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Intervista a Fabiano M.

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Intervista a Fabiano Massimi

Ciao e grazie per aver partecipato ad nostro concorso. E complimenti per le tue due opere che ti hanno valso un premio speciale, istituito apposta. Ti puoi presentare ai nostri lettori raccontando brevemente chi sei e cosa fai nella vita, e quali sono i tuoi hobby?

Ciao a tutti, il mio nome è Fabiano Massimi, ho venticinque anni e mi sono laureato da poco in Filosofia con una tesi di Psicologia dell’Arte (vi risparmio il titolo). Vivo a Modena, ma quest’inverno-primavera ho frequentato il primo anno di master alla Scuola Holden di Torino, sapete, quella sulle tecniche narrative, fondata da Baricco. Gran bella scuola, tra parentesi: se nella vita volete scrivere, una tappa importante. Leggo e scrivo ogni istante libero della giornata, per cui non ho molto tempo per degli hobby: a meno che non consideriamo hobby leggere e scrivere, ma mi sembra riduttivo. Faccio le parole crociate, ecco.

Come sei venuto a conoscenza di Holden IV?

In Delfini, attraverso il tam tam degli amici, su Alice.it, e poi ho trovato il bando in bacheca alla Holden. Sta diventando un premio famoso, per fortuna.

Come è venuta l’idea di partecipare? Ti ha attirato di più il tema, il premio o la diffusione di un tuo scritto garantita dalla realizzazione dell’ipetesto e dalla pubblicazione on-line?

Sono lento, in queste cose: erano quattro anni che ci pensavo, ma ci è voluto il rimprovero di un amico per sbloccarmi. Un anno di Scuola mi ha poi persuaso che le cose le fai del tutto o non le inizi nemmeno: e se vuoi essere scrittore, devi trovare lettori, quanti più possibili, devi cercare il confronto. E’ per questo che ho spedito racconto e poesia. Al premio non ci pensavo molto, il che lo ha reso ancora più gradito.

Hai già partecipato ad altri concorsi letterari o artistici?

Ho partecipato a una decina di concorsi letterari, e qualcuno l’ho anche vinto (ad esempio Il Fiorino D’Oro, l’altro premio di Modena.) Nelle altre arti sono negato.

Come è nato il tuo racconto? Cosa ti ha ispirato il tema?

Credo di avere una fissa per la morte, almeno a giudicare dalle storie che mi vengono fuori, e ogni spunto che ho si aggira attorno a quell’idea, all’inizio. Il racconto premiato, devo dire, è nato come freddura: immaginavo questo Augusto che, morendo, vede la luce là in fondo, ma la luce in realtà è… beh, insomma, dopo la sfida è stata rendere emotivo uno spunto umoristico, per di più di bassa lega: perché ho una fissa ancora più grande per alla morte sfugge, anche per poco.

E la (splendida) poesia su Hemingway?

Una sua splendida (questa sì) biografia, scritta da Fernanda Pivano. E’ pubblicata da Rusconi, se vi interessa, e fidatevi: chiunque voi siate, vi interessa. Hemingway era vivo davvero, e la gente così non muore mai più, e ha tanto da insegnare.

Hai vissuto il limite di dimensione e la traccia del concorso come un ostacolo o un aiuto per la realizzazione di "Luce in fondo al tunnel"?

Come una sfida, che è un po’ entrambe le cose. Ma questa risposta vale solo per le dimensioni (breve spot: scrivete breve, è la misura dei grandi, e arriva a più gente). La traccia, devo confessare, non sapevo nemmeno ci fosse. Vi suonerà assurdo, ma ho scritto un racconto e una poesia ‘liberi’ azzeccandola per caso. Come dire: ci siamo trovati.

Come ti è sembrata la premiazione di Holden? Hai consigli o critiche su come si è svolta, o sull’organizzazione del concorso in generale?

Avendo vinto un premio speciale che non sapevo esistesse, io ho rischiato di andarmene prima della proclamazione finale: ma è un caso particolarissimo, e conta molto la stanchezza che avevo addosso. In altra condizione, sarei rimasto fino alla fine: la lettura dei testi è una bell’occasione di scoperta (e gli attori erano bravissimi).

Avevi mai sentito parlare di KULT Underground (prima di leggerne il nome tra gli organizzatori di Holden IV)? Leggi o partecipi a riviste on-line? Cosa ne pensi dell’editoria elettronica?

Conoscevo già KULT, che apprezzo e su cui mi piacerebbe pubblicare qualcosa, e sporadicamente leggiucchio altre riviste online. Non vi ho mai partecipato per mancanza di tempo – il poco che ho l’ho dedicato finora ai concorsi – non per mancanza di fiducia: credo anzi che Internet sia una bella frontiera, a rischio di confusioni ma in molti casi efficace. Io, per dire, leggo solo quotidiani online.

Hai avuto modo di leggere qualche altra opera di quelle che hanno partecipato al concorso? Conosci qualche altro concorrente?

Non ancora: attendo il cd-rom, e un po’ di tempo libero. Un paio di racconti ascoltati alla premiazione mi hanno colpito, però, e spero di conoscerne gli autori presto. Non posso credere che Modena abbia solo Ugo Cornia.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti? A quale poeta ti senti più affine?

Narratori: Baricco, Irving, Eco, Crichton, Hemingway, Dahl. La lista dei poeti purtroppo è più corta: il Montale di ‘Xenia’, Prévert e Kavafis. Ma ‘Mari del Sud’, di Pavese, è la poesia che avrei dovuto scrivere io. Non conoscerla è vivere una vita minore.

Qual’è il libro che hai letto di recente che ti è piaciuto di più?

Ian McEwan, Espiazione, che poi sono quattro libri in uno: quattro pezzi di mondo che ti si ficcano nell’anima e faranno male (e bene) a lungo. Forse per sempre.

Grazie per la disponibilità e complimenti ancora per entrambe le tue opere. Ciao

Grazie a voi per averle lette. Dire che sono felice che vi siano piaciute è una bugia: ne sono commosso. A presto,

Marco Giorgini

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