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Intervista con Alessio Carraturo

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Il 20 novembre è arrivato nelle radio il nuovo singolo di ALESSIO CARRATURO.
 
Dall’armatura di GOLDRAKE alla più leggera carrozzeria di una DUE CAVALLI… Ecco il ritorno di ALESSIO CARRATURO, qualche anno dopo il singolo che lo aveva portato a conquistare, col suo inconfondibile stile quasi sottovoce, la programmazione radiofonica italiana e le classifiche di vendita…
 
Con la stessa lieve dolcezza con cui ha affrontato i mostri lanciati da Vega, ora Alessio ci racconta una storia d’amore tragicomica, in cui la mitica utilitaria francese svolge un ruolo particolare…
 
Alessio Carraturo è un cantautore raffinato, in bilico tra la lezione di Battiato e Fossati, la leggerezza brasileira di Venoso e il new acoustic movement dei Kings of Convenience.
Pochi anni fa, il suo singolo di esordio, GOLDRAKE, un remake in chiave acustica della sigla del famoso cartone animato giapponese della fine degli anni ’70, ha conquistato il disco di platino rimanendo per 2 mesi nella top 5 della classifica ufficiale di vendita. Il suo primo album, “Ciò che desidero”, uscito per la Carosello Records, ha dimostrato tutta la sua maturità di cantautore e musicista elegante e raffinato.
Ora, in attesa dell’uscita del nuovo album, è il momento di DUE CAVALLI!
 
Buon ascolto!!!
Paola Conforti
 
 
 
 
Intervista
 
Davide
Buongiorno Alessio. Anzitutto fugaci ogni dubbio sul tuo cognome, che a volte infatti appare scritto con due R, altre con una soltanto.
 
Alessio
Ciao, Davide.
Beh, il mio vero nome è Alessio Carraturo, con due erre. Nel mio primo album me ne era stata tolta una per una questione di suono che, a detta dei miei vecchi discografici, era duro.
Sinceramente, però, a me tutto sommato questa doppia erre piace, perciò in questo nuovo progetto ho pensato di tenerla.
 
 
Davide
E’ uscito il tuo nuovo singolo, intitolato con il nome di una vettura molto amata. Ricordo almeno tre brani musicali dedicati alla 2CV della Citroen: uno di Richard Gotainer, un altro strumentale di Louis De Funès (Le 2CV en folle) e infine 2CV di Lloyd Cole and the Commotions. Com’è nato questo testo e perché proprio una 2CV è tra i protagonisti del tuo racconto?
 
Alessio
Il brano è nato da un’idea dei miei amici Alessandro Aulisio e Giannantonio Spena, che mi proposero questa canzone canticchiandomela in macchina mentre andavamo a suonare. Mi rimase così impressa quella melodia, che non potei fare a meno di appuntarmela e di registrarla. Riguardo alla scelta della macchina devo dire che, oltre al fatto che la 2CV è un mito ed è un auto che mi piace tantissimo, c’è che secondo me nella stesura di un testo il suono, è importante almeno quanto il significato della parola stessa, in più l’ambientazione della storia descritta nella canzone è Saint Tropez, quindi un simbolo dell’automobile francese come la 2CV mi sembra più che azzeccato.
 
 
Davide
Come descriveresti più in generale i processi e gli intenti espressivo-contenutistici della tua poetica, sia nella scrittura dei testi, sia nella composizione musicale?
 
Alessio
Il mio modo di comporre non ha uno sviluppo regolare, nel senso che non scrivo sempre prima la musica e poi le parole, o viceversa. Il più delle volte mi capita di scrivere testo e musica contemporaneamente e questo fa sì che entrambi viaggino sullo stesso tipo di emozione.
Di solito mi viene naturale creare delle affinità tra il contenuto del testo e la musica.
Non è pero il caso di 2CV. La sua particolarità è proprio una dicotomia tra il testo dal contenuto drammatico e una musica divertente. 2CV è l’eccezione che conferma la regola.
E’ un’eccezione anche rispetto al testo. Io scrivo prevalentemente canzoni d’amore che cantano di passioni compiute, vissute. 2CV è, invece, il preludio a una storia che non avrà mai vita.
 
