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Intervista con Marcello Capra

10 min read

 Atmosfere mediterranee, impressioni di viaggi, suoni e colori sono gli ingredienti dell’ottavo disco solista del popolare chitarrista torinese. Pubblica la prestigiosa Electromantic, a suggello di un nuovo sodalizio artistico.
‘Preludio ad una nuova alba’: torna la chitarra di Marcello Capra
Electromantic Music, 2010
Distr. Ma.Ra.Cash
15 tracce 
56.21 minuti
 
 
 
Comunicato stampa a cura di Synpress44.
Preludio ad una nuova alba è l’ultimo album solista del popolare chitarrista torinese Marcello Capra, che arricchisce il suo percorso artistico, spirituale e umano con il nuovo sodalizio con Electromantic Music, guidata da Beppe Crovella, storico tastierista degli Arti e Mestieri. Un disco concepito e prodotto a Torino, facente parte della collana Turin Jazz Rock School, ma aperto al mondo intero: Praga, la Turchia, la Russia, i Paesi Baschi, pensieri liquidi e riflessioni personali sono l’espressione di una personalità unica e inconfondibile nel panorama della chitarra acustica, suonata con un originale uso del plettro su corde di metallo.
L’ottava fatica di Capra – figura storica del rock italiano dai tempi dei gloriosi Procession – conferma la sua anima cosmopolita e la sua sensibilità verso le culture più lontane, cogliendone diverse suggestioni. Mai come in questo album Marcello è stato così espressivo e profondo, ritmico e meditativo. Il suo stile ‘flatpicking’ è stato spesso definito “mediterraneo”, e in questo disco (come scrive nelle liner-notes il giornalista Donato Zoppo) convivono “colori, stili, influenze di cui Marcello, instancabile globetrotter a sei corde, è imbevuto: una nuova alba che parte da lontano, tra blues, folk, pennellate new age, reminiscenze classiche, richiami progressive e una solida base rock che quadra tutto all’occorrenza”.
A 32 anni dal suo esordio solista con Aria Mediterranea l’artista conferma e rilancia la sua creatività e il suo ‘blend’ così intenso. In Preludio ad una nuova alba Capra usa la fedele chitarra acustica Ovation Legend, ma non mancano tuffi nel passato elettrico con l’amata Gibson Les Paul Deluxe. Un trionfo di chitarre in un lavoro di ampia ispirazione: il buon vino, i temporali, i treni, i grandi maestri del suo strumento, la magia del canto, con i vocalizzi di Laura Ennas, special guest nel brano di chiusura Aura.
Il disco è nato anche grazie al caloroso entusiasmo di un nutrito gruppo di mediapartners: ADGPA, Art Rock Torino, Beat Bop A Lula, Metallus, MovimentiProg, Pianeta Rock, Radio Città BN, Saltinaria.
 
 
Info:
 
Promozione a cura di
Synpress44 Ufficio stampa:
 
Marcello Capra (Torino, 14 luglio 1953) è un chitarrista e compositore italiano.
« Non è solamente un grande virtuoso dello strumento ma è capace d’infondergli il cuore o come direbbero gli americani, il soul, l’anima » (Michael Pergolani e Renato Marengo)
 
Inizia ad esibirsi nella seconda metà degli anni 60 con i Flash, gruppo Beat costituito, oltre che da Capra, da Angelo Girardi al basso e da Marco Astarita alla batteria.
Nel 1971 fonda il gruppo di rock progressive Procession, che nell’ottobre del 72 pubblica l’album “Frontiera” per l’etichetta Help (RCA Italiana).
Sarà costretto ad abbandonare la band nel luglio ‘73, causa servizio militare.
Al ritorno, inizia a sviluppare uno stile chitarristico personale e preciso che diventerà  il punto forte delle sue proposte a venire.
Nell’arco del tempo intraprende varie collaborazioni con altri Artisti, tra cui Enzo Maolucci, Tito Schipa Jr. e Raffaella De Vita.
Ritorna ad una attività discografica regolare, e conseguentemente nel circuito live, dopo l’incontro nel 1998 con Giulio Tedeschi e con la label indipendente Toast Records.
Ha partecipato a Conventions internazionali dedicate al suo strumento.
 
 
Discografia ufficiale.
1972, Lp – Frontiera, con i Procession (Help/Rca)
1978, Lp – Aria mediterranea (Mu records)
1989, Cd – Frontiera (Edison, Japan)
1993, Cd – Frontiera (Vinyl Magic)
1993, Compilation – Combat (Premio Fafnir) (Kaliphonia)
1994, Cd – Imaginations (Mellow records)
1998, Cd – Danzarella (Toast records)
1999, Cd – Biosfera (Edizione privata)
2002, Cd – Alchimie (Toast records)
2005, Cd – Vento teso (Toast records)
2007, Cd – Ritmica e mente (Toast records)
Collaborazioni:
1978, Barbari e Bar di Enzo Maolucci (33 giri – Dischi dello Zodiaco)
1979, Bella generazione mia di Enzo Maolucci (45 giri – Dischi dello Zodiaco)
1982, Concerto per un primo amore di Tito Schipa jr. (33 giri, Gattacicova)
 

