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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Cari amici di Kult,
come ormai saprete, d’ora in poi lo spazio di SUSSURRI sarà condotto alternativamente da me e da Marco Giorgini, il direttore "storico". Inutile dire che al mio debutto mi sento emozionata e sono sicura di combinare qualche pasticcio, visto che non sono quel che si dice un genio dell’informatica; so anche che i commenti di Marco agli scritti sono ineguagliabili, ma cercate di accontentarvi della sottoscritta e di essere indulgenti…
In ogni caso, non preoccupatevi, lettori-autori di Kult: ho intenzione di mantenere lo stile tradizionale "giorginiano" senza traumatiche rivoluzioni: quindi rivedrete tutte le firme a cui siete affezionati e le righe di critica al testo (che anch’io, in occasione delle mie pochissime prove letterarie, mi bevevo con avidità narcisistica…)
Ma bando alle ciance, e andiamo a vedere cosa bolle nella pentola di questo mese.

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Innanzitutto, ecco il quarto e il quinto capitolo della saga di Federico Mori Benereysiama, storia di angeli caduti e di inferni sulla terra, che "catturerà" anche i non amanti del genere.

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Per riprendere fiato dopo l’appassionante racconto fantasy di Federico Mori, niente di meglio della dolcezza intimista di Bea e della sua La notte, una breve poesia d’atmosfera, rarefatta e spezzata come un canto portato dal vento, che certo affascinerà tutti i cuori romantici all’ascolto…

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Molto meno romantica è invece Io, il mio Dio, di Barbara Burgio, già nota ai lettori di Kult per un testo di ispirazione simile, Ho visto Dio, altra metafora dell’uomo distruttore-creatore, microcosmo e macrocosmo, dell’uomo al tempo stesso peccatore e divinità. Un tema che farà discutere e sul quale invito i lettori a esprimere la loro opinione.

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Il sogno, o l’incubo, dell’uomo che devasta e che crea si ritrova in Fosbury, breve racconto di Enrico Miglino, in cui uno scienziato si ritrova perso nel caos di un nuovo inizio del mondo. Un testo con suggestioni di Garcia Marquez (ricordate gli uomini di Macondo che non ricordano più i nomi delle cose, e quindi l’esistenza delle cose stesse, in Cent’anni di solitudine?)

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Gergo giovanilistico e ritmo vivace in Rive Gauche cioè il mio pub di fiducia, un racconto comico-erotico del nuovo arrivato Fulvio Savagnone, che forse deve limitare certi eccessi formali per raggiungere una maggiore potenzialità narrativa.

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Un nuovo acquisto di Kult è anche Mario Pischedda, di cui proponiamo due poesie: Perfugas, dedicato al dramma dei profughi e della guerra, e L’isola dei morti. Sono due testi in stile volutamente arduo, fitto di arcaismi e latineggiante, per marcare un effetto di straniamento e di allontanamento dalla realtà.

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So che a questo punto ve lo state chiedendo: e il seguito di Inevitabile vendetta di Fabrizio Cerfogli? Eccovi accontentati, e buona lettura col fiato sospeso…

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Anelli di Damiana Guerra è un testo crudo e di sicuro effetto, sulle ossessioni della vecchiaia e su una fissazione che si trasformerà in tragedia, vista dal "di dentro" con uno sguardo acuto e mai banale.

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Dedicato a tutti le anime romantiche di Kult è Un racconto di Matteo Ranzi, storia di una passione nata in treno in un giorno magico, il 16 agosto (guarda la casualità: è anche il giorno del mio compleanno!). L’ideale per un sogno ad occhi aperti…

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Conclude degnamente questo numero di SUSSURRI, così ricco di suggestioni, Passato Presente di Monica Orsini, un parallelo vorticoso tra epoche diverse: poche penetranti immagini che evocano un baratro infinito e improvviso.
Non mi resta che augurarvi Buona Lettura…e arrivederci al mio prossimo mese!

Lorenza Ceriati

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