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2010
8
Nov
Intervista con Lingalad


La Locanda del Vento: il
nuovo disco!
Una storia curiosa
e unica quella dei Lingalad: gruppo italiano (Bergamo) che suona in giro per il
mondo (New York, Toronto, Bruxelles, Amsterdam…) pur mantenendo la propria indipendenza
discografica. Invitati in Canada a suonare alla prima mondiale del film Il
Signore degli Anelli di Peter Jackson, hanno parlato di loro Il Corriere
della Sera, La Repubblica, Il Giorno, Panorama, La Voce, Tg1, Tg3, Rai
International, SkyPlanet, ecc.
Per leggere alcune recensioni: www.lingalad.it
Degna di nota la
lettera di complimenti ricevuta da Priscilla Tolkien, figlia del
Professore di Oxford.
Il gruppo ha realizzato cinque cd:
Il gruppo ha realizzato cinque cd:
1) Voci dalla Terra di Mezzo (dedicato
al Signore degli Anelli)
2) Il Canto degli Alberi (strumentale)
3) Lingalad in concerto (registrato nella Chiesa Vecchia di Predore)
4) Lo Spirito delle Foglie
5) La Locanda del Vento
2) Il Canto degli Alberi (strumentale)
3) Lingalad in concerto (registrato nella Chiesa Vecchia di Predore)
4) Lo Spirito delle Foglie
5) La Locanda del Vento
La band lombarda ha anche all'attivo un dvd dal titolo I Sentieri di Lingalad (1h e 30m), che contiene tra l'altro un video in pellicola 35 mm prodotto dalla Filmaker di Asola (Mn) con la direzione della fotografia del ben noto Gigi Palumbo. I Lingalad sono ben rappresentati on line, dove più di 400 siti italiani e stranieri propongono notizie, interviste, curiosità e recensioni del gruppo in oltre dieci lingue diverse.
È da poco nato il fan club del gruppo: www.myspace.com/lingaladfanclub.
Nel 2006 il cd Il Canto degli Alberi si è classificato al secondo posto al concorso nazionale promosso dalla TOAST RECORDS per il M.E.I. di Faenza. Il cantante del gruppo, Giuseppe Festa, nel 2006 ha pubblicato il romanzo I Boschi della Luna per Larcher Editore.
Dal febbraio 2008 è disponibile nelle librerie il libro-biografia La musica dei Lingalad: da Tolkien ai Segreti della Natura, di Donato Zoppo. Editore Bastogi (210 pagine a colori + cd antologico con tre brani inediti). Nel 2009 i Lingalad si classificano primi al concorso di Radio LIFE GATE Talenti per Natura con il video Il Vecchio Lupo. Nel 2010 esce il cd La Locanda del Vento (Lizard Records) e nell'agosto dello stesso anno sono ospiti della radio neozelandese RADIO LIVE, mentre la radio nazionale svizzera RETE UNO trasmette il brano I Boschi della Luna, con la partecipazione dell'attore Gianni Musy.
La Locanda del
Vento
è il quinto album
dei Lingalad,
tornati in azione dopo 5 anni di assenza dagli studi di registrazione. Un lustro di grandi attività
per la popolare formazione lombarda,
che nel corso degli ultimi anni ha intensificato i concerti e nel 2009
ha vinto il prestigioso premio Talenti
per natura di Radio
Lifegate. La
Locanda del Vento è l'ideale prosecuzione del precedente
album Lo Spirito
delle Foglie: i Lingalad
nfatti hanno approfondito tematiche legate al mondo della natura e
delle sue allegorie.
Con il quinto disco, la band fa un passo ulteriore in avanti per raccontare le sue storie.
La Locanda del
Vento
è come un album
di ricordi, un vecchio
scrigno dove ogni cosa ritrovata ha una sua storia: 15 brani che
raccontano vicende
umane dimenticate e riportate alla luce dal gruppo. Come ha
affermato Giuseppe
Festa in una recente intervista con l'attore Bruce Hopkins (ben
noto per la sua partecipazione al Signore
degli Anelli di Peter Jackson) per la neozelandese Radio Live, "Abbiamo
immaginato un luogo in
cui si possano ascoltare storie. Storie che negli ultimi anni
abbiamo raccolto da piccoli
villaggi sparsi per tutta Italia, storie quasi dimenticate che
ogni tanto il vento porta con sé. Noi le abbiamo messe in musica, forse preservandole dalla dimenticanza".
