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Esordienti alla ribalta

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Esordienti alla ribalta

E’ giunto il momento.
Scriviamo ormai da anni, siamo consapevoli di aver concepito delle buone opere: le abbiamo revisionate, controllate, riesaminate dozzine di volte.
Le abbiamo sottoposte al giudizio critico di altri scrittori, sottoposte al vaglio dei comitati di lettura, inviate a concorsi letterari, esposte in mostra sugli appositi siti. Ricevendo in cambio preziosi consigli, segnalazioni e note, a seguito dei quali abbiamo ulteriormente ricorretto i nostri lavori.
Il lungo processo di revisione è giunto a compimento. Abbiamo nel cassetto almeno un paio di romanzi pronti per essere pubblicati, e forse di una trentina di validi racconti.
I giudizi che abbiamo ricevuti sono favorevoli, parlano della nostra scrittura limpida, della buona consapevolezza narrativa, elogiano la struttura temporale, pongono l’accento su alcune nostre peculiarità che ci suggeriscono di essere davvero pronti per il grande passo.
Finalmente dopo tanto lavoro, dopo lunghe attese, dopo molte notti insonni siamo giunti al traguardo. Disponiamo di materiale degno di essere sottoposto all’attenzione delle case editrici.
Ma adesso?
Lungi dall’essere giunto a un termine, il nostro lavoro è invece appena cominciato.
Perché è proprio qui che migliai di scrittori esordienti si arenano, sull’ultima spiaggia della pubblicazione.
Questo è il momento in cui gli autori devono accantonare le loro capacità letterarie, per apprendere un’arte diversa, ma ugualmente determinante per arrivare al successo.
L’autopromozione.
Per fare un salto di qualità, per rendersi visibili, per ottenere l’attenzione del mercato editoriale occorre investire tempo e risorse. E’ un secondo lavoro sotterraneo che va compiuto, delicatisssimo e fondamentale se non vogliamo che tutte le nostre fatiche restino a vita chiuse in quel cassetto.
Forse molti di noi non riusciranno mai a diventare scrittori professionisti, ad arrivare a vivere dei proventi ricavati dalle proprie opere. Ma per la maggioranza dei casi, di norma è sufficiente arrivare alla pubblicazione, per coronare il proprio sogno. I guadagni ci interessano poco, siamo anche disposti ad andare alla pari. E questo è quello che succederà le prime volte. Quando quello che incasseremo con i diritti di autore servirà a malapena a pagare i giri promozionali e le presentazioni in libreria. Ma non importa. Quello che conta è pubblicare. Infrangere quel muro.
Il nostro è un mestiere con cui si può vivere solo se si è noti, almeno nel proprio ambiente. Un conto è scrivere racconti, tutt’altra cosa è imparare a proporre e a concepire precisi progetti editoriali: racconti a tema, antologie, saghe, trilogie, romanzi mirati per la pubblicazione.
Ora non basta più riuscire a pubblicare raccontini sulle riviste o sui siti letterari. E’ giunto il momento di ottenere maggiore visibilità e per ottenere questo bisogna imparare a presentarsi. Autopromuoversi, vendersi e sapersi valutare. Sapersi presentare a un editore o a un agente letterario coi racconti già editi sulle riviste, i piazzamenti nei concorsi, e le apparizione sui siti internet è già un punto di partenza.
La prima cosa importante è fare chiarezza e imparare a conoscersi. Domandiamoci innanzitutto che tipo di scrittori siamo, qual è il nostro filone? Giallo, Noir, Thriller, Fantascienza, Fantasy, Horror, Realismo, Gotico, Romanzo Storico, Autobiografico, Epistolare, Intimista… Bisogna sapere qual è il nostro genere.
Se per esempio il vostro genere è l l’Ucronia, cioè romanzi in cui uno si fa domande del tipo: "…E se l’Austria avesse vinto la Grande Guerra?", "…E se Roma fosse senza Papa?","…E se Garibaldi avesse combattuto a Gettysburg?", "…E se i nazisti avessero trionfato?" , allora i nostri obiettivi dovrebbero essere le case editrici specializzate in fantascienza, come l’Urania o l’Editrice Nord.
Un autonalisi in questo senso è fondamentale, e se scriviamo opere che appartengono a generi diversi dobbiamo imparare a dividerle, e a presentarle singolarmente agli editori interessati a quel determinato filone.
Le case editrici oggi sono estremamente settoriali: ci sono case editrici specializzate in magia, esoterismo, romanzi archeologici, egittologia, letteratura gay, cultura regionale, cucina, mondo marino, futurismo, saggistica e perfino animalismo.
Occorre conoscere prima di poter scegliere.
