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Martedì 29 Agosto

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Martedì 29 Agosto
Nono classificato (Media: 6,19)

Estratto dall’Arcano Libro di Akdraul: "Martedì 29 Agosto, 4 pianeti consecutivi saranno allineati in modo parziale dalle 22.00 alle 24.00 e i suoi poteri saranno inibiti…"

Un bambino dall’età apparente di 12 anni, moro occhi scuri tornava verso casa. L’aria era pregna di umidità, solo da una ventina di minuti aveva smesso di piovere, ed il bambino sentiva freddo, più del solito per un agosto nella periferia di Londra. Un gatto tigrato rosso, sbucato dal cortile della vecchia scuola abbandonata, lo indusse a voltarsi: seguendolo con lo sguardo notò un’ombra a circa 100 metri alle sue spalle che frettolosamente si nascose dietro un lampione. Un cappello a tesa larga e un impermeabile: ad una prima veloce occhiata sembrava…Nightmare! Si nascose a sua volta, invece che fuggire, all’interno del cortile passando per il vecchio cancello arrugginito della scuola in disuso. Osservava attentamente verso la direzione dello sconosciuto ma non vedeva come avrebbe voluto, a quel punto l’idea: sarebbe passato per il cortile ed arrivato a casa sua grazie ad un passaggio nella recinzione che ricordava esserci. Si mosse rapidamente tra l’erba alta ed incolta di quel giardino, che fino a dieci anni prima ospitava la ricreazione dei bambini delle scuole elementari. Il movimento rapido del ragazzino ebbe l’effetto di ottenere uno scatto da parte dell’uomo verso il cancello: non c’era dubbio, lo stava seguendo!
– Corri, corri veloce – si ripeteva: non aveva ancora il fiatone che vide la breccia nella recinzione occlusa da un vecchio "maggiolone" scassato. – Merda! – disse, e pensò a quegli stupidi anarchici che avevano per qualche tempo occupato l’edificio e al casino che facevano certe sere. A circa 50 metri da lui sentì una voce, bassa e decisa quasi innaturale, che lo chiamò per nome: – Dominique!
Quell’uomo sapeva il suo nome, chi era? Che cosa voleva? Lui era in trappola e decise di barricarsi e nascondersi nell’edificio che conosceva bene. La notte senza luna faceva tutto più buio e tetro. Si chiuse la porta alle spalle e la sprangò come meglio poteva; mentre saliva rapidamente le scale iniziò a sentire delle sorde percosse alla volta dell’entrata poi, a distanza di qualche secondo, un vetro rotto. Piano terra: un orologio al muro incredibilmente ancora funzionante era decoro ad indicibili murales firmati con la A cerchiata; l’orologio segnava le 22.45. Dal corridoio, su cui immetteva la porta d’ingresso, si vedevano sei porte ed in fondo le scale. Erano 6 aule probabilmente sgombre o con improvvisati giacigli per gli anarchici. Primo piano: come il piano terra a parte una distesa di bottiglie di birra (una sottomarca) vuote a formare uno strano disegno. Secondo piano: Dominique lo ignorò completamente e continuò a salire le scale fino al solaio; sapeva che c’era un armadio vecchio ma grande e vi si infilò rapidamente per nascondersi. Si chiuse dentro dopo aver aperto l’oblò di una finestra come se fosse potuto scappare sul tetto. Chiunque fosse il suo inseguitore doveva essere passato per una finestra: Dominique poteva sentire, o era forse la sua immaginazione, lo scricchiolio delle scarpe e l’ansimare dell’uomo da tre piani di distanza…
– Dominique… dove sei? – si sentì chiaramente una voce decisa squarciare il silenzio- Dove ti sei nascosto? Non avere paura… Sono qui per ammazzarti – e seguì un agghiacciante satanica risata.
Dominique si strinse nell’armadio ignorando le ragnatele ed i rispettivi ragnetti che le abitavano ed ora gli camminavano addosso, pensò di avere a che fare con un pazzo, un maniaco, un pedofilo, o magari veramente con Nightmare.
L’uomo continuava a perlustrare il piano terra producendo uno strano rumore di ferraglia. Dopo cinque interminabili minuti salì al primo piano. Era solo questione di tempo per Dominique ma cosa fare? Pensa, pensa, pensa…
Ancora quella voce: – Ho portato un bel regalo per te Dominique. Sai cosa ho portato? Vieni a vedere…
Dominique si figurava un’ascia, un enorme ascia lucente: era con quell’arnese, infatti, che l’uomo spaccava i banchi e le sedie del piano di sotto. L’uomo restò al secondo piano per qualche tempo: anche se le aule erano solo quattro vi erano un paio di laboratori con scaffali, banconi e diversi nascondigli. Dominique aveva paura!
Il ragazzino stava per decidersi di provare veramente ad andare sul tetto ed, alla peggio, gettarsi ma era troppo tardi i passi circospetti ma decisi dell’uomo avevano raggiunto il solaio e lui era nell’armadio con la gola secca senza esalare un respiro. In fondo al solaio, l’uomo, vide un lucernario e si diresse d’istinto un po’ contrariato verso l’apertura. Dominique sentì distintamente i passi vicinissimi all’armadio e si irrigidì sempre senza respirare poi, capendo che aveva passato quel punto, uscì di scatto sbattendo l’anta dell’armadio e correndo verso le scale. Immediatamente l’uomo con la mannaia in mano si girò di scatto ed iniziò a rincorrerlo. L’uomo dietro il ragazzo imprecava, ansimava, urlava e forse sbavava completamente coinvolto nell’azione concitata: – Piccolo bastardo, ti taglierò la testa e la aggiungerò alla mia collezione!
Dominique non poteva permettersi neppure di piangere, continuava a correre giù per le scale aiutandosi con il corrimano, poteva quasi sentirsi sfiorare dall’uomo, sentire il suo alito sul suo collo e continuava a correre. Arrivò incolume al piano terra ma, come capita sovente quando si esaurisce una difficoltà, si rilassò un attimo e non si accorse che la porta era ben sprangata da lui stesso. Raggiunse l’uscita fece un tentativo di aprirla rapidamente ma fu raggiunto! L’uomo lo prese per i capelli e lo scaraventò bruscamente a terra: il forte colpo gli fece quasi perdere i sensi. L’uomo, con l’aria estremamente soddisfatta gli mise uno stivale sull’addome premendo forte e disse: – Adesso come la mettiamo? Siamo finalmente alla resa dei conti!
Vibrò pesantemente un colpo con la scure in direzione del bambino che istintivamente tento di ripararsi con una mano. La mano volò via ad un paio di metri da Dominique che sentì presto raggiungersi da un dolore lancinante. Con la vista appannata vide l’uomo o forse due, una scure (o forse quattro) su di lui ed ancora dietro un vecchio orologio che segnava le 23.00.
Dominique sorrise!
– Cosa ridi maledetto! – sbraitò l’uomo – Muori!
– Fermati! – disse Dominique con tono deciso.
L’uomo non riuscì a calare l’ascia sulla testa del bambino…
Questi si alzò e facendo un gesto con la mano (quella rimasta) fece cadere l’arma all’uomo.
– Hogoth njerl fihih, hogoth njerl arath! – vomitò con una voce inumana il piccolo Dominique…
L’uomo era crocifisso ad una parete della scuola da una forza sconosciuta, Dominique levitò verso di lui a circa cinquanta centimetri dal suolo e inclinò delicatamente il collo dell’uomo. Bevve il suo sangue finché vide che la morte aveva allontanato le sofferenze del malcapitato intraprendente cacciatore di vampiri.
– Malcapitato intraprendente ed ignorante- sussurrò soddisfatto contemplando il corpo senza vita dell’uomo – come puoi dimenticare una cosa così banale proprio quando affronti Dominique il Vampiro? Anche l’ultimo anarchico passato per la scuola si era ricordato di mettere l’ora legale al vecchio orologio ma quando si fanno certi conti…
Dominique continuò a camminare per la sua strada vagando nei dintorni del suo rifugio fino al sopraggiungere dell’alba: – Queste sere di merda con queste coincidenze astrali del cazzo! Mi tocca di stare fino a domani sera senza una mano!


