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Centenario Ferrari

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Centenario Ferrari

Per festeggiare i cento anni della nascita di Enzo Ferrari, la casa automobilistica di Maranello e il Comune di Modena hanno voluto dedicare una tre giorni un vero tour de force, scandito dal clou che ha visto erigersi il monumento al mitico Enzo, ahimè non eccelso di Quartieri, uno scultore che ha abbandonato il rigore e il vigore della purezza plastica dei volumi astratti, propinandoci questo obbrobrio, che si situa in bilico come la Torre di Pisa, tra la Colonna traiana e il Novecento di Margherita Sarfatti, per la vuota bolsaggine, la piattezza delle figure sommariamente sbozzate, laddove l’arte del levare sarebbe auspicabile. Questo esemplare d’arte pompiere pèrende il peggio degli orpelli del Barocco; non manca l’ala della Nike, una vittoria che spetta a Ferrari, ma certamente non allo scultore. Del resto l’inadeguatezza al senso plastico e alla monumentalità che si deve sposare con l’urbanistica; ma questa torta nunziale a piani, a tortiglioni forse è più adatta a un ristorante, che ad adornare una vasta piazza, facendo buona compagnia alla non eccelsa statua dei fiumi del Graziosi, il quale era assai meglio come pittore e incisore, essendo allievo del Fattori e della stessa finezza incisoria del Fattori.
Discutibile il filmato, per le interviste e le voci fuori campo; sarebbe stato meglio lavorare più al montaggio cucendo gli spezzoni e vari pezzi originali delle corse, soprattutto di quelle antiche.
Molto bello ed esaustivo, il libro "Una vita per l’automobile" rimpinguato da un linguaggio chiaro e accessibile, direi divulgativo anche per chi non sia ferrato in motori ed altri dettagli tecnici.
Questo libro, dotato di un vasto corredo di belle e nitide fotografie, è come un affresco di costume e ci fa rivivere i fasti di una casa automobilistica gloriosa che ha reso il nome di Ferrari e della sua città famosi nel mondo. Si risale all’esordio eroico, in un cammino umano funestato dalla perdita del figlio Dino e dei tanti successi alle corse, costellato di tante vittorie, ma anche di tante gravi perdite di piloti, cui il grande vecchio dalla fama di burbero, si era affezionatocome se fossero un po’ figli suoi. Intanto, e affiancato da figlio Piero, frutto di una relazione si interessa sempre più attivamente all’attività paterna; del resto, il germe delle corse è inculato sotto la scorza dell’imperturbabilità, last but not least, una pacata fermezza che smussa le spigolositàdel famigerato caratteraccio del padre, di cui sono note le sfuriate. E’ il simbolo del nuovo corso da "manager" che imprinting avrà ricevuto la solare bellezza della figlia che oltre ad aver ereditato gli splendidi cromosomi materni, rechi le griffe della personalità della razza Ferrari DOC?
Sembra aprirsi uno spiraglio, per la collocazione del monumento all’autodromo e mi vengono in mente due esempi: il vestito nuovo dell’imperatore di Andersen e un film di Charlot, in cui… allo scoprimento di un monumento, egli dorme placidamente, mentre squillano fanfare e si tagliano nastri… Speriamo che in un’occasione celebrativa ci si ricordi di scultori di vaglio che non mancano nemmeno qui: Paolo Sighinolfi, Cristina Roncati avrebbero sicuramente esperito qualcosa di più originale, frutto del loro, sicuro talento.

Giuliana Galli

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