KULT Underground

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Intervista con ELIZABETH

11 min read

MESCAL PRESENTA
Elizabeth
 
IL SINGOLO – PIOVE SU MILANO
Gli Elizabeth sono una band cresciuta a rock, nebbia, zanzare, tra orizzonti che si perdono nella piana emiliana, ascoltando Who, Paul Weller e Radiohead. Hanno modellato la loro muscolatura sonora suonando sempre ed ovunque ci fosse la possibilità di farlo, proponendo in un primo tempo i classici che hanno definito il loro olfatto sonoro, per poi scrivere di proprio pugno una serie di canzoni che hanno saputo catturare l’attenzione, non solo del pubblico ma anche di coloro che vengono classificati come “addetti ai lavori”. Le canzoni degli Elizabeth sono la cronaca di eventi emozionali; sfumature caratteriali che influenzano la vita nel quotidiano e sfociano in una sorta di autoritratto emotivo, scritto con l’intento di trasformare i pochi minuti che compongono ogni brano, in una sana catarsi che vive il suo apice durante le varie live session. www.myspace.com/elizabethdisinfettante Una forma talmente particolare e convincente di comporre musica, che un colosso come la Edison li ha scelti per impreziosire la campagna legata ai maggiori eventi sportivi del 2010 come Il Torneo Sei Nazioni di Rugby, le Olimpiadi Invernali disputatesi a Vancouver, i prossimi Mondiali di Calcio. 
Il brano Piove su Milano, originariamente vergato con l’italico linguaggio – come avviene normalmente nei pezzi degli Elizabeth – ed intitolato è stato realizzato anche in lingua inglese, proprio per sottolineare l’internazionalità del progetto. You are my light è così diventato la colonna sonora degli spot Edison, che mostrano gli incontri ravvicinati tra Gerry Scotti ed una serie di eccellenze sportive da Francesca Piccinini (Pallavolo) a Pietro Aradori (Basket), a Enrico Fabris (Pattinaggio) e Martin Castrogiovanni (Rugby).
La campagna, composta da varie versioni, con spot da 15″ e 30″ è stata pianificata tra le Reti Rai, Mediaset, La 7, SKY e nelle sale cinematografiche: http://www.youtube.com/user/ediblog
 
You are my Light e Piove su Milano sono stati registrati e mixati da Carloenrico Pinna e Daniele Bagni (ben noto come bassista dei riuniti Litfiba) allo Studio Esagono di Rubiera (RE). 
 
Gli Elizabeth sono:
– Marco Montanari  – Chitarra e Voce
– Matteo Montanari – Tastiere
– Michele Smiraglio – Basso
– Francesco Micalizzi – Batteria

 

You are my light & Piove su Milano

– Prodotto da: Valerio Soave per Mescal s.r.l.

– Produzione artistica: Carloenrico Pinna e Daniele Bagni.

– Registrato e mixato presso l’ Esagono Recording Studio di Rubiera (RE) da Carloenrico Pinna.
– Masterizzato presso il Nautilus Mastering di Milano da Antonio Baglio.