Federico Malavasi



Giudizi

Matteo Ranzi: 8,00
Divertente, originale e scritto in modo piacevole da leggersi, bravo.

Enrico Miglino: 7,5
Intelligente e ben narrata. L’umanità del vampiro, con l’artificio del dolore alla mano lascia intuire fino all’ultimo una soluzione ovvia che poi scompare improvvisamente. Mal giocata la conclusione e la fine banale e mal descritta del "caccitore" ed inutile il riferimento cinematografico per costruire il cattivo.

Walter Martinelli: 7,5
Incalzante! Suspence, horror, citazioni "sapienti" per sviare il lettore. Una bella storia di vampiri.

Francesca Orlando: 7,00
La trama del racconto è abbastanza originale ed è scritto in modo da invogliare il lettore a giungere alla conclusione della curiosa vicenda. È inoltre scritto in modo chiaro e scorrevole.

Doriano Rabotti: 7,00
Simpatico, anche se non tutto si capisce.

Gabriela Guidetti: 7,00
Storia discreta. Inizio depistante e buona ironia nel finale. Italiano buono. Interessante nel complesso.

Franco Tioli: 7,00
Beh, insomma, l’atosfera è stata ben resa, un piccolo tocco d’ironia non guasta, in certi tipi di racconti. Mi piacerebbe leggere altro di questo, per me, sconosciuto, per vedere se riesce a mantenere le aspettative!

Marco Varone: 6,70
Non male, carino anche se non troppo nuovo.

Giovanni Strammiello: 3,67
Coincidenze astrali a parte, il racconto non mi ha entusiasmato: la solita vittima che diventa il carnefice… mah


Raffaele Gambigliani Zoccoli: 0,50
Senza parole. Non posso crederci, ancora i vampiri? E per di più con una vena di ironia?

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