E il miglior modo per imparare a conoscere una casa editrice è quello di girovagare in libreria, esaminando i volumi pubblicati, verificando quali sono gli autori che rappresenta, la veste grafica ed editoriale, le collane tematiche. Oppure visitare il sito internet e leggere gli articoli, le interviste e le recensioni pubblicate.
Allegato a questo articolo troverete un elenco completo delle case editrici italiane con indicazioni precise riguardanti le tematiche, le collane editoriali, i nomativi di riferimento, telefoni, indirizzi, sito internet e indirizzi email.
Se scriviamo gialli, presentiamoli al premio Tedeschini. Se il nostro genere sono le storie per i ragazzi, seguiamo il premio Calvino. Allo stesso modo selezioniamo le case editrici potenzialmente interessate alla nostra produzione e contattiamole per farci autorizzare all’invio delle nostre opere.
Per contattarli ci occorre una breve presentazione, un sunto del nostro operato, un curriculum letterario in cui evidenziamo le eventuali collaborazioni con le riviste del settore, apparizione delle opere sui siti internet, piazzamenti nei concorsi letterari, in breve tutte le nostre attività degne di nota nel campo letterario, e che dia anche un minimo di indicazioni sulle nostre caratteristiche personali, passioni, ambizioni e desideri.
Fatto questo prepariamo una breve sinossi delle nostre opere, un riassunto o una breve autorecensione per ii romanzi, o sintetica presentazione dei racconti, divisi in raccolte tematiche.
Corrediamo le presentazioni di immagini, sia il curriculum che le sinossi. Cerchiamo di confezionare un prodotto professionale. Con la nostra fotografia sul curriculum e immagini adeguate sulle sinossi. O meglio ancora, se siamo in grado di dilettarci con la parte grafica, tentiamo addirittura di creare una copertina vera e propria.
L’importante è rompere il ghiaccio, uscire col primo romanzo, poi si vedrà. E se si vuole essere considerati degni di attenzione è estremamente importante distinguersi e sforzarsi di dare l’impressione di una massima efficienza, determinazione e professionalità.
Dopo verranno la nostra arte, la tecnica, e la sapienza narrativa. Ma ricordiamoci che se non superiamo il primo scalino, nessuno leggerà mai le nostre opere. Prima di ogni cosa dobbiamo essere considerati meritevoli di attenzione, e ottenere l’autorizzazione all’invio delle opere.
Poi giunge il momento fatidico. Ci hanno finalmente dato il via libera. Sono interessati al nostro lavoro. Comunicano le modalità per la spedizione.
Ora bando ai facili entusiasmi. Conserviamo la calma e poniamoci le seguenti domande.
La casa editrice che ci ha risposto a quale settore appartiene?
Che tipo di opere gli dobbiamo mandare?
Siamo certi di averle confezionate bene?
Abbiamo raggruppato i racconti in un’unica raccolta?
La veste grafica è corretta, margini e impaginazione sono a posto?
La vrsione che abbiamo approntato per la spedizione corrisponde alle ultime revisioni effettuate?
Il titolo è adeguato?
Abbiamo osservato le modalità di invio che ci hanno comunicato circa la stampa e la presentazione dei testi (font, formato, intestazione, fogli sciolti etc.)?
E’ una casa editrice seria?
Esiste la possibilità che ci venga richiesto un contributo per la pubblicazione?
Possiede un numero di ISBN?
Che autori ha pubblicato finora?

Verificati questi dettagli fondamentali, confezioniamo il nostro lavoro nella maniera adeguata e predisponiamo l’invio seguendo alla lettera le indicazioni riportate dalla casa editrice.
Poi disponiamoci ad aspettare. Un tempo che ragionevolmente può variare dai tre ai sei mesi. Tenete presente che non tutte le case editrici rispondono per iscritto. Per la maggior parte dei casi un silenzio superiore ai nove mesi, corrisponde a un rifiuto. E spesso è totalmente inutile chiedere notizie per email o per telefono perché le case editrici sono oberate di lavoro, hanno migliaia di opere in lettura, e non potrebbero materialmente, neanche volendo, rispondere a tutti.
Ora come possiamo occupare validamente il tempo di attesa tecnicamente necessario?
Innanzitutto continuiamo a scrivere, e a correggere i nostri lavori.
Successivamente predisponiamo uno specchietto con le case editrici finora contattate, le date del contatto, le date della risposta, dividiamo quelle negative da quelle positive, aggiorniamo gli invii effettuati, registriamo le date di spedizione, e i titoli delle opere che abbiamo mandato in valutazione, il nome del nostro riferimento, la relativa email.
