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Osservazioni psicologiche – Paul Rée

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a cura di DomenicoM. Fazio,
Pensa Multimedia(Lecce, 2010)
pag. 176, euro20.00
 
“Su libri e scrittori”, “Sulle azioni degliuomini e sui loro motivi”, “Su donne, amore e matrimonio”, “Pensieri diversi”,”Sulle faccende religiose”, “Su felicità e infelicità”, “Saggio sulla vanità”:sono i titoli delle dissertazioni di Paul Ludwig Carl Heinrich Rée, dellesezioni, incatenate e concatenate, del libro “Osservazioni psicologiche”, dellacatena d’aforismi che il pensatore ha lasciato ai posteri. Il docenteuniversitario Domenico Fazio, curatore insieme ad altri due studiosi dellacollana del “Centro interdipartimentale di ricerca su Artur Schopenhauer e lasua scuola dell’Università del Salento” è l’intellettuale al quale si deve diregrazie per aver permesso la ripubblicazione, in un’edizione riveduta ampliata ecorretta dell’opera di Rée, già uscita nel 2000 presso Editori Riuniti. Fazio,che affida molto a una lunga e interessantissima, soprattutto per la‘rivisitazione’ del rapporto fra l’autore Rée e uno dei suoi amici, l’altrogrande filosofo Nietzsche, aiuta la rivalutazione d’una delle figure piùimportanti per la cultura filosofica moderna. Che, oltre a essere figlioelettivo, per sua volontà e ricerca, di Schopenaeur, appunto, Rée, e lo sicapisce leggendo gli scritti, brevi, che rispondono a una massima breve e lungaallo stesso tempo: “l’uomo è l’animale malvagio per l’eccellenza”, ma inspecial modo alla voglia: “alcuni leggono per formare il loro cuore, altri performare il loro spirito: io scrivo per questi ultimi”. Il fermento dello studiodi Paul Rée, che possiamo apprezzare nella sintesi lasciataci in questo spaziointellettuale tutto legato alla ricerca d’un’analisi interminabile, esprime,oltre a dubbi legati al tempo e al suo lascito verso il valore naturalericonosciuto alla ‘donna’, l’implacabile rappresentazione della mente dell’uomonell’atto stesso di ragionare per se stesso, soprattutto, e in lega con l’altroo gli altri. Il discorso di Paul Rée, che indubbiamente si deve togliere dalpiccolo grembo dell’influenza, ovviamente reciproca, fra lui stesso e il suoNietzsche, entra nelle viscere d’una predisposizione della persona a essereimpregnata e a cercare d’impregnare nel costante lungo interminabile momento emovimento della sua atroce e malefica vanità. In virtù della comparsa di questanuova ‘versione’ delle “Osservazioni psicologiche” si riprova ad andareindietro per capire chi già molto aveva evidentemente capito.

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