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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Mentre scrivo siamo a metà di un freddo novembre; la guerra, che sembrava dover durare a lungo, sembra sempre più allontanarsi; speriamo che non sia solo un miraggio, e che davvero si possa giungere finalmente alla fine.
La guerra, intesa come tormento e ansia, è anche nella mente di molte persone, ed è difficile trovare un liberatore; a volte può essere la scrittura, che media e trasfigura in arte le passioni e la sofferenza. Così succede agli scrittori, e anche a vari autori di Sussurri; leggere le loro opere serve anche a noi per entrare in un mondo diverso da quello quotidiano, che scorre inesorabile fuori di noi.
A proposito di autori, una notizia che farà molto piacere a tutti gli afidionados di Kult: a cura di
Prospettiva editrice, è uscito L’uomo, il primo romanzo di Enzo Moschetta di cui ricorderete i racconti ironici e corrosivi, shockanti nella loro crudezza, come Bellezza, Amicizia, La mela selvatica… molte opere pubblicate da Kult sono ora raccolte in questo testo, che colpisce e non può lasciare indifferenti.
Ma cominciamo subito a presentare un mese ricchissimo, di voci note e amate, come Mario Pischedda, premiato alla festa di Kult come miglior collaboratore (complimenti!) o Mariacarla Tarantola, voci che abbiamo imparato da poco ad apprezzare, come Marco Saya, Marco Marengo, e infine con il grande ritorno di Raffaele Gambigliani Zoccoli.
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E cominciamo proprio da Mario Pischedda. Da molto tempo collabora con Sussurri e la sua linea poetica, essenziale, coerente, senza sbavature né cadute di tono, ha portato alla decisione di premiarlo come miglior collaboratore.
Anche la lirica proposta questo mese, Il vento e il mare, è densa di intuizioni e di soluzioni poetiche suggestive: da antologia quella chiusa così malinconica e rarefatta, un lamento assoluto: "D’ottobre lo scarno silenzio".
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Dalla poesia mormorata di Pischedda, passiamo per contrasto all’irruenza giocosa e ironica di Marco Marengo, che si diverte a stravolgere situazioni quotidiane, mettendone in luce l’intrinseca assurdità, il paradosso, la subdola alienazione a cui portano: come in Un giorno in un parcheggio, in cui mostra esseri umani in fila alla cassa, esseri umani ridotti a trogloditi, con le funzioni mentali ridotte a digitare numeri e inserire monetine. Finché, di tanto in tanto, nel troglodita divampa la furia, scuote la macchina, vuole essere ascoltato, vuole sentirsi vivo.
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La lirica predomina ultimamente nella nostra rubrica; saranno, chissà, questi tempi stanchi, convulsi, a spingere sempre di più gli autori a cimentarsi con il rarefatto mondo dei versi. Anche questo mese Marco Saya ci presenta un’opera intensa e bellissima, Voglia di te: frasi poetiche ricche di immagini sensuali, un immaginario erotico sontuoso, con echi di Baudelaire, per quella stessa ipnotica fascinazione per il corpo femminile ("follia di una pelle arsa e desiderata").
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L’avevamo preannunciato, è tornato, con il suo stile inconfondibile di cantore della miseria e della banalità, Raffaele Gambigliani Zoccoli: Virus contiene i temi cari all’autore, la stanchezza di storie d’amore che si trascinano, la debolezza umana, la solitudine, tutto viene alla luce per una beffa del destino, un virus dispettoso che recapita mail agli indirizzi sbagliati, obbligando le situazioni a sbloccarsi, e il protagonista a riflettere, finalmente, su se stesso.
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Questo mese Gabriele Di Marco ci propone una sorta "poesia in prosa", un bellissimo accostamento di versi angosciati e di immagini estreme ("sono in putrefazione") con parole e intuizioni pervase di tenerezza, quasi delle carezze verso i suoi sogni, visti come cuccioli spaventati e ingenui; mentre il finale torna ad essere crudamente realistico. Sono le 18.41 di martedì, i pensieri si accavallano senza ragione, forse domani si tornerà alla solita rabbia, alla solita noncuranza.
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Splendido, nella sua amarezza corrosiva e lancinante, il racconto di Fabrizio Guicciardi, Amici e parenti sono tutti invitati a festeggiare, che riprende i temi cari a questo autore: l’incipit immerso in una tranquilla quotidianità, e il precipitare verso una soluzione inattesa e spiazzante, tratteggiando con poche pennellate sentimenti universali.
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Ormai da tempo Mariacarla Tarantola è una presenza costante e gradita nella nostra rubrica, con le sue liriche commosse, di impianto "ottocentesco", dedicati a temi rassicuranti, all’universo degli affetti, pervase da immagini serene: come quest’ultima, A mio marito.
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Chiudiamo in bellezza con una nuova lirica tratta da D’amore, di morte, la raccolta di poesie di Enrico Pietrangeli. Vivida, pervasa di rustica freschezza è anche quest’ultima, Dell’amicizia, che ci mostra con immediatezza la figura di un ragazzo di campagna, da poco arricchito.
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Non c’è niente di nuovo sotto il sole, e non c’è mai molto di nuovo nei miei finali di Voci che sussurrano: vi auguro sempre Buona lettura, spesso vi invito a scrivere, se avete qualcosa da dire, qualcosa che vi preme…Stavolta vi invito anche a leggere i libri di Enzo Moschetta (siamo un pochino orgogliosi che sia "nato" da Kult!) e di Enrico Pietrangeli, e non solo per incoraggiare due nuovi autori.
Non mi resta che il tradizionale "arrivederci al prossimo mese"!

Lorenza Ceriati

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