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Costruirsi un Totem – Stefano Rossini

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Capire e sentire il proprio valore
 
Il”totem” di per sé è un bastone decorato, tipico di alcune tribù dell’area delNord America e dell’Australia, ma diffuso anche in culture di altri continenticome Africa, Asia etc.
Inrealtà, gli studi antropologici, primi fra tutti in ordine di importanza quellidi antropologi del calibro di Durkheim e di Levi Strauss, hanno dimostrato lagrande valenza sociale e culturale di questi oggetti di culto, in cui il grupporiconosce un segno tangibile dei propri valori fondanti e della propriaidentità:: tra le pieghe delle decorazioni del Totem si possono ritrovare glielementi fondamentali della cultura di un gruppo, le proprie credenzefondamentali, i modi di pensare il cosmo, nonché l’appartenenza a unadeterminata famiglia e a un particolare antenato.
Iltesto di Stefano Rossini, docente di educazione fisica in diversi ordini discuola, studioso di filosofia, in particolare di filosofia teoretica edestetica e formatore, riprende l’immagine del Totem, descrivendo un progettodidattico rivolto ai nidi, alle scuole di infanzia e alle scuole primarie.
 Questoprogetto prevede appunto l’uso di questi “bastoni decorati” come strumenti sucui i bambini, insieme alle figure adulte degli educatori e dei genitori,trascrivono con le loro incisioni di diverso tipo i loro cambiamenti e i lorosuccessi nella loro crescita; i segni che vengono fatti sul totem infattiregistrano per esempio la crescita fisica dei bambini (ad esempio ilcambiamento in altezza, la modifica dell’ampiezza dell’apertura delle braccia),ma soprattutto registrano periodicamente i successi che vengono raggiunti nellascoperta delle proprie capacità, dei propri miglioramenti nelle relazioni congli altri e negli obiettivi raggiunti.
Sicapisce bene come un segno inciso sul bastone ha il significato per il piccolodi vedere in modo tangibile i propri miglioramenti e farne memoria, acquisendosempre meglio consapevolezza e stima di sé. Il totem inoltre può essere ancheun oggetto con cui fare anche esercizi psicomotori, che permettono di prendereconfidenza con esso, in una dimensione ludica che permette di sentirlo come unaparte di sé, su cui proiettare le proprie conquiste.
Ineffetti, questa proposta didattica appare molto interessante e viene presentatadall’autore, corredandola con una spiegazione generale iniziale e conesemplificazioni di un percorso rivolto ai genitori e ai bambini sia dellascuola di infanzia, sia di quella primaria. Il percorso didattico è presentatocon dovizia di particolari, approfondimenti, proposte operative da utilizzarecon i genitori, schede, giochi da fare con i bambini e il totem, storie e fotodi quella che è stata l’esperienza portata avanti nelle scuole dove è statousato questo strumento.
Tuttequesti dettagli operativi possono essere “spesi sul campo” e possono quindirisultare interessanti agli insegnanti e agli educatori dei bambini dei nidi,delle scuole di infanzia e della scuola primaria, che possono trovare ideeoperative per impostare un lavoro simile con le proprie classi.
Illibro, comunque, non si esaurisce in questa proposta didattica.
Inmodo molto originale esso è stampato in un duplice verso: se capovolto ci siaccorge che la parte finale del libro in realtà è a sua volta un ulterioresezione del libro stesso, che può essere girata e letta dal verso contrario.
Questaseconda sezione abbandona la descrizione di una metodologia didattica perriflettere comunque sempre sullo stesso tema: l’importanza di impostare unacorretta stima di sé per una crescita armonica della propria personalità.
Questotema è sviluppato in due modi anche in questo caso abbastanza originali: ilprimo è la presentazione di 33 brevi storie osservate in ambito scolastico eapprofondite da analisi dettagliate, che spesso si aprano a una riflessionefilosofica. Il tema di queste storie è, come dicevamo, sempre quellodell’importanza nei bambini di stimolare la creatività, farli sentire unici ecapaci, per educarli a sentire il proprio valore.
Laseconda parte di questa seconda sezione riporta invece direttamente tredicilezioni che Rossini ha tenuto nell’anno scolastico 2007/2008  ai suoi alunnidel Liceo di Faenza dove ha lavorato come insegnante di Educazione Fisica.Anche questa è un’esperienza didattica interessante, perché il professore sidava un tempo di due minuti, cronometrati dall’occhio severo di un proprioalunno, per passare alcune “pillole” di riflessione sempre sulla scoperta delproprio valore a partire dal proprio corpo e dalle proprie esperienze mentali.Il totem su cui registrare i propri successi non è più dunque il bastonedecorato dei bambini, ma il proprio “sé” su cui memorizzare il propriovalore anche in un rapporto più adeguato con il proprio corpo.
Ingenerale il libro di Rossini si presenta dunque come un interessante testo incui la tematica del rapporto fra stima di sé ed educazione è sviscerata dadiversi punti di vista, alcuni in effetti molto originali. 
Seè vero che la prima parte del libro è interessante soprattutto per gliinsegnanti del nido, della scuola di infanzia e della primaria, per l’ampiospazio che è riservato al “progetto totem”, la seconda parte apre però a unpubblico più vasto di quanti vogliono farsi un’idea dei molteplici aspettiattraverso i quali influiamo come educatori nella costruzione di una sana stimadi sé nel rapporto educativo.
Lostile, a tratti molto profondo e specialistico, rende infine il testo adatto aun pubblico anche di livello medio – alto, quanto a competenze pedagogiche efilosofiche.

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