i particolari che possono significare la differenza? Un testo inviato tramite un’Agenzia Letteraria ha maggiori possibilità di essere favorevolmente accettato?

Le Case editrici ricevono centinaia di proposte editoriali (manoscritti) da valutare e selezionare; ogni proposta rappresenta un costo, per lo meno in termini di tempo da dedicarvi. Se ad inoltrarla è un’agenzia, la proposta è già andata incontro ad analisi e valutazioni che ne suffragano la validità. Per questo una proposta proveniente da agenzia ha maggiori probabilità di essere presa in considerazione dalle case editrici.

Ultimamente quali sono gli autori esordienti sui quali avete deciso di investire particolarmente?

Questo risulta chiaramente dalle scelte implicite nella costruzione del nostro sito.

E il risultato che avete ottenuto in questi casi è stato rispondente alle Vostre aspettative?

Sì. In alcuni casi addirittura significativamente superiore.

Quali sono le modalità per inviare un manoscritto alla Vostra agenzia letteraria?

Semplicemente inviandolo in formato cartaceo. Attenzione però a prendere preventivamente visione del nostro sito internet e, in particolare, della pagina “Invio testi” per reperire le necessarie informazioni procedurali.

Quante persone si occupano della lettura dei materiali pervenuti in redazione e che procedure seguono per l’esame, la valutazione e il responso finale?

In genere una persona sola. Non servono molti pareri: non condividiamo assolutamente la scelta di delegare il compito di selezione iniziale del dattiloscritti all’esterno della nostra realtà, qualunque sia l’entità numerica degli stessi. Ne va di scelte determinanti per il futuro.

La Vostra posizione sul fenomeno oramai tanto diffuso della Pubblicazione con Contributo o a Pagamento?

Non è questione di posizioni. Inoltre sul tema c’è molta confusione, anche se il maggior ostacolo ad un completa comprensione dei meccanismi che regolano questo genere di editoria è un’informazione non sempre affidabile (in alcuni casi addirittura fraudolenta).

Una volta deciso di investire su un particolare autore, quali sono i meccanismi di promozione che adottate per incentivare l’iniziativa?

Non esistono schemi replicabili su diverse casistiche: si tratta di valutare ogni singolo caso, e soprattutto del livello al quale si intende muovere il singolo testo.

Vincolate a Voi un autore qualora decideste di rappresentarlo? E per quanto tempo?

Naturalmente. Prerequisito di serietà reciproca è il non accavallare iniziative che potrebbero risultare contrastanti. Il rapporto con il nostro Studio è tale da creare le credenziali per un rapporto pluriennale.

I vostri servizi sono a pagamento, oppure richiedete una percentuale sugli introiti?

Dipende dal caso specifico.

Quale può essere una buona tiratura per un romanzo di esordio di un autore italiano?

Imprevedibile a priori: è necessario confrontarsi con l’obiettivo che si intende raggiungere, nonché con la politica della singola Casa editrice.

E dopo che cosa succede?

Come ripetiamo spesso, i libri non nascono con le gambe e, di conseguenza, non camminano da soli.

Rimane ancora vero che il sogno di ogni editore è quello di creare un autore, e dunque un nuovo fenomeno editoriale?

La domanda è speciosa: creare un autore e creare un nuovo fenomeno editoriale sono due cose radicalmente diverse. L’editore che per primo pubblicò Saramago, ad esempio, creò un autore, non un fenomeno editoriale; e c’è da chiedersi se del Saramago successivo al Nobel, tradotto e venduto in tutto il mondo, si possa parlare nei termini di un “fenomeno” editoriale.

Parliamo di percentuali, su centinaia di manoscitti inviati a una casa editrice quanti sono ragionevolmente proponibili e quanti di quelli accettabili giungono poi alla pubblicazione? Insomma su che numeri viaggia la selezione di un nuovo autore? I nostri lettori sospettano che la probabilità di riuscire sia paragonabile alla vincita dell’Enalotto, è davvero così? E in questo caso le Agenzie Letterarie operano una scrematura, o accettano di rappresentare tutti?

