KULT Underground

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Intervista a Simone Rebucci

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Intervista a Simone Rebucci

A beneficio di chi non ti conosce, parlaci un po’ di te e spiegaci chi sei: quanti anni hai, dove hai studiato, che lavoro fai, quali sono i tuoi hobby…
Mi chiamo Simone Rebucci ed ho 20 anni. Il mio soprannome preferito è Cthulu, la divinità extraterrestre creata da H.P. Lovecraft all’inizio del ‘900. Sin da piccolo ho dimostrato uno spiccato interesse per tutto quello che è tecnologico, a partire dai videogames da bar ad arrivare alle innovazioni quali cybernetica ecc…
Questa mia naturale predisposizione ha portato la scelta verso l’istituto tecnico Corni, ove potevo studiare a tempo pieno informatica che ho frequentato con il massimo impegno e uscendo con il massimo dei voti. Durante questi anni ho sfruttato le mie conoscenze per divenire un sistemista lavoro che adesso svolgo part-time come libero professionista.
Nell’ottobre del 1998 sono stato contattato da Expert System dove tuttora lavoro come programmatore. Amo il C++ e tutto quello che è visuale ma ho una certa esperienza anche in Pascal e Delphi. Il mio hobby principale è suonare il basso: fino a non poco tempo fa facevo parte di un gruppo metal, ora mi diletto nel tempo libero. Mi risulta molto utile per scaricarmi.

Come hai conosciuto Kult?
Quando entrai in Expert System, fu dato a Marco Giorgini il compito di farmi da "tutor". Poco tempo dopo mi arrivò un mail da parte sua indirizzato a Everybody dove si diceva che la rivista era presente sul server. La scaricai e la consultai con interesse apprezzandone la spontaneità e il fatto di essere totalmente freeware.

Perché hai deciso di scrivere per Kult e cosa ti ha spinto a continuare fino ad adesso?
Era Marzo di quest’anno, quando MG mi chiese di cominciare a collaborare attivamente con la rivista, data il mio interesse verso i VG. La cosa mi onorò e la mia prima recensione mi riempì d’orgoglio quando la vidi comparire nel sommario del numero del mese. Il fatto di potere dire la mia e non essere solo un lettore di altre recensioni (sono un accanito fan di The Games Machine) mi ha spinto a perpetuare la mia collaborazione sino ad ora.

Quali sono a tuo parere i motivi per cui è stata premiata la rubrica che segui?
Questa è una domanda trabocchetto!!! 😉
Credo di essermi dato da fare si da subito per garantire la linearità della mia presenza sulla rivista: in questo modo ho garantito un interesse senza soluzione di continuità in chi mi leggeva. Sono convito che ciò sia molto importante in quanto, al mancare di una determinata rubrica all’interno di un qualsiasi mensile, fa perdere quel "non so che" che tiene legato il lettore alla rubrica stessa.

Come stai vivendo il tuo rapporto con la rivista?
Mi sento orgoglioso di fare parte di questa marmaglia e mi trovo a perfetto agio quando alle riunioni alla Stella mi trovo a parlare con altri redattori che hanno interessi comuni ai miei. Per quanto riguarda l’altra faccia della medaglia, sono costantemente in ritardo con la consegna degli articoli dato che da quando lavoro ho molto meno tempo per giocare e dunque per recensire. Spero che la situazione unita ad una maggiore pianificazione dei miei impegni che cercherò di acquisire col tempo, mi consenta di essere più regolare in questo mio compito. Soprattuto per il sistema nervoso di Marco, che alcune volte a causa mia ha rischiato il tracollo, con conseguente eliminazione fisica del sottoscritto. 😉 !!!!

Conosci gente che sai per certo che segua i tuoi testi? Alcune persone che scrivono per KULT accusano uno scarso feedback da parte dei lettori: anche tu hai avuto modo di riscontrare questo problema?
Recentemente ho ricevuto via e-mail un messaggio di un mio lettore che mi chiedeva aiuto per Shogo. Del resto nessun particolare segno di vita anche se il mio e-mail è presente nella sotto la mia firma da diversi mesi. Colgo l’occasione per ricordare che CHIUNQUE sia interessato a scrivermi per scambiare opinioni, complimenti o critiche può farlo tranquillamente: cercherò di rispondere in tempi umani. Vedi risposta precedente.

