KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Christian Bencivenni

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Christian Bencivenni

Ciao Christian, e complimenti per il secondo e il terzo posto che hai ottenuto. Puoi raccontare a me e ai lettori qualcosa di più su di te e su cosa fai nella vita?

Dunque, ho 25 anni e nonostante mi piaccia pensare di essere ancora studente in realtà negli ultimi tempi ho dovuto un po’ rallentare il ritmo. Sono iscritto alla facoltà di Scienze dell’Informazione a Cesena, ma da quando ho iniziato il tanto temuto servizio civile, a febbraio, non sono riuscito a frequentare. Almeno fino a dicembre sarò ancora impegnato all’assessorato al turismo di Ravenna, poi… non so. Credo che finirò l’università, continuando a lavorare ogni tanto per pagarmi la retta. Per quello che riguarda me, non credo di aver molto da dire. Da che mi ricordi mi è sempre piaciuto leggere, e se alle elementari ero l’invidia della maestra più avanti mi causato qualche problema quando preferivo Re Artù al libro matematica. In seguito le cose sono migliorate.
Sono passato da Artù a Lovecraft.
Mi piacciono tutti o quasi i generi letterari, dalla fantascienza al thriller, da Anne Rice a David Gemmell. Ma adoro anche i fumetti, di qualsiasi nazionalità, forma, colore e senso di lettura. Mi diletto in computer grafica.
E quest’anno festeggio i dodici anni di gioco di ruolo.
Il sogno nel cassetto è, naturalmente, scrivere. Anche se so che in Italia è molto difficile emergere. E’ a questo che servono i sogni, no?

Come sei venuto a conoscenza del concorso? E cosa ti ha spinto a partecipare?

Ho letto del concorso la prima volta nella pagina del Corriere della Fantascienza. Da lì ti ho contattato tramite mail e poi ho raggiunto il sito di Kult Underground. Quando ho tempo mi piace scrivere e un concorso di questo tipo mi attira sempre come la Nutella. Prima di accorgermene avevo già stampato il bando di concorso 4 o 5 volte ( in camera mia forze sovrannaturali si divertono a mischiare tutti i miei fogli ed è difficile non perdere qualcosa ), e mi ci sono subito buttato di impegno. L’argomento mi intrigava e la possibiltà di essere valutati stimola.

Due racconti. In pochi (solo in quattro se non ricordo male) hanno approfittato della clausola nel regolamento che consentiva di inviare più testi… che cosa ti ha spinto a dedicare più tempo ad un concorso che, almeno inizialmente, non prevedeva premi concreti, ma "solo" la pubblicazione?

Beh io ho il sogno (forse folle) di poter un giorno scrivere ed essere pubblicato. Non ho certo la pretesa di divetare un Barricco o un King, ma l’idea di poter avere tra le mani qualcosa di mio leggibile da tutti mi affascina da tanto. Non è la retribuzione in sè (in questo caso premi) che mi attira. Se a questo aggiungi che mi piace davvero tanto scrivere…
Il motivo per cui non ne ho spediti tre era che ho avuto poco tempo e il lavoro di rifinitura mi ha un po’ rallentato (stare in 8192 caratteri è stata dura).
Una volta ho frequentato un corso di grafica e fumetto a Bologna dove, tra gli altri, imparavo anche da Onofrio Catacchio, Antonio Fara e Otto Gabos. Senza soffermarmi sul fatto che disagnassi beno o meno, già allora capii che non era tanto il disegnare le storie che mi attirava, quanto il raccontarle. Mica per niente ho fatto il master di ruolo per dodici anni.
Raccontare e rendere patecipi gli altri delle proprie idee… penso sia questo che mi attira. Adoro leggere, e quindi mi viene automatico tentare anche di scrivere.
E "sotto una luna ostile" era perfetto. Già il titolo mi attirava!

I tuoi due testi sono molto diversi tra di loro. Morte a domicilio, che si è classificato secondo, ha vari richiami a classici del genere, ma rimane un racconto "moderno"… mentre, a mio parere, Sorriso di cera è veramente una ottima rivisitazione del più puro horror da cineteca. Come sono nati questi due "incubi"? Cosa ti ha ispirato, o ti ha indirizzato verso questi due temi, risultati vincenti?

Visto che la lunghezza doveva essere necessariamente breve sono partito da qualcosa che potesse comunque avere appigli in chiunque li leggesse. Io spero di non essere considerato anormale, ma mi è capitato più di una volta di svegliarmi intravvedendo qualcuno nella stanza.
Beh, forse dipende anche dl fatto che sono miope.
Stessa cosa per quelle inquietanti bambole che le nonne si divertono sempre a lasciare in giro quando i nipotini vanno a trovarle. La madre di un mio amico ha addirittura riempito un’intera parete del salotto. Ogni volta che entro in quella stanza mi vengono i brividi.
Naturalmente poi li ho un po’ rielaborati. Nel primo che ho scritto (Morte a domicilio) mi sono un po’ lanciato, mi piaceva l’idea dell’ineluttabilità della morte, da cui puoi scappare ma non puoi mai, mai, seminare. Nel secondo ho tentato (spero bene) di ricreare un po’ le atmosfere di quei vecchi film in bianco e nero, dove la tensione diventa davvero palpabile. ho sempre pensato che la differenza tra un film horror valido da uno poco valido fosse che il primo riesce a risvegliare qualcosa nel profondo.
Jason di Halloween non spaventa perchè è immortale ma perchè è un folle che uccide di notte al buio. E’ il principio per cui alcune storie di Lovecraft, ma non solo, sono così inquietanti. Ed è lo stesso motivo per cui ho usato la prima persona. Pensavo potesse essere più coinvolgente.

