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Nero sangue

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Nero sangue
(sesto classificato)

Storia di un ometto, e dei binari che ci impongono svolte e sbandate, e di quanto poco possiamo fare per decidere dove i binari debbano andare. I piccoli occhi dell’ometto rilucono dell’oro di collane orecchini e spille che si affacciano superbe tra le teste e i colli del pubblico.. Folgorante luccichio di candele raffinate e bollicine di champagne, di cristalli e rubini, di posate d’oro e d’argento; luci basse nella sala lasciano i tavoli in penombra, ci pensa la bigiotteria e il candore dei sorrisi presenti a definire i contorni delle cose…
Una fantastica bionda si appoggia, eterea, sul velluto rosso del tavolo di fronte a sé, rosso come le sue labbra piene, e tese in un sorriso ebete da una quindicina di minuti.
Mormorio e risatine scintillanti, attesa bruciante tra i vestiti di seta e i profumi francesi. Gruppetti d’incantevole grazia femminile versione 3.9 o più recente gongolano estasiati nello splendore, nel cesello di chiaroscuri e specchi tutt’intorno al salone per conferenze. La scarsa luce rimbalza tra candele e vetri e specchi, e preziosi e stoffe e scarpe, nere e lucide, e si mischia agli odori di vini esotici e legni pregiati, si rifrange su mille capigliature differenti e attraversa arcigna brindisi e tintinnii di ogni genere.
Lui siede ad un tavolo, un poco in disparte per non dare nell’occhio, col petto gonfio e il cuore a sincopi, ordine e struttura nella sua piccola mente agile. Davanti a sé tiene il risultato di una carriera esponenziale, davanti a sé tiene le tegole della scalata.
Arrivo in pantaloni neri e scarpe uguali, "Monsieur, il suo whisky", e sposto di qualche millimetro i fogli che lui accarezza e riaccarezza. Grazie affrettato e sognante, si passa la mano tra i capelli e vuota il bicchierino tutto di un colpo. Caos e conoscenze superficiali tutt’intorno. L’ometto si scuote e liscia i pochi capelli ai lati del cranietto ossuto, spolvera meccanicamente la giacca e i pantaloni e si solleva dal tavolino in disparte. Fa qualche metro nella bava di ragno della sala e sale, sale, sale i tre gradini del palco con fare marziale e compito, aperto come solo un militare può esserlo. Il mormorio si abbassa. Trictoc dalle casse come l’ometto sistema il microfono e sorride sicuro e assolutamente determinato, fissa un paio tra le facce e i corpi che più attraggono l’occhio, e sistema i suoi fogli sul podio. Basti solo pensare che l’ometto ha comprato un’aurea nuova di zecca, e si sta dando da fare per farla funzionare al meglio e trasmettere sicurezza, efficienza e candore.
"Buonasera, signorine…". Attenzione bruciante tra le bocche mezze aperte o mezze chiuse..
"Mi presento, sono Herr Zweimal Null, portavoce della Kloudedgehirn GmbH.". Sorrisone e pausa finta.
"Sono qui per annunciare a Voi per prime la buona riuscita del progetto A-DNA". La tensione e l’attesa si sciolgono in urla ed applausi. Pausa pausa e pausa e compiacimento che filtra dal brutto naso dell’uomo. Esplosioni umane a scacchiera, alcune signorine escono e rientrano dalla gola. Poi ancora silenzio.
"Signorine, sono qui per annunciare a Voi per prime l’uscita di A-DNA versione 4.3!"
