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Intervista a Francesca Mazzucato

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Intervista a Francesca Mazzucato 

 

Francesca Mazzucato, scrittrice. Chi è Francesca, nella vita e nella scrittura?
Un io variabile, che fatica a definirsi, che cambia, che fluttua. Un io fatto di palpiti, qualcuno predominante, a tratti. Un palpito d’amore, un palpito di creatività, un palpito di negligenza, un palpito di attenzione. Credo sia una illusione la stabilità delle cose anche se ci capita così sovente di aggarapparvici. A parte questo ho 39 anni, un compagno, un figlio di 19 anni, amici e altre persone che amo e di cui mi prendo cura. Vivo a metà fra la Liguria e Bologna, con molti soggiorni a Marsiglia e Parigi, talvolta a Pomaia dove approfondisco lo studio delle filosofie orientali. Molta parte del mio tempo la vivo in treno, da un posto all’altro per ragioni legate alla vita privata o al lavoro. Anche gli spazi contribuiscono a definire una persona. Anzi spesso siamo spazio. Spazio mentale, spazio della memoria, spazio fisico e reale.
La scrittura è un po’ la stessa cosa. E’ variabile, fluttua anche lei. Va dove vuole. Ultimamente riesce faticosamente a staccarsi dalla rima, dalla prosa poetica, sia ricreando nuove assonanze, sia riscoprendo antichi giochi infantili (parlavo in rima a volte con gli amici, da piccola)

Cosa significa per lei scrivere? Cosa significa, in particolare, scrivere di erotismo?
La scrittura un tempo significava molto, quasi tutto. Facevo mia quella frase della Duras: “Scrivere è la sola cosa che ha popolato la mia vita e che l’ha incantata. L’ho fatto e la scrittura non mi ha mai abbandonata.”
Col tempo ho scoperto molte cose che popolano e incantano la vita, e adesso la scrittura è necessità, catarsi, territorio di sperimentazione, prosa poetica, come dicevo, lavoro, privilegio, talvolta sogno. Scrivere di erotismo non significa niente per me. Io non ho mai detto: “ora scrivo erotismo”. Io ho un punto di osservazione del mondo, delle cose e racconto storie. Questo punto di osservazione è dato dai corpi, dai sensi, da quello che sempre la Duras chiamava l’illecito. Questo faccio. Per gli altri scrivo di erotismo ma lascio le definizioni ai librai, al mercato.

Da sempre si scrive di eros, ma si può dire che la letteratura erotica femminile si è imposta come genere in Italia solo negli ultimi anni, tanto che editori come Borelli hanno creato collane ad hoc dedicate esclusivamente ad autrici. Qual è secondo lei il motivo, il significato di questo boom tutto al femminile?
Si, credo che si possa dire. Non so dire quale sia il motivo. Per molte forse l’idea di una scorciatoia. Altre donne hanno tirato fuori la loro audacia, la loro potenza e hanno deciso di metterla sulla carta. Dipende sempre da che storie si raccontano. Come fenomemo di mercato mi interessa poco.

Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono l’eros raccontato da un uomo e l’eros raccontato da una donna?
Nessuna. Lo strumento è neutro. La scrittura è neutra come la vernice per il pittore. Non ho mai creduto a una scrittura “femminile” che ha sempre voluto dire di serie c, non credo certo a una scrittura “erotica femminile”. Varia la sensibilità. Variano gli ambienti. Forse. Io ho raccontato spesso di dark room e di luoghi di incontri omosessuali maschili, non vuol dire.

Quando lei scrive, quale lettore ha in mente?
Nessuno. Mai pensare a un lettore quando si scrive. Incontrarli, amarli e venerarli, dopo.

Cosa cerca un lettore di racconti erotici? E una lettrice? C’è differenza?
Non lo so. Penso che un uomo cerchi eccitazione immediata. Pornografia raccontata.

I lettori della rete sono differenti dal pubblico che legge letteratura erotica su carta?
Dipende dai siti. Io in internet ho una presenza costante e differenziata. Faccio un certo tipo di lavoro sul corpo nel mio blog principale
http://narrazioni.blog.excite.it, poi collaboro a un sito erotico Eroxè, dove ho una rubrica mensile, e in un altro blog, http://letteraturaerotica.blog.tiscali.it raccolgo,oltre ad inediti e chicche dalla rete, anche pezzi di biografie, tracce di una ipotetica storia della letteratura erotica. Ho scritto un dossier per Donna Moderna tracciando le coordinate del genere. Si fa molta confusione. E’ un vero e proprio genere letterario. Da tempo me ne occupo storicizzandolo, se si può dire.

