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Kokoro Mayikibo

10 min read

KOKORO MAYIKIBO
Ebria Records
Intervista ad ANDREA REALI

I Kokoro Mayikibo sono una formazione milanese di rock (non mi piace o non condivido la definizione che è stata loro data in un caso di pop-rock deviante, ché il borghese concetto di “devianza” è già sociologicamente – cioè là dove nasce, nella sociologia – molto discutibile). Dunque, è un rock che cerca in avanti e pure si volge indietro a guardare l’ondata punk/new wave della seconda metà degli Anni ’70, o a restituirvi il suo debito. Quella New Wave che originava dagli Stooges, dagli MC5, dai Velvet Underground, martoriata da una poetica ribellione che si scontra con la realtà conformante, alienante e industrializzata (ed oggi solo più subdola dov’è post-industrializzata). Soprattutto sembra di riascoltare i primi dischi dei Pere Ubu di album epocali come Dub Housing, con spruzzate di white funk à la Talking Heads, la devoluzione dei Devo, una vibrante sensibilità pop con gli assalti sonici in stile beefheartiano… Quel che poi saranno anche Husker Du, Pixies, Sonic Youth, Minutemen, Mission of Burma… Il gruppo, nato con questa “ragione sociale” di “Kokoro Mayikibo” nella primavera del 2000, dalle ceneri di Sister Confusion, Città Sotterranea, Don Zauker e Go Fly A Kite, è composto da: Andrea Reali, voce e sax; Accursio Graffeo, chitarra e back voice; Luca Mauri, batteria; Alfonso Celentano, basso e chitarra.

Nel sito dei Kokoro Mayikibo maggiori informazioni e una bella selezione di brani liberamente scaricabili in MP3.

http://www.ebriarecords.com/kokoro
http://www.eskimo.altervista.org/index.htm

Davide

Ciao Andrea. Anzitutto, da quel che so, che ho potuto ascoltare, tu eri nei Go Fly A Kite, una band di musica direi fondamentalmente psichedelica (e anche lì, senza nulla togliere alla originalità di quel progetto, molto vi ho sentito di No Wave, dei Pere Ubu, ma anche dei Devo). Luca Mauri porta avanti un suo progetto solista sotto il nome di LooKe, e gli esiti si direbbero affini a un’elettronica cyborg, minimale, in cui ormai mi sento di dire che Future Sound Of London e Autechre han già espresso forse il massimo delineamento storico; Alfonso Celentano e Luca Mauri erano invece già stati protagonisti di un’altra interessante esperienza, quella dei Città Sotterranea, una musica dura fatta di inni dolenti, paranoia e rabbia punk alla CSI e momenti noise; tu e Luca Mauri siete stati invece (o siete ancora, in veste di side project?) nel gruppo I/O, improvvisazione quasi dadaista… Di Don Zauker e Sister Confusion non so invece nulla, ahimè. Che cosa, a un certo punto, vi ha fatto nuovamente incontrare e raccogliere intorno al progetto Kokoro Mayikibo, per fare esattamente quello che state facendo, dopo tante diverse, ma per vie traverse affini, esperienze?

Andrea

Più semplicemente, la cosa è nata in conseguenza del fatto che a Luca, una sera, per circostanze davvero infuaste, gli sono state rubate due chitarre e, trovandosi senza strumento, ha deciso di voler imparare a suonare la batteria, e noi di conseguenza, parlandone una sera insieme, abbiam deciso di tirare in piedi un gruppo: è nata questa formazione rockeggiante. Poi, pian piano che cresceva il gruppo e si delineava uno stile, abbiam comprato la dovuta strumentazione per il genere che ne è sorto. Poi, dopo un anno, Luca è riuscito a ricomprarsi la sua amata Jaguar ed è ritornato ad esser un chitarrista oltreché un batterista.

Davide

“Kokoro”, se non erro, significa “cuore, anima, sentimento”. E’ giapponese. E Mayikibo? Si direbbe il nome di un’anima Manga, come Kokoro No Kusari… Ci spieghi cosa vuol dire e la ragione della scelta di questo nome?

Andrea

Kokoro ha sì un significato, ma l’abbiam scoperto dopo aver trovato questo nome. Ci piaceva, così, come ci è piaciuto associargli Mayikibo. Forse un giorno, andando in tour in Giappone, scopriremo che in qualche dialetto nipponico ha un significato profondo e/o simpatico… Boh, vedremo.

Davide

Prima di affrontare divagazioni che portino più lontano dal progetto Kokoro Mayikibo, vuoi riferirci della discografia disponibile e dei prossimi eventi che vi riguardino?

