KULT Underground

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Io con me stesso, io assieme agli altri

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Io con me stesso….

Intorno a mè una stanza quadrangolare, proprio alle mie spalle il letto e il porta panni,
sulla sinistra e più a fianco, l’armadio e la scrivania.
Difronte a mè , solo una mensola , una finestra e una macchina da scrivere.
Questa macchina da scrivere.
Sull ascrivania un televisore che parla ed un libro ancora da leggere.
Che altro?
Per ora io che scrivo, ma tra qualche anno,cosa? Forse ancora io , forse ancora io ….
Non riesco a filtrare nella mia mente piu’ di questo,non trovo spazio forse per immaginarmi, domani.
Il televisore continua a borbottare, e un libro ho voglia di sfogliare, forse bruciare o tagliare, ma ancora troppo lungo da leggere.
Leggere , non so’ se amo veramente leggere, sento che il tempo manca , sento che sono io a farlo mancare,anche se ne avrei molto da utilizzare.
Indendo sprecare o sfruttare , il tempo che mi resta? Il futuro e’ già oggi , il domani è tra 23 ore.
Quando il domani , sarà?
Quanto ancora potrò continuare a mentire a mè stesso?
Tutto qua ,solo domande.
Tutto qua, questo è quello che ho da dire.

Io assieme agli altri


Tentare di scrivere,
tentare di farsi capire,
insistere a voler sognare,e sognare per vivere.
Il film è ancora una volta fermo e le idee stanno ristagnando;
per quanto uno si sforzi a trovare idee,
il nulla ti si avvicina.
Per quanto io cerchi di allontanare la paura della morte,
essa torna come una guardiana ,
stronza , vigliacca e silenziosa,
la paura mi è alle spalle e la morte mi tradisce.
Ero consapevole che un giorno sarei morto,
lo ero almeno quanto lo ero che la vita era inutile ,
il sogno di vivere, è paragonabile ad un’orologio perso nello spazio,
ad una bottiglia di vino rotta e mai assaggiata,
come una lampadina che si brucia,
un televisore smarrito in mezzo al deserto e un microfono in fondo al mare….
oppure come tante altre cose che non vale la pena citare….
Insistente come un martello pneumatico, il mio cuore batte, e come milioni di persone che vanno al lavoro, come drogati che con falso coraggio si infilano siringhe mortali nelle vene.
Con quale coraggio tutto questo continua?
Con quale ostinata fierezza il mondo non si ferma?
Perché invece, non fermarsi almeno per un attimio,fermarsi ad scoltare cosa stà succedendo.
La paura del vuoto , forse. La paura di rimanere irrimediabilmente soli. La paura di scoprire , per sempre la verità della vita.
La vita. Anche questa è soltanto una parola.

Marco Marchetti

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