Un’agenzia che rappresentasse tutti i testi finirebbe per chiudere molto presto. Gli editori sono letteralmente sommersi da proposte di pubblicazione, molte delle quali di scarsissimo pregio: da un’agenzia, l’editore si aspetta una significativa scrematura – si aspetta di non perdere tempo, e per questo, sempre di più, gli editori danno precedenza a inediti già selezionati in agenzia.

Non dovreste essere Voi a cercare gli autori, e non essere viceversa sottoposti da questi ultimi a un costante ed asfissiante corteggiamento?

No, è bene che mai un’agenzia “corteggi” troppo un autore. Questo potrebbe generare illusioni o peggio.

Come fa un autore a sapere che sorte ha avuto il suo manoscritto inviato in lettura presso di Voi?

Il nostro Studio si impegna a dare in ogni caso comunicazione scritta, per cui non c’è che da attendere con fiducia.

Investimento sul libro ma soprattutto sull’autore, quale sono le modalità che applicate e le forze che mettete in campo per motivare un buon autore a rimanere nella Vostra scuderia? In poche parole i Vostri meccanismi di fidelizzazione.

I clienti di Contrappunto sanno di appertenere ad una realtà sempre riconoscibile, e nella quale essi stessi si riconoscano. E’ per questa ragione che i nostri eventi, per esempio, sono sempre seguiti con attenzione da ognuno di loro, anche quando non coinvolti direttaente, giungendo anche ad impegnarli in tragitti di non poco conto, determinando un meccanismo a catena di pubblico costante e di lettori forti.

Un’agenzia letteraria serve a rappresentare un autore anche dopo che ha conseguito il successo o serve solo per lanciarlo?

Diremmo anche dopo, o forse persino soprattutto dopo, come dimostra il fatto che tutti gli scrittori noti, in Italia come all’estero, sono seguiti d’agenzia.

In Italia il ruolo dell’agenzia letteraria è motlo diverso da quello rivestito ad esempio negli Stati Uniti, a cosa è dovuto?

Naturalmente alle condizioni di mercato.

Le vecchie e nuove collane editoriali dedicate al genere Giallo, Thriller e Noir, con qualche coraggiosa puntata verso il genere Horror, si stanno rivelando una scelta vincente.Quali sono i motivi di questo fenomeno di pubblico?

Nuovamente, scelte di mercato studiate con i nuovi tempi.

Anche nella letteratura come in ogni altro genere di cose si assiste spesso a fenomeni di corsi e ricorsi storici in cui i riflussi di tendenze precedenti continuano a influenzare fortemente il mercato, è questo il motivo del prolificare di tutti i generi Mistery, Detection, Procedural, Techno e Legal Thriller?

Sì, in buona misura.

Si dice che anche al Cinema il crescente favore che il pubblico riserva a pellicole inquietanti e terrorifiche sia dovuto al bisogno che la gente ha di provare comunque emozioni forti, per scuotersi dalla noia e dalla ripetitività ciclica del nostro attuale stile di vita. Siete d’accordo? E’ allora questa la molla che attira i lettori verso gli scaffali Horror e Noir delle librerie?

La spinta al trasgressivo che in molti vorebbero perseguire, ma che pochi perseguono.

E’ vero che gli appassionati del genere Giallo e Noir costituiscono una sorta di mondo parallelo? Una specie di mercato di nicchia dalle insospettabili proporzioni?

Non più di qualsiasi mercato, quando puntualmente stimolato.

Dicono che il Giallo, con la sua logica rassicurante e matematica, e il Noir, con la sua fredda e impietosa introspezione psicologica, siano in realtà due facce della stessa medaglia che rappresenta efficacemente in fondo la nostra vita reale di tutti i giorni. Allora è questa la vera spiegazione della vitalità tutto sommato insospettata di questo intramontabile genere?

Si può senz’altro parlare, ma non solo in questi due generi, di meccanismi sempre validi.

I migliori fenomeni letterari del momento in questo particolare genere letterario?

Quelli che verranno confermati tali anche fra un decennio.

E i mostri sacri che non cesseranno mai di rappresentare un costante punto di riferimento e di comparazione?

Paradossalmente, e non senza una punta di provocazione, quelli i cui testi non sono notoriamente ascrivibili nelle suddette definizioni.

E infine Voi in persona, cosa preferite leggere?

Ciò che, per ciascuno di noi, può meritare il tempo di una rilettura, numerose riletture.