Quale dei due ritenevi migliore, o comunque ti piaceva di più?

Nessuno in particolare. Forse per il primo ero un po’ più insicuro perchè temevo che la nota un po’ ironica e un po’ grottesca iniziale fosse azzardata per un racconto horror. Lo ammetto sono andato un po’ "a naso", cercando un taglio un po’ cinematografico e non sapevo se potesse risultare piacevole. Se avessi dovuto spedirne uno solo non saprei dire quale avrei scelto.

Cosa ne pensi dei giudizi dei giurati sui tuoi testi? E, se hai avuto modo di leggere quanto riferito anche agli altri vincitori, cosa ne pensi, in generale dei loro commenti?

Mi sono piciuti molto. Li ho letti tutti come ho letto tutti i racconti. Mi dispiace forse che in alcuni commenti (non necessariamente dei miei racconti) che alcuni fossero un po’ troppo brevi e lapidari. Mi piacerebbe anche sapere se avevano qualche idea per migliorarli.
Mi è piaciuto anche il commento di Giovanni Strammiello al mio Morte… che mi ha strappato un sorriso. Anche perchè per quanto stimi Brad Pitt e Antony Hopkins, quel film ancora non sono ancora riuscito a vederlo.

Hai avuto modo di leggere qualche altro testo? Se sì quale o quali ti hanno in qualche modo colpito e perché?

Dunque mi è piaciuto molto il tuo, perchè mi ha ricordato alcuni racconti di Robert Bloch che ho letto di recente. Autore tra l’altro che mi piace molto. Mi piaciuto anche A Flesh Feast, per la visionarietà "cronenberghizzata" come dice Matteo Ranzi, e Un solo, semplice pensiero trasversale. Ma sono solo un paio e in realtà mi sono piaciuti tutti davvero molto. Alcune trovate sono molto interessanti.

Cosa ne pensi del vincolo di 8192 caratteri per i testi? In molti si sono (probabilmente a ragione) lamentati di questo vincolo sulla creatività… ma noi siamo anche convinti che a pagare questo "prezzo" si guadagni in possibilità di essere letti da chi, navigando su Internet, probabilmente apprezza la sinteticità di un buon testo… qual’è la tua opinione a proposito?

Fantastico! Difficile ma fantastico. Credo che un limite di questo tipo non solo alleggerisca il lavoro di chi deve effettivamente leggerli, ma stimoli anche lo scrittore a "addensare" e in questo modo a rendere un lavoro più tagliente. Probabilmente per alcuni temi sarebbe molto più difficile ma mi sembra un’ottima trovata.

L’anno scorso il concorso di 8KO- aveva come tema la fantascienza… quale tema ti convincerebbe a riprovarci anche il prossimo anno?

Non saprei. la prima cosa che mi è venuta in mente è stato il fantasy (soprattutto, credo, per associazione di idee) ma come dicevo prima probabilmente sarebbe più complicato. Mentre l’horror si ricollega spesso a paure recondite il fantasy, a meno di premesse di qualche tipo, necessita di un’ambientazione che potrebbe rubare spazio. Ma ci sono altri generi che potrebbero funzionare: noir, giallo, storico… La scelta è molto ampia. Mi dispiace di essermi dormito quello della fantascienza perchè è un genere che mi attira molto. E in Italia è anche uno dei pochi che permetta sbocchi lavorativi. Sigh.

Cambiando discorso: hai avuto modo di scaricare qualche numero di KULT Underground? Cosa ne pensi della nostra rivista?

Naturalmente ho dato un’occhiata al sito e alla rivista e mi è piaciuta molto. Ho trovato molto interessanti gli articoli scientifici e i sussurri. Mi sono ripromesso di scaricare anche i numeri vecchi per approfondire un paio di argomenti. Mi piace l’idea di una rivista elettroniaca di questo tipo. La vostra poi è particolarmente accattivante e credo che potrebbe (dovrebbe) ritagliarsi uno spazio maggiore. Purtroppo oggi internet è talmente affollatata che è difficile riuscire a trovare qualcosa di valido.

Cosa ne pensi delle pubblicazioni in formato elettronico… e nello specifico dei nostri e-paperback?

Mi piace un sacco! Purtroppo non ho potuto scaricare molto ma già la prima occhiata mi ha lasciato senza parole. Come dicevo prima alcune idee andrebbero promosse, e l’e-paperback è senz’altro una di queste.

Ok. Grazie di tutto… volevi salutare qualcuno?

Beh, visto che me ne dai l’occasione volevo approfittarne per salutare (e ringraziare) Silvia, la mia ragazza, che mi sostiene sempre e comunque, e a cui devo molto. E, naturalmente importantissimo, il mio amicone Federico che mi sopporta pazientemente ed è un aiuto insostituibile nel revisionare le bozze di quello che scrivo. Più tutti gli amici, la Doom Squad, la redazione turistica di Ravenna, tutti i partecipanti al concorso e, naturalmente, lo staff di Kult underground. Grazie a tutti!

Marco Giorgini

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