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Grazie George

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Grazie George

"Qualcosa nel suo modo di muoversi mi attrae come nessun altra , c’e qualcosa nel suo stile per cui non ho bisogno di nessun altra"
Sono parole sue, di George Harrison , e di quella che Frank Sinatra considerava la più bella canzone d’amore mai scritta, "Something".
L’ex Beatle si è spento all’età di 58 anni a Los Angeles, presso la casa di un vecchio amico. Lascia la moglie Olivia e il figlio Dhani di 23 anni dopo aver combattuto per anni una battaglia persa contro il cancro che cos’ sarcasticamente aveva iniziato a minare il suo organismo proprio alla gola, poi ai polmoni ed infine al cervello.
La sua odissea iniziò nel ’97 per terminare 5 anni dopo con una morte silenziosa e riservata come il suo protagonista.
Lui , un personaggio così diverso dalle 2 star dei "Fab Four", Lennon e McCartney, che al protagonismo e al gossip aveva preferito il ritiro spirituale, lui che aveva condotto i compagni in India per sfuggire al fenomeno mediatico e ritrovare le origini del loro spirito. Lui, che con la sua chitarra piegò anche Bob Dylan nel 1968 quando insieme scrissero "I’d have you anytime" , ha ceduto di fronte al male.
Liverpool piange il suo baronetto con la bandiera a mezz’asta in rispettoso silenzio, senza la violenza , il clamore e il fanatismo della morte di Lennon, ma con la pace e il velo di tristezza degli occhi di George.
McCartney lo piange come un fratello minore, perché George aveva solo 27 anni quando il gruppo si sciolse, e lo piange con lo stesso disperato senso di resa di colui che ancora una volta solleva bandiera bianca di fronte al nemico, lo stesso che gli portò via la sua Linda tre anni prima.
Di lui ricorda l’umorismo e il coraggio. Lo stesso coraggio che lo portava ad affermare che tutto poteva aspettare tranne l’amore e la ricerca di Dio.
Il funerale in forma strettamente privata è già stato celebrato.
E come lui stesso vorrebbe noi sussurrando lo ringraziamo di tutto ciò che ci ha donato, la poesia, la musica e il coraggio e speriamo che ora abbia davvero trovato il suo Dio.


Samantha Boni

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