Per questo nuovo lavoro cambia la prospettiva
stilistica dei Lingalad: i 15 racconti viaggiano tra folk-rock, pop-rock acustico
ricamato con strumenti
etnici e antichi, le consuete atmosfere celtiche e popolari,
ben racchiuse nel suggestivo
lavoro grafico di Alessandra
Simonini. E' un album figlio di uno spirito di gruppo,
con la partecipazione e l'entusiasmo
di tutti i componenti
della band. Per l'occasione, i Lingalad hanno avuto anche la presenza di
prestigiosi special
guest: il cantautore Davide Camerin nella commovente Toni il matto, gli
attori e doppiatori Gianni
Musy e Davide Perino in
I boschi della Luna; lo stesso Musy, voce italiana di Gandalf nel celebre
film, ha scritto il testo di Madre
mia. Per la prima volta i Lingalad si avvalgono di una casa discografica:
la Lizard Records di
Loris Furlan, sempre attenta alle proposte
di qualità del mondo indipendente italiano.
"Vi aspettiamo alla Locanda: socchiudete la
porta per non far passare altro rumore, se non il sussurro del vento"…
Lingalad:
Giuseppe Festa : voce, chitarra, flauti
Claudio Morlotti : chitarre, strumenti etnici e antichi
Fabio Ardizzone : basso
Giorgio Parato : batteria, chitarra, pianoforte
Giuseppe Festa : voce, chitarra, flauti
Claudio Morlotti : chitarre, strumenti etnici e antichi
Fabio Ardizzone : basso
Giorgio Parato : batteria, chitarra, pianoforte
Luca Pierpaoli: chitarra
Special guests:
Davide Camerin: voce in Toni il matto
Gianni Musy e Davide Perino: recitativi in I boschi della Luna
Roberto Scola: fisarmonica in Il profumo del tempo
Francesca Cazzulani: voce in Alice
Sara Romoli: voce in Aria oltre le stelle
Comunicato stampa a cura di SYNPRESS 44
(Donato Zoppo e Francesca Grispello)

Davide
Ciao
Lingalad. Per intanto ho apprezzato molto i testi, le storie che avete
raccontato ne "La Locanda del Vento". Sono storie reali, che narrano di persone
reali o che sono realmente esistite, come Toni il matto, non fantastiche
dunque come nelle vicende di Tolkien…
Lingalad
Negli
ultimi anni abbiamo viaggiato molto e incontrato personaggi davvero speciali.
Ci siamo resi conto che la Terra di Mezzo è molto più reale di quanto si possa
pensare. D'altronde, immaginiamo che gli hobbit creati da Tolkien fossero
frutto più delle sue frequentazioni dei pub di campagna che non di voli
immaginifici. Abbiamo così deciso di dar voce a queste storie, reali ma cariche
di magia.
Davide
Nelle
vostre canzoni si respira un mondo ormai quasi scomparso, che è quello della
vita degli uomini in rapporto ancora con i monti, con i boschi, i campi, in
ogni caso con la natura... In questo disco, più di Tolkien, ci sono canzoni che
mi rievocano, tra gli scrittori, un Mauro Corona. Perché questa passione per
le opere di John Ronald Reuel Tolkien? Quali altri scrittori ispirano la
scrittura, la riflessione e l'immaginazione dei Lingalad e la penna di Giuseppe
Festa, tra l'altro autore del libro "I boschi della luna"?
Lingalad
La
passione per Tolkien nasce da un momento di personale smarrimento. Avevo
vent'anni, studiavo scienze naturali. L'approccio scientifico al mondo mi aveva
fatto smarrire una visione spirituale delle cose. La lettura di Tolkien, in
particolare la sua interpretazione del mondo naturale, mi ha suggerito un nuovo
sentiero da seguire. Dove la scienza non esclude lo spirito e viceversa. Mauro
Corona è stato sicuramente un autore che mi ha ispirato molto. Adoro i suoi
primi racconti, come Il Volo della Martora. Ultimamente, però, mi ha deluso.
Forse è diventato schiavo del suo personaggio, accartocciandosi in un aspro
cinismo. Opinione personale, ovviamente.
Davide
Verso
quali musicisti e compositori vi sentite maggiormente debitori e perché?
Lingalad
Ognuno
nel gruppo ha un background differente, e credo che questo abbia contribuito in
modo positivo nella riuscita dei nostri cd, soprattutto La Locanda del Vento, che è stato, più dei precedenti album, un lavoro corale.
Uno
dei complimenti più belli che abbiamo ricevuto è stato il commento di Elena
Porcelli su Panorama, che ha definito la nostra musica come "nulla di già
sentito". Forse proprio perché affonda le sue radici in diverse esperienze e
culture musicali, senza una specifica e marcata influenza.
