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Intervista a Gabriele Pancaldi

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Intervista a Gabriele Pancaldi

Ciao Gabriele, mi chiamo Federico e faccio parte della redazione della rivista multimediale KULT Underground.
Prima di tutto mi scuso se ti rubo qualche minuto ma, in qualità di vincitore del concorso nella sezione poesia ti saremmo grati se volessi rispondere a qualche domanda per conoscerti meglio e presentare te, con la tua opera, nel numero estivo di KULT.
Per iniziare ti ringraziamo per aver partecipato al concorso e ti facciamo i complimenti per aver vinto nella tua categoria. Puoi presentarti dicendoci qualcosa di te?

Ciao! Mi chiamo Gabriele, per gli amici Panky, e, nei miei 18 anni, dopo aver superato la maturità presso il Liceo Scientifico Tecnologico CORNI di Modena, mi intrattengo con numerosi passatempi, quali lettura e scrittura, pittura e arti figurative, musica e giochi di ruolo, ecc…

In che modo sei venuto a conoscenza del concorso di Holden?

Sono venuto a conoscenza del concorso di Holden tramite un avviso letto sulla bacheca della biblioteca A. Delfini di Modena che frequento spesso.

Lo avevi sentito nominare nelle sue precedenti edizioni?

Si, lo avevo sentito nominare solamente nella precedente edizione poiché fu una mia conoscente a vincerlo.

E’ la prima volta che partecipi ad un concorso artistico o non sei nuovo a esperienze come questa?

Questa è la mia prima esperienza a livello competitivo. Siccome mi è sembrata un’ottima iniziativa organizzata da un’altrettanto ottima commissione, ritengo sia consigliabile la partecipazione di un numero maggiore di giovani rispetto a quelli di quest’anno.

Cosa ti ha spinto a partecipare, e cosa a scegliere la sezione "poesia"?

Per la verità ho partecipato anche nella sessione "Prosa" ma penso, in ogni caso, che il tema di questa edizione si prestasse maggiormente ad essere argomentato tramite le forme più libere della letteratura, quale per esempio la poesia.

Tenendo conto della grande libertà del tema hai avuto difficoltà a trovare un soggetto che ti sembrasse interessante?

Sono convinto da sempre che quando si inizi la prima stesura di una poesia non si possa comprendere con certezza il soggetto al quale si sia ispirati. Solamente ad una più attenta lettura della composizione definitiva è possibile questo. Dunque i soggetti che hanno ispirato il mio elaborato erano presenti in me, sebbene in sembianze evanescenti.

Pensi che sia meglio o peggio avere più libertà nella scelta del soggetto?

La scelta del soggetto aiuta a concentrarsi su un unico argomento, focalizzando le proprie idee e rendendo meno dispersivo il lavoro realizzato. D’altro canto è senz’altro vero che possa risultare
estremamente limitativo. Nel mio caso, per esempio, ho dovuto rinunciare alla trattazione di alcuni temi alternativi per concentrarmi solamente su quello proposto.
Ritengo quindi che, sebbene svantaggiosa in alcuni casi, la proposta di un unico tema risulti la via migliore.

Puoi raccontarci, se ce ne sono, dei retroscena sulla realizzazione della tua opera?

Per quanto riguarda la poesia che ho scritto in occasione del concorso
non c’è stato alcun tipo di retroscena.

Chi è il tuo poeta preferito (se ne hai uno) e, più in generale, quali sono le tue letture preferite?

Credo che non si possa avere un poeta preferito. Ogni poeta è estremamente diverso da tutti gli altri, sia per quanto riguarda le tematiche proposte, sia per quanto riguarda le scelte stilistiche dei propri componimenti. Wilde, Baudelaire, Rimbaud, Ungaretti, D’Annunzio e Bukowski hanno scritto le poesie che più mi piacciono. Per quanto riguarda gli autori letterari, amo i lavori di Tolkien, Dick, Calvino, Rodari, Stoker, Ende, Lovercraft, Bukowski, Wilde e molti altri autori.
Sono solito leggere svariati generi letterari differenti, anche se ho iniziato a leggere soprattutto libri di fiabe, per passare poi ai generi dal fantasy e della fantascienza. Mi piacciono anche i libri di
coloro che hanno lasciato la loro impronta nella storia della filosofia antica e moderna, con una particolare preferenza per quelli di Nietzsche.

C’è qualcuno a cui vuoi dedicare la tua vittoria?

Intendo dedicare la mia vittoria soprattutto a Valentina, la mia ragazza. Credo infatti che molto di quello che ho messo nella poesia, composizione piuttosto istintiva e di veloce creazione, me lo abbia trasmesso lei. Sembra scontato da dire, ma ti assicuro che è così.
Vorrei inoltre dedicarla ai miei genitori che mi hanno sempre dato le
possibilità di sperimentare nuovi passatempi e capire ciò che davvero intendevo fare del mio tempo libero.

Cosa ti aspettavi che facessero gli altri concorrenti? Il tema libero non ti ha forse consentito troppo di prevedere con chi andavi a "gareggiare"… ma è stato comunque un pensiero che hai avuto (quello di "confrontarti" con altre opere) o hai semplicemente dato sfogo ad un tuo estro artistico?

Io scrivo poesie e racconti normalmente, quasi tutti i giorni.
Sicuramente l’arte, in tutte le sue numerose espressioni, è prima di tutto un mezzo per esprimere, confrontare, comprendere e rinnovare. E’ la cosa più perfetta che abbia creato l’uomo poiché, pur non avendo alcuna direzione, si espande in tutte le direzioni. Certo, ho sperato di vincere il premio. Non si è però trattato di qualcosa di ossessivo ma di una semplice speranza. Dopotutto sarebbe davvero triste se arrivassi a trasformare una mia passione in una semplice fonte di guadagno e sicuramente non ritroverei alcun tipo di qualità in quello che scrivo.

