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La bomba in cucina

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La bomba in cucina

La condizione per cui l’uomo è alle dipendenze di un evento, di una determinata posizione sociale o di elementi che si impongono nella quotidianità della vita è una realtà che da sempre esiste nella società. Liberarsi dalla dipendenza di qualcosa che sembra soffocare il nostro modo di leggere e volere le cose può regalare un senso di libertà che comunque inevitabilmente avrà modo di sfociare nella dipendenza da altro Ritrovare il senso di disagio il livello di saturazione precedentemente provato è solo questione di tempo, di eventi che modificano l’ottica con cui si guarda le cose e si pensa al futuro. Il concetto è applicabile a moltissime condizioni di vita nella società ma qui il riferimento è volutamente rivolto all’uso che si fa del petrolio. La condizione per cui il nostro sistema è dipendente dall’oro nero certamente è impositivo per mano di pochi alla vita del mondo intero. Liberarsene probabilmente non farebbe altro che creare un’altra forma soffocante di dipendenza a cui giungere in breve tempo. Questo non toglie che probabilmente altre soluzioni più pulite e comunque non destinate all’esaurimento siano doverosamente da valutare e ricercare.
Sarebbe possibile avere i casa una piccola centrale a livello nucleare con una fusione a freddo (ciò un semplice sistema di mescolanze in elettrolisi di neutroni) per cui autonomamente ognuno si produce energia utile a cui attingere senza dipendenza dal petrolio, metano o altre fonti di energia convenzionale?
Sembra che questa fantasiosa teoria sia alla portata almeno progettuale della scienza concretamente realizzabile a patto che si investa nella ricerca e nella progettazione.
Non studi fantasiosi ma reali possibilità sono all’orizzonte utili all’individuo per sganciarsi dal meccanismo perverso a cui è legato il nostro attuale benessere prodotto dall’animale petrolio.
Qualcuno con in memoria eclatanti disastri nucleari o parole come " plutonio"… scorie radio attive, radiazioni, salterà sulla sedia pensando che solo un pazzo sarebbe disposto a correre il rischio di accollarsi in casa una protuberanza simile la possibilità di mettere da parte la dipendenza da energia su cui è basato ora il sistema esiste Ma scoprendo che per far camminare la macchina ad acqua bisogna cambiare tutti motori e forse il danno per molti sarebbe irreparabile qualcuno ha afferrato al volo la convenienza nel bruciare benzina sino all’esaurimento delle scorte. Problema rimandato ai posteri.
Quando poi il petrolio finirà ci si penserà essendo una condizione comune a tutti e tutti ci rimetteranno qualcosa non intaccando così gli interessi di quei pochi che ne hanno ora le trame.
L’alternativa al petrolio è la forse fusione a freddo che molti hanno definito una colossale bufala ma a cui qualcuno si dedica con grande interesse. Difficoltà immense si accavallano per le adeguate ricerche i finanziamenti languono. Si boicottano gli studi per convenzione perché il potere è tutto dalla parte dell’oro nero perché i soldoni arrivano tutti a bordo delle petroliere da centomila tonnellate ed il disagio di un’energia pulita che non brucia petrolio… non produce scorie da eliminare sarebbe un bel danno per il sistema che ormai così funziona e foraggia il mondo…

Giuliano Preparata è uno studioso di fisica Teorica ordinario di teoria delle interazioni subnucleari della facoltà di scienze matematiche. fisiche e naturali dell’università statale di Milano è il punto più avanzato in Italia per lo studio della fusione fredda in Italia
E dalle sue parole si intuisce l’amarezza di quanto ed il perché sia tenuta in disparte questo tipo di ricerca .

Gianluca Missiroli

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