Davide
Nel
linguaggio elfico Lingalad vuol dire "Canto degli alberi". Sono ormai anni che,
di quando in quando, vengono pubblicate ricerche tese a dimostrare che anche le
piante, oltre a essere in grado di ricevere la musica, avrebbero un "cervello",
possibilità cognitive e comunicative, di problem-solving, e perfino una memoria
e una sorta di autocoscienza". Alcuni studi avrebbero confermato anche di
recente che le piante metterebbero in atto una trasmissione sinaptica identica
a quella dei tessuti neurali degli animali, che il loro cervello segreto si
situerebbe nelle cellule dell'apice radicale delle radici. Cosa ne pensate voi
e cos'è per voi il "canto degli alberi"?
Lingalad
Il
canto degli alberi è la voce segreta che possiamo cogliere quando passeggiamo
in un bosco, o in una radura, o in una prateria di montagna. Ma possiamo anche
coglierlo in mezzo all'oceano, dove alberi non ce ne sono. Per noi è
semplicemente un modo di percepire la natura, un linguaggio fatto di emozioni,
che purtroppo sempre meno persone sanno cogliere.
Davide
Nel
disco ci sono speciali ospiti come Gianni Musy (tra l'altro doppiatore di
Gandalf) e Davide Perino (la voce italiana di Frodo). Che sorta di continuità
tracciate o intendete tracciare tra "Il Signore degli Anelli", la vostra musica
e poetica e i mondi moderno e futuro?
Lingalad
Il
Maestro Musy e Davide Perino sono cari amici che abbiamo conosciuto negli
ultimi anni, incrociandoli spesso come ospiti durante convegni e meeting
tolkieniani. È stato naturale coinvolgerli anche in questo progetto, senza
richiami specifici al mondo di Tolkien. Per quanto riguarda la continuità col
passato, le canzoni della Locanda del Vento hanno un'affinità indubbia con
quelle della Terra di Mezzo: sono ottimi brani da suonare accanto al fuoco.
Davide
Da
un vostro testo… L'uomo è sempre a un perenne bivio delle scelte: può essere nuvola
di lampo e fulmine che incendia e distrugge e poi ugualmente nuvola di pioggia
che rimedia e che alimenta. "Il bisogno di distruggere è anch'esso un bisogno
artistico" aveva un giorno dichiarato Pablo Picasso. La distruzione e la
creazione sono insomma gli aspetti essenziali di un processo creativo. Nei
vostri processi creativi, cosa vi ritrovate a distruggere più spesso e in modo
più significativo?
Lingalad
Ad
essere sinceri, siamo piuttosto pigri e la maggior parte dei nostri
"esperimenti" artistici divengono canzoni. Una volta ho letto che qualche pezzo
grosso della musica, per fare un cd di 15 pezzi, componeva almeno 50 canzoni,
per poi scegliere solo le migliori. Noi siamo agli antipodi. Di conseguenza,
distruggiamo ben poco. Ci troviamo più spesso a rivedere e riutilizzare nostri
brani vecchi mai pubblicati, ristrutturandoli e adattandoli. Siamo come i
contadini: non si butta via niente!
Davide
Di
recente avete reinterpretato una canzone dei Beatles per la radio canadese
dell'Università di Toronto. Perché proprio "She loves you"?
Lingalad
Non
c'è un motivo particolare. Il brano ci piaceva e si adattava ad essere
arrangiato alla nostra maniera. È stato divertente sentire in streaming la trasmissione
radiofonica e le reazioni del pubblico canadese.
Non
so come abbiano giudicato in realtà la mia pronuncia maccheronica, ma sembra
che abbiano gradito la nuova veste folk del brano.
Davide
A
proposito di Toronto… Siete riusciti a camminare sul pavimento di vetro a 342 metri del Look Out Level sulla CN Tower? Ma più in generale, qual è stato il momento di maggior
coraggio che avete dovuto affrontare come band?
Lingalad
Solo
Claudio Morlotti c'è riuscito, e c'è una foto che testimonia l'atto di coraggio.
D'altronde, la cosa non ci ha sorpreso: come fa a temere l'altitudine uno che
ha sempre la testa fra le nuvole?
Momenti
di coraggio? Salire sul palco in condizioni davvero difficili: per esempio al
Tranzac Club di Toronto, dove suonammo in diretta radiofonica senza poter fare
nemmeno il sound check. Ma sono paure che affrontiamo insieme e quindi i
timori vengono condivisi. Ci si supporta a vicenda e lo spirito goliardico
stempera le tensioni.
Davide
La
più grande soddisfazione e la peggiore delusione fino a oggi?
Lingalad
Uno
dei momenti di maggior soddisfazione è stato essere chiamati in Mondatori per
un'intervista a Panorama. Come ha scritto lo stesso giornalista, siamo stati
l'unica band senza l'appoggio di case discografiche a ricevere le attenzioni di
questo settimanale.