Se hai avuto l’occasione di leggere qualcosa, cosa pensi delle altre opere che hanno partecipato al concorso? Hai avuto occasione di visitare la galleria civica dove esponevano le opere fra cui la tua?

Certo, frequentando biblioteca comunale e galleria civica, ho avuto svariate occasione di esaminare con cura gli elaborati. Devo dire che mi aspettavo elaborati dallo stampo meno realistico. Quasi tutti i brani premiati trattavano argomenti estremamente seri, collocati però nella vita di tutti i giorni. Quando scrivo preferisco sconfinare in paesaggi fantastici ed onirici, a prescindere dal tema proposto. Penso si tratti del rapporto che abbiamo col mondo che ci circonda e ci appartiene. A seconda di come lo vediamo, tendiamo ad optare per l’una o per l’altra ipotesi.

Hai usato il computer per realizzare la tua opera?

Le poesie non si realizzano mai a computer! I racconti lunghi sì ma devono essere davvero molto estesi. La carta dà una sensazione diversa, più amichevole e vicina. Il computer serve in un secondo momento. Diciamo che può essere paragonato alla foce del fiume all’interno del quale scorrono i nostri pensieri. La sorgente però è rappresentata dalla carta. Mi è sempre piaciuto pensarlo.
Inoltre, devo ammettere che ho la fortuna di possedere una macchina da scrivere. Se si vuole scrivere molto velocemente e, allo stesso tempo, non rinunciare al piacere che ne deriva, questo strumento è l’ideale, giusto compromesso tra rapidità e serenità dovuta alla propria attività.

Cosa pensi del premio (per tutti) della presenza su migliaia di CD Rom che verranno distribuiti in tutta Italia?

Ripeto che il premio non è la finalità per la quale si scrive ma solamente una gratificazione che si dà al talento o all’impegno di una persona. Sono molto contento della distribuzione su vasta scala dei
nostri prodotti. E’ una possibilità che abbiamo per farci conoscere o per parlare alle persone di altre città che magari vedono le cose in maniera del tutto diversa dalla nostra. E’ un bene immenso questa
enorme e fittissima rete di comunicazioni di cui possiamo usufruire oggigiorno. Sfruttiamola al meglio!

Come ti è sembrata la premiazione? Ti ha colpito l’esposizione e/o la lettura delle opere?

Le opere erano belle e l’esposizione corretta. Peccato che il luogo non era adatto e il pubblico, sebbene scarso, troppo numeroso rispetto ai posti disponibili. Inoltre mi è dispiaciuto che fossero presenti solamente i vincitori e pochi altri. E’ stata una bella occasione per capire quante cose manchino al mio stile e quante idee si possono tirar fuori dalla propria e dalle altrui menti.

Che cosa ti è sembrato difettoso o carente nell’organizzazione del concorso?

Come ho detto prima, mi è sembrata piuttosto carente la partecipazione e il luogo scelto per la premiazione. So che non è semplice trovarne uno adeguato e che il centro commerciale era uno degli sponsor del progetto. E’ però risultato piuttosto dispersivo il momento della premiazione e molte persone si sono stancate, andandosene prima e quindi perdendo una fase fondamentale, atta all’ascolto ed al confronto.

Avevi mai sentito parlare di KULT Underground?

Non ne avevo mai sentito parlare prima d’ora, infatti sono piuttosto incuriosito e prenderò le informazioni a riguardo, non solo per questa intervista, ma piuttosto per non perdere una rivista che magari potrebbe risultare estremamente interessante. Esaminerò!

Conosci altre riviste multimediali?

Sì ma di solito non le frequento molto per la scarsità del tempo e per i miei gusti piuttosto particolari. Al contrario, entro spesso nei portali e nei relativi forum. Sono iscritto anche a svariate
newsletter.

Cosa pensi delle pubblicazioni amatoriali?

Penso che siano ottime. Come detto in precedenza. tutto quello che facciamo, tutto quello che pubblichiamo, tutti i progetti ai quali aderiamo, non sono altro che una possibilità sfruttata. Se ci piace una cosa e abbiamo i mezzi per metterla in pratica, è quanto meno doveroso impegnarsi per riuscirvi al meglio.

Ti piacerebbe pubblicare altre opere scritte da te?

Avevo già in progetto di fare una cosa simile e ho provveduto da tempo a prendere informazioni a tale proposito. Prossimamente pubblicherò alcuni dei miei lavori, che sono decisamente troppo numerosi. Ne dovrò selezionare solamente una piccola parte.

Pensi che parteciperesti ad una prossima manifestazione legata ad Holden?

Sì, credo che parteciperò ancora. La mia opinione è stata positiva e quindi non vedo perché non dovrei farlo.

In ultimo, che tema ti piacerebbe avesse questa prossima manifestazione?

Ci sono tantissimi temi che potrebbero prestarsi facilmente ad un concorso di questo tipo. Sulla base degli elaborati di quest’anno, proporrei in special modo "Spazio e Tempo" o "L’isola che non c’è".
Questi argomenti hanno una vasta gamma di metodi di sviluppo.
Fornirebbero una fonte di ispirazione a coloro che difficilmente riescono a far nascere un prodotto senza facilitazioni e, contemporaneamente, non tarperebbero in modo eccessivo le ali di coloro che, al contrario, amano sbizzarrirsi in tematiche e stili di narrazione alternativi.

Siamo in chiusura… Grazie mille per tua disponibilità e complimenti ancora per il risultato ottenuto.

Federico Malavasi

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