Davide
Ciao Marcello, ho molto apprezzato il tuo lavoro e molto ammirato il tuo stile flatpicking. Un modo di suonare la chitarra iniziato negli anni ’30 del Novecento da alcuni chitarristi country e bluegrass; e che ancora negli ultimi anni, da quel che so, non è stato sperimentato poi molto oltre quei generi, pur da punte come Chris Eldridge, David Grier, Sean Watkins e il suo progressive bluegrass. Nel tuo caso ho colto invece un andare molto più avanti con il flatpicking, verso il (progressive) rock, la psichedelia, la new age, le modalità etniche (dal flamenco agli echi della musica indiana)… Insomma, chi o quali sono stati i tuoi riferimenti principali nella tecnica del flatpicking e come sei giunto al tuo stile personale?
 
Marcello
Per un musicista ricercatore non è necessario ascoltare o studiare musicisti che suonano lo stesso strumento, oppure che hanno tecniche espressive simili, importante è cogliere da un brano musicale un’ispirazione “creativa”, un pensiero su cui riflettere, un’immagine interiore.
Ho ascoltato diversi “generi” musicali, ho vissuto intensamente il periodo beat, progressive, studi classici al conservatorio, rock d’autore, new age, jazz, british blues, world music… per intenderci sulle varie tipologie, ma sappiamo che per ogni settore esiste sempre qualche artista che non si può etichettare …qualche cognome: Reinhardt, Shankar, Hendrix, Beethoven, Debussy, Gershwin, Piazzolla…
 
Davide
Perché la scelta di un intero disco acustico, con la tua sola chitarra suonata in flatpicking?
 
Marcello
Perché questa è la mia dimensione dal 1978, anno in cui decisi con “Aria Mediterranea” di propormi in acustico, l’uso del plettro è iniziato con i miei primi vagiti musicali cioè dal 1966, da allora non mi sono posto il problema di utilizzare altri “modi” espressivi.
 
Davide
Ho scoperto che esistono molti stili diversi di flatpicking: alternate, sweep-picking, downpicking, crosspicking, economy-picking, lead guitar… Com’è il tuo? Lo puoi descrivere?
 
Marcello
Devo dirti che mi da molto fastidio parlare in questi termini anglofoni… per essere più chiaro non mi interessano studi differenti dall’uso del plettro sù e giù, bisogna imparare prima a sapersi accordare lo strumento, lo dico perché vedo tanti che neanche ci provano, imparare ad arpeggiare, la diteggiatura deve essere molto curata, imparare a trovare le vie più semplici e naturali per ottenere un suono “pulito”, ascoltare molto e suonare di tutto.
 
Davide
Usi delle accordature alternative?
 
Marcello
Si oltre quella classica, ho definito un’accordatura che mantiene intervalli di 4° e 5°  giusta.
 
Davide
Hai utilizzato una chitarra Ovation. Al di là del fatto che è riuscito a creare degli strumenti eccellenti, cosa ne pensi dell’idea originaria di Charles Kaman che, introducendo materiali come fibra di vetro o grafite, voleva costruire chitarre senza usare il legno perché è impossibile costruirvi due strumenti identici?  
 
Marcello
La tavola armonica deve essere di legno,  materiale vivo, il sistema di amplificazione dello strumento è altra cosa, la mia Ovation Legend classe 1975, ha tutto quello che desidero in fatto di suono, i materiali sono ottimi, posso suonare senza amplificarla perché la stagionatura del legno, ormai  garantisce un grande suono.
 
Davide
In questi anni si parla continuamente di una qualche fine del mondo: l’avvento dell’Era dell’Acquario, la fine secondo il calendario Maya (che poi mai dissero nulla di simile, ma più semplicemente finisce quel loro computo) e tutte le speculazioni relative (buon testo al riguardo è “La fine del mondo, dall’Apocalisse all’ecocidio” dell’antropologo torinese Massimo Centini). Non ci sarà nulla di vero, ma sicuramente c’è un gran bisogno da parte dell’umanità di cambiare in qualche modo, di voltare pagina. “Il preludio ad una nuova alba” ha a che vedere con tutto ciò?
 
Marcello
Se il desiderio di un “mondo nuovo” vuole dire basta conflitti, odio, sfruttamento, ignoranza… penso che tutto debba partire dalle nostre coscienze, per quello che mi riguarda, sto lavorando per migliorarmi, infatti un preludio non è ancora “l’Armonia Infinita”.
 
Davide
Uno sguardo al passato. I Procession sopravvissero alle defezioni di ben tre componenti, tra cui la tua, per fare ancora un disco qualche anno dopo, Fiaba (mi pare). Cosa accadde, oltre al fatto che per te fu un problema di servizio militare?
 
