KULT Underground

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Modena, 1 dicembre 2001

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Modena, 1 dicembre 2001

Siamo andati a Modena, all’inaugurazione di Net Garage.
La prima avventura del primo dicembre del primo anno del nuovo millennio è stata la partenza.
Stazione sbagliata, ora sbagliata, treno sbagliato. Nel giro di sette minuti siamo schizzati in macchina alla stazione giusta con il treno giusto. Questo naturalmente è accaduto alle 5.30 di mattina altrimenti non ci saremmo divertiti così tanto (era una nota ironica, n.d.a.) I treni partono sempre all’ora giusta, così uno riesce a perderli per una manciata di secondi. I treni invece non arrivano quasi mai in orario, ma questo è capitato al ritorno quando ci sembrava che di altri disastri non potessero capitarne più.
Otto persone arrivano a Modena e l’unica nota positiva in mezzo alla nebbia, molto affascinante dai finestrini del treno e molto meno alla stazione ferroviaria alle nove di mattina con temperature quasi polari erano Marco Giorgini e Federico Malavasi, che abbiamo trovato in stato di semincoscienza ad aspettarci. Hanno diviso allegramente con noi questo simpatico inizio di giornata tardo autunnale in piena Emilia (che abbiamo capito subito è molto più lontana dal West di quanto si possa immaginare). Marco ha ricominciato a parlare e dare segni di vita dopo quasi mezz’ora dal nostro incontro. Dopo una serie di giri incrociati con due macchine e strade che non saprei ripercorrere siamo arrivati in “garage”, quel Net Garage che sarebbe stato aperto al pubblico di lì a poche ore.
Ognuno portava dentro di sé le proprie aspettative e i propri pensieri; è “andato tutto bene” anche se probabilmente non c’era nulla di ciò che ognuno si aspettava, quindi è stata una sorpresa per tutti.
Nel clima di preparativi dell’ultimo minuto che elettrizzava la situazione (ma non dissolveva la nebbia che continuava ad ovattare le nostre visioni del parco modenese in cui “sorge” il Net Garage, si è potuta condurre una sperimentazione di laboratorio – una sorta di live spontaneo – fra due differenti tipologie di persone: quelle che hanno le ruote ai piedi e quelli che non le hanno. Questi ultimi probabilmente spaventati dai primi, indecisi se si trattava di delinquenti con strane protesi od inconsueti prodotti cibernetici, si sono preoccupati di manifestare a piena voce le loro più inconsce paure compreso il rischio di morte imminente e nemensi ormai prossime.
Questi alieni giunti da tutte le parti del mondo di cui ero di fatto il rappresentante italiano di una delegazione multirazziale torinese composta da russi, brasiliani, peruviani, bianchi e neri. Il gruppo ha cominciato a muoversi e da quel momento si è innescato in modo involontario ma assolutamente naturale, esattamente ciò che si desiderava. La presenza di questi personaggi insieme al gruppo musicale di Kult, il comico ed altre situazioni che si sono alternate fra loro ha dato vita a Net Garage. Si è aperta la saracinesca e il pubblico si è trovato, un po’ dentro un po’ fuori, di tutto. Un tutto attorno a cui si sono sviluppate le presenze Modenesi, prenotazioni per l’utlizzo del luogo, attività collegate.
Attraverso questo veloce flusso di esistenze quasi contrapposte nel giro di poche ore si è venuta a creare la dinamica che costituisce il motore che deve animare questo genere di situazioni.
Misha ha notato come non ci sia stata una persona di quelle che ha incrociato girando per il parcheggio, il parco, le panchine, sempre coi pattini ai piedi, che non abbia fatto un commento legato a interesse, curiosità, stupore, paura, timore. Comunque sensazioni.
Vedendo dei “diversi”, la stessa cosa si fosse trattato di una squadra di pallacanestro di colore o un gruppo di atleti sulla sedia a rotelle il risultato è stato che nell’esasperazione non aggressiva di presenze anche i giornali e tv private, hanno cominciato ficcando il naso con macchine fotografiche digitali e pensieri del tipo “sto cinque minuti e me ne vado tanto cosa vuoi che succeda” per poi orbitare all’interno dell’iniziativa per almeno un paio d’ore. L’obiettivo era anche dare una mano all’avvio di questo carrozzone, garage posteggio di pezzi della rete, accessi di network popolato da ragazzini e non, gente che navigava in Internet e insieme comunque dal primo dicembre dispone di un’opportunità in più per entrare in relazione.

Enrico Miglino

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