 
Davide
2CV è stato un assaggio del tuo nuovo album. Ci puoi anticipare qualcosa?
 
Alessio
Il singolo 2CV fa parte un progetto assolutamente indipendente e come tutti i progetti di questo tipo è completamente autofinanziato. Di conseguenza l’arrivo del resto dell’album non sarà immediato, ma ci sarà. Purtroppo la qualità richiede tempo e lavoro, ed io amo dare il meglio soprattutto nella musica.
 
 
Davide
Alcune tue canzoni, anche il modo che hai di cantare mi ricordano un po’ Riccardo Sinigallia. Chi sono i tuoi maestri di riferimento e cosa pensi di aver mutuato, assimilato e personalmente rielaborato da ciascuno di loro?
 
Alessio
Il paragone con Sinigallia non può farmi che piacere, apprezzo il suo stile.
Questa somiglianza di cui parli, dipende probabilmente da influenze musicali comuni.
Riguardo ai maestri, non li definirei proprio così, ma forse come spiriti artistici (Franco Battiato, Caetano Veloso, Pino Daniele, Pat Metheny, Joni Mithel, Peter Gabriel, Vladimir Horowitz, Giacomo Puccini, Pink Floyd, C.S.I., Bjork e tanti altri) che hanno scatenato in me la necessità di comporre e di esprimermi attraverso un tipo di musica.
Ognuno di questi artisti ha tessuto nota per nota una tela armonica attraverso la quale mi muovo e cerco di comunicare.
 
 
Davide
La tua versione acustica e intimistica della canzone di Goldrake è stato un notevole successo, ha conquistato il disco di platino con oltre 20.000 copie vendute rimanendo per 2 mesi nella top 5 della classifica ufficiale di vendita e risultando il disco italiano più venduto del periodo di Natale 2004. Mi pare di ricordare che in quel brano, scritto da Vince Tempera, Luigi Albarelli e Massimo Luca, esordì anche un giovane Fabio Concato. E la tua versione sembra quasi restituirgliela al modo delle sue canzoni e del suo cantato. Come ti è venuta l’idea di trasformare Goldrake in qualcosa di così diverso?
 
Alessio
Stavo componendo con la chitarra, mi è venuto da strimpellare Goldrake ed ho scoperto che questa versione voce e chitarra funzionava. Tutto qui, le cose migliori a volte nascono da una casualità, è proprio il caso di Goldrake.
 
 
Davide
E “Nessun dorma” di Puccini? Si acuto a parte, che si può anche decidere di non toccare, è un bel rischio quando si fanno incursioni nel sacro classico e lirico. Cosa volevi aggiungere o evidenziare o rinnovare in questa celebre romanza?
 
Alessio
Quando rielaboro un brano non ho la presunzione di voler aggiungere o togliere nulla, si tratta semplicemente di voglia di sperimentare, di esplorare campi e generi da cui sembro lontano per poi scoprire che non esistono barriere di genere nella musica, trovo sia la cosa più divertente della sperimentazione musicale.
 
 
Davide
Hai anche scritto e cantato in napoletano. Cosa ti fa decidere se un pezzo sarà in napoletano oppure in italiano? 
 
Alessio
E tutto dettato dall’ispirazione del momento. Ma devo dire che prediligo comporre e cantare  in italiano, nonostante io ami il mio dialetto.
 
 
Davide
Pizza, Vesuvio e Mandolino sono le tre famose parole magiche che si associano a Napoli. Questa espressione della napoletanità è conosciuta come uno dei più classici simboli non solo di Napoli, ma di tutta l’Italia nell’immaginario collettivo internazionale. Potendo riscrivere queste tre parole magiche, da quali altre vorresti che fossero sostituite per descrivere Napoli e di riflesso l’Italia?
 
Alessio
Da questa domanda può solo nascere una risposta polemica. Il momento storico di Napoli in particolare e dell’Italia in generale non è dei migliori. Scandali, mal governo, mala sanità e una dilagante sottocultura non lasciano posto a parole edificanti per descriverla. Perciò preferisco lasciare che quelle parole che tu hai citato prima la descrivano ancora in attesa che presto ce ne possano essere delle altre altrettanto positive per identificarla.
 