Andrea

E’ disponibile on line su www.ebriarecords.com/kokoro  il nostro promo, registrato in presa diretta nei nostri Ebria Studios. Prossimamente incominceremo le registrazioni del nostro primo album. Se conosci qualche etichetta che potrebbe produrci il disco, fammi sapere, dato che Ebria records si occupa di gruppi un po’ più sperimentali e i Kokoro Mayikibo non rientrano in questo contesto musicale.

Davide

Sono incuriosito dal progetto “Vegetable Man”… E’ vero che la label Oggetti Volanti Non Identificati (OVNI), intende pubblicare 1000 versioni differenti di “Vegetable Man” in 50 volumi con annuali aggiornamenti fino al 2030? Ogni volume conterrà dunque almeno 20 versioni della canzone di Syd Barrett elaborate da varie bands e artisti di ogni genere e origine? Voi, se non sbaglio, l’avete fatto nel terzo volume. Beh, mi piacerebbe ascoltarla, e così tutte le altre… Magari, in prossime edizioni, anche prendere parte a una così particolare iniziativa con una mia versione, a questo punto! Tu, che sei stato in contatto con questo progetto, puoi dirci come fare per mandare materiale da parte di tutti coloro che fossero interessati a un cotanto estremo progetto, il cui fine di fondo, più che omaggiare l’ineffabile Syd, è proprio quello di legare le band di più diversa estrazione a quelle che in fondo sono e restano parte delle stesse comuni imprescindibili ormai radici del vivere il rock? Come avete affrontato voi questo repechage, debito storico e confronto?

Andrea

Abbiam conosciuto Dario di OVNI ad un concerto, e ci ha chiesto semplicemente se ci interessava far parte della compilation dedicata a Syd Barrett, sia con i Kokoro Mayikibo, che con gli I/O, ma se avessimo voluto, anche con qualunque altro dei nostri progetti, visto che ha intenzione di far uscire un numero impressionante di volumi. Per partecipare, comunque, basta mandare una e-mail per ricevere tutte le informazioni del caso a oggettivolanti@hotmail.com

Davide

Nel vostro sito c’è una cosa molto particolare e invitante (vi invitate infatti e per altro a mandarvi MP3), ed è la Kokoradio… Ti va di spiegare di che cosa si tratta?

Andrea

Kokoradio è nata da poche settimane per promuovere una non utopica alternativa al copyright: la creative commons licence, ovvero uno strumento legale ideato da un gruppo di giuristi americani, mossi dalla stessa sensibilità che ha dato vita alla G.P.L. (General Public Licence) e al progetto GNU (Gnus’ s Not Unix) creati da Richard Stallman, papà del software “open source”. Proprio quest’ultimo mi ha fatto scoprire, circa un anno fa, creative commons consigliandola dal suo sito per le opere d’ingegno diverse dal software. La bellezza di tali licenze sta nel fatto che la paternità dell’opera rimane attribuita e non c’è rischio che qualcuno lucri alle tue spalle nonostante i tuoi file girano liberamente condivisi in rete. Per ora il progetto coinvolge le giurisdizioni di pochi paesi, ma è comunque in atto una normativa a livello europeo. Creative Commons Italia esiste operativamente dal dicembre 2004, ma ci sono ancora varie controversie da affrontare nei confronti della SIAE. Speriamo che questo muro venga abbattutto e sia sempre più comune la possibilità di fruizione dagli archivi pubblici. Kokoradio nasce anche per prevenire e far rimanere tali quei pregiudizi che possono dare alito a critiche sulla qualità della “copyright music” contro ciò che è “open music”, dimostrando che non vi è alcuna differenza se non, nella seconda soluzione, una più forte passione e voglia di regalare emozioni. Classico esempio è l’affermazione di Bill Gates, il quale sostiene che un software sviluppato a pagamento è senz’altro migliore di uno sviluppato in una comunità no-profit di programmatori; sappiamo tutti come stanno andando le cose. Chiunque si trovi in linea con quanto sopra e supporti la libera circolazione delle idee, faccia un giro sul sito creative commons e magari segnali qualche mp3 libero da aggiungere nella playlist di Kokoradio.

Davide

Tu sei una delle voci di un altro progetto, Nippon & The Symbol, che condividi tra gli altri con Accursio Graffeo, Paolo Benzoni e Paolo Romano già del gruppo free-jazz Stato Soporoso… Suonate su e leggete passi di Italo Calvino, Dino Buzzati e Dino Campana (secondo me, tra i più grandi, forse i più grandi nostri italici scrittori e/o poeti del Ventesimo, ahimè, secolo)… Hai preso anche parte al più recente lavoro di Uncode Duello di Paolo Cantù e Xabier Iriondo. Ce ne vuoi parlare?