 
L’ALBUM “RUGGINE”
ELIZABETH – 3Fe + 4H2O -> Fe3O4 + 4H2 – RUGGINE
 
Il 19 ottobre 2010 verrà pubblicato il CD d’esordio degli Elizabeth…  si, proprio quelli di You are my light (Piove su Milano), il brano che ha accompagnato i maggiori eventi sportivi attraverso la campagna spot di Edison,  la quale non si è limitata a questa collaborazione; ha fornito alla band i Certificati RECS ovvero l’acquisizione di un controvalore tale da compensare l’energia di un determinato arco temporale, incentivando in tal modo la produzione di energia pulita, in questo caso messo al servizio della registrazione dell’album Ruggine avvenuta all’Esagono Recording di Rubiera (RE)… sempre in quella terra di nebbia, zanzare di cui vi accennai sull’uscita del doppio singolo, con relativo doppio clip (You Are My Light & Piove Su Milano) che tante soddisfazioni ci ha regalato! Ma è anche un territorio caratterizzato da sempre dal genere musicale più diffuso al mondo: quel rock sanguigno, semplice e diretto, che è l’ingrediente pricipale di questo grintoso esordio che percorre un terreno musicale con una fedeltà e complicata semplicità come non accadeva da tempo in Italia: senza fronzoli, pizzi, merletti e trucchi più o meno vistosi (e/o celati).
It’s only rock’n’roll (But I Like It), giusto per citare i più citati!
12 brani diretti, pieni, corposi e vivi; chitarre e tastiere bene accordati e basso & batteria che fanno il loro “sporco lavoro” nella sezione ritmica”. Testi che non scavano nel passato né strizzano l’occhio al futuro, ma guardano esclusivamente al presente, che già è un argomento d’immani proporzioni. Una voce che non teme di osare e simbologie che non camuffano le origini ma le rendono ben palesi (vedi cover allegata)! Tutto questo e molto, molto altro in Ruggine, il 1° album degli Elizabeth, che Mescal pubblica e Universal distribuirà dal 19 Ottobre 2010.

Elizabeth – Ruggine (Mescal / Universal Ottobre 2100)
1) Un mondo per me
2) Opportunita’
3) Piove su Milano
4) Disinfettante
5) Si e’ fatta quell’ora
6) Elisa, sempre qui
7) La mia generazione
8) Schizofrenia
9) Certi giorni
10) Norlevo
11) Convivo con me
12) You are my light
   

 

Davide
Ciao Elizabeth… Quale Elizabeth? In quanto io omonimo di Davide Riccio (o David Rizzio come fu storpiato all’inglese) avrei preferito Mary Stuart… Scherzi a parte, a quale Elizabeth vi riferite e perché? 

Elizabeth
Ciao Davide… Elizabeth è riferito a Queen Elizabeth… In quanto fanatici del panorama musicale inglese (fra tutti Weller e Who) e speranzosi di una nomination a baronetti… Ci sembrava dunque giusto dedicare il nome della band a Sua Maestà, la Regina. 

Davide
L’esordio era la prima parte di un discorso oratorio diretta a conciliare l’attenzione degli uditori… In questo senso avete messo promozionalmente “Piove su Milano” all’inizio del discorso Elizabeth, oppure nel cd “Un mondo per me”. Direi scelte perfette entrambe… Cosa si prova e si vive a esordire?
 
Elizabeth
Sinceramente fino all’ultimo eravamo indecisi se inserire nell’album “Piove su Milano”… All’inizio della lavorazione non era nemmeno contemplato il suo inserimento. Solo dopo la parentesi Edison e quindi dopo l’avventura con la sua versione inglese  – “You are my light” – e tenendo presente che è stata distribuita come 1° singolo, abbiamo preso atto del fatto che fosse piaciuta a molta gente e di conseguenza ci è sembrato giusto trovarle uno spazio.
Di “Un mondo per me”, invece siamo sempre stati convinti, perciò più che esordio, allora direi che potremmo chiamarlo interludio, in quanto nel teatro elisabettiano l’interludio è la parte dove si trattano temi sociali, profani, riferiti alla vita di tutti i giorni, e “Un mondo per me” rappresenta precisamente Ruggine in tal senso.
 
Davide
Non sfugge il bersaglio rosso bianco blu di Quadrophenia… a way of life… Non è il suicidio l’atto finale del film, come sembra in un primo momento, ma la fine dell’illusione, il ritorno al mondo dopo la distruzione dello scooter, icona di uno stile di vita i cui valori per il protagonista Jimmy non hanno più alcun significato. Oggi forse si comincia però tutti un po’ più disillusi che illusi… Quali valori maggiormente condividete e desiderate trasmettere con le vostre canzoni?
 
Elizabeth
Il simbolo rappresenta in primis una sorta di ribellione nella quotidiana ricerca dei propri spazi identificativi ed è questo che sostanzialmente cantiamo nell’intero del disco.
Partendo proprio dalla realizzazione dei brani, la scelta era di dare una forma omogenea a tutto l’album attraverso le nostre regole. Il disco deve piacere prima a noi; poi se piacerà anche al pubblico sarà fantastico, ma l’equazione non è capovolgibile.
Anche i brani, che scrivo io e che poi rielaboriamo tutti insieme, nascono come sfoghi personali; arriva tutto da storie osservate o esperienze vissute; un disco sincero dall’inizio alla fine.

