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Lo splendido girotondo dell’autobus 19

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Lo splendido girotondo dell’autobus 19

"L’autobus 19" (Edizioni il Fiorino, L. 12.000) è un librino di sole 70 pagine, poche pagine che racchiudono però sentimenti veri, uno stralcio di vita vissuta con personaggi che ci insegnano l’umiltà, la generosità, l’umanità e l’amore per l’esistenza. Autrice ne è Marisa Vandelli, modenese in tutto e per tutto, donna capace di prenderci per mano e di portarci sull’autobus della linea 19, fino a Via Marinuzzi, dove lei scende ogni mattina, e di raccontarci gli uomini e le donne da lei incontrati: una narrazione però penetrante dal punto di vista psicologico e fatta con una tale gaiezza e semplicità da farci venire voglia di andare a conoscerli, di entrare a far parte dell’allegra comitiva descritta dall’autrice.
La prima volta che la Vandelli salì sul tram fu una mattina di vent’anni fa e "i passeggeri erano pochi e molto distanti l’uno dall’altro, concentrati in un libro, in un giornale o nei propri pensieri", una situazione che mai avrebbe fatto prevedere ciò che poi accadde. Marisa poco alla volta iniziò a guardarsi attorno e a notare dei particolari: una signora alla quale non sapeva dare l’età, sempre presente sull’autobus al mattino, a mezzogiorno, nel primo pomeriggio e alla sera. Qualche tempo dopo, in seguito ad un incontro in teatro e al saluto la mattina successiva, l’autrice scoprirà che si chiama Gloria. Nel frattempo già aveva fatto la sua comparsa Cesarina, una signora anziana, gioviale, simpatica, laboriosa, onesta e di gran cuore. La marmellata di amarene, di cui Cesarina era grande esperte, fu galeotta: Marisa aveva in montagna alberi carichi di amarene e invitò Cesarina a raccoglierle. Nonno Ivo divenne presto il saggio del N. 19: "nessuno ha mai messo in dubbio i suoi consigli perché questi erano la legge". Teresa era una donna di 43 anni rimasta vedova e sola e Gianna faceva invece la sarta e tutta la sua persona, compresa la voce pacata, infondeva una fiducia tale da invitare gli altri passeggeri a raccontarle problemi ed ansie personali. Ecco dunque 6 amici, ognuno con la sua personalità, il suo carattere e i suoi problemi, che trascorrono insieme le quattro stagioni degli anni, stagioni che l’autrice ci narra: "L’autobus per me rappresentò perennemente un porto sicuro dove portare allegria quando ne avevo in abbondanza e attingerne, senza chiedere, quando ne sentivo la mancanza". Sei sconosciuti che a poco a poco stringono una sempre maggiore confidenza ("Il nostro vociare insieme dava allegria, toglieva le ansie e le preoccupazioni, a loro dava l’illusione di avere i miei vent’anni e a me di possedere la loro saggezza"), fino ad organizzare una cena tutti assieme, una serata che Marisa mai più dimenticherà, un ricordo indelebile che parla di una ragazzina giovane, intelligente, esuberante, che ha conquistato i passeggeri del N.19, poi li ha presentati e messi assieme scovando mille tangibili motivi per cui era giusto essere amici. E tutto durò fino al giorno in cui Marisa trovò un nuovo impiego e dovette dire addio a quell’autobus e a quel "girotondo" di amici. E lei se ne andò, portando con sé tutto quello che ognuno di loro le aveva insegnato: nonno Ivo a guardare sempre con occhi stupiti la meraviglia dell’esistere, Cesarina ed essere sempre riconoscente verso chi offre qualcosa di sé, Gloria l’ordine esteriore e il disordine interiore, Teresa l’importanza del silenzio, dell’ascoltare per imparare e parlare colo con la volontà di insegnare, e Gianna un saggio su come risolvere il grande rebus del gioco delle parole.
A noi lettori, invece, lei, Marisa Vandelli, insegna che dobbiamo porre più attenzione alla gente che ci circonda, che dobbiamo rinunciare a quell’individualismo dentro il quale ci chiudiamo e nascondiamo. Anche un autobus può fornirci una straordinaria irripetibile occasione: quella di conoscere i propri compagni di viaggio, giungendo fin anche ad instaurare un vero e proprio rapporto di amicizia. Così la nostra vita acquisterà maggiore calore e colore, ci sentiremo meno soli e più capiti. Proviamo allora a salire su un tram cittadino, sediamoci, guardiamo intorno e diamo vita ad un’altra meravigliosa storia, bella quanto quella raccontataci dalla Vandelli.

Francesca Orlando

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