 
Davide
Hai iniziato a fare musica, insieme al gruppo progressive-rock Polimnya, in seguito sei stato in tournée con Bandabardò. Ci racconti qualcosa della tua “gavetta” musicale?
 
Alessio
Riguardo ai Polymnia, iniziai a esibirmi con loro in veste di cantante all’età di diciassette anni. Ho un ricordo molto tenero di quei tempi, quando andavamo a suonare anche per 20 o 30.000 lire.
Il desiderio di esprimerci era così grande che l’avremmo fatto anche gratis, anzi, pagando…
Ricordo che una sera avevamo un concertino in un locale così piccolo che non fu possibile nemmeno montare la batteria e dovemmo rinunciare. Mentre tornavamo delusi a caricare gli strumenti in macchina il chitarrista mi disse: “Ale, ti presto la chitarra, suona tu da solo…”. Io ci pensai un minuto e poi andai. Fu un successo, non so veramente perché, non ero nemmeno tanto capace, ma con quella chitarrella scassata strappai applausi fragorosi e guadagnai 50.000 lire… Non credevo ai miei occhi, avevo guadagnato 50.000 lire da solo.
Quella fu la prima vera spinta, da quel momento cominciai a crederci per davvero.
Anche la Bandabardò ha segnato un momento importante nella mia vita musicale, grazie a loro, e in particolare a Finazz, l’eccezionale chitarrista della Banda, ho avuto l’opportunità di suonare davanti a un pubblico anzi una vera e propria folla.
 
 
Davide
Cosa ti aspetti da questo tuo nuovo lavoro? Se da cosa nasce sempre cosa, quali nuove porte o strade vorresti che ti aprisse?
 
Alessio
Come ti ho detto prima ho intrapreso una strada un po’ ardua, soprattutto per le mie possibilità. Un’etichetta discografica totalmente indipendente come la mia richiede molti sacrifici e pesanti spese gestionali, soprattutto nella produzione di un album fatto a regola d’arte.
Quello che mi aspetto è di poter continuare a fare musica. Mi piacerebbe produrre anche altri artisti, vorrei realizzare musica aldilà dei guadagni, vorrei poter dare sfogo al talento mettendo all’ultimo posto l’aspetto commerciale, non ho bisogno di ville e macchinone, ho bisogno di musica. In fondo credo che oggi i dischi non si vendano più perché chi li produce pensa prima ai soldi che deve guadagnare e poi alla musica di cui potrà godere, anzi, a volte mi viene da pensare che ad alcuni discografici non piaccia nemmeno la musica che producono. Si tratta spesso d’interessi esclusivamente economici. Arte e denaro viaggiano sovente su strade parallele, e come tali non possono incontrarsi, al massimo si possono avvicinare, e ciò che le avvicina non può essere altro che la passione, la necessità di esprimere il proprio spirito. Quando t’innamori di un disco te lo compri, non ne puoi fare a meno, ma affinché questo succeda bisogna che quel disco sia nato da un principio immateriale, nobile e non da un progetto commerciale studiato a tavolino.
Io ci credo!
 
 
Davide
In questi casi, cioè in questo genere di interviste, si parla sempre di ciò che si è già espresso. Cosa pensi sia invece rimasto di importante per te ma di ancora inespresso nel tuo nuovo lavoro o in tutta la tua produzione musicale fino a oggi? Qualcosa che magari guiderà il tuo prossimo lavoro…
 
Alessio
Beh, per il momento sono sempre riuscito a esprimere quello che sentivo nelle mie canzoni, almeno fino ad ora. Mi piacerebbe, però, approfondire l’aspetto acustico chitarra e voce in quest’album. Sono, inoltre, molto curioso di sperimentare l’ambito della musica elettronica, della musica dance… Sotto questo profilo non mi darò mai pace.
La musica è infinita come l’universo.
 
 
Davide
Concludiamo con la domanda di rito dei prossimi appuntamenti promozionali?
 
Alessio
So ancora poco, Davide. Credo che ci sentiremo in radio….
 
 
Davide
Grazie e… à suivre.
 
Alessio
Grazie a te… à bientot!

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