Chat e dintorni: un nuovo modo di vivere l’erotismo e la sessualità. Come il mondo virtuale ha cambiato il suo modo di scrivere?
Moltissimo. Veramente moltissimo. Internet è un mondo che offre storie, che regala possibilità di saccheggi e frantumazioni, che negli interstizi presenta straordinarie sorprese. Nono solo per quello che riguarda la sessualità. Inoltre scrivere blog e scrivere per portali ha portato la mia scrittura a essere più sintetica e veloce. E’ cambiato anche il modo di pormi, di iniziare una storia.

L’eros è un genere difficile, in bilico tra banalità e volgarità. Quando il linguaggio erotico non è più arte ma diventa pornografia?
Non ne ho idea. Ma non ho niente contro la pornografia. A volte è divertente, certi personaggi della pornografia, come Moana Pozzi o Rocco Siffredi sono delle vere icone. E’ una domanda che spesso mi viene posta ma che nasce da distinzioni antiche e un po’ pregiudizievoli. Anche il linguaggio solo erotico se non è reinventato, soprattutto in un contemporaneo complesso come il nostro, può essere di una noia mortale.

Spesso la letteratura erotica è considerata letteratura di serie B o solo un’operazione di marketing? Cosa ne pensa?
Che il marketing fa la sua parte e va bene che la faccia essendo io una scrittrice professionista che vive del suo lavoro. Che il resto è nell’abilità dello scrittore. Nella sua capacità creativa.

Cosa pensa di libri come “Cento colpi di spazzola…” (a mio avviso libro inutile e pura costruzione commerciale)?
Quello che pensa lei, ma col rispetto verso un’opera che ha venduto tanto. Tendo a rispettare i lettori che comprano e i libri che vendono. E questo non è un giudizio di valore ma una considerazione.

Spesso la letteratura erotica (con i vari significati che l’espressione ha assunto nei secoli) è stata censurata e bandita. In una società come la nostra, molto più “aperta” di altre, cosa è la trasgressione in letteratura?
Definirsi comunisti, essere cani sciolti che rifiutano le cordate e le mafiette, esplorare i luoghi oscuri delle città, i locali degli angiporti di Marsiglia e andarci davvero, sporcarsi le mani senza ipocrisie borghesi. Credo che questo sia molto molto trasgressivo. Oggi.

Quali sono o sono stati i suoi modelli letterari? Quali autori consiglia di leggere (classici e contemporanei) per conoscere la letteratura erotica di valore?
I miei modelli cambiano. Adesso leggo forse più blog che libri, per usare un paradosso, ma andiamo in quella direzione e certi blog sono più belli di certi libri (vi regalo un link con un blog scoperto da pochissimo
www.marcosoriano.splinder.com)
Ho amato molto Harold Brodkey, Anais Nin, Marguerite Duras, rileggo spesso Don DeLillo. Anche un certo Miller. E poi Joyce. Bisognarebbe cominciare a dire che leggere Joyce è necessario. La vera opera erotica del novecento è il Monologo di Molly Bloom.

Lei è sicuramente una delle maggiori esponenti della letteratura erotica italiana, si sente portavoce di quali messaggi?
Nessuno e guai allo scrittore che si sente portavoce di messaggi. Pericolosissimo.

Pensa di avere una funzione verso certe realtà femminili?
Penso di non avere nessuna funzione conscia, poi magari i miei libri aiutano, me lo scrivono certe donne. Ma io tendo al parassitismo come ideale.

A cosa serve la letteratura erotica?
A niente. Come tutto il resto. E può interessare come interessa il resto. A me interessano i caleidoscopi, i carillon. Le cose che una società dei consumi classifica inutili. Qualcuno potrebbe dirle che serve ad eccitare. E allora bisogna diffidare. Niente di quello che riguarda la letteratura serve, o almeno non può dirlo uno scrittore. Per lo scrittore è un demone. Una dannazione.