Questo schema deve essere sempre aggiornato, metodicamente, giorno per giorno. Dobbiamo sapere a chi abbiamo già inviato il nostro lavoro, e quale, e in che data. E’ necessario tenere conto di quali sono le case editrici già contattate e quali no.
E per favore non mi dite che "nessuna" casa editrice vi vuole pubblicare quando ne avete contattate appena 30 e di queste 30 solo 5 o 6 vi hanno autorizzato all’invio.
Se le case editrici in Italia sono oltre 5.000, e quelle interessate alla narrativa di autori emergenti sono circa un migliaio, prima di dire che "nessuna casa editrice vi vuole pubblicare, e che tanto è inutile" sarebbe auspicabile verificare di averle contattate tutte.
Almeno se voi desiderate la pubblicazione con tutte le vostre forze e siete disposti ad investire su questo tempo e denaro.
Se invece appartenete a quella schiera di autori incompresi che aspettano solo di essere scoperti e che non fanno nulla per farsi scoprire, allora questo articolo non è per voi.
Lo so vi sembra un lavoro improbo, inattuabile, inconcepibile. Ma io vi domando: se per primi non credete voi stessi nel vostro lavoro e nelle vostre possibilità, come pensate di poter convincere gli altri?
Nel caso in cui pensiate di valere veramente come scrittori, e siete alla ricerca di un’unica sola occasione per emergere, allora dovete impegnarvi, e dedicare tempo, energie e soldi.
Attenzione: nessuno vi dice di contattare 1.000 case editrici tutte in un colpo, di dilapidare fiumi di denaro in collegamenti internet e spese postali. Agite con criterio, diluite nel tempo il vostro impegno, ma prendetelo come un lavoro. Siate metodici, rigorosi, precisi e determinati.
Dieci case editrici al giorno, un invio postale a settimana. O qualsiasi altra media che per voi sia ragionevolmente attuabile. Ma siate inflessibili con voi stessi. Datevi un obiettivo e mantenetelo. Partite dalla lettera A e fermatevi solo quando siete arrivati alla Z.
Tanto per darvi uno stimolo vale la pena di riflettere su questi dati:
Nel 1892 Italo Svevo, che è considerato uno dei massimi esponenti della letteratura italiana pubblicò a proprie spese il suo primo romanzo, dopo averlo sottoposto a una sola casa editrice e averne ricevuto un rifiuto. Una sola casa editrice. Un solo rifiuto. In seguito ottenne l’attenzione che meritava, ma forse avrebbe anche potuto tentare un’operazione di marketing su scala maggiore. E poi non è che dopo aver pubblicato a pagamento le porte dell’Olimpo si aprano automaticamente. Devi sempre autopromuoverti, farti conoscere e magari contattare anche gli editori internazionali. Non sono rari i casi di autori italiani esordienti che hanno pubblicato la loro prima opera in Bulgaria o in Francia.
Le case editrici sono innanzitutto imprese commerciali. Sono tenute a fare il loro mestiere, a correre i loro rischi imprenditoriali, a scegliere come investire le loro risorse. Possono pubblicare bei libri che non vendono, brutti libri che invece vendono molto, ma non si può pretendere che pubblichino brutti libri che poi nemmeno si vendono. Non spetta a loro coccolare e incoraggiare gli autori in crisi mistica. Se uno vuole attenzione da parte degli editori, se la deve conquistare con i mezzi a sua disposizione. Individuando appunto tra la sua produzione quello che può essere più interessante e facilmente proponibile sul mercato. In linea con i progetti culturali e industriali della casa editrice prescelta.
E’ nell’interesse dell’autore produrre delle sinossi quanto più accattivanti e piacevoli da dove si evinca la trama, i personaggi, magari con qualche brano di dialogo e delle immagini, una copertina o fotografie in tema. Per ispirazione, visitate il sito di Luca Masali, autore de I Biplani di D’Annunzio, che ha fatto centro al suo primo tentativo arrivando con la sua opera prima alla vetta inusitata di 35.000 copie.
Stephen King prima di diventare il Re del Brivido collezionava lettere di rifiuto, che appendeva a un chiodo nella soffitta dove si ritirava a scrivere. I rifiuti a un certo punto divennero talmente tanti che dovette sostituire il chiodo con un rampone. Ma continuò a tentare. E poi accadde che le lettere di rifiuto divennero meno anonime, iniziò a ricevere dei consigli, dei suggerimenti, delle indicazioni provenienti dalle case editrici e dalle riviste che, pur continuando a rifutare il suo lavoro, tuttavia cominciavano a ritenerlo valido a sufficienza da meritare un minimo di riscontro. Egli fece tesoro di quei suggerimenti, li mise a frutto, ricorresse, scrisse e riscrisse molteplici volte le sue opere e perserverò, senza arrendersi mai. Questo è un lavoro per il quale occorre passione. Se non ci metti il cuore non arriverai mai a niente.
