KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

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Il buio cadeva denso sul piccolo ombrello di luce formato dalla lampada sulla scrivania e la diffusa luminescenza prodotta dal video proiettava ombre spettrali contro la parete alle sue spalle.
L’orologio indicava che era ormai ora di andare a letto e le palpebre erano del tutto d’accordo. Gianni sbadigliò per allontanare il sonno che lo stava insidiando.
Ancora pochi minuti e spengo tutto, si disse. I fogli sul tavolo giacevano nel consueto disordine cercando di darsi importanza in una disposizione quasi voluta; le piccole luci rosse sul modem baluginarono regolarmente mentre il computer scaricava sul proprio disco i file presi dalla sede dell’azienda di Gianni.
La finestrella si riempì di trattini blu completando la fase di scarico dati. Bene.
Uscendo dal sito della ditta, Gianni si trovò sulla pagina riempita dal potente motore di ricerca, le infinite potenzialità della rete continuavano ad affascinarlo, nonostante dovesse trascorrerci più tempo di quanto lo divertisse.
Ma quella sera, col sonno che cercava di spingerlo verso il letto, provò un’inspiegabile curiosità verso quel mondo virtuale oltre la tastiera.
Vagò casualmente, come avesse dato un colpo ad un vecchio mappamondo ed ora puntasse il dito su di un punto sconosciuto.
Nelle interminabili file di indirizzi proposti dal suo motore di ricerca, il suo sguardo si posò su quanto di più arrogante avesse mai avuto occasione di trovare.
Oh, questa è bella! Che coraggio!. Il puntatore scese a toccare quell’indirizzo trasformandosi nella consueta manina con l’indice puntato.
Cliccò. Più come sfida che per altri motivi.
In basso, il calcolatore visualizzò l’operazione in corso: "connessione al sito http://www.Deus.Heaven.sky". Il modem si accese come fosse Natale e le piccole luci rosse sfarfallarono velocissime.
In un tempo che a Gianni sembrò fin troppo veloce, si aprì la pagina principale del sito. Sulle prime pensò si trattasse di uno scherzo fatto da Bill Gates, dato che l’immagine che andava formandosi sullo schermo aveva come sfondo un bellissimo cielo azzurro solcato da candide nubi cumuliformi ma, una volta terminata l’apertura, decise che era davvero troppo anche per un vanitoso come Gates: l’iconografia classica con il triangolo contenente l’occhio campeggiava al centro dello schermo, lasciando sul lato sinistro una finestra verticale con una dozzina di opzioni per altrettanti corposi argomenti.
FAQ frequently asked questions (domande frequenti):
Chi siamo? Qual è il significato della vita? Cosa c’è dopo la morte? Cosa c’è oltre l’infinito?…Eccetera, eccetera.
Pazzesco! Concluse Gianni; c’era anche una casella E-mail:
Deus@heaven.sky
.
In fondo alla pagina notò il contatore delle presenze "Tu sei il 0000001 visitatore".
Gli occhi si fecero pesanti e Gianni decise di staccare tutto ed andarsene a dormire. Mentre s’infilava sotto le coperte a fianco di sua moglie, pensò: Non c’è più religione!.

La sera seguente Gianni ricevette posta.
Il messaggio di posta elettronica arrivò quando accese la connessione. Notando la provenienza, provò la strana impressione di essere di fronte a qualcosa di pericoloso. Aveva sentito dire di messaggi contenenti virus terribili che devastavano il sistema operativo dei calcolatori facendoli impazzire.
Ma la curiosità era troppa: accantonando la prudenza, aprì il messaggio cliccando sull’icona con la busta. Non accadde nulla di spaventoso, poche righe scritte in italiano lo salutavano.
"Ciao Gianni, sono felice che tu abbia visitato il mio sito, anche se ho notato che non hai fatto alcuna richiesta.
Ora che sai dove trovarmi, non esitare a scrivermi ed io ti risponderò senz’altro.
Ti benedico."
Nessun virus, nessuna fine del mondo virtuale, solo un saluto.
Però davvero particolare! Non riusciva ad immaginare chi poteva essere tanto presuntuoso da spacciarsi anche solo via Internet per Dio. Forse era un pazzo.
Gianni decise di rispondere per dire che non voleva più essere contattato e che era arrivato sul sito per errore. Ma non fu così facile.
Un attimo dopo che aveva inviato il messaggio, ricevette subito una ulteriore risposta alla velocità della luce.
"Non raccontarmi frottole, Gianni. So benissimo che cosa stai pensando: fossi in te proverei a domandare qualcosa di personale. Così, tanto per sentirti più tranquillo."
Le dita di Gianni rimasero sollevate a mezz’aria, indecise sul da farsi, poi accettarono la sfida.
"Come si chiama mio figlio?" Digitò.
"Michele, detto Miki…nato il 18/7/1993…va pazzo per le fragole, ha fatto indigestione ieri l’altro."
Un brivido percorse la schiena dell’uomo. Come diavolo faceva a sapere tutte queste cose?
"Chi sei? Mi conosci?" chiese laconico.
"Mi era parso di essere stato chiaro, certo che ti conosco, ti ho creato!. Tu piuttosto, mi sembri confuso ed ancora un po’ scettico."
"Non ho voglia di stupidi scherzi! Il gioco è finito!" S’innervosì Gianni.
Le lucine si riaccesero non appena finito di inviare il messaggio; chiunque fosse, non aveva neanche il tempo di leggere.
"…Va bene, Gianni. Mi stai domandando di più. Perché mi hai chiesto scusa per quell’avventura con Sara se non eri pentito veramente? Oggi hai sgridato Miki perché ha rotto il treno nuovo anche se sapevi che non aveva fatto apposta. Avevi deciso di regalare un anello a tua moglie per il suo compleanno, ma costava troppo e hai ripiegato su un profumo…"
Gianni sentì girare vorticosamente la testa e cedere alla tentazione di farsi prendere in giro e abbandonarsi a quelle rivelazioni.
"Vedi, questo è il mezzo che più mi si addice oggi. L’onnipresenza, l’ubiquità, un rapporto diretto e personale…Tu sei il primo visitatore del mio sito, il primo di una lunga serie, spero. Non è meraviglioso?"
Gianni sentì che poteva essere vero, come poteva accadere che i marziani atterrassero in Central Park; difficile ma possibile.


Dopo un paio di settimane, accadde una cosa terribile: durante un incidente, rimase ucciso un collega di lavoro.
Renato era anche un suo amico e fu difficile accettare che non ci fosse più. Durante la funzione religiosa, Gianni guardò verso l’altare e sentì una voglia irrefrenabile di tornare a casa, accendere il modem e sparare una raffica di domande ad una "persona" di sua conoscenza. E lo fece, ma le lucine rimasero spente, non ci furono risposte.
Passarono altri due giorni poi arrivò una e-mail: "Vieni, sei pronto."
In mezzo alle nuvole bianche, l’occhio sembrava trasmettere un’autorevolezza che prima non appariva; era l’occhio di un padre che si sforzava d’insegnare, a volte con un briciolo di severità, la vita ai propri figli.
Gianni cliccò sulla domanda "Cosa c’è dopo la morte?". Cercò di tenere gli occhi aperti sullo schermo anche se qualcosa, forse una voce lontana, gli sussurrava che, dopo, niente sarebbe stato più lo stesso.

Luciano Bevini

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