La follia si libera e gli uscieri sono costretti ad invitare alcune ragazze a scendere dai tavoli. La mano, liricamente sollevata, invita noi camerieri: "Ragazzi, offriamo una coppa di champagne a queste gentili signorine!". Lo spumante score nei calici e arricchisce sfarzo e luccichio e felicità tra i tavoli e nei cervelli dei mascara schierati in sala, e cola tra le trame d’oro delle onde di colore. Volo tra i tavoli e semino sorrisi, che vengono puntualmente ignorati. Sono uno o dieci fantasmi che sfiorano appena gli occhi delle presenti, la loro mente è andata altrove, la mia forse non è mai stata in funzione. Colmo dell’eccitazione, l’ometto richiede attenzione, subito concessa.
"Signorine, Vi presento A-DNA versione 4.3! Più forti, veloci, intelligenti, responsabili! I nostri efficienti laboratori lavorano instancabilmente con un solo obiettivo, una sola filosofia: più libertà per tutti.". Due o tre ammassi di carne e capelli tremano commosse e completamente consapevoli di loro stesse. "Ripeto, signorine, più libertà fruibile da tutti, assolutamente tutti. Più libertà per vivere, consumare, lavorare come e dove preferite. Più libertà per voi mamme, per uscire con le vostre amiche e divertirvi", risatine a grumi,"mentre le vostre bambine cucinano da sole, si prendono cura del cane studiano fisica o riparano gli elettrodomestici. Signorine, permettetemi di darvi una buona notizia che riguarda Voi stesse e le vostre famiglie.". Pausa pausa e pausa, mentre l’ansia si fa tagliente. "Le A-DNA 4.1 bambine raggiungevano la maturità in sessanta mesi, ma le nuove e moderne A-DNA 4.3 bambine sono ora adulte in quarantadue mesi!"
Oh, soli quarantadue mesi! "Tre anni e mezzo, signorine, pensate! Ciò significa che potrete utilizzare un anno e mezzo della vostra vita per…frequentare un corso di danza, studiare pianoforte, o…non so, magari fare giardinaggio, sport, sperimentare un po’ in cucina, o qualsiasi, qualsiasi altro hobby. Un anno e mezzo libere dagli obblighi famigliari, dalle preoccupazioni, dai pensieri nocivi. Signorine, non penso di poter aggiungere nulla, gli eccezionali risultati dei nostri laboratori parlano da soli. Signorine, riprendetevi un pezzo della vostra vita!.
Urrà, urla, volti di un rosso che nemmeno il trucco riesce a mimare, chiasso ilarità e champagne. L’ometto riesce ad ottenere con immensi sforzi il silenzio per un’ultima volta.
"Concludo, signorine, ricordandovi il significato del nome del progetto A-DNA. Vorrei chiedervi di pensare ai doni che la mente umana é in grado di offrirci, alla loro infinita bellezza, e a quanto sia facile distrarsi per un attimo e perderli per sempre. Per esempio perdere l’ultimo film, l’ultimo modello di lavatrice, di vibratore, di droga. Non possiamo permettere che questo accada alle nostre stupende esistenze, non dobbiamo. Non possiamo permettere che stanchezza, dolore, dubbio entrino in noi e ci mettano in condizioni, come posso dire…, spregevoli. A tutto ciò ci deve essere una soluzione, ed è quello che la Kloudedgehirn GmbH regala con successo alla gente da più di quaranta anni. A-DNA. A come anestesia, signorine, godetevi la vostra esistenza!".
Mezz’ora più tardi l’euforia non si era ancora spenta del tutto, e la lussuosa sala era ridotta a brandelli: le ragazze ballavano ancora, ubriache nella quasi totalità dei casi. Il mio caposala si lamentava di quanta fatica sarebbe costato rimettere tutto a posto e del fatto che la Kloudedghirn non avesse lasciato mancia, io bevevo whisky in attesa che le ragazze se ne andassero. Nessuno, proprio nessuno prestava attenzione al cadavere di un ometto buttato per terra sotto al microfono sul palco, con una pistola nella mano destra e il cranietto ossuto spappolato. Nella penombra luccicante del grande, irrazionale carrozzone, dello champagne colava dai resti del bicchiere rovesciato e si mischiava al sangue rosso e alle lacrime.

Diego Schiavon

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