Per
quanto riguarda le delusioni, direi ben poche e nessuna cocente. D'altronde,
quando non si hanno aspettative e si fa musica solo per passione, è difficile
rimanere delusi.
Davide
La
storia di Toni il Matto (che riporto alla fine dell'intervista) ha fatto
il giro del mondo, suscitando interesse perfino agli antipodi in Nuova Zelanda.
Per certi versi mi ha ricordato quella non meno triste di Edward Leedskalnin,
il grande scalpellino solitario di Coral Castle. Ho letto che avete raccolto
molte storie in giro per l'Italia. C'è un'altra bella storia che è rimasta
esclusa dal vostro disco e che potete invece qui raccontare?
Lingalad
La
storia di Luigi Barb de Grop (Luigi "barba di nodi", in bergamasco). Un
pastore-filosofo ultra ottantenne che non si taglia la barba da quando aveva 17
anni. Per non inciampare, se la annoda e la infila nella camicia. Luigi ama la
quiete dei suoi pascoli, le visite dei rari viandanti e, qualche volta, dialoga
in sogno con San Pietro, col quale una volta vinse una gara a chi aveva la
barba più lunga. Un personaggio di cui scriveremo in futuro.
Davide
Vi siete sempre autoprodotti. Com'è stato affidarsi a un
discografico e alla Lizard?
Lingalad
Bellissima esperienza. Loris Furlan è una persona meravigliosa,
con un modo di vedere il mondo che apprezziamo e condividiamo. Ha lasciato che
ci esprimessimo liberamente, senza condizionamenti. In più ci ha fatto
conoscere Davide Camerin, il cantautore che ha interpretato la voce di Toni il
Matto nel nostro cd. Anche con lui un incontro emozionante e una nuova
amicizia.
Davide
Molto curata la grafica del booklet. I disegni sono di
Alessandra Simonini. Perché la scelta dello sfondo di legno, quasi come fossero
delle pirografie?
Lingalad
Noi abbiamo affidato le nostre storie al vento affinché il
passato non perdesse la sua voce, e Alessandra ha affidato i suoi disegni alle
trame del legno, imbrigliandoli per sempre in un materiale unico, ambivalente:
sa di passato ma è straordinariamente vivo, caldo e presente.
Davide
Cosa
verrà dopo?
Lingalad
Concerti,
innanzi tutto. E poi un paio di video nuovi l'anno prossimo, sempre con la Filmaker di Asola. E forse anche qualcos'altro di cui preferisco non parlare, per
scaramanzia. Come si dice: meglio non vendere la pelle dell'orso prima di
averlo catturato.
Davide
Grazie
e… à suivre. Anzi… Merin sa haryalye alasse! Tenn' enomentielva…
LA STORIA
DI TONI (Al secolo Antonio Paggi di Rovere Veronese – VERONA)
Estratto dall'intervista
di Giuseppe Festa a Radio Live New Zeland (traduzione) – agosto 2010
"Due
nostri amici, Daniela e Tiziano, hanno acquistato una vecchia casa in
pietra, abbandonata da decenni e considerata maledetta. Un tempo vi abitò Toni,
uno scalpellino di straordinaria abilità, che partì per la guerra e
tornò matto, almeno secondo i suoi compaesani.
Da
allora non volle più vedere quasi nessuno, si ritirò nei boschi e
costruì, pietra dopo pietra, la casa che ancora oggi troneggia su un colle in
tutta la sua lucente bellezza. La casa di Toni guardava la valle con
grandissime finestre, mentre in direzione di un sentiero che usciva dal bosco
quell'uomo aveva ricavato nel muro uno stretto pertugio, un vero e
proprio spioncino militare. Gli abitanti del paese dicevano che quel matto
aveva scavato, sotto la sua casa, dei tunnel sotterranei, luoghi bui e
maledetti.
E
infatti, come hanno scoperto i nostri amici, Toni aveva effettivamente scavato
un passaggio segreto che lo portava al di là del prato. Perché? Forse la
sua follia sapeva di preveggenza? Fatto sta che, come riportano le cronache
comunali, un giorno una pattuglia di tedeschi risalì la valle con
l'intento di reclutare con la forza cavapietre e scalpellini da impegnare in opere
militari. Arrivarono alla casa di Toni proprio attraverso quel sentiero che
lui tanto temeva. Toni venne sorpreso sull'uscio di casa, urlò qualcosa e tentò
di fuggire, ma non fece in tempo a raggiungere la sua segreta via di fuga. Una raffica
di mitra lo uccise sul posto.
Prima
di morire, abbiamo immaginato questo pensiero attraversare la mente di Toni:
"Poco
prima di chiudere gli occhi ormai stanchi
Ricordo
di essermi chiesto: "In fondo…chi è il matto?"
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:: Davide Riccio
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