I suoi lettori: più uomini o donne?
Uomini

C’è un film, un regista o un pittore che incarna la sua idea di eros e di desiderio?
Il pittore è Francis Bacon. Mi interessa un eros dove il corpo è ritratto nella sua nuda e brutale realtà, in luoghi squallidi, in alberghi nudi. Il film sicuramente Il DANNO. I registi variano.

Le piacerebbe che uno dei suoi libri diventasse un film? Quale più si presterebbe a questa trasposizione?
Di qualche libro hanno comprato i diritti poi non se n’è fatto niente. Sinceramente non me ne importa niente. Se accade bene, se no io scrivo e credo di avere un unico compito.

L’erotismo come genere si sceglie o dall’erotismo si è scelti?
Ho già risposto, penso. Nessuna delle due cose. Si punta la propria telecamera interiore, le proprie diottrie per narrare il mondo e le cose dal punto di vista dei territori illeciti

Si può insegnare a scrivere un romanzo, un racconto erotico? E più in generale cosa pensa delle scuole di scrittura o dei corsi di scrittura creativa?
Credo che le scuole e i corsi di scrittura creativa servano molto a far sopravvivere gli scrittori, ma non insegnino nulla.

Quali consigli si sente di dare a un giovane esordiente? Quali gli errori da evitare?
Seguo alcuni esordienti che ritengo validi quando li scopro, di solito in rete. Ho uno scambio continuo. Chiunque può scrivermi e rispondo sempre. Meglio così che generici consigli. Comuque in rete ho scoperto una ragazza. Elisabetta Pendola, dal nick Dandyna, e questo blog ,
http://www.dandylicious.it/ che ha 20 anni e io ritengo geniale e presto pubblicherà anche su carta. La seguo sempre.

Da dove trae l’ispirazione per le sue storie e come nasce la sua scrittura?
E’ sempre qualcosa di bizzarro. Un sussulto, un ricordo, una sensazione, una scopata, un amore. Che poi viene mikata ad altro.

Chi per primo legge i suoi racconti? Ha per così dire un consigliere/revisore di fiducia?
Qualche volta li leggo al mio compagno, ma non spesso.

Molti partono dal web per farsi conoscere, nella speranza di potere poi pubblicare su carta. Internet quindi come trampolino di lancio. Lei ha fatto, in qualche modo, il percorso inverso, almeno per quanto riguarda la pubblicazione. Dopo moltissime opere pubblicate con Mondadori, Einaudi, Borelli sperimenta l’editoria elettronica e pubblica il suo primo E-Book “Smagliature” con Kult Virtual Press. Perché questa scelta? Cosa si aspetta da questa prova? Pensa di continuare questa duplice forma di pubblicazione in futuro?
Questa domanda mi sta molto a cuore. Di recente sono uscita in moltissime antologie cartacee, “TI bacio in bocca” della Lietocolle, che contiene una mia prosa poetica, “Le fate sapienti” edito da Frassinelli dove sono in compagnia di signore della scrittura come Dacia Maraini, la Mazzantini, e molte altre, è in uscita “Semi di fico d’india” curata da Marco Nardini, con Presciuttini, Lagioia, Dadati e molti altri. Non manca la presenza su carta ma curo maniacalmente i miei blog, le mie collaborazioni a siti e portali. Ci tengo a questo dualismo. Io credo in questa rivoluzione “democratica” dei blog, di certi portali e anche degli e-book scaricabili gratuitamente. Trovo il lavoro della Kult Virtual Press eccellente e ho già quasi pronto un nuovo testo, da pubblicare in forma di e-book, su come possono essere i fondamenti di una scrittura erotica che possa davvero raccontare il contemporaneo. Una contaminazione fra saggio e storie, prose poetiche erotiche. In settembre uscirà il mio romanzo cartaceo, e si, penso di continuare. A volte mi capita di andare in televisione, ma preferisco essere una presenza costante in internet, strumento attivo e non passivo dove è possibile un continua interazione e un rapporto quotidiano con lettori (e anche detrattori, perchè no, ma sono pochi)

Qualche anticipazione sul suo prossimo lavoro…?
L’e-book dovrebbe intitolarsi “CORPOREITA’ DELL’OGGI” e il romanzo si intitolerà “L’ANARCHISTE”. Non più di questo.

Grazie per la disponibilità e il tempo che ci ha dedicato.
Grazie a lei. Buon lavoro.

Stefania Gentile

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