Perchè un’agenzia letteraria come la Vostra? Qual’è la sua collocazione attuale?

Vedasi sopra.

Le collane editoriali in genere sono qualcosa di misteriosissimo, difficile da comprendere per i non addetti ai lavori. A volte non è facile differenziare le case editrici in base alla tipologia di pubblicazione da loro trattata. Credo che sia proprio per questo che sia utile rivolgersi a un’Agenzia Letteraria, che come organizzazione inserita nel settore dovrebbe sapere già a priori a quali case editrici proprorre un determinato testo, o uno specifico autore, con un maggior numero di possibilità di successo. E’ veramente così?

Assolutamente sì. Oltretutto, indirizzando le proposte alle case editrici che si conoscono come più indicate, si evita di sovraccaricare i lettori delle case editrici stesse con proposte spesso non pertineti e che, pertanto, non ricevono risposta alcuna.

Si assiste costantemente a un continuo prolificare di case editrici altamente specializzate su una tematicità specifica, giova differenziarsi o è solo fonte di una sterile settorizzazione in un campo dove francamente l’informazione stenta a volte a farsi strada? Qual è la vostra impressione in proposito?

Diciamo che, qualora non sussista già una forte tradizione culturale alle spalle, specializzarsi può rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Come spiegate il grande successo editoriale delle opere allegate in vendita in edicola con quotidiani e periodici settimanali? Forse la gente ha paura di entrare in una libreria?

Nuovamente, ottima corrispondenza con le nuove scelte di mercato.

Parlando delle basse medie di lettura del nostro paese, si assiste invece a un forte incremento degli aspiranti scrittori, forse perché è più facile essere un abile scrittore che un buon lettore?

No, non esiste buon scrittore prima che alla base non ci sia un eccellente lettore. Piuttosto, è più facile essere un mediocre scrittore che un buon lettore.

Diceva Oscar Wilde che non esistono libri “buoni” e libri “cattivi” ma molto più semplicemente libri scritti “male” o scritti “bene”. Fondamentalmente è una grande verità, ma ancora assistiamo al fenomeno, francamente preoccupante per il nostro panorama letterario, di assoluti sconosciuti scrittori “famosi” in qualche altro campo che si cimentano con la scrittura. Al di là degli indiscussi ritorni economici dovuti a una sensazionale campagna promozionale, come si può ragionevolmente ritenere che comici, attori, calciatori, cantanti e uomini politici si possano cimentare validamente con la scrittura? E’ come se un meccanico decidesse di emulare Rembrandt, tanto per fare un esempio, senza mai essersi cimentato prima con un’analoga esperienza artistica. Però in cambio questi ultimi non hanno certo bisogno di ricorrere ai servigi di una buona agenzia letteraria.

Non è così: le agenzie che seguono questi personaggi sanno molto bene chi scriva effettivamente quei testi, e la necessità di seguirli anche sotto questi aspetti.

L’ultimo rapporto italiano sulla lettura dipinge il nostro paese come un grosso animale indolente e pigro, da che cosa deriva secondo Voi questo fenomeno? Colpa delle scuole, della cultura, dell’educazione, della mancanza delle istituzioni o delle strutture che non riescono a sostenere come dovrebbero e a incrementare la lettura nell’età scolare?

Tutte la ragioni addotte, e la grave mancanza di coscienza del singolo.

Un cenno sugli autori che avete contribuito a lanciare, sulle Vostre “scoperte” editoriali, sulle scommesse “vincenti” che avete intrapreso nei confronti del mercato editoriale italiano, e sulle case editrici con le quali collaborate più strettamente.

Vedasi sopra.

Il lettore italiano è un animale evoluto, o una fragile creatura inerme in balia delle manovre politiche ed economiche del Merchandasing?

Niente di tutto questo: è solo un lettore che non sa leggere.

E infine in breve di cosa ha bisogno oggi il mondo editoriale per rinnovarsi e incontrare i favori del pubblico?

Ricondurre la lettura alla sua vera dimensione.

Cosa si aspetta infine oggi un autore da una Agenzia Letteraria?

Indubbiamente di essere “lanciato”, anche se raramente dimostra compiuta consapevolezza di cosa ciò voglia dire. Questo, naturalmente, tranne che in pochi casi illuminati.

Sabina Marchesi

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