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Pierluigi Cassano

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Pierluigi Cassano

In questo numero di KULT vi proponiamo una breve intervista a Pierluigi Cassano, vincitore del concorso "Nella rete del Giovane Holden" per la categoria Testo dai 18 ai 25 anni con "Storie di notte".

Intervista:
Chi è Pierluigi Cassano?

Sono nato a S. Severo, in provincia di Foggia, il 16/07/1974 e, dopo aver conseguito la maturità classica, mi sono trasferito a Modena da 4 anni per motivi di studio; avevo iniziato con tre anni d’ingegneria informatica per poi dedicarmi interamente al mio vero sogno: diventare regista lirico.

Perciò attualmente…
Attualmente frequento il DAMS (Dipartimento di arte musica e spettacolo) a Bologna nel settore spettacolo dove ambisco a diventare regista d’opera e studio come cantante lirico, per la precisione "basso".

Per curiosità e per definire se effettivamente abbiamo a che fare con l’estro di un artista multimediale contemporaneo anticonformista, approvi le trasposizioni di luogo e di epoca nella lirica?
Sì, purchè non si oltrepassi il limite della coerenza e del buon gusto. Il bello può essere definito come un valore assoluto ma il gusto della massa può venire manipolato, per esempio, dai media. Aggiungerei, a questo proposito, che l’iniziativa privata ha livelli altissimi, ma viene spesso in conflitto con l’interesse comune.

Come sei venuto a conoscenza del concorso?
Tramite la campagna pubblicitaria della bibilioteca Delfini di Modena che frequentavo spesso… ora, studiando a Bologna, riesco ad andarvi più raramente.

Perchè ha deciso di partecipare?
Partecipo ogni anno a due o tre concorsi circa perchè tra i miei sogni ed i miei hobby, oltre alla musica, ho anche quello di scrivere.

Ti è parso un tema difficile quello proposto dal concorso?
A dire il vero no, o sì… comunque il più bel tema che potevate proporre a dei ragazzi dai 13 ai 25 anni: nessun under 25, con il desiderio di scrivere, poteva non essere coinvolto; il discriminante, a mio parere ma presumo anche per molti altri, può essere stato il supporto informatico imposto dalla commissione esaminatrice. Vorrei aggiungere che un tema di questo tipo favorisce lavori più spontanei, meno orchestrati, anche se ben organizzati.

Posso intuire che un supporto informatico sia troppo "freddo" per poter esprimere le proprie opinioni su un tema del genere, o per pubblicare qualcosa di personale come ad esempio un diario?
Assolutamente no! Non mi sarei dedicato ad ingegneria informatica se l’avessi ritenuta una materia tanto "fredda"; al contrario ritengo che si possa esprimere la propria creatività sia artistica che letteraria anche attraverso supporti elettronici.

Conoscevi già KULT Underground o altre riviste di rete e non.
Solo
KULT come rivista di rete e la leggevo alla Delfini perciò sono rimasto indietro di qualche numero, ricordo un corso di giapponese… Tendo a leggere molto di tutto, in generale, ma in particolare ho il pallino dei manga e, soprattutto delle riviste d’opera le quali purtroppo, in Italia, sono soltanto due: ma, daltronde, anche per la musica oltre alla lirica ed al jazz, che prediligo, ascolto generi vari e differenti tra loro a seconda dello stato d’animo.

Hai avuto l’occasione di leggere o guardare i lavori degli altri partecipanti al concorso?

Sì, durante la premiazione, non ho un PC, perciò non ho potuto immediatamente usufruire del dischetto che avete distribuito: meglio così, dovevo studiare e mi avrebbe piacevolmente distratto dai miei doveri.

Cosa pensi degli altri elaborati, per quello che hai potuto vedere?
Il livello è stato veramente alto. Innanzitutto vorrei precisare che non avrei premiato il mio lavoro come migliore…

Perchè?
La mia era una favola… qualcuno ha pubblicato le pagine di un diario o le proprie riflessioni e queste mi sono sembrate almeno altrettanto belle.

Come ti è sembrata l’iniziativa in generale e la premiazione?
L’iniziativa è stata senz’altro vincente, e non conoscendo nessuno sono rimasto ancora più meravigliato della vittoria perchè in giro ci sono anche dei concorsi "addomesticati". La cosa più bella è stato dar voce a chi scrive e, in generale, fare scrivere la gente. Mi dispiace di non aver potuto presenziare fino al termine della premiazione ma ritengo che sia stata bella perchè, per i partecipanti, deve essere stato gratificante sentire i propri lavori recitati da attori professionisti.

Parliamo della tua opera. Chi è Bebo e come è nato?
Bebo è il protagonista della mia storia: le poesie inglobate nell’ipertesto erano state, per il vero, scritte in precedenza e sono state assemblate con una favola cornice appositamente per il concorso.
Nella favola, ogni fratello di Bebo presenta un’aspetto del disagio giovanile; Bebo li raggruppa tutti nella sua paura primordiale di crescere.

Quanto c’è di autobiografico in questa storia?
Bhè… molto! Non so se sono Bebo, o se lo sono stato, ma senz’altro ho condiviso lo stato d’animo e le paure ognuno dei suoi fratelli almeno per un giorno: in fondo sono tutti gli aspetti più comuni della crescita.

Se ci devi segnalare in particolare un tratto significativo del tuo racconto cosa ci consigli?
Il più attuale può senz’altro considerarsi "Ragazzi in affitto", temevo addirittura che questo link mi avrebbe procurato una sconfitta nel concorso.

Saresti disponibile a collaborare con KULT?
Certamente, tempo e diritti d’autore permettendo, il desiderio di farsi conoscere è in me sempre presente er stimolante.

Volendo concludere… un lieto fine nella tua storia significa che è difficile essere giovani ma non impossibile?
Sì, vivere è difficile, ma un po’ meno con qualcuno accanto.


Federico Malavasi

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