KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Lo spot ENEL che racconta l’energia

4 min read

Per prima cosa vorrei specificare che lo spot dell’ Enel di cui parlerò è quello che ha iniziato ad apparire  in questa primavera del 2006. Questo perché l’Enel fa spesso campagne pubblicitarie che mettono in evidenza i vari aspetti del ruolo di questo ente e gli spot, quasi sempre molto efficaci e suggestivi, si susseguono negli anni, coinvolgono profondamente addetti ai lavori e opinione pubblica e restano sempre impressi per qualche dettaglio.  La precedente campagna, che ancora ricordo, si proponeva di spiegare cosa c’è dietro il gesto dell’accendere un interruttore. Cosa accade dopo il “click” Questa campagna, fra emozioni e suggestioni che richiamano il grande cinema d’autore e una narrazione evocativa che cattura, cerca di spiegare, utilizzando una perfetta sintesi fra parole, musica e immagini, cosa c’è andando ancora avanti, oltre l’energia (qui, una galleria d’immagini tratte dagli spot che da sola riesce a rendere l’idea della cura e della perfezione cinematografica del prodotto).

Un obiettivo ambizioso, la volontà di raccontare il lavoro quotidiano dell’Enel sul territorio, l’attenzione all’ambiente, le altre dimensioni di questa azienda  della quale gli utenti si ricordano  solo quando ci rendono conto dell’aumento delle bollette. Azienda  di cui leggiamo il nome, quasi distrattamente, quando facciamo la fila all’ufficio postale per pagare i bollettini. Loro lo sanno… Ecco allora uno spot con uno straordinario Giancarlo Giannini come testimonial. In splendida forma. Perfetto. La voce dell’attore sa aprire le porte della memoria. Girandole di immagini, flash di romanzi, antichi racconti tramandati oralmente, ricordi che si credevano impolverati e sepolti. Questo spot è come oppio, è un’intensa “madeleine “visiva. Fuoriesce tutto ascoltando quelle parole che sono come musica e la musica che è parola, che è armonia, che è sconvolgimento delicato. I sensi, la mente, la storia, le storie. La nostra cultura.. Uno spot straordinario. Evocativo, magico, perfetto. Tre racconti che ci conducono in altri mondi. Un attento lavoro sul simbolico, sul cogliere qualcosa che non lasci indifferente nessuno degli spettatori, magari distratti, lontani, intenti a preparare la cena, a lasciare la giornata alle spalle… Tasselli  di una tradizione condivisa resa arte e che portano per forza a guardarlo. Ipnotico.

Ogni singolo spot  è  un romanzo breve condensato in un brevissimo lasso di tempo: un uomo che a lungo ha allenato le mani a ricreare magnifiche ombre cinesi.
Un giorno, esibendosi davanti al nipotino, traccia con maestria l’ombra di un cervo che, all’improvviso, si anima di vita propria. Il sapere di un cuoco cresce ad ogni pietanza che cucina e viene trasmesso anche ai suoi clienti, sottolineando il potere dell’energia nello sviluppo umano. Di quella energia dello sperimentare, del “pure experiencing”, del fare con le mani e con la testa, del tornare all’origine della vera potenza delll’essere umano. Perché “energia” vuol dire tante cose e, sulla rincorsa, la sovrapposizione, la vicinanza dei vari significati e la metafora, si gioca la costruzione di questo spot. Il cuoco è interpretato da un vero chef: Giorgio Locatelli, proprietario di uno dei più rinomati ristoranti di  Londra, la Locanda Locatelli.

Il terzo spot riguarda uno studioso, da un anno isolato e concentrato a riflettere su alcuni problemi. La maldestra messa in moto di un ventilatore sparge tutte le sue carte, che iniziano a volare p fin fuori dalla porta. Nella corsa ad acciuffare i fogli fra le vie del quartiere, lo studioso riscopre il mondo che per lungo tempo ha ignorato e viene colto dall’ispirazione che lo porterà a risolvere i problemi studiati.

L’Agenzia è la  Saatchi & Saatchi, direzione creativa di Luca Albanese e Francesco Taddeucci e regia di Laurence Dunmore . Si tratta di un direttore inglese di grande esperienza nel settore pubblicitario che ha recentemente debuttato al cinema come autore del film The libertine con Johnny Deep e John Malkovich. Direttore della fotografia, invece è  è Peter Suschitzky che ha lavorato con David Cronenberg a capolavori come A History of Violence (2005) e Crash (1996), e a un classico come The Rocky Horror Picture Show (1975).
Le  musiche, colonna sonora perfetta, sono: “Yumeji’s Theme (S. Umebayashi) – The Letter That Never Came (T.Newman) – String Quartet in F Major (Ravel) Tokyo String Quartet”.
Le riprese si sono svolte all’interno delle storiche centrali Enel di Cogolo (Trento) e di Nove (Treviso), tra i più interessanti esempi di architettura industriale, nel centro storico di Mantova e nel territorio tra Padova e Vicenza. Qui trovate notizie su queste centrali e potete vedere gli spot cliccando a destra. C’è chi si domanda qualcosa sui costi senz’altro stratosferici di questa campagna, come Dagospia,  campagna che arriva dopo il tentativo fallito di scalare i colossi francesi. Ed è un pensiero che viene, una volta che l’ipnotica suggestione di questa pubblicità lentamente svanisce. Visto che tutti noi senza energia non potremmo vivere e lavorare. Visto che costantemente le associazioni dei consumatori e certi articoli prevedono aumenti consistenti, ci si chiede se questo bellissimo interludio di grande livello artistico, se questo regalo destinato di certo a rimanere nella storia della pubblicità, non sia un modo di “servire” i futuri aumenti con eleganza.  Il dubbio è legittimo, ma se si condiziona la visione degli spot in questo modo, sarà impossibile una fruizione vera, completa e sganciata. E’ questa in fondo la grande ambiguità e il fascino della pubblicità. Ma il discorso si allargherebbe troppo.

Commenta