Marcello
Accadde che per un mancato appoggio della casa discografica, il gruppo si sciolse l’anno dopo Fiaba, Gianfranco Gaza il cantante, passò con gli Arti e Mestieri, gli altri iniziarono nuovi percorsi, se io fossi rimasto, probabilmente avrei fatto lo stesso, quando viene a mancare la serenità, meglio separarsi. 
 
Davide
Conobbi Raffaella De Vita da ragazzo, nel 1981. Andai a vederla a teatro, L’opera del mendicante, e qualche volta ci tenemmo in contatto: era davvero una grande artista. La sua scomparsa mi ha toccato molto. Posso chiederti cos’hai fatto con lei, che ricordo ne hai?
 
Marcello
Con Raffaella nel 1973 ho partecipato ad una spettacolo di teatro “futurista” che abbiamo replicato a Roma in un teatro che ora non esiste piu’ “La Ringhiera”, poi ho iniziato un lungo percorso di spettacoli con il suo primo recital solista “Canti e Voci di Raffaele Viviani” che abbiamo portato in tutta Italia e in una crociera nel Mediterraneo.
Dopo, ho fatto moltissimi concerti accompagnandola in un repertorio di musiche popolari e d’autore in tante piazze della nostra penisola.
Di Lei mi rimane una grandissima umanità, serietà professionale (che oggi è merce rarissima), impegno, dedizione e la condivisione di tante esperienze.
 
Davide
E di Enzo Maolucci? Toglimi una curiosità? Era tua la chitarra di “Torino che non è New York”?
 
Marcello
Si il riff di Torino che non è New York è mio come anche la musica del “Bar Elena”… con Enzo ho registrato anche un 45 giri dal titolo: “Bella Generazione Mia” e ovviamente tutto l’album “Barbari e Bar”.
Un Artista geniale, un musicista rock con una visione anarchica e libertaria che ai tempi, non era ancora compresa nella sua modernità, rimane per me un autore molto importante, che ha molto ancora da dire.
 
Davide
Cosa c’era a Torino negli anni del Beat? Sono vent’anni che uso saltuariamente il Minirec e quindi conosco i Cocks, dove suonava tra l’altro Luigi Guerrieri, oggi fonico del Minirec dove hai registrato il tuo ultimo disco, poi Le vite parallele, i tuoi Flash… Quello di quegli anni è materiale molto difficile da reperire. Come erano quegli anni a Torino musicalmente, chi ricordi tra i gruppi più rappresentativi? Cosa cercavate musicalmente?
 
Marcello
Dal 1992 registro tutti i miei lavori da Gigi Guerrieri, lui  conosce bene le mie esigenze, che sono quelle di avere un suono chiaro, senza effetti artificiosi, i brani sono eseguiti come nei live.
Torino Beat era quella dei locali e delle cantine dove un manipolo di “capelloni” scopriva i suoni  e i colori di una vita non condizionata dal “perbenismo ipocrita” di quell’epoca, cercavamo con una sana ingenuità di sfuggire le regole imposte, la musica era il collante, si suonava ovunque ci fosse una situazione stimolante, i gruppi erano moltissimi, ricordo gli Apaches, Fantom’s, Teste Dure, Ragazzi del Sole, Raph e i Copertoni, Rogers, Roll’s 33, Cocks…
 
Davide
Dalla Beat (in Italia la chiamavano anche Bitt) alla Bit Generation… Come consideri questo passaggio al di là del gioco di parole?
 
Marcello
Purtroppo in Italia abbiamo vissuto fenomeni di emulazione, formule imitative di culture lontane, così come avviene ancora oggi, le arti per essere veramente universali devono contenere valori condivisi, senza scimmiottare moduli comportamentali, dobbiamo crescere ancora…
 
Davide
E poi tre dischi con la Toast di Giulio Tedeschi… Indipendente fino all’osso, come ha detto qualcuno. Anche tu hai mantenuto uno spirito indipendente o un approccio personale alla musica sicuramente lungi dalle culture di massa, interessato all’espressione artistica piuttosto che a  considerazioni commerciali?
 
Marcello
Le considerazioni commerciali le lascio ai signori del businnes. Il mio interesse è poter divulgare la mia passione della musica, continuare a provare emozioni, pensieri e sentimenti che mi possano stimolare nella composizione, offrire questo a chi vuol ascoltare…
 
Davide
Ti considero tra i migliori chitarristi acustici italiani, anche se diversi, al pari di Riccardo Zappa. Dal referendum indetto da “Guitar club” lui è stato considerato il miglior chitarrista acustico per cinque anni filati, fino a che non l’hanno dichiarato non più votabile. Non so se sia stato quello il suo miglior riconoscimento, ma qual è il miglior riconoscimento che hai ricevuto tu?
 
Marcello
Le graduatorie sono sempre limitate e molto parziali, per me è importante ricevere il consenso della gente nei miei concerti, arrivare come l’aria nei luoghi dove “l’ascolto” è favorito.
 
Davide
Cosa farai domani, all’alba di un nuovo giorno?
 
Marcello
Penso sempre al presente, domani…. è .…grazie Davide.

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