Mary Shelley fu in assoluto la prima donna a vivere dei suoi proventi di scrittrice .Il suo romanzo Frankestein, definitivamente consegnato al mito della storia della letteratura, è il capolavoro che vanta in tutti i tempi il maggior numero di imitazioni. Quest’opera per l’epoca in cui fu scritta (1816) dimostra una struttura narrativa particolarmente ardita ed innovativa. Tuttavia la scrittrice per convincere un editore a pubblicarla fu costretta a inviarla in forma anonima, perché i contenuti espressi erano considerati "troppo forti ed emotivamente intensi" per essere attribuiti a una donna, tanto che anche in seguito Mary Shelley ricondusse le origini e l’ispirazione della storia a qualcosa che le era apparso in sogno. Uno dei primi validi esempi di Marketing Editoriale nella storia della letteratura.
Emilio Salgari, considerato uno degli scrittori più noti di tutti i tempi, scrisse romanzi di avventura ambientati in luoghi esotici, narrando di terre lontane, di paradisi incontaminati, di mari selvaggi, di giungle e di isole, senza lasciare mai l’Italia. Spinse il suo polo di esplorazione al massimo fino a Torino e a Genova, e le sue esperienze marittime erano limitate a studi incompiuti presso il Regio Istituto Tecnico e Nautico, nonostante il fatto che si spacciasse per tutta la sua vita come Capitano di Cabotaggio. Il suo unico viaggio per mare fu localizzato e circoscritto al mare Adriatico. Eppure passava notti insonni scrivendo romanzi, saghe, racconti ed episodi, basati esclusivamente su minuziose ricerche in biblioteca, dimostrando una notevole prolificità considerando anche le innumerevoli opere del genere avventuroso che scrisse sotto falso nome per aggirare le clausole capestro impostegli dagli editori. Il che dimostra che uno scrittore agguerrito non conosce ostacoli.
Arthur Conan Doyle, il fortunato autore di Sherlock Holmes, pubblicò il suo primo romanzo nel 1887 su una rivista. Presto il successo arrise in maniera straordinaria a questo scrittore, consacrandolo a fama imperitura. A lui viene attribuita la paternità del moderno romanzo poliziesco e l’invenzione del metodo deduttivo. Eppure il suo primo romanzo fu rifiutato da ben tre editori, e lo scrittore si trovò costretto a venderlo per sole 25 sterline, mentre all’apice della sua carriera arrivò ad essere pagato qualcosa come 10 scellini a parola a testimoniare le infinite possibilità di successo che si possono celare dietro un esordio claudicante ed incerto.
Jules Verne fu il primo scrittore ad arricchirsi con i proventi delle sue opere, al punto da acquistare nel 1866 un sontuoso panfilo con il quale viaggiò in tutto il mondo. Considerato uno dei padri fondatori della moderna fantascienza, celebrò con le sue opere il progresso dell’uomo e le grandi scoperte scientifiche e tecnologiche della sua epoca. Le avventure da lui narrate, ancora oggi immortali, sono scritte con uno stile sciolto e discorsivo, ma si basano su minuziose nozioni tecniche, scientifiche e geografiche, frutto di molti studi e di meticolose ricerche. I suoi studi in proposito furono così approfonditi che nel 1870 gli venne conferita la Legione d’Onore e fu nominato Presidente dell’Accademia delle Scienze, delle Lettere e delle Arti.
Tutto questo ci deve insegnare che mentre è relativamente facile scrivere, in fondo basta un pezzo di carta e una tastiera, o una penna, il lavoro non finisce certo lì, ma comincia appena.
Uno scrittore ambizioso e determinato deve imparare ad autopromuoversi e non lasciare nulla di intentato prima di arrendersi.
Quindi consultate la lista delle case editrici allegate, identificate quelle che potrebbero essere maggiormente interessate alla vostra produzione e cominciate a contattarle con i dovuti modi e le corrette modalità. Non fermatevi e non scoraggiatevi, ma perseverate. I risultati arriveranno.
E se proprio tutte, ma tutte, alla fine dovessero dirvi di no, allora e solo allora, considerate il fatto che qualcosa non va per il verso giusto.
Tornate a leggere l’articolo sulla Revisione, e ripartite da capo, perché ogni passo compiuto in questo senso, ricordatelo, potrebbe portarvi un passo più avanti verso la strada della perfezione.

Sabina Marchesi

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