Cosa ti piacerebbe che cambiasse in Kult?
L’unica cosa che gradirei sarebbe un maggiore scambio di opinioni fra i diversi redattori. Alla festa eravamo veramente in tanti ma eravamo riuniti in piccoli capezzali di conoscenti. Sarebbe bello invece che ci fossero o più occasioni per sentirci / vederci / parlarci in modo da creare una più solida alleanza fra i redattori. Amo le serate alla Stella proprio per questo.

Ti e’ piaciuta la festa di KULT? Come hai vissuto il momento della premiazione? Ti aspettavi di essere premiato?
La festa mi è piaciuta in quanto non era la solita festa con tanta musica e tanto alcool, ma un’occasione per mostrare le diverse sfaccettature delle nostre personalità.
La premiazione è stato per me un momento magico. Non mi aspettavo assolutamente di essere premiato e non avevo niente da dire in quanto l’emozione aveva preso il sopravvento. E’ stato davvero bellissimo: sono così emozionato anche adesso che non so cosa scrivere.

Quale, fra i tuoi articoli, giudichi il migliore?
Sicuramente quello che ho scritto per Half-Life: questo gioco mi ha coinvolto pienamente ed è stato il primo gioco che sono riuscito a finire da tantissimo tempo a questa parte. Tanto più un gioco mi prende tanto più riesco a trasferire le mie sensazione sulla carta: per cui reputo la recensione di HL, la mia migliore performance su KU.

Quando e’ nata la tua passione per i videogiochi e come l’hai vissuta in tutti questi anni? Anche tu sei stato un possessore della gloriosa Amiga?
La mia passione è nata da piccolo quando giocavo nelle sale giochi del mio quartiere. Un Natale ricevetti la mia prima console un Atari 2600. Poca grafica ma tanto puro divertimento. Il salto successivo fu un mitico NES, dove giochi come Castlevania, Super Mario 1/2/3, MegaMen e Bionic Commando mi fanno ancora commuovere. In seguito, mio padre mi regalo un 286 con Windows 3.0 e schermo monocromatico: da lì è storia.
Non ho mai posseduto un Amiga ma ho seguito con interesse la diatriba Amiga / PC su TGM, arrivando a sentenziare che la morte della macchina di casa Commodore è stata quella di voler assomigliare ad un PC, con la chiusura verso l’espansione caratteristica delle console: vi ripeto che questa è un mia personale visione ma sono pronto a ricevere critiche e commenti.

Cosa pensi della pirateria nel settore dei videogiochi?
La pirateria nel settore dei videogiochi è vecchia quanto i videogiochi stessi. Fin da quando i giochi risiedevano in un dischetto si sono sempre diffusi da un unica copia verso centinaia di altri PC. Con l’avvento dei CD-ROM per un certo periodo di tempo questa tendenza si è fermata ma con i masterizzatori si è tornati alla situazione precedente. Ora dovrebbe succedere qualcosa di simile con i DVD, ma l’annuncio di masterizzatori (per ora a prezzi comparabili a quelli di un’automobile) anche per questo supporto vedrà forse la situazione di stasi durare molto meno.
I fattori che permettono ed incalzano la pirateria sono fondamentalmente due:
·
La perfetta riproducibilità di un qualsiasi softaware memorizzato su supporto ottico / magnetico;
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L’enorme costo degli originali nei confronti del copiato.

A mio parere se si creassero dei sistemi che rendano incopiabile i videogiochi con conseguente discesa a picco dei prezzi potrebbe rendere la situazione più "legale" ma fino a che ci sarà gente che si approfitta dell’utente finale non credo che vedremo la morte della pirateria.

Descrivici il tuo videogioco ideale, quello che avresti voluto avere da sempre, ma che per ora non e’ ancora stato realizzato da nessuno.
Il mio videogioco ideale è un RPG in 3D in cui il grado di interazione sia talmente reale che si possa tranquillamente decidere di sedersi ad una taverna e parlare con la gente senza che le risposte sappiano di preparato. Dove gli effetti siano così reali da far dubitare che il mondo stesso non un sottoinsieme della vera realtà. E soprattutto che siain realtà virtuale per potermi mettere il casco e non toglierlo più.

Thomas Serafini

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