Davide
Talking ‘bout My generation… e La mia generazione… The Who 1965 – Elizabeth 2010… Bisogna riconoscere al rock la capacità di parlarsi e rigenerarsi tra generazioni sempre più lontane nello spazio e nel tempo. Rock forever young?
 
Elizabeth
Partiamo dal presupposto che “My generation” è un capolavoro!!!!
“La mia generazione” è una sorta di ringraziamento agli Who per tutto quello che ci hanno dato coi loro dischi; è un brano che sentivamo di dover scrivere, proprio per gratitudine… per sentirci bene.
Per il resto sono pienamente d’accordo con te: il rock è la forma di comunicazione più diretta, reale e sincera che possa essere mai stata inventata.
Credo che chiunque tra le “spennate” di Pete Townshend e i riff di Keith Richards si sia sentito “capito” e in “buona compagnia” in ogni momento di crisi personale.
We won’t get fooled again!!!
 
Davide
3Fe + 4H2O -> Fe3O4 + 4H2 è una delle molte formule chimiche della reazione chimica e di un tipo di composizione della ruggine. Perché avete evidenziato questa formula sulla copertina e perché la ruggine intitola il disco? Il processo di ossidazione, corrosione, consumazione… avviene tanto più rapidamente quanto più la superficie è esposta all’aria o all’acqua, agli agenti esterni… come chi ascolta? Come una uscita sul mercato? O cosa? E cos’è l’antiruggine? Qualcuno sostierne che il miglior antiruggine sia però la ruggine stessa… O magari il perché di “Ruggine” ha tutta un’altra storia…
 
Elizabeth
La formula, che abbiamo scovato tra le reminiscenze scolastiche, ci piaceva graficamente e ci faceva pensare ad una sorta di codice da digitare per accedere all’album.
Ruggine, è una parola che suona incazzata e fastidiosa fin da subito: è schierata…
Chi compra un disco con scritto “ruggine” sa perfettamente che non troverà niente di mieloso o patinato, anzi, qualcosa di maturato,vissuto e rovinato dagli agenti atmosferici e dalle esposizioni subite; abbiamo una strumentazione vecchissima, come Hammond e Leslie, Vox del 64, ecc… se fai tanto di aprire questi strumenti, ti metti le mani nei capelli da quello che potresti trovarci dentro (dal mio ad un certo punto è spuntata persino una lucertola morta…). La polvere e la ruggine stanno alla base della nostra esperienza musicale.
 
Davide
La melodia e l’armonia non devono essere che mezzi nella mano dell’artista per fare della Musica, e se verrà un giorno in cui non si parlerà più né di melodia né di armonia né di scuole tedesche, italiane, né di passato né di avvenire, allora forse comincerà il regno dell’arte… Lo disse Giuseppe Verdi. Fino a che questo non si avveri, vi devo chiedere i vostri principali riferimenti musicali (quindi scuole, altri, passato ecc.), ma soprattutto il perché dei nomi o dei titoli di riferimento che farete?

Elizabeth
I riferimenti a livello musicale sono The Who e Paul Weller come già ti anticipavo; noi li vediamo come i padri fondatori di un genere vicinissimo ai nostri gusti e al nostro vissuto…oltre a “La mia generazione” anche “Disinfettante” è accostabile a questo mondo. Vogliamo parlare dei Radiohead? Tra ricerca e melodie vocale c’è solo da imparare; credo di essere innamorato di Tom Yorke. Direi che praticamente tutti i dischi prodotti da Godrich mi hanno sempre impressionato e lasciato qualcosa: tra tutti “Regeneration” dei Divine Comedy. In brani come “Schizofrenia” o “Norlevo”,  credo si possano più che intuire questi riferimenti.
Mi sembra giusto però citare anche qualche italiano: Giorgio Gaber e Francesco De Gregori che hanno scritto testi impareggiabili!
 
