KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Amore

4 min read

Amore

La tua pelle è vellutata come fosse quella di una pesca, le tue dita sono affusolate come steli di gigli, i tuoi capelli sono morbidi e lunghi come fili di seta, il profumo che emani è delicato come quello di una rosa, i tuoi occhi sembrano quelli sereni di un bimbo, la tua voce è soave come la più dolce melodia, il tuo corpo è un’opera d’arte tale che neanche il miglior Raffaello sarebbe mai riuscito a riprodurre.
No, non sei un sogno, sei vera e sei qui accanto a me.
In questa notte illuminata da una Luna che sembra osservarmi, commiserarmi e invidiarmi per la mia condizione di uomo, mi sento più che mai vivo.
Guardarti mentre dormi, ascoltare il tuo pacato respiro, sentire il battito tranquillo del tuo cuore mentre ti abbraccio mi fa comprendere di essere felice.
Quante volte mi sono domandato qual è il significato della vita, della mia vita, dove mi avrebbero portato le mie conoscenze e le mie capacità, dove e quando avrei voluto fermarmi, dove e quando avrebbero voluto tarpare le mie ali. Quante volte mi sono chiesto il perché della vita, il perché qualcuno o qualcosa ci ha messo su questa terra pianeta piuttosto che su un altro pianeta.
Quante volte ho inseguito la chimera della felicità, cercata talvolta nel lavoro, talvolta nel sapere, talvolta in una donna. Ma non ti avevo ancora trovato.
Quante volte ho pianto per l’insoddisfazione; quante volte mi sono sentito gridare di fare schifo, solo perché cercavo di più; quante volte sono stato accusato di essere una delusione, perché non riuscivo a trasmettere quella gioia di vivere che io stesso non provavo.
Quante volte ho mentito agli altri e a me stesso, illudendo e illudendomi di avere trovato l’equilibrio, l’appagamento, il nirvana, e invece ero più solo che mai, più perso che mai, più disperato che mai.
Lo so, può sembrare stupido; può sembrare una di quelle tante cose che si dicono ma che non si provano; una di quelle frasi fatte che però non trovano riscontro nella realtà. Ma lo scopo della mia vita l’ho trovato nei tuoi occhi.
La prima volta che sono riuscito a leggerli, mi sono sentito morire, per tutto quello che non avevo mai provato; la prima volta che mi sono specchiato in loro sono nato.
Tutto è corollario, ornamento, attesa dei momenti che posso trascorrere con te. Tutto è fatto in funzione dei momenti che posso trascorrere con te.
Un giorno mi sveglierò e tu non sarai più accanto a me, ma sarò felice perché ho assaporato la vita.
Gli antichi e saggi consigliavano ‘carpe diem’; il mio attimo ha aspettato tanto ad arrivare, ma ora voglio godermelo sino in fondo. Non c’è oggi senza che io pensi a te, non c’è domani perché non so se ci sarai, non c’è ieri, perché ieri non c’eri.
Quello che provo è difficile da spiegare. Dentro di me sento un’ansia crescente ogni volta che sei lontana e una tranquillità devastante e sconvolgente ogni volta che ti vedo.
Ogni volta che mi abbracci mi trasmetti il tuo calore; ogni volta che ti abbraccio sento la mia anima che si fonde con la tua.
Vicino a te mi sento sicuro come un pulcino sotto l’ala protettrice di mamma chioccia; vicino a te mi sento forte come se fossi un paladino pronto a morire per la sua signora.
Sapere di essere pensato da te mi fa immaginare di essere il protagonista della nostra vita, pensare a te mi fa sentire l’artefice della nostra vita.
La luna è alta nel cielo e illumina questa notte nella quale ho trovato tutte le risposte alle mie domande. Il suo volto è quello triste e rassegnato di una vecchia signora che ne ha viste tante durante la sua vita e non si stupisce più di nulla. Però intravedo un ghigno ironico e soddisfatto sul suo viso: ha vinto lei. Quante volte ha cercato di consolarmi con il suo splendore e il suo calore nelle mie notti tristi e sconsolate, in cui le chiedevo i perché della mia vita, quasi fossi un lupo abbaia luna. Lei tentava di darmi la risposta che sapeva essere quella giusta, mi invitava a cercare la bellezza, l’armonia, l’amore, ma io non capivo, non volevo capire perché non credevo. I suoi messaggi erano eloquenti ed espliciti come solo un astro sa dare, ma non riuscivo a comprendere dove si doveva indirizzare la mia ricerca. Ognuno deve trovare la sua via per giungere alla sua meta.
Quante volte, disperato, mi sono scagliato contro di lei, come se lei fosse la colpevole di tutto, lei che era solo una guida, una Beatrice che mi indicava la strada, una strada che io non volevo seguire per la mia ostinazione ed arroganza.
Ora chino il capo, è l’unica cosa che posso fare, e recitare alla Luna un ‘mea culpa’ per averla accusata invano di essere la causa della mia infelicità. Nessuno e nulla è causa di infelicità, vi sono solo fonti di felicità. E tu sei la mia sorgente di vita.
Da te posso bere l’energia di vita, con te posso succhiare la vita sino al midollo.
Ti aspetto, ho capito chi sei, corri svelta da me perché il nulla diventi tutto e il tutto diventi infinito e l’infinito diventi amore.

Spalla

Altri articoli correlati

7 min read
6 min read
1 min read

Commenta