Andrea

Nippon and the Symbol… Libera associazione d’idee salpata dalla stazione orbitante de “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino e approdata tra le brume della prosa d’arte di Dino Campana dopo aver deviato lungo la mulattiera del “Poema a fumetti” di Dino Buzzati. Accompagna testi di Italo Calvino, Buzzati e Campana con melodie di stampo jazzistico, una lettura proposta con due chiavi d’interpretazione contrapposte, una canonica ed una sperimentale. Cerchiamo di dare un egual peso sia all’espressione musicale, sia all’espressione letteraria. Le due discipline si supportano, si amalgamano, si fondono in modalità e tempistiche diverse, prendendosi e concedendosi i dovuti spazi.

Uncode Duello è un progetto cui ho partecipato più che volentieri e che, come etichetta, siamo stati ben felici di coprodurre con la Wallace Records. Consiglio fortemente di ascoltare questo cd, così intenso e stimolante.

Davide

Ci sono altri side-projects che ti o vi riguardino, fatti, in corso e a venire di cui a noi piacerebbe di essere informati?

Andrea

Oltre ai progetti già citati o presenti sul sito della Ebria records, devo citare il gruppo di cui fa parte Accursio Graffeo, “Road Music” (electro-ambient-movie). Poi il progetto appena nato da una costola dei Nippon & The Symbol sempre legato ai reading, Letture Musicate – Musiche Narrate di cui faccio parte insieme a Paolo Romano (voce-campionatore, contrabbasso).

Ho in cantiere un progetto di sola voce, cui inviterò diversi vocalist a prenderne parte; una fase presperimentale è già stata fatta: ora voglio entrare più nel dettaglio e incidere un disco psico-vocale.

Davide

Tutto il materiale relativo ai Kokoro Mayikibo ed ai diversi progetti più sopra accennati (Città Sotterranea, LooKe, I/0, Go Fly A Kite, Uncode Duello, Nippon and The Symbol…) sono disponibili nel catalogo della Ebria Records, una no copyright e no profit label nata tra amici nel 2003 nelle province di Milano e di Como… In che misura vi sei coinvolto? Mi pare che Accorsio Graffeo dei Kokoro per intanto lo sia abbastanza, se è a lui che bisogna mandare i demo degli aspiranti alla Ebria… Ci puoi parlare di questa etichetta milanese, nel cui catalogo per altro non mancano produzione di lavori e distribuzione di materiale indipendente di pregio a me noti (OvO e Brusaschetto per es.)?

Andrea

Chi, che cosa: Ebria records nasce nel 2003, nel 2003, nelle province tra Milano e Como, da un’idea di quattro persone, legate dall’amicizia e dalla comune passione per la musica: Andrea Reali, Accursio Graffeo, Paolo Romano e Marco De Marco.

Perché: Ebria records nasce dal desiderio di registrare, produrre e diffondere le musiche di ricerca ed esplorare i territori intorno ad esse. Il nostro intento è quello di riuscire a pubblicare materiali nei quali si avverta una particolare attenzione alla ricerca del suono, anche a prescindere dai diversi generi musicali.

Come: Ebria records è una no copyright e no-profit label. Nel nostro lavoro per l’etichetta investiamo tempo, fatica etc., ne ricaviamo la possibilità di diffondere e condividere le nostre idee musicali (ma non solo). Non siamo in grado di offrire a chiunque volesse collaborare con noi contratti e/o prospettive di successo o guadagno ecc.

E poi: Ebria records vuole anche essere una distribuzione di materiale indipendente ed autoprodotto; il materiale che si trova nel nostro catalogo è frutto di scambi e contatti con altre etichette indipendenti o con i gruppi stessi.

Davide

Che ne pensi dello “stato di natura” nell’anno 2005 secondo Hobbes?

Andrea

Te lo dirò al 31 dicembre 2005, se ci incontriamo.

Davide

L’ultima mia domanda è in genere come l’ultima sigaretta: un’occasione per chiedere qualunque cosa… Ovvero, per dire qualunque cosa io non t’abbia chiesto.

Andrea

Ci sarà di nuovo il Baa Fest quest’anno? Sì, lo rifaremo a giugno l’11-12 (indicativamente). Questo festival organizzato da Ebria records, che cerca di portare a Milano una sorta di ensamble musicale di ricerca e, come i più definiscono (purtroppo non sempre azzeccato questo termine, perché vuol dire tutto e niente) sperimentale. Vi parteciperanno molto probabilmente gli Anatrofobia, la Bestia Pensante, gli Acid Mother Temple, le Allun, Ielasi Giuseppe, IOIOI, One Man Band e altri in via d’esser contattati.

Davide

Grazie e à suivre.

Davide Riccio

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