Davide
Avete intitolato un brano “Norlevo”. NorLevo® (lo dico ai lettori che non lo sappiano) è il nome commerciale di un progestinico, una pillola del giorno dopo… è di questi giorni il riconoscimento del Nobel al fisiologo Robert Edwards, padre della fecondazione in provetta… Due estremi: chi non vuole far nascere, chi lo vuole a tutti i costi. Scelte… Come avviene invece la creazione dei vostri brani? O, non lo si domanda mai, come e perché invece finisce che alcune canzoni vengano scartate, escluse?
 
Elizabeth
Norlevo è un brano a cui sono personalmente molto legato. Racconta una storia accaduta ad una mia amica; quando si vive personalmente un’esperienza di questo tipo è auspicabile avere qualcuno che ti appoggi o ti dia conforto indipendentemente dalla scelta fatta; questo brano aveva questo scopo.
Il mondo è pieno di esperti e di gente che prima giudica e poi, se gli avanza del tempo ascolta; noi volevamo solo essere quelli che tendevano una mano in un brutto momento… e questo è stato  gradito da colei alla quale abbiamo dedicato il brano.
La scelta invece dei brani è molto semplice: quando c’è qualcosa che mi da fastidio o che mi fa innervosire, per non “sbiellare” prendo in mano la chitarra e inizio a scrivere. Un puro sfogo riabilitativo personale; essendo un riabilitatore psichiatrico, anche se non pratico più la professione, la musico-terapia me la auto-somministro sotto forma di prevenzione.
L’esclusione, invece, capita quando uno dei brani non viene capito, masticato e digerito da tutti e quattro, soprattutto dal vivo, nel senso che se non ci piace la resa live, l’esclusione è inevitabile.
Siamo una band live e lo stesso disco è praticamente registrato live, in presa diretta, sincero e leale.
I brani prima di arrivare nel disco li testiamo sempre dal vivo, ne vediamo la resa e quando siamo tutti concordi rimangono in scaletta.
 
Davide
Chi al Cavern, chi all’Olympia… Qual è il luogo dove, più di ogni altro, sognate di suonare prima o poi dal vivo e per quale motivo?
 
Elizabeth
Eh… Ci piacerebbe un casino fare un tour all’estero in USA o in Inghilterra, nei club o addirittura nei palazzetti, ci piace molto mantenere il più possibile il contatto con il pubblico dal vivo; è una sorta di “Do ut des”.
In Italia, uno dei nostri sogni è suonare al Santissimo San Siro, ma ormai tenendo presente che non si possono più tenere i volumi giusti, non ci sembra neppure ‘sto granché di sogno.
 
Davide
Le opportunità vengono e vanno / bisogna giocarsela tutta / bisogna mettercela tutta / puoi dire almeno di averci provato… Non è detto che/ritornino… Sta capitando anche a voi. L’inizio è dunque iniziato ed è buonissimo… Cosa verrà adesso?
 
Elizabeth
Mah, staremo a vedere, nel frattempo stiamo già lavorando a dei brani nuovi.
Speriamo di fare un casino di date e girare il più possibile per conoscere posti, genti e storie nuove. Per adesso siamo riusciti a masterizzare da Howie Weinberg  a NY (U2, Nirvana, Smashing Pumpkins,…), abbiamo girato il video a Londra, registrato il disco all’Esagono; insomma soddisfazioni a go go.
In futuro speriamo di continuare e fare esperienze sempre nuove; un desiderio? Realizzare il prossimo disco su nastro in 16 piste: sarebbe una bella scommessa.
 
Davide
Prima di salutarvi… Contro ogni altra ruggine che non sia quella contenuta in questo disco, vi auguro un disco d’oro o di platino. O di diamante, chissà? Ma più di questo, cosa conta davvero per voi?
 
Elizabeth
Beh, intanto grazie mille da parte di tutti e quattro!!!
Per noi quello che conta maggiormente è suonare dal vivo e divertirci il più possibile, poi vedremo cosa ci riserverà il futuro!!!
In ogni caso l’aspetto più importante, adesso,  è che questa esperienza ci sta rendendo sempre più uniti sia come musicisti che come amici.
 
Grazie ancora